Holding
the hand that holds me down.
Trenton Campaign.
Cinque anni dopo il
blackout.
«Aspettami
qui, sarò di ritorno in dieci minuti»
Anche senza orologi di
nessun tipo, Miles sapeva che erano passati ben più di dieci
minuti da quando Bass si era allontanato per andare a recuperare delle
munizioni, stando a quanto aveva detto.
Non voleva ammetterlo
nemmeno con se stesso, ma l'assenza di Bass lo angosciava - forse più di quando
dovesse.
Ogni volta che si
muoveva senza di lui, attendeva con ansia il suo ritorno per tirare un
sospiro di sollievo, seppure si guardasse bene dal darlo a vedere
all'altro.
In quella situazione,
con quei dannati ribelli armati fino ai denti, ogni sparo era un colpo
al cuore. Ogni volta si voltava d'istinto per controllare che Bass, al
suo fianco, stesse bene, e ora, non vedendolo, si sentiva scoperto, come se gli mancasse una parte
di sé.
Si alzò,
afferrando la pistola, e si mise sulle sue tracce, senza curarsi che
avrebbe potuto costargli la vita.
Bass era più
importante.
“Se si
è messo in qualche casino giuro che -”
«Miles...»
Questi si
voltò allarmato, la pistola puntata, per incontrare lo
sguardo spaventato di Bass.
«Cos -
… porca puttana» a Miles bastò un
secondo per notare il sangue tra le dita dell'altro, premute su un
fianco.
In un attimo gli fu
accanto e Bass si aggrappò a lui, sentendo le gambe cedere.
Una volta al riparo,
in un cadente edificio abbandonato, Miles gli afferrò la
mano, spostandola per controllare la ferita.
Bass
abbassò lo sguardo con lui.
Nonostante fosse stato
nei Marines prima e nella Milizia poi e avesse visto uomini venire
feriti e morire, aveva sempre avuto la fortuna di passarla liscia e
solo in quel momento si rese conto di quanto fosse terrorizzato di
subire la loro stessa sorte.
«...Sono
fottuto, vero?» la sua voce era ridotta a poco più
di un sussurro, lo sguardo fisso alla propria mano insanguinata, ancora
stretta in quella di Miles.
«Non
pensarci nemmeno. ...Figli di puttana» sibilò
Miles tra i denti «Non avrei dovuto lasciarti andare da
solo» si lasciò sfuggire. «Devo fare
qualcosa per tirare fuori quel cazzo di proiettile»
continuò, nonostante sapesse che non era né il
luogo né il momento adatto per operazioni del genere.
Il pensiero che
l'altro potesse non farcela era più forte di qualsiasi altra
cosa.
Fece per alzarsi, ma
Bass fu più veloce, trattenendolo per il polso.
«Non vorrai
che sparino anche a te, vero?» ridacchiò
debolmente «Resta con me. Per favore» la risata si
era spenta rapidamente, sostituita da uno sguardo supplichevole che
tradiva un'assoluta paura di rimanere solo.
«Ok, ok...
non vado da nessuna parte» Miles tornò ad
inginocchiarsi a fianco a lui, ritornando a stringere la mano con cui
Bass cercava di fermare il sangue. In quel modo, sperava di riuscire ad
infondergli un minimo di sicurezza – o forse cercava di infonderla a
se stesso.
“Sono qui,
Bass. Resisti. Non osare mollarmi adesso”
«Sai,
c'è una cosa che non ti ho mai detto, Miles»
iniziò Bass, catturando l'attenzione del compagno con quello
sguardo azzurro intenso «vorrei che tu la sapessi, se
dovessi...»
Miles gli strinse una
spalla con la mano libera, guardandolo negli occhi «Non
dirlo. Che io sia dannato per l'eternità se tu dovessi
crepare oggi. Non morirai, Bass» replicò con voce
decisa.
«Non
importa, se non oggi, potrei morire domani, e non voglio andarmene
senza che tu lo sappia» rispose, aggrappandosi alla manica
della giacca di Miles, quasi gli servisse come un sostegno in quel
momento «...sei sempre stato più di un amico... e,
non so esattamente quando questo sia iniziato, ma sei diventato anche
più di un fratello per me...» esitò un
istante, vedendo l'espressione sul viso dell'altro farsi più
confusa, ma pensò che se fosse esistito un momento giusto
per certe confessioni, sarebbe stato senza dubbio quello.
«I... I love you, Miles»
«Bass...»
l'aveva colto meno alla sprovvista di quanto avesse immaginato.
Forse aveva solo
trovato il coraggio di tradurre in parole quello che, senza nemmeno
rendersene conto, entrambi avevano sempre saputo.
Miles fece scivolare
la propria mano dalla spalla al collo dell'altro, chinandosi per
appoggiare la fronte alla sua.
Per una volta, non
riuscì a controbattere, nonostante il suo pensiero si fosse
fatto chiaro, cristallino, solo in quel momento, quando, seppure lo
nascondesse, aveva una dannata paura di