Szò

di ShanaSakaii
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*Szó




C'era il bianco. Tanto bianco, tantissimo. I muri erano bianchi. No, non c'erano muri. C'era il niente. E il niente era bianco. E anche moltissimi libri, un tocco di colore in quel vuoto. Libri a centinaia, a migliaia. Che raccontavano di storie d'amore, di omicidi, di ricette, di scoperte, di tutto quello che può venire in mente, di tutto ciò capace di colmare il niente che regnava in quel luogo. Infine c'era lei. Bianca, come il resto. I suoi capelli erano perlacei. La sua carnagione simile a raggi di luna, liscia e lucente. Gli occhi brillanti, due stelle nel suo piccolo viso. Però il suo sangue era rosso. E anche i tagli lungo le sue braccia sottili erano di quel colore. Emoglobina. Ecco perché era rosso. Tutto a causa dell'emoglobina. L'aveva letto nei libri. Li aveva letti. Tutti. Più volte. Se il suo sangue fosse stato bianco, o trasparente, non si sarebbe notato. Ma era rosso e non si poteva ignorare. Odiava l'emoglobina. Depressione. Diminuzione dell'efficienza fisica e psichica, accompagnata da malinconia, forte abbattimento, sfiducia in se stessi e diffuso pessimismo.. Ecco, odiava anche questa parola. Oh come la odiava. Depressione, bah. Lei non era depressa. Lei era … sola? Per questo non riusciva a credere all'esistenza di lui. Lui era arrivato all'improvviso. Lui aveva detto di chiamarsi **Neki. Lui aveva i capelli del colore della pece. Lui aveva gli occhi del colore del cielo. Lui le aveva chiesto il suo nome. Lei non aveva nessun nome. "Ciao, io sono **Neki. E tu? Come ti chiami?" La sua voce era capace di infonderle allegria. Allegria. Quanto amava questa parola. "Io non ho nessun none" "Allora lo sceglieremo insieme" E ci avevano pensato tanto, tantissimo tempo. Scartandoli tutti, uno a uno. Nessuno sembrava essere adatto a lei. "***Vér" propone. Le piaceva quel suono. Vér. Si davvero un bel nome. La cosa che odiava di più ora era il suo nome. Ed era bellissimo. I giorni passavano. No, non passavano. Lì il sole non tramontava. Perché non c'era. La luce debole della luna non illuminava mai Neki e Vér. Perché non c'era nessuna luna.j Solo una luce bianca e soffice. I segni rossi scompaiono. Più sorrisi, nessuna ferita. Lui la faceva sentire bene. Felice. Per una volta, libera. Ma tutti i bei sogni finiscono prima o poi. E Neki scomparve. Così come era arrivato, in silenzio e all'improvviso. Sentì un colpo nel petto leggendo le parole scritte sul bianco. 'Ora vado. Non so quando torno. Nè se torno.' Quella era la prova. Neki era vero. Esisteva. E questo bastava. La sua candida pelle si tingeva di rosso. Vér. Sangue. E anche mentre le forze la abbandonano sorride. È allegra. Allegria. Quanto ama quella parola. *Ungherese: parola (si legge soo) ** Ungherese: a lei (si legge nechi) *** Ungherese: sangue (si legge veer)




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