Preferisci lui o me?
Preferisci lui o me?
Draco aveva passato una bella serata con i suoi ex compagni
Serpeverde: ogni tanto sentiva che aveva bisogno di staccare la spina
dalla vita quotidiana. Harry era stato a casa ad aspettarlo, gli occhi fissi nel vuoto, pronto a litigare un'altra volta. Non
sopportava quando Draco usciva a divertirsi senza di lui, soprattutto
se nella compagnia c'era Zabini. Erano amici da una vita e non voleva
certo che rinunciasse a lui, come Harry non avrebbe mai rinunciato a
Ron, ma la maniera di Draco di dimostrare il suo affetto era qualcosa
al di fuori della sua comprensione. Lui non avrebbe mai preso da una
parte Ron, cominciato ad abbracciarlo, a baciarlo sulle guance: come
minimo avrebbe rischiato di ricevere un pugno, giacché il suo amico odiava quelle
smancerie fra uomini e, se non l'avesse fatto lui, poteva essere
Hermione un pericolo, anche lei molto gelosa del suo ragazzo.
In
realtà non era stato proprio tutta la sera a casa. All'inizio aveva
deciso di seguire il fidanzato, che era stato molto vago sulla presenza
di Zabini nel gruppo. Probabilmente sapeva che odiava la complicità che
aveva con lui, non lui come persona, e voleva evitare motivi di attrito
e di tensione. Si era buttato sulle spalle il Mantello dell'Invisibilità
(caro vecchio non sbagliava mai un colpo!) poi aveva preso a stargli
dietro. Era stato ben attento affinché non si vedessero i piedi al di
sotto, com'era già accaduto e sembrava che Draco non si fosse accorto
di nulla. I ragazzi si erano incontrati al 'Paiolo Magico' e
avevano cominciato subito a fare baldoria. Bevevano, ballavano, parlavano
e sparlavano. Harry si guardò attorno: ultimamente il locale aveva
qualcosa di diverso. Era stato preso in gestione dai figli del
proprietario che ne avevano fatta una versione moderna. La sera
diventava una specie di discopub, adatto ai giovani, che gradivano
quell'aria diversa. In realtà aveva un che di Babbano, ed era certo che
i ragazzi avevano scopiazzato, non potevano certo aver creato tutto ciò
dal nulla. Dopo
neppure dieci minuti Draco e Blaise si erano rifugiati in un
angolo. Blaise seduto in una poltrona, Draco seduto sulle sue braccia.
Parlavano a fior di labbra e già solo questo lo irritava in maniera
incredibile. Quando le labbra dei due si sfiorarono, non ci vide più e
rivelò la propria presenza. "Tu togli le mani e quei due canotti
dalla persona del mio ragazzo. E tu Draco vieni con me ora, o non
tornare più." aveva gridato Harry, fregandosene di attirare
l'attenzione. Draco e Blaise erano sobbalzati, ma dopo un primo
attimo di terrore la rabbia per essere apostrofato in quella maniera
ebbe il sopravvento. Litigarono e il povero Blaise, accorso per sedare
la rissa fra i due, si prese un bel pugno in pieno volto. Harry, che
non aveva mai alzato le mani su essere vivente, almeno fuori dalla
guerra, si massaggiò le nocche, poi scomparve con un colpo di bacchetta. Ora era lì, in attesa del secondo round, sicuro che ci sarebbe stato.
Sentì
confusione in camera da letto e capì che Draco doveva essere tornato.
Era davvero molto tardi ed era passata l'ora in cui rientrava di
solito. Non
venne da lui e dopo venti minuti d'attesa decise di
andare a controllare. L'armadio dalla parte di Draco era vuoto, quella
dalla parte di Harry aveva abiti, ehm... distrutti (anche se la parola
era esatta, forse era disintegrati). -Finito.-
pensò Harry, chiudendo le ante e tornando nel soggiorno. -Meglio,
non avrei potuto continuare così.- decise prima di abbandonarsi a piangere sul letto. "Razza di scemo," sbraitò, rivolto a chi non c'era più "che gusto ci trovi a strofinarti addosso a un uomo che non ti fila." Pensò,
come sempre, che Blaise fosse il suo sogno proibito. Si addormentò e al
risveglio ricordò quello che era successo con un respiro profondo e uno
scuotere di testa. Decise di andare subito da Ron e Hermione, sperando di non disturbare troppo, a raccontargli la novità.
