Three-point plan - 3° capitolo
Titolo: Three-point plan
Personaggi: Soichiro Yukimura, Sotaro Kano, Sakura Hanazono, Altri
Pairing: Yukimura/Kano
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Shonen-ai,
What if? (lieve, lieve, nel senso che, anche se è ambientata a
marzo, quindi manca poco alla fine del secondo anno di Misaki, lei e
Usui in questa storia non stanno ancora insieme e la loro relazione
è ai livelli dei primi volumi)
Introduzione alla storia: È da poco passato
il White Day, la primavera si sta avvicinando e, spinta da questi
periodi così romantici, Sakura si convince che Yukimura e Kano si
piacciono, e decide di fare qualcosa in proposito.
Tratto dalla prologo:
«Penso che Yukimura e Kano si piacciano» esclamò Sakura Hanazono improvvisamente.
[...]
Sakura si portò le mani al cuore e sospirò estasiata. «Come sono carini!»
Misaki
inclinò la testa da un lato, poi riportò l'attenzione su di lei. «Penso
che tu stia esagerando. A me sembrano solo buoni amici, nulla di più.»
[...]
Il
sorriso sul volto di Sakura si allargò e sollevò una mano
stretta a pugno verso l'alto. «Che il piano cominci!»
Note dell'autore:
- Per i nomi mi sono basata sulla traduzione italiana.
- Anche se è ambientata a marzo, non sono presenti spoiler di alcun genere.
- Capitolo: 4/4 - N° parole: 2084
Three-point plan
3
Piano 3: gli intoppi sono sempre dietro l'angolo
«Un rapimento?» fece Misaki.
Sakura annuì con entusiasmo. «Sì, che ne dite?»
Si erano riuniti in giardino, ormai diventato il posto fisso dove discutevano dei loro piani, prima dell'inizio delle lezioni.
Oltre Sakura, Shizuko e Misaki, erano presenti anche Usui e il trio ebete, che facevano parte anche loro stabilmente del piano.
«Non abbiamo già fatto qualcosa di simile in passato?» chiese Misaki, inarcando le sopracciglia.
«Certo, con la sorellina di Yukimura» le rispose Usui.
«Partecipò lui stesso al nostro piano, non potrebbe... cascarci, giusto?»
«Forse, o forse no.» Usui sorrise eloquentemente.
D'accordo, l'ingenuità di Yukimura era leggendaria nel liceo Seika, ma a tutto c'era un limite, no?
«Quindi potrebbe
funzionare?» Sakura s'inserì nel discorso, anche se
faticava a seguirlo, non essendo al corrente degli avvenimenti che
avevano portato Misaki e gli altri ad organizzarsi per far bello
Yukimura agli occhi della sua sorellina.
«Può darsi» affermò Misaki, non del tutto convinta.
«L'idea quale sarebbe?» chiese Kurosaki.
«Rapire Yukimura?» aggiunse Shirakawa.
Sakura scosse il capo. «No,
troppo banale. Sarà Kano ad essere in pericolo per finta e
Yukimura il suo salvatore.»
«Oh, credo che gli
piacerà essere l'eroe» commentò Usui, probabilmente
rammentando anche lui l'avvenimento di Yukimura e la piccola Rumi-chan
di qualche tempo prima. Il piano era stato un completo fallimento,
comunque, alla fine, in un certo senso, aveva funzionato.
«Come procediamo?» chiese Sarashina.
«Voi tre vi camufferete e
sarete i malviventi» spiegò Sakura al trio ebete, seduti
scomposti sul prato, poi lanciò un'occhiata a tutti gli altri.
«Colpiremo subito dopo scuola, mentre Yukimura e Kano
torneranno a casa insieme.»
«Tornano a casa insieme?» chiese Kurosaki.
«Sì, sempre.»
Sakura annuì più volte, contenta che le sue idee su
Yukimura e Kano venissero prese in considerazione. «Vengono a
scuola, tornano a casa e pranzano insieme; Kano lo aspetta se Yukimura
ha compiti da vicepresidente e, a volte, lo aiuta. Credo che si vedano
molto spesso anche fuori scuola. Vero, Misaki?»
L'interpellata annuì.
«È vero.» Non aveva idea se ci fosse qualcosa sotto,
ma non si poteva negare che Yukimura e Kano non si vedessero spesso. Li
aveva visti lei stessa. «Noi altri cosa dobbiamo fare?»
«Tu e Usui dovreste
distrarre Yukimura e Kano, vedete voi chi dovrà distrarre chi.
