Un libro per te
Prompt: Libro
Titolo: Un libro per te
Autore: _Aras_
Fandom: Originale Romantico
Personaggi: Phoebe, Max
Genere: Romantico, Slice of life,
Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: /
Lunghezza: 775 parole
Eventuali note dell’autore:
troverete dei riferimenti a "50
sfumature di grigio" di E.L.James, a "Twilight" di S.Meyer e a "The White Queen" di P. Gregory.
Voglio ribadire da subito che ciò che ho scritto in riferimento ai
primi due libri è ironico, non voglio criticare o attaccare nessuno e
spero che i fan di queste saghe non la prendano male.
Questa storia partecipa alla "Slice
of Life" Challenge indetta da areon sul forum di Efp.
Un libro per te
Attirata dal suono dei passi provenire
dall’ingresso della libreria, Phoebe alzò la testa dalla pila di libri
che
stava sistemando. Un ragazzo stava curiosando tra gli scaffali dedicati
ai
romanzi rosa: sicuramente cercava un regalo. Indecisa se raggiungerlo o
continuare
il suo lavoro, la ragazza si sporse per guardare se il suo capo era
alla
scrivania: no. Con un’ultima occhiata ai saggi ancora incellofanati di
Hume e
Kant, si avvicinò al cliente.
«
Ciao, serve una mano? » domandò quando gli fu vicina.
Lui sussultò, colto alla sorpresa
dalla sua voce,
e si voltò a guardarla.
« Sì, mi farebbe davvero comodo un
po’ d’aiuto »
rispose, appoggiandosi a una mensola.
« Cosa cercavi? »
« È il compleanno di mia sorella e
io sono in
ritardo con il regalo. Pensavo a un libro, ma non ho idea di cosa possa
piacerle. »
« Quanti anni compie? »
« Trenta. »
Phoebe annuì e si mise a osservare
i ripiani.
Trent’anni… i romanzetti rosa erano
esclusi, si
rifiutava di consigliarli a chiunque avesse compiuto sedici anni. Anche
quei racconti
pseudostorici, che finivano per essere libri erotici, erano fuori
discorso. Forse
uno dei libri di Hosseini o di Coelho, ma era probabile che li avesse
già letti
data la loro fama.
« Forse questo? » chiese il
ragazzo, prendendo in
mano una copia di Cinquanta
sfumature di
grigio. « Non è quello di cui
continuano a mandare la pubblicità in
televisione? »
Phoebe lo fissò, incerta su cosa
rispondergli.
Doveva comportarsi da commessa e vendere quell’oscenità che avevano il
coraggio
di definire libro, o sfruttare l’assenza del suo capo e dissuaderlo dal
comprarlo, come avrebbe fatto una persona onesta?
« Tua sorella è sposata o
fidanzata? » domandò.
« Sì, è sposata. Ha anche una
bambina, ma che
c’entra questo? » replicò lui, scettico.
Lei prese gentilmente la cosa dalla sua mano e la ripose sullo
scaffale.
« Allora non le serve. Se ha
qualche fantasia
erotica presumo che possa soddisfarla suo marito e che non le serva un
libro,
no? »
« Che razza di libro è? »
« Dovrebbe essere una storia
d’amore con profondi
risvolti psicologici, ma in realtà i due protagonisti hanno una
relazione
basata sul sadomaso, lo stile sembra quello di una tredicenne alle
prime armi ed
è ispirato alla saga di Twilight, quella con i vampiri luccicanti. »
Lui sorrise al suo commento e la
osservò con uno
sguardo curioso, prima di chiedere: « Tu l’hai letto? »
Phoebe si
appoggiò al tavolino dietro di lei, studiando il ragazzo. « Perché
t’interessa?
»
« Sembri
conoscerlo bene » disse.
« Ho
letto il primo, per tentare di capire cos’avesse di speciale; ma non
sono
masochista, non ce l’ho fatta a continuare » spiegò. Poi il suo sguardo
si posò
su uno dei suoi libri preferiti, a cui era riservato solo un angolino
dello
scaffale, data la poca notorietà di cui disponeva. Lo afferrò,
mostrandoglielo.
«Questo è
uno dei libri più belli che tua sorella possa mai leggere. »
« The White
Queen » lesse lui. «Cos’è?
»
« È un
romanzo storico, ma è anche romantico e con un pizzico di magia. Parla
della
Guerra delle Due Rose, prima dell’inizio dell’epoca Tudor. In realtà è
solo
l’inizio di una saga e non bisogna necessariamente seguire l’ordine di
pubblicazione, ma questo è il mio preferito. È un consiglio personale. »
« Oh,
beh, in questo caso… Come posso rifiutare? » domandò, sorridendole.
« Ti
serve altro? » continuò Phoebe, mentre si avvicinava alla scrivania per
posare
il libro.
Non era
cieca: aveva notato con quanta attenzione l’avevano fissata quei begli
occhi
verdi e sperava con tutto il cuore di non essere arrossita sotto quello
sguardo
insistente. Ma lui era un cliente, per lo meno finché restava nella
libreria, e
quindi fuori dalla sua portata.
« No,
solo questo » rispose lui, estraendo il portafoglio dalla tasca dei
pantaloni.
« Ripensandoci,
c’è una cosa che potresti fare per me » affermò dopo aver pagato,
mentre Phoebe
era già intenta a incartare il libro.
« Cosa? »
domandò, alzando lo sguardo su di lui.
« Come ti
chiami? »
« Phoebe,
perché? » chiese, porgendogli il pacchetto.
« Phoebe:
bel nome » commentò. « Io sono Max.
Chiamami
» disse, mentre posava un bigliettino da visita sul bancone. « Ti
offrirò un
caffè, per ringraziarti dell’aiuto. O una torta. O qualsiasi altra
cosa. »
Le
sorrise di nuovo, ammiccando, poi prese il libro e con un « Ciao » uscì
dal
locale prima che lei avesse il tempo di replicare.
Phoebe
voltò il bigliettino: il suo nome era Max Hunt. Era un pasticciere.
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