Warnings: Het,
Lime, Fluff, Underage, Age Difference;
Word
Count: 692
(fdp)
N/A: Scritta
per la Badwrong
Week #1 @ maridichallenge e per 500themes_ita,
prompt #476. Sponde bianche.
Awakening
Lo
scalpiccio di piedi nudi sul parquet del corridoio della scuola e le
risate lontane degli altri ragazzi. La carezza fresca delle lenzuola
sulla pelle nuda e quella più calda dei primi raggi di sole
che filtrano attraverso le tende. Il retrogusto un po' amaro delle
birre della notte prima sulle labbra. Il profumo ben più
dolce della colazione, che sale dalle cucine fino ai piani superiori.
Sono
tutte le cose che Rogue avverte in quel breve, magnifico momento in cui
passa dal sonno al risveglio. È una bella sensazione, un po'
come tornare in superficie dopo una lunga immersione. Ancora
più bella, poi, quando si volta dall'altra parte e i suoi
sensi si concentrano su qualcosa di molto più vicino.
Ascolta
il respiro pesante e regolare di Logan ─ non è russare, non
secondo lui, almeno. E come possa stabilirlo senza mai averlo sentito,
Rogue non lo capirà mai, ma ci sono discussioni che non si
possono vincere, specialmente quando uno degli interlocutori
è Wolverine ─ mentre l'odore di tabacco e alcool le
solletica piacevolmente il naso.
Apre
gli occhi, e tutto ciò che vede è il bianco delle
lenzuola e dei cuscini. Sono entrambi avvolti e circondati dalle onde
stropicciate e dalle soffici pieghe del cotone, i loro corpi come
catene montuose in quella candida distesa che è diventato il
letto di Logan, fino alle sponde bianche del materasso dove questo
piccolo mondo placido finisce per lasciare spazio a quello
più movimentato della realtà.
Ma
la porta della camera da letto è chiusa a chiave, le voci
degli altri mutanti sono tanto lontane, e Rogue rifiuta di lasciarsi
rovinare questo momento da qualsiasi altra considerazione.
Logan
sembra più giovane mentre dorme, nota senza troppo stupore.
Non ci sono linee corrucciate sulla sua fronte, la sua bocca non
è ancora piegata in quella smorfia di amaro sarcasmo che lo
contraddistingue, e manca totalmente quell'atteggiamento aggressivo da
soldato in territorio nemico. È piacevole vederlo in questo
modo.
Rogue
allunga inconsciamente una mano per accarezzargli una guancia, ma si
rende conto in tempo di non avere addosso i guanti. Non ha addosso
assolutamente niente, a dire il vero, se non il suo bozzolo di
lenzuola. E sa che Logan non manca di un certo sprezzo per il pericolo,
ma lei doveva essere parecchio ubriaca per acconsentire a rimanere in
quel letto tutta la notte, così vicina a lui e senza il
controllo del suo tocco.
Rogue
lascia ricadere il braccio e chiude gli occhi: rabbrividisce al
pensiero di quello che sarebbe potuto succedere se avesse fatto tanto di
allungare una mano fuori dalle coperte, e per scacciare via quei
brividi si concentra sul ricordo della notte prima.
Nella
sua testa è tutto abbastanza confuso, un collage di immagini
sfocate dai fumi dell'alcool e dai residui di sonno, ma ricorda
benissimo la sensazione delle mani di Logan attraverso quelle lenzuola,
il modo dapprima quasi ossessivo e poi un po' più cauto in
cui lei continuava a controllare che quella barriera tra di loro non
venisse mai a mancare, allo stesso tempo spaventata ed eccitata dal
rischio.
Ricorda
il solletico delle guance ispide di Logan attraverso il cotone, ricorda
i suoi baci e la sua risata attutiti dalle lenzuola. Ricorda il calore
del suo corpo e ricorda il modo in cui le loro forme apparivano e
scomparivano attraverso il tessuto, disegnandosi sotto le loro mani,
sotto ogni carezza ed ogni semplice tocco.
È
stato strano. E divertente. E dolce, in un certo modo.
Logan
si muove al suo fianco, e Rogue riapre gli occhi. Prima che lei abbia
tempo di dire qualcosa, lui grugnisce, stringe il pugno intorno alle
coperte e si gira su un fianco, tirandosele dietro. Le si avvicina il
più possibile senza però toccarla, poi le passa
un braccio intorno alla vita e borbotta qualcosa di simile ad un
“buongiorno” che però potrebbe anche
essere un “ho sonno”. Probabile che stia ancora
dormendo, in realtà.
A
Rogue comunque non importa. Anzi, sorride e rimane così,
ferma nel suo abbraccio, a godersi i rumori, gli odori e le sensazioni
di quella mattina, pensando che, se il suo potere fosse quello di
fermare il tempo, è in questo istante che lei sceglierebbe
di vivere per sempre.
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