Biblebent - il Messia

di destinyWeb
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Un colpo secco con la sua clava, e la testa dell’ultimo Bronzeblood della stanza volò lontana da Kurloz Makara. Nonostante il massacro gli avesse fatto fare qualche risata, il fatto che non era riuscito a mettere le mani sul Mutante non poteva che innervosirlo. Desiderava vedere scorrere del sangue rosso acceso dal momento in cui aveva messo piede fuori dalla stanza, e, per i suoi gusti, era già passato fin troppo tempo.
Ringhiò, guardandosi intorno, come se la sua preda avesse potuto nascondersi tra i cadaveri, spaccando le teste, ormai senza vita, di alcuni di loro per passare un po’ il tempo.
“Non può essersi volatilizzato! Sicuro che nessuno sia uscito?!”
“Sissignore!” esclamò prontamente Horuss, che aveva assistito alla battaglia da lontano, per evitare di diventare una possibile vittima del Grand Highblood “Solo alcuni Darkleer si sono diretti verso l’esterno, per poter catturare qualche Lowblood in caso esca.”
“Cazzo!” tuonò il Subjugglator, facendo tremare la guardia “Dirigiti verso l’ala Est. Dev’essere da qualche parte!”
 
“C-Chi sei?!” la ragazza si ritraè come poteva, mostrando i denti, alla vista di Kankri, il quale non sapeva bene se rispondere o meno.
Certo, anche lei era stata catturata, a quanto pareva – la catena che la legava al trono era fin troppo grande per passare inosservata -, ma se fosse solo un’esca, una spia di Makara?
Senza contare, poi, che la sua bellezza l’aveva lasciato letteralmente senza fiato per qualche secondo.
“E-Ecco, io-“ balbettò, ancora un po’ insicuro, avvicinandosi con cautela “…Come mai sei imprigionata qui…?”
Ma sì, cambiare l’argomento era sempre una carta vincente. Lei lo fissò per qualche attimo, apparentemente innervosito per non aver ricevuto una risposta. “Semplice. Per essere sempre sotto controllo. Kurloz non vuole che scappi.”
“Kurloz… Intendi il Grand Highblood? Lo conosci così bene da chiamarlo per nome?”
“…” abbassò lo sguardo, intristita “Credevo di conoscerlo… ma poi mi ha portata qui e-“
“Vuoi scappare da qui…?”
“Più di qualsiasi cosa al mondo.”
“…Sono qui per liberare i Mustardblood del villaggio, ma non sono riuscito a trovare le prigioni in tempo. Forse…” ci pensò un po’ su, decidendo infine di fidarsi “Forse possiamo aiutarci a vicenda. Dimmi come raggiungere la mia meta e proverò a liberare anche te, se lo desideri così tanto.”
Lei lo guardò un po’ confusa “…Non c’è modo di rompere queste catene.” Commentò infine, a bassa voce “L’unica è prendere la chiave, ma ce l’ha solo Kurloz…”
“…Forse non sarà necessario” le rispose, mostrano le sue armi “Magari riesco a-“
Dei passi fecero gelare il sangue ad entrambi, costringendo inoltre il Troll a rimandare ogni piano di evasione. Preso dal panico, Kankri si nascose dietro al trono – l’unico nascondiglio in quella maledetta stanza – appena in tempo per non essere scoperto da un Darkleer, che entrò trafelato nella stanza, armato con una lancia.
“Signorina Leijon! L’ho sentita parlare con qualcuno…”
Nonostante le continue negazioni da parte della ragazza, il Mutante non potè fare a meno di avere una grande paura. Era più che evidente che l’aveva sentito, e sapeva più che bene che l’unica cosa da fare, in quel momento, era usare la forza.
Stringeva con forza una delle sue falcette, appiantendosi il più possibile contro lo schienale del trono quasi trattenendo il respiro mentre sentiva i passi della guardia avvicinarsi ulteriormente, sperando almeno di poter contare sull’effetto sorpresa.
 
Un effetto che, fortunatamente, sembrò funzionare.
 