"Lo
sapevo che sarebbe finita così." fu il commento di Ron "Tu e
quell'infido Serpeverde non eravate adatti a stare insieme." Il rosso
aveva ancora idee piuttosto precise di quello che dovevano essere i
rapporti con 'certi maghi'. "Ron, ancora con la divisione in classi?" commentò Harry, difendendo senza volere Draco "Non siamo più a scuola, per fortuna." "Hai ragione, ma penso a come reagirei io se Hermione si comportasse come lui." ribatté stridendo i denti, l'amico. "Forse avresti il dubbio se questo sia merito tuo, o no?" intervenne Hermione, indicando il pancione prominente. "Herm, sei davvero enorme!" commentò Harry. "Ci vediamo quasi tutti i giorni ma sembri levitare. Allora che ne pensi tu?" Hermione si mise comoda, davanti ad un'enorme gelato poi, prima di gettarvisi a capofitto rispose all'amico. "Mi
dispiace confermare le parole di Ron e non perché sia un ex Serpeverde
ma perché è uno stronzo di prima categoria." disse "Credo che gli
piaccia sfidarti e solo perché lui vuole essere quello che comanda.
Spero che abbia capito che non è così facile. In una coppia unita, non
c'è uno che comanda e l'altro che ubbidisce tacitamente. Bisogna
collaborare." Dopo aver elargito questa perla di saggezza, si mise a
mangiare il gelato con qualcosa che sembrava... cetrioli? Harry
trattenne un conato poi salutò gli amici e decise che
doveva continuare la sua vita senza di lui.
Erano
passati due mesi, durante i quali Harry aveva abbandonato
l'appartamento che aveva diviso con Draco, per evitare che i ricordi
affiorassero in maniera esagerata. Il biondo invece era diventato ospite fisso di casa Zabini. Blaise,
che ultimamente aveva trovato le attenzioni di Draco nei suoi confronti
davvero esagerate, si accorse con piacere che, appena messo piede in
casa sua, cessarono all'improvviso. Sarebbe stato difficile spiegare
alla moglie, Astoria Greengrass, che non c'era nulla tra loro, quindi
la prese come un segno. Decise poi che doveva aiutare Draco a essere
più felice, giacché dimostrava di non esserlo per nulla. "Ehm,
Draco, quindi tu mi stavi così appiccicato solo per fare un dispetto a
Harry?" gli chiese un giorno, vedendo il suo amico sempre abbattuto e
stranamente trascurato. Draco ci aveva sempre tenuto molto al suo aspetto esteriore: ora non si sbarbava, né lavava e neppure cambiava. Non ebbe risposta. "Senti,
se ci tenevi così a lui, perché hai fatto di tutto per costringelo a
lasciarti?" chiese ancora "O meglio, perché lo hai lasciato, senza
spiegazioni, quando la colpa di tutto era tua?" "Ti ha fatto un occhio nero!" esclamò Draco, quasi scandalizzato. "Lo
so, e devo ammettere con rammarico che me lo sono meritato." ammise
Blaise "La colpa è stata mia, non avrei dovuto permetterti che tra noi
succedessero... 'quelle cose'." Poi abbassò il tono "Se Astoria lo
venisse a sapere, anche tu ti ritroveresti con un occhio nero, anzi no
con tutti e due. Credo che metterebbe su anche la rabbia che ha provato
quando l'hai mollata a pochi giorni dal matrimonio. Anche se era un
matrimonio combinato e se non ti amava, ha passato un bruttissimo
periodo e con lei tutta la sua famiglia." "Per fortuna che l'hai consolata tu, amico." ringraziò ancora una volta Draco, sbattendo le palpebre. "Sono
io che dovrei ringraziarti, per avermi dato la possibilità di
conoscerla meglio." ricambiò Blaise, ma senza sbattito. "Ora devo
essere io ad aiutare te, ascolta il mio consiglio. Torna da lui, cerca
di essere felice e smettila di complicarti la vita." Draco ci pensò un po': forse su una questione Blaise aveva ragione, gli piaceva fare del male a se stesso e a chi lo circondava. Passò
un altro mese. Draco non riusciva a contattare Harry per nessuna
ragione. Sul lavoro si faceva negare e a casa trovava sempre
Kreacher che da Elfo libero, e con paga regolare, obbediva ancora a
Harry e faceva di tutto per non ostacolarlo. Alla fine fu costretto a rivolgersi a Lenticchia e Zannuta. La
cosa lo inquietava abbastanza: non era abituato a parlare
intenzionalmente con loro, senza la presenza del suo ragazzo, ma era
l'unica maniera per trovare Harry senza aspettare altro tempo.
"Draco, qual buon vento?" chiese Hermione, che aveva in braccio un batuffolo rosso. "Ehi, allora è nato? Si vede lo stampo Weasley." commentò il ragazzo. "Nata,
è una bimba e si chiama Rose." disse Hermione mostrandola con orgoglio.
Parlava sottovoce per non svegliare la sua piccola addormentata.
