Mi ostino a guardarti negli occhi, attaccandomi a quell'insulsa e fradicia bottiglia del rum più scadente dell'Atlantico.
Tu stesso me l'hai ceduta appena un attimo fa.
Come è triste vedere come passi e quanto inclemente sia e sia stato il tempo nei confronti degli uomini come te, William, vecchio mio
Te li ricordi? Quei due ragazzi che solcavano le acque, ambiziosi, coraggiosi ... liberi. Un capitano e il suo ufficiale in seconda,
sempre insieme, mai l'uno senza l'altro.
E ora nei bassifondi della mia adorata Perla, tu annunci l'ormai prossima mia dipartita da questo mondo. "Allora sei tu." Ti rispondo gelido e sprezzante, come dacché a dieci anni sono abituato a fare.
Mi hai visto morire già una volta e ora diventi il mio carnefice.
Questo obbrobbrioso bubbone che mi hai lasciato ne sia la prova, i nostri destini si incroceranno di nuovo, mio caro ... e avrai modo di ringraziarmi per quel momento.
Ignobile e viscido, sguardo spento, non sei più il ragazzo di un tempo, ma l'ombra sbiadita di un uomo.
Un uomo ... o forse la sua anima scivoli sulle assi scricchiolanti della poppa, sparisci nel buio delle segrete, consapevole della miera e bieca sorte che t'attende.
Mi lasci lì esitante a guardare in faccia la mia stessa morte.
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