Poi, quando Shirakawa, Sarashina e Kurosaki attaccheranno, dovete
tentare di aiutare Kano, ma fallire nel tentativo. Lasciate a lui i
riflettori.» Attese che tutti rispondessero affermativamente alle
sue indicazione del piano, poi continuò: «Quando
arriveremo io e Shizuko, loro tre...» Indicò il trio
ebete. «scapperanno, liberando Kano. Yukimura sarà
talmente scosso dal quasi rapimento del suo innamorato che si
dichiarerà e...» Lo sguardo di Sakura si era fatto quasi
febbricciante e lucido, mentre era persa nella sua immaginazione.
Misaki aveva già visto
prima quella reazione. La proprietaria del Maid-Latte, dove Misaki
lavorava part-time, aveva spesso quello sguardo quando si trattava di
lei e Usui.
«Questi sono i costumi per
voi.» Appena si riprese, Sakura prese un sacchetto e lo porse al
trio ebete. «E ora mettiamo a punto i dettagli.»
***
La giornata scolastica era
trascorsa tranquillamente, senza nessun avvenimento particolare,
perciò Sotaro si convinse che il fallimento del tentativo di
renderlo geloso dovesse aver convinto i suoi compagni di scuola a
desistere.
Il sollievo che lo colmò, però, ebbe vita breve.
Qualche minuto dopo che lui e Yukimura ebbero lasciato l'edificio scolastico, vennero raggiunti da Usui e il presidente Ayuzawa.
La novità non premetteva nulla di buono, questo Sotaro lo percepì subito.
«Yukimura, Kano!» esclamò il presidente, sollevando una mano in segno di saluto.
Erano usciti da scuola solo da
poco tempo, come avevano fatto Ayuzawa e Usui a precederli Sotaro non
riusciva a spiegarselo. O meglio, forse poteva, ma significava credere
che i due avevano dovuto correre e che doveva essere qualcosa di
premeditato.
Se non avesse già scoperto
del piano di Hanazono e gli altri, avrebbe pensato che stesse soffrendo
di manie di persecuzione.
«Presidente, Usui»
replicò Yukimura, ancora completamente ignaro del complotto
contro di loro. Sotaro aveva scelto di tenerlo all'oscuro, certo che
parlargliene l'avrebbe fatto agitare e basta.
Era difficile mettersi contro i
loro compagni di scuola quando si mettevano in testa qualcosa,
soprattutto se si parlava di persone come Ayuzawa e Usui. In confronto,
la capacità di ipnotizzare di Sotaro era una cosa comune.
«State andando da qualche parte?» continuò Yukimura, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.
«Cercavamo voi» fu la risposta di Ayuzawa, seguita da un cenno della testa di approvazione da parte di Usui.
Sotaro immaginava e temeva che la
risposta sarebbe stata quella. «Davvero? Come mai?» chiese
e non poté trattenere un tono sospettoso.
Ayuzawa sbarrò gli occhi,
come se non si aspettasse una simile replica e forse anche
perché aveva capito che lui sapeva, e la cosa la prendeva un po'
in contropiede.
Usui, al contrario, sorrise ancora di più. Doveva trovare molto divertente quella svolta.
Davanti al silenzio di Ayuzawa e
il leggero colore comparso sulle proprie guance, fu Usui a prendere la
parola. «Ayuzawa deve parlare con Yukimura della cerimonia ai
nuovi iscritti. Sapete, non manca molto al nuovo anno*. Io mi
limiterò a tener compagnia a Kano, mentre vi accompagniamo a
casa» spiegò rivolto a lui e Yukimura.
Al suo fianco Ayuzawa annuì, senza proferire parola, poi prese da parte Yukimura.
Sotaro aspettò che
quest'ultimo e Ayuzawa si furono allontanati di qualche passo ed
essersi messi a discutere, prima di rimettersi in marcia, seguito
immediatamente da Usui.
«Che cosa state
facendo?» Sotaro era stanco di quei complotti e quei misteri,
perciò preferì parlare chiaro fin da subito.
Evitare i discorsi era però il pane quotidiano di Usui, che nei misteri ci sguazzava.
«Te l'ho detto!»
replicò infatti. «Ayuzawa doveva parlare con Yukimura,
così vi abbiamo raggiunti.»
«Il presidente ha avuto
tutto il giorno per parlare con Yukimura, perché non farlo
prima?» sbottò, ma era una replica inutile.
«E poi... lo so. Me ne sono
accorto, sapete? I corteggiamenti a Yukimura, io e lui che veniamo
chiusi nel ripostiglio e tanti altri particolari.» Sospirò
e scosse la testa.
Davanti a loro, Yukimura e Ayuzawa
parlavano tranquillamente, ignari della conversazione che stava
avvenendo pochi metri più indietro.