"Allora, per quale motivo sei qui?" facendo cenno a Draco di parlare
anche lui piano, mentre entravano in casa. "Ho bisogno di parlare
con Harry." richiese Draco, senza troppi giri di parole. "Non riesco a
contattarlo in nessuna maniera. Sembra che abbia gettato su se stesso
una barriera anti-Draco. Tu e Ron potete aiutarmi?" "Non lo so,
appena Ron torna dal lavoro, ne parliamo. Anzi, stai a cena da noi,
così ne possiamo discutere con più calma. " propose Hermione "Intanto
potrei approfittarmi di te, prendermi un minuto per rilassarmi, se mi
guardi la bimba, e fare una bella cenetta." Draco accettò senza pensarci troppo e questo fece piacere alla ragazza: significava che era davvero motivato. Al rientro Ron storse il naso: la cena era perfetta, ma la compagnia non lo soddisfaceva. "Siete agli antipodi, fra qualche mese sareste daccapo." fu il suo giudizio. "Io credo che invece dovremmo metterlo in contatto con Harry e farli parlare." disse Hermione "Poi succederà quello che deve." Alla fine anche Ron si lasciò convincere che conveniva che si arrangiassero tra di loro. "Quale messaggio dobbiamo lasciargli da parte tua?" chiese Hermione. Draco non aveva pensato che avrebbe dovuto dare spiegazioni per incontrarlo. Ci dovette pensare per trovare le parole giuste. "Riferitegli che ho capito il mio errore e che non succederà più." disse infine. Hermione fu più che soddisfatta dalle parole e dallo sguardo abbattuto di Draco: sembrava sincero.
Harry,
avuto il messaggio di Hermione, era indeciso di cosa fare. Che cosa
significava quel messaggio? Aveva finalmente capito che era sbagliato
strofinarsi in quella maniera addosso a qualcuno che non fosse il suo
ragazzo? Era rimasto chiuso in casa Zabini tutto quel tempo, era
l'unica cosa certa, senza andare al lavoro, e per fortuna che lavorava
con Pansy che era molto comprensiva e non l'aveva licenziato. Tutti attendevano che si riprendesse: ora toccava a lui decidere. Si
prese qualche settimana di tempo: voleva essere sicuro che fosse la
scelta giusta. Benché Draco gli mancasse molto, non era mai stato così
tranquillo e rilassato come in quel periodo. Alla fine decise che la
tranquillità non faceva per lui: non era divertente starsene da solo a
rimuginare. Tramite Hermione gli fissò un appuntamento in un pub.
Voleva che fossero in un luogo pubblico e affollato.
I Tre
manici di scopa erano molto affollati i sabati invernali. Gli studenti
di Hogwarts erano liberi di girovagarvi e si sfogavano della settimana
occupata a sgobbare sui libri. Harry non voleva scenate, solo
chiacchierare in pace. Draco già lo aspettava dentro, con una
Burrobirra davanti. Notò qualcosa di diverso dal solito in lui. Era
vestito in maniera dimessa, pulita ma semplice e i suoi capelli erano
disordinati. Appena lo vide sembrò illuminarsi e sembrò resistere alla
tentazione di corrergli incontro. "Ok, sono qui. Di cosa volevi parlarmi?" chiese al ragazzo che lo guardava quasi intimorito. Draco all'improvviso sentì che ogni discorso che aveva preparato fosse assolutamente stupido. "Ti prego, perdonami." disse semplicemente. Harry abbassò lo sguardo: non sapeva cosa rispondere a quell'implorazione. "Draco, non sono certo che possa cambiare qualcosa." cercò di spiegare "Io sono troppo geloso." Draco sorrise. "Non
lo saresti, se non mi avessi amato." La risposta stupì Harry ma ancora
di più lo stupì il comportamento del ragazzo. Da un momento all'altro
aveva ripreso la sua sicurezza abituale. Si era alzato dalla sedia e si
era avvicinato pericolosamente. "Ehm, Draco... è pieno di gente qui." fu la difesa, labile, di Harry. "Lo so. Per questo hai voluto vedermi qui? Perché non facessi questo?" chiese agganciandogli le mani dietro la nuca. "In
effetti, sì." Cavolo, aveva sbagliato i suoi calcoli. Dov'era finito
Draco Malfoy, che temeva a farsi vedere con lui in pubblico, anche se
tutti sapevano che stavano insieme? Chi era questo, o meglio,
quando era diventato così? Le labbra di Draco erano a un soffio dalle sue. "Dammi
un'altra occasione e non te ne pentirai." propose Draco, prima di
appoggiare un bacio sulla bocca di Harry. Poi un altro, poi un altro, e
infine un altro ancora. A ogni interruzione mormorava 'Perdonami'. Al quinto bacio Harry accettò di riprovare. Era certo che se ne sarebbe pentito, ma ne valeva la pena. Lo stupore negli sguardi di chi li osservava, quasi tutti ragazzi, era palpabile. Madama Rosmerta, che li conosceva da anni, scosse la testa, sorridendo complice. "Me lo avevano detto che l'Eroe della II Guerra Magica era una checca, ma io non ci volevo credere." borbottò un ragazzino. "Che ci vuoi fare." ribatté un altro "Nessuno è perfetto." |