Quando sentì il nemico abbastanza vicino, infatti, saltò letteralmente fuori dal suo nascondiglio, facendo anche spaventare il Blueblood che, preso alla sprovvista, non ebbe neppure il tempo di realizzare cos’era successo che già era steso a terra, tramortito per il colpo che Kankri gli aveva infierito con il manico della falce.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, sapendo comunque che non avevano molto tempo prima che quello tornasse in piedi, pronto a ripagargli la botta. Si gettò verso la catena, infilando la punta della sua arma dentro alla serratura, che riuscì a forzare dopo qualche secondo.
“Grazie al cielo…” mormorarono entrambi, che sembrarono finalmente rilassarsi. Gettarono uno sguardo veloce al Darkleer al loro fianco, prima di rialzarsi.
“Va bene, a quanto pare abbiamo un patto, giusto?” disse la Oliveblood, sorridendogli e porgendogli la mano “Io sono Meulin Leijon, comunque.”
“Io Kankri, piacere.” le rispose, ma appena le sfiorò la mano sentì qualcosa di strano.
Una specie di brivido gli percorse la schiena, e giurò che, per almeno un secondo, sentì il suo cuore fermarsi. Una sensazione talmente strana che lo portò a ritrarre la mano velocemente, lasciando la giovane ulteriormente confusa.
“B-Beh” incespicò per qualche secondo, passandosi le dita tra i capelli imbarazzato “Non… Non c’è tempo per i convenevoli, giusto? Abbiamo dei prigionieri da liberare!”
“…giusto! Seguimi!” squittì lei, completamente ignorando lo strano comportamento del nuovo amico, dirigendosi di corsa verso l’uscita.
 
“…Chissà cosa mi è preso…?” chiese fra sé e sé Kankri, seguendola pochi secondi dopo e ignorando il lieve rossore sulle sue guance.
 
Corsero tra le vie del castello, di tanto in tanto costretti a cambiare improvvisamente direzione per via di alcuni gruppi di Darkleer che comparivano dagli altri corridoi.
Meulin era scattante e veloce, si poteva vedere che conosceva quel luogo come il palmo della sua mano. Ogni volta che entrava in una stanza diversa o sgattaiolava tra quelle che lei definiva scorciatoie segrete, Kankri non poteva che pensare quanto, nonostante tutto, fosse stato fortunato.
Quella ragazza lo affascinava come non mai. Ormai aveva completamente scartato l’idea che potesse condurlo in qualunque trappola, e imitava i suoi passi e i suoi andamenti quasi in sincronia, sicuro che l’avrebbe portato alle prigioni in un batter d’occhio.
Inoltre, se qualcuno era riuscito a fargli provare una così strana sensazione, era ovvio che la sua curiosità non poteva che aumentare.
Perso nei suoi pensieri, quasi non si accorse di quanto stessero scendendo in basso. Ormai di finestre non c’era neanche l’ombra, e riusciva a malapena a scorgere la figura della giovane Troll davanti a lui, che a quanto pare lo aveva condotto in un vicolo cieco.
Si stava già dando per vinto, credendo che anche lei si fosse persa, quando lo stupì per l’ennesima volta. Si distese a terra, tastando il pavimento fatto di rocce fino a trovare un sasso appuntito, che emergeva leggermente rispetto agli altri. Lo afferrò per poi alzarlo di qualche millimetro, riuscendo ad attivare un meccanismo che fece aprire, lentamente, una porta nascosta sul muro, che non esitò ad oltrepassare.
Kankri si lasciò seguire un “Caspita…” di ammirazione, prima di entrare guardingo nella stanza appena comparsa, che era illuminata da delle torce appese ai muri.
L’odore non era migliore di quello della stanza dell’Highblood, comunque: la maggior parte delle celle erano ormai abitate da cadaveri lasciati a marcire da chissà quanto tempo. Di tutti i Mustardblood che aveva cercato in lungo e in largo con la sua sfortunata squadra, non ce n’era quasi neanche l’ombra.
“Dove sono tutti…? Dovrebbero esserci chissà quanti prigionieri…”
“Sono già andati, ormai.” Una voce fece sobbalzare sia Kankri che Meulin, che realizzarono solo qualche secondo dopo che proveniva da una delle poche celle ancora popolate. Il ragazzo che aveva parlato era ben nascosto in un angolino, non permettendo a nessuno dei due di poter vedere bene il suo volto, nonostante la luce delle fiammelle. “Chi ucciso, chi mandato come prova alla Strega. Per quanto riguarda, posso sentirmi fortunato. A quanto pare sono più utile vivo che morto, io.”
“Alla Strega…? Vuoi dire a Sua Condescenza?” domandò la ragazza, ricevendo per tutta risposta un leggero “mh” di affermazione.
“Io sono qui da molto, e ormai hanno già capito che sono un buon Psiionic. Mi tengono qui dentro solo perché, se rimanessi nelle prigioni di quella stronza, rischierei di morire annegato.”
“Ci sono altri prigionieri vivi, in questo posto?” domandò in fretta Kankri, che ormai doveva fare del suo meglio per evitare di vomitare in faccia a uno dei due. L’interlocutore fece spallucce, indicando alcune celle.
“Ci sarebbero Vayura, Darcee e Chadsa, da quelle parti. Ma sono tutti moribondi, quindi non so se fa tanta differenza.”
Kankri ci mise un po’ a riflettere. In effetti, nonostante avrebbe voluto aiutare tutti, dei Troll più morti che vivi li avrebbero sicuramente rallentati, e per questo decise che forse era meglio occuparsi solo di quel misterioso ragazzo, di nuovo scassinando la serratura con l’uso della sua arma.
“Ecco. Ora usciamo da qui, muoviti!”
Nonostante la sorpresa di aver finalmente trovato qualcuno con un cuore, in quel postaccio, lo sconosciuto balzò con un salto felino fuori dalla sua cella.
 