«Ora che vi ho scoperto,
penso sia il caso di sospendere qualsiasi cosa abbiate in mente.
Perché non funzionerà.» Era certo di non aver mai
parlato tanto come in quei giorni, e meno male che era una persona
solitaria.
«O forse non ha funzionato perché non è possibile far funzionare qualcosa che lo è già.»
«Eh?!» Sotaro non
pensava Usui avesse un'opinione in proposito riguardo tutta quella
storia, pensava che il suo fosse solo divertimento e basta.
Invece, si era sbagliato. Non che
importasse molto, comunque. «Nessuno è intenzionato a
farsi i fatti propri, neanche tu?»
Usui rise. «No, è soprattutto divertente!»
Sotaro avrebbe voluto dire che
farsi rinchiudere in un ripostiglio per ore non era affatto divertente,
ma gli fu impedito da una mano sulla bocca e un braccio intorno al
collo comparsi all'improvviso, che lo strattonarono all'indietro.
Un gemito di sgomento gli rimase incastrato in gola e Sotaro s'irrigidì immediatamente.
Che cosa stava succedendo?
«Se non volete che al vostro
amico venga fatto del male, datemi tutto quello che avete»
pronunciò una voce maschile e stranamente famigliare.
Sotaro diede una rapida occhiata
intorno a sé e vide altri due uomini con la testa coperta da un
passamontagna, oltre quello che ancora lo teneva fermo.
I tre malviventi avevano attaccato mentre Sotaro e gli altri stavano percorrendo un viale deserto, dove non passava nessuno.
«Prima dovrai vedertela con
noi!» esclamò Ayuzawa, che si era accorta della
situazione; lo stesso era per Yukimura, il quale lo stava fissando
preoccupato. «Lascialo andare» esclamò deciso, anche
se si poteva distinguere una nota impaurita.
Sotaro aveva paura e non sapeva
come sarebbe riuscito a salvarsi da quella brutta situazione. Eppure,
una piccola parte di sé, una piccola parte molto lucida, si
rendeva conto che c'era qualcosa di molto strano.
Ayuzawa e Usui cominciarono a
scontrarsi contro i due uomini con il passamontagna. Mentre Usui
sembrava avere la peggio – possibile? E perché
sbadigliava? -, Misaki era in vantaggio, anche grazie al fatto che
l'altro sembrava avesse paura di colpirla.
«Non ci posso credere»
borbottò sottovoce, realizzando. Era il trio ebete ad averlo
aggredito, avrebbe dovuto immaginarlo.
Si rilassò, rendendosi conto che non correva alcun pericolo.
Piegò indietro la testa,
girandola da un lato, orientandola verso quella di Shirakawa –
tenendo conto dell'altezza e del ciuffo biondo che spuntava da sotto il
passamontagna, Sotaro aveva capito che dovesse trattarsi di lui.
«So chi sei, potete smetterla e lasciarmi andare?» chiese.
Il liceo Seika era davvero frequentato da pazzi, ma cosa avevano in
testa?
Avendo Shirakawa il viso coperto,
Sotaro non poté vedere la sua reazione, ma sembrò davvero
sorpreso. «Che cosa?»
In quel momento, urlando, Yukimura si precipitò verso Shirakawa, con il braccio teso e la mano chiusa a pugno.
Distratto dalle parole di Sotaro,
Shirakawa vide il colpo arrivare solo quando fu troppo tardi per
evitarlo. Il pugno lo prese in pegno allo zigomo e lo stese.
Shirakawa cadde all'indietro,
liberando Sotaro dalla sua presa e precipitando a terra a gambe e
braccia divaricate, l'espressione confusa.
Sbilanciato, anche Sotaro perse l'equilibrio, ma lui si limitò a sedersi sul terreno, senza ulteriori danni.
Ayuzawa, Usui e gli altri due del trio ebete misero fine alla loro finta lotta e si resero conto di cosa fosse successo.
«Shirakawa, stai
bene?» chiese uno del trio ebete – Sarashina,
scoprì, quando questi si tolse il passamontagna. Sia lui, sia
Kurosaki si precipitarono al fianco del loro amico.
«Sì, sì»
borbottò Shirakawa. Sembrava principalmente imbarazzato di
essere stato messo al tappetto da un ragazzo esile come Yukimura.
Misaki era per lo più
sorpresa dall'iniziativa di Yukimura, mentre se Usui avesse trattenuto
le risa ancora un po' avrebbe finito per scoppiare.
Sotaro sollevò lo sguardo
su Yukimura, che gli tendeva la mano per aiutarlo a rialzarsi ed era
quasi in lacrime. Ancora non si era accorto che i tre malviventi e il
trio ebete erano le stesse persone.
«Ma cosa succede?!» esclamò Hanazono, precipitandosi verso di loro seguita più lentamente da Kaga.
Sotaro la vide analizzare la
situazione e soffermarsi soprattutto su di lui, che aveva la mano
stretta intorno a quella di Yukimura e si stava rialzando.
Sbarrò gli occhi e, semplicemente, fraintese la situazione.
«Oh!» pronunciò
con un sospiro estasiato e sembrava talmente contenta che Sotaro fu
certo che qualsiasi cosa sul fraintendimento le avrebbero detto non ci
avrebbe creduto.
Il trio ebete fece scorrere lo
sguardo l'uno sull'altro confuso, visto che il piano non era andato
esattamente come previsto e non sapevano cosa fare; alla fine, di
comune accordo, scapparono via correndo senza voltarsi indietro.
Yukimura notò il trio ebete allontanarsi e inarcò le sopracciglia. «Ma quelli non sono...?»
«Chi?» chiese Sotaro, facendo finta di nulla.
Yukimura scosse il capo. «Pensavo fossero Kurosaki, Sarashina e Shirakawa, ma non possono essere loro, no?»
Non rispose, la verità era
troppo poco incredibile e c'era tanto da dire prima. «Ehm, penso
sia meglio andare, dobbiamo parlare.»
«Va bene, ma... non dovremmo denunciare l'aggressione?»
«No, direi di no.»
«Ma...?»
«Credimi, dopo quello che ti
avrò raccontato, non avrai più voglia di denunciare
nessuno» chiuse il discorso, non vedeva l'ora di allontanarsi il
più possibile da quel branco di pazzi scatenati.
Yukimura scrollò le spalle
e salutò gli altri, che ricambiarono il saluto, poi insieme a
Sotaro si allontanarono in direzione della casa del primo.
***
«Ha funzionato, ha funzionato!» esclamò Sakura, fiera della riuscita del suo piano.
C'erano stati degli intoppi, ma
alla fine era andato tutto a buon fine. Gli sguardi, le mani unite e il
“dobbiamo parlare” di Kano. Non era riuscita a capire tutta
la loro conversazione, ma Kano sembrava avere molta fretta di rimanere
solo con Yukimura.
«Quindi... ha funzionato?» chiese Misaki, avvicinandosi.
«Io non ne sono molto convinta» replicò Shizuko.
«Credetemi, quei due stanno sicuramente per avere una conversazione a cuore aperto.»
Forse non era stato molto corretto
intromettersi, ma Yukimura e Kano erano due zucconi e, in questo caso,
il fine aveva giustificato i mezzi.
Sorrise, poi si voltò verso Misaki e Usui che avevano ricominciato a battibeccare.
Ah, se solo anche loro avrebbero potuto essere felici come Yukimura e Kano.
Sul proprio volto, il sorriso di Sakura divenne più grande. Magari, avrebbe potuto fare qualcosa anche per loro.
***
Shoichiro chiuse la porta d'ingresso, dopo che Kano fu uscito per tornarsene a casa propria.
Era un po' confuso da tutto quello
che gli aveva raccontato, da tutto il piano che avevano ordito
Hanazono, il presidente, Usui e gli altri, anche perché Kano era
stato piuttosto spiccio e scarno nei dettagli, precisando che voleva
dimenticare il prima possibile tutta quella storia.
Di conseguenza, Shoichiro faticava
ancora a comprendere fino in fondo per quale motivo i loro amici si
fossero concentrati così tanto su di loro, mettendo in atto cose
assurde.
Sapeva per certo solo che da
quando era cominciata quella storia, cominciava a vedere Kano con occhi
diversi e gli batteva più forte il cuore in sua presenza.
Non sapeva assolutamente se sentirsi felice o spaventato.
*Ricordo che l'anno scolastico giapponese inizia ad aprile e termina a
marzo e che la storia è ambientata verso la metà del mese
di marzo.
Spazio Autrice: E siamo giunti all'ultimo capitolo di questa storia (questa volta sono stata veloce, dai!).
Finale un po'... a sorpresa, direi. Sakura è convinta che il
piano abbia funzionato e in un certo senso sì, in parte. Se poi
anche Kano ha perso/perderà la testa dietro Yukimura, quello lo
lascio all'immaginazione del lettore.
Spero che la mini-long vi sia piaciuta, io mi sono divertita a scriverla.
Poi, se i prossimi volumi di Kaichou porteranno nuove scene
Yukimura/Kano che stimoleranno la mia creatività sicuramente
tornerò di nuovo in questo fandom.
Grazie per essere arrivati fino a qui.
Ilaria
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