Musica
d’amore
Era
lì, davanti a me, in tutto il suo splendore, Louis William
Tomlinson, quel ragazzo di cui ni sono follemente innamorata dal primo
istante
in cui l’ho visto, i nostri genitori sono grandi amici, ma io
non ho mai avuto
il coraggio di rivolgere la parola a quel ragazzo che ritenevo talmente
perfetto da non essere degno nemmeno di parlare con una come me.
Era
lì, di fronte a me, quella sera d’estate in cui
eravamo
andati a trovare lui e la sua famiglia nella loro casa vicino Roma, era
una
casa meravigliosa con un terrazzo da cui si aveva una splendida vista
sul mare.
Era
lì, di fronte a me, mentre i miei genitori gli chiedevano
di farci sentire un pezzo al pianoforte, bè, forse qualcosa
in comune ce
l’avevamo, l’amore per uno strumento musicale,
l’amore per la musica che mi
aiutava nei momenti più difficili, quando avevo bisogno di
sfogarmi il mio
pianoforte era sempre stato lì ad aiutarmi e in quel momento
mi rendevo conto
che c’era un altro ragazzo, l’esatto contrario di
me, che forse provava i miei
stessi sentimenti.
Era
lì, di fronte a me, che suonava River Flows In You, la
mia canzone preferita, quando una forza che non veniva dal mio cervello
ma da
qualche altra parte, forse dal cuore, mi trasportò di
qualche metro in avanti
e, senza nemmeno averci pensato mi ritrovai a suonare seduta di fianco
a quel
ragazzo meraviglioso che non si alzò scocciato lasciando
suonare solo me, che
non fece di tutto per farmi sbagliare in modo da suonare da solo, no,
si spostò
un po’ in modo da farmi sedere più comoda sullo
sgabello e continuò a suonare insieme a me.
Eravamo
lì, seduti uno di fianco all’altra a suonare una
canzone meravigliosa, le nostre dita accarezzavano dolcemente i bianchi
tasti
del pianoforte. Quando finimmo di suonare tutti iniziarono ad
applaudire,
sembrava che ci stessero applaudendo in mille, invece erano solo i
nostri
genitori, scorsi le nostre mamme abbracciate che quasi piangevano e i
nostri
papà che ci lanciavano sguardi di approvazione.
In quel momento
non riuscii a fare altro che scappare sul
terrazzo per cercare di liberare la mia mente da tutti i pensieri che
la
affollavano, e, mentre guardavo il sole tramontare
all’orizzonte, tingendo l’acqua
del mare di innumerevoli tonalità di arancione, rosso,
giallo che poi si perdevano
nell’azzurro lasciando solo dei
lievi riflessi tra le increspature dell’acqua, sentii una
mano posarsi
delicatamente sulla mia, mi girai per capire di chi fosse, mi ritrovai
davanti
quel ragazzo bellissimo e cercai in tutti i modi di non incrociare i
suoi
occhi, quegli occhi così belli che mi ricordavano tanto il
mare, quel mare che
io potevo vedere solo per un mese all’anno, ma lui, con
l’altra mano, mi mise
un dito sutto il mento per incrociare il mio sguardo e, mentre mi
perdevo in
quegli occhi lui iniziò ad avvicinare lentamente il suo viso
al mio, io non
riuscivo a reagire, ero talmente persa in quell’azzurro che
non riuscivo a
riorganizzare le idee, il mio cervello mi diceva "spostati", ma il mio
cuore,
invece, mi incitava a rimanere lì, e aspettare quello che
avrebbe fatto, mentre
cercavo inutilmente di ristabilire un po’ di ordine tra il
mio cuore e il mio
cervello sentii le sue labbra, le labbra di Louis William Tomlinson,
posarsi
delicatamente sulle mie, e sentii un brivido percorrermi tutta la
schiena.
Era
lì, di fronte a me, ma questa volta non eravamo a due
metri di distanza, e non eravamo nemmeno seduti uno accanto
all’altra, no
eravamo uno di fronte all’altra e le nostre labbra si
toccavano, non sapevo
cosa fare, se scappare o rimanere lì e aspettare la sua
prossima mossa, decisi
di dare retta al mio cuore un’altra volta e il mio cuore mi
diceva di non
muovermi, in quel momento Louis dischiuse le labbra e io non potei fare
a meno
di imitarlo dandogli accesso alla mia bocca, le nostre lingue danzavano
insieme
e senza sosta, non mi sarei mai voluta staccare da quel bacio, che poi
era il
mio primo bacio, ma, ad un certo punto dovemmo staccarci per forza,
perché non
avevamo più fiato.
In quel momento
ebbi l’istinto di andarmene, ma mi trattenne
per un polso, mi guardò negli occhi, costringendomi a
guardare i suoi e mi
disse, quasi sussurrando:-non sono mai riuscito a dirti che ti amo.
A quelle parole
non riuscii a fare a meno di abbracciarlo e
rispondergli, con un sussurro:-anche io.
E ci baciammo di
nuovo, fino a quando non sentimmo le nostre
madri chiamarci per andare a cena, io stavo per tornare dentro da mia
madre, ma
lui mi trattenne ancora per il polso:-aspetta- fece una lunga pausa in
cui non
riuscii a fare a meno di fissare ancora i suoi occhi:-vuoi essere la
mia
ragazza?
A quelle parole
scoppiai in lacrime per la felicità:- sì
Louis, sì- non riuscii a dire altro che lui mi
abbracciò dolcemente, mi asciugò
le lacrime e mi disse, accennando un sorriso:-allora andiamo a mangiare
o non
hai fame? Comunque, suoni benissimo
-Anche tu. E, in
effetti ho fame e ci conviene andare prima
che ci sbranano.- iniziammo a ridere ma sentimmo l’ennesimo
richiamo delle
nostre madri quindi ci prendemmo per mano e tornammo dentro.
Buon
giorno ragazze!!!
Lo
so, questa storia è
un po’ smielata ma volevo scrivere ona one shot e questa
è l’unica cosa che mi
è venuta in mente. Ovviamente ho preso ispirazione
ascoltando River Flows In
You (vi lascio il link così vi ascoltate anche voi questa
bellissima canzone) https://www.youtube.com/watch?v=F-4wUfZD6oc
Lasciatemi
tante belle
recensioni, a presto,
Elena
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