E finalmente, Kankri riuscì a riconoscerlo, anche se, con il tempo, si era fatto molto più alto e, ovviamente, magro.
Riconobbe quelle due paia di corna e quegli occhi, uno rosso e uno blu, che tanto aveva temuto non avrebbe mai più rivisto.
“Mituna…?” chiese titubante, quasi non credendo ai suoi occhi. L’altro ci mise un po’ a collegare quelle piccole corna al suo amico d’infanzia, ma quando lo fece riuscì a malapena a trattenere un urlo di gioia.
“Kankri! Non ci posso credere… Che ci fai qui?!”
“Beh… a quanto pare, ti salvo la pelle.”
“Meglio tardi che mai!” rispose, sorridendo e mostrando i denti aguzzi.
 
Infuriato come non mai di non aver potuto mettere le mani sul Mutante, Kurloz aprì la porta della sua stanza con violenza, entrando a grandi passi, diretto sul suo trono.
Quando pensava che non poteva andare peggio, notò il suo sottoposto ancora steso a terra ma, soprattutto, l’assenza di Meulin.
Si avvicinò al Darkleer, afferrandolo e tirandolo su di peso, cominciando a scuoterlo con forza per svegliarlo.
“Svegliati, Nyilas! Dov’è Meulin?! Maledetto coglione, di decidi a svegliarti?!”
Ci vollero ancora un po’ di scossoni e di insulti per far tornare in sé il Blueblood, che riferì in fretta e furia ciò che aveva origliato, prima di precipitarsi nella sala.
“C-C’era un intruso e-
…e non lo so, p-parlava di fughe e d-delle prigioni, ma-“
Non potè andare oltre, perché il Grand Highblood, ruggendo, l’aveva lanciato contro il muro, al quale si aggiunse una bella macchia di colore fresco blu elettrico.
Non c’erano dubbi, doveva essere il Mutante sfuggente.
E aveva osato prendere ciò che più gli era prezioso.
 
L’urlo di rabbia del Grand Highblood risuonò in tutto il palazzo, giungendo ovviamente anche alle prigioni, dove il trio sembrava essersi dilungato fin troppo. Meulin più degli altri avvertì un grande senso di paura, e infatti subito si diresse verso l’uscita, incitando anche gli altri due a seguirla immediatamente.
Ma non erano ovviamente gli unici ad aver capito che era ora di darsi da fare: le truppe dei Darkleer si fecero sempre più frequenti, specialmente nella zona vicina al portone del palazzo. Più volte i tre fuggiaschi avevano dovuto nascondersi tra i cunicoli segreti e cambiare strada, ma c’era ben poco da fare: avevano ormai capito che non sarebbero certo potuti fuggire dall’uscio principale.
“Dovremmo per forza andarcene da una delle finestre. Saliamo al primo piano: forse sanno che ci troviamo qui o nei sotterranei e andranno tutti lì, invece di occuparsi di quelle zone.” Propose Meulin, riceveno subito il consenso degli altri due.
Usufruendo delle scorciatoie, riuscirono a salire fino al punto prestabilito senza dare nell’occhio, fino a trovare una delle poche finestre che, da lontano, facevano già intravedere i raggi del sole, che ormai stava sorgendo. Riuscirono ad aprire un varco solo rompendo il vetro usando le armi del Mutante, per poi sporgersi. Era un bel salto, ma se non altro la caduta sarebbe stata attutita dall’erba.
 “Vai prima tu, Mituna.” Disse Kankri, permettendo all’amico Mustardblood di uscire. Atterrò, anche abbastanza goffamente, con un tonfo, ma se non altro finalmente era fuori. Quasi non gli parve vero poter respirare l’aria pura dell’esterno.
“Via libera!” annunciò dopo pochi secondi.
Meulin si stava già preparando a saltare giù, quando udirono dei passi pesanti dietro di loro, seguiti dopo poco da una figura che si avvicinò con una velocità sorprendente al duo, ruggendo come una bestia.
Non ci volle molto a capire che era il Subjugglator a emettere quei versi, specialmente dato che poco dopo il suo volto comparve dall’ombra, assalendo il povero Kankri, che come il Darkleer di poco prima non era pronto per uno scontro.
Venne afferrato dal collo e sbattuto con forza contro il muro, per poi essere sbattuto contro il muro . Il colpo gli fece mancare il respiro per un attimo, ma soprattutto la violenza con cui tutto ciò era accaduto non gli permise di tenere ben strette le falci, che caddero miseramente a terra.
“TROVATO!” esclamò vittorioso Makara, mostrando il suo spaventoso sorriso “Finalmente, è tutto il giorno che ti cerco, caro il mio Mutante!”
La presa sul collo era fin troppo stretta. Se fosse stato solo, Kankri avrebbe sicuramente dovuto dire addio alla vita.
Ma quando tutto sembrava perduto, di nuovo Meulin intervenne. Balzò sulla schiena dell’Highblood, mordendogli un orecchio con talmente tanta rabbia che finì per strapparglielo quando, sorpreso da quell’improvviso dolore, Kurloz lasciò la presa sul giovane Troll, rizzandosi in piedi e facendo cadere l’Oliveblood a terra.
“Tu, piccola-“ aveva già cominciato a urlare il Purpleblood, voltandosi verso di lei, pronto a darle una lezione, permettendo così a Meulin di colpirlo al volto con i suoi artigli. Dai graffi che prendevano gran parte del viso uscì qualche rigolo di sangue, ma bastarono per poter far perdere tempo al nemico per imprecare, permettere a Kankri e alla ragazza di poter fuggire, saltando quasi allo stesso momento dalla finestra.
“Cos’è successo, lassù?!” domandò spaventato Mituna, mentre li aiutava a rialzarsi.
“Non c’è tempo!” esclamò prontamente Kankri “Dobbiamo fuggire di qui. Subito!”
 
Una volta passato il primo momento di rabbia e dolore, Kurloz si sporse dalla stessa finestra dalla quale aveva visto fuggire lo Psiionic, la sua concubina e, soprattutto, la sua tanto ambita preda, diretti chissà dove.
Era già pronto a saltare giù, e anzi, se non fosse stato per qualche Darkleer giunto lì fin troppo tardi per dargli una mano sarebbe già stato pronto a inseguirli fino in capo al mondo.
Ruggì di nuovo, afferrando uno dei corni della prima guardia che gli capitò a tiro, avvicinandolo a sé.
“Che cazzo state aspettando?! Inseguiteli, o colorerò le pareti di ogni singola stanza con il vostro sangue!”
Il Darkleer annuì spaventato. Fu lasciato stare, e insieme ai suoi compari corse subito alla ricerca del Comandante, pronti ad acciuffare i tre evasi.
 
“Maledetto Mutante…! Se mai dovessi ritrovarlo, giuro che gli farò pregare di non essere mai nato!”




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