RED SCARF
L’oceano,stretto
nella Manica, ruggiva indomito:una massa di argento fuso che schiumava
di rabbia e lambiva selvaggiamente le scogliere di granito rosa della
Bretagna. Il vento correva veloce sulle onde e le sospingeva violente
contro il piccolo borgo di pescatori di Perros- Gueric.
Quello
non era proprio un giorno indicato per fare una passeggiata al porto,
sulla spiaggia o semplicemente per uscire di casa:quei giorni, gli
abitanti della piccola cittadina, li chiamavano “giorni da
nodi”.Erano giorni caratterizzati da un vento furioso che
annodava ogni cosa possibile, dal filo per il bucato alle sartie delle
barche ormeggiate al sicuro nel porto, e faceva volar via la voglia dei
pescatori di uscire in mare.
Con
un tempo del genere tutti, preferivano restare chiusi nel confortevole
calore delle loro dimore o nelle taverne odorose di tabacco e di vino
caldo aromatico.
Nonostante
tutto, però, una piccola figura, si ergeva impavida sul
bagnasciuga, a fronteggiare il gigante Oceano. Stretta nel caldo
abbraccio di una sciarpa rossa,unica macchia di colore in quel grigio
opprimente, con una mano reggeva un cestino e con l’altra
tratteneva i vari strati di gonne e sottane che indossava. Camminava a
piedi scalzi nell’acqua bassa della risacca,che cancellava
metodicamente le sue piccole impronte e rilasciava preziosi tesori.
Ogni
volta che si abbassava a recuperare uno dei regali che
l’oceano dimenticava sulla spiaggia,una ciocca di riccioli
biondi,sfuggiva alla stretta del cappuccio e ricadeva mollemente su una
spalla della piccola figura.
Raccoglieva
le conchiglie e ne ascoltava il suono, non trovandone mai due che
dessero lo stesso: amava la melodia dell’oceano.
Una
voce acuta chiamava dal deserto lungomare: l’esile figura si
voltò verso quel richiamo e rivelò un viso di
fine porcellana, non da bambina né da donna; un volto
incorniciato da una massa indomabile di riccioli biondi,con due zaffiri
incastonati al posto degli occhi.
Salutò
con foga la figura che la chiamava e si avviò verso il
lungomare. Il vento la sospinse con forza e geloso di tanta bellezza le
strappò via la sciarpa rossa.
Un
piccolo grido di disappunto uscì dalle labbra sottili della
giovane, che lasciò cadere il cestino sulla sabbia: le
conchiglie si sparsero come un lancio di rune sul tavolo di una
veggente.
Corse
con il vento, per recuperare la stoffa rossa, che si librava nel cielo
plumbeo come un gabbiano sospinto dalle correnti. Si arrestò
sulla soglia dell’oceano e rassegnata vide la sciarpa posarsi
gentilmente tra i flutti impetuosi.
Il
rumore di passi attutiti sulla sabbia la fece voltare: qualcuno la
sorpassò e prima che potesse rendersene conto, con un
trionfo di spruzzi,l’acqua si richiuse su una testa bruna.
Alle
spalle della ragazza, giacevano abbandonati in terra un cappello e una
giacca blu da cadetto. Si voltò verso l’acqua
tumultuosa e vide un ragazzo agitare la sciarpa rossa in sua direzione.
Sorrise felice, ma subito un senso d’angoscia la travolse
quando un’onda sopra le altre trascinò nel
profondo oceano il ragazzo e la sciarpa.
Urlò
e corse,incurante delle vesti bagnate,in acqua,cercando inutilmente di
raggiungere il posto dove il ragazzo era stato sommerso.
Mani
invisibili la trascinarono sul fondo e fu per annegare anche lei,quando
due braccia la trascinarono fuori dalla furia dell’oceano.
Un
sottile strato di sale s’era formato sulla sua pelle
bianca,rendendola ancora più simile alla porcellana.
Aprì gli occhi: non sentiva più le onde
travolgerla, né l’acqua salata bruciarle in gola;
era forse morta?
La
luce forte del sole cominciò a far capolino tra le nuvole
grigie e la colpì nell’iride lapislazzuli. Una
sagoma scura le si parò di fronte e la scosse leggermente.
Il
forte profumo di acqua di colonia e di salsedine si
impadronì dei suoi sensi,annebbiandoli. La vista si
schiarì e il giovane cadetto,il suo salvatore, colui che
aveva rischiato la vita per salvare la sua sciarpa rossa
dall’oceano, le si mostrò.
Due
occhi brillavano sotto i capelli scuri bagnati e un sorriso
genuino gli increspava le labbra.
-“Come
sta madamoiselle?”- le disse con voce tremante e timida.
-“Io…credo
bene!”-gli sorrise di rimando, restando incantata da tanta
galanteria.
L’aiutò
a rimettersi in piedi e la sostenne, finché non fu sicuro
che riuscisse a tenersi dritta sulle proprie gambe.
La
ragazza sbiancò rendendosi conto delle condizioni in cui
versava il suo vestito: zuppo,insozzato dalla sabbia e strappato dalla
forza dell’acqua.
-“Oh
mon Dieu!Papa si arrabbierà
parecchio!”-scrollò la gonna e si
aggiustò il corpetto,ritrovando un po’ di
compostezza.
Il
ragazzo le porse la sciarpa rossa e le fece un cortese inchino.
Nessuno
mai le aveva tributato un inchino e rimase spiazzata: cosa doveva fare?
Ringraziare
le sembrava il minimo: “Grazie monsieur ,le devo la
vita!”- si tenne la gonna e fece una lieve riverenza.
-“Dovere
madamoiselle. Ma non vi sembra di esagerare chiamandomi
‘monsieur ‘? Ho appena quindici
anni!”-rise di fronte all’imbarazzo crescente della
giovane.
-“Obbligata
mon…”- come doveva chiamarlo, se non
signore!?-“Come devo chiamare il mio salvatore
allora?”-chiese più sfacciatamente.
-“Sono
il visconte Raoul Lucius Julienne De Chagny,ma lei può
chiamarmi solamente Raoul!”-
-“Molto
lieta Raoul, il mio nome è Christine. Christine
Daeè.”-
Angolo
autrice:piccola raccolta di missing-moments senza pretese,della coppia
"ufficiale" del libro e del film. Nonostane non ami questa infelice
accoppiata, mi è saltato in mente di rivedere la loro storia
e di dare risalto alla figura del visconte,che di solito
viene bistrattato. Spero possa piacere a qualcuno. Ovviamente
i commenti e le recensioni sono sempre ben accetti. ^.^
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