My sensibility

di Bab1974
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My sensibility My sensibility


Cynthia si era ritrovata a faccia in giù in una pozza d'acqua sporca, vicino ad un fiume, i polsi ammanettati.
Aveva tentato di ricordare com'era giunta fin lì, ma per quanto si sforzasse, non vi riusciva.
L'ultima cosa che rammentava era di aver tentato di rinunciare alla propria 'sensibilità', per vivere una vita serena e senza traumi, e vi era riuscita benissimo.
A undici anni, dopo aver letto negli occhi della gente qualsiasi gli cosa passasse in mente, e questo fin da quando aveva memoria, riusciva a fissare gli altri senza capire nulla di loro.
Pensava di aver raggiunto il proprio scopo nella vita, credeva che gli altri innumerevoli pregi che possedeva, prodotti di una modifica genetica, bastassero: aveva una memoria infinita, una forza molto fuori dal comune e la sua mente poteva elaborare qualsiasi concetto, anche il più complesso.
Studiava anche la notte, poiché non dedicava al sonno più di un'ora ogni giorno (e non sempre).
Evidentemente questo non era stato sufficiente per evitarle quello che era successo, qualsiasi cosa fosse.
Così alla fine si era dovuta arrendere e ricominciare a concentrarsi per riattivare quel potere che riteneva una dannazione. Aveva appena rimesso piede in casa, raggiunta tramite l'autostopo, che la madre le era corsa incontro, piangendo per la gioia: era stata lontana da casa quasi un mese. Vedere così disperata lei, l'unica che aveva la certezza che la figlia fosse geneticamente modificata, le fece capire in quale situazione si trovasse.
Il fatto che non ricordasse nulla era simbolo che era successo qualcosa di davvero grave. La sua mente, abituata a leggere i pensieri più oscuri, a vedere pregi e difetti in chiunque, passando per i più gravi peccati, aveva bloccato qualcosa che era sconvolgente e che poteva traumatizzarla.
Era certa che avrebbe ricordato al momento giusto: per ora l'unica scelta possibile era di trovare il modo migliore per utilizzare il suo potere.
"Che ti è successo, cara?" le aveva chiesto la madre.
"Ho cercato di rinunciare al mio potere." spiegò.
"Perché? Non capisco." Indiana Miller era stupita, avrebbe voluto lei il potere di capire chi le mentiva e chi no.
"Capiresti, mamma, se vedessi con i miei occhi." si giustificò lei "Se vedessi il male che hanno dentro le persone..."
Non continuò e lasciò la madre con un senso di oppressione profonda. Aveva bisogno di dormire, all'improvviso era stanca. Un'ora di sonno, poi avrebbe deciso cosa fare di sé per il futuro.




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