L'arrivo inatteso

di ScarlettMoore
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Jennifer apre gli occhi.
Accanto al suo letto, sul comodino troneggia la sveglia con i led che segna le ore.
Le 02:30.
Una fitta. Due fitte. Tre fitte.
Piange dal dolore tenendo una mano sul ventre.
Calma.
Le 03:00.
Un urlo sveglia tutti in casa Williams.
Corrono in camera sua.
Jennifer giace a terra, si contorce dal dolore e grida.
La madre prende il telefono.
Tre numeri: 911.
Dieci minuti. Dolore, ansia, preoccupazione.
Cosa le succede?
Un’ambulanza riecheggia in lontananza.
Crampi, fitte, lacrime.
“Cos’ho?”, pensa Jennifer. Non riesce a parlare, la bocca le si contorce in smorfie di dolore.
Entrano i medici.
L’interno dell’ambulanza è di un colore chiaro, candido.
La madre le tiene la mano in ambulanza.
Ospedale.
Visite. Analisi.
Il dottore entra.
Terrore nella stanza 231.
Madre, padre, sorella e Jennifer trattengono il respiro.
“Jennifer, sei incinta”.
Il verdetto è giunto, i dadi sono tratti ed il gioco è fatto.
“Ho 17 anni, non è possibile, non posso diventare madre!”, dice Jennifer, incredula.
Gli occhi sgranati, di tutta la famiglia.
Jennifer si volta verso la madre, pallida, gli occhi persi nel vuoto.
“Sarò..madre? Com’è possibile? Io prendo la pillola e usiamo il preservativo..insomma..”, Jennifer era in lacrime ormai, non ce la faceva più.
Dentro di sé, Jennifer sapeva che era possibile, e sapeva quando era accaduto.
Per una settimana aveva sospeso la pillola perché era stressata con la scuola e se ne scordava, in quel periodo avevano avuto un rapporto non protetto.
Una notte di passione, e Marcus –il futuro padre- si era lasciato andare dentro di lei.
Non c’era tempo per niente, no.
Una fitta.
Due fitte.
Tre fitte.
“Jennifer, devi spingere.”, il dottore le stava parlando, e la famiglia stava uscendo.
In quel momento doveva fare solo una cosa: spingere.


Angolo dell’autrice.
Sono legata a questo racconto perché una mia cara amica ha rischiato di ritrovarsi in questa situazione, e ho deciso di scrivere di ciò che sarebbe potuto accadere se un test, fosse stato ‘positivo’.
Grazie per aver letto.




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