Stare seduta al tavolo nella cucina di casa mia non rappresenta il mio
pomeriggio ideale.
Quella tazza di camomilla riposa lì da un anno, ormai. Ma
l’ho lasciata raffreddare ed ammuffire come me.
Mi chiamano autolesionista, già. Da quando te ne sei andato,
mi siedo qui tutti i giorni, ed aspetto il tuo ritorno. Vedo sempre la
stessa cosa dalla finestra. Le tue scarpe da ginnastica macchiate.
Forse ci giocano i cani. O qualcuno felice. Qualcuno che non sono io.
La mia è una storia da Romeo e Giulietta, in cui si muore
per amore. Sono parole senza senso, lo so.
Ti lascio questo biglietto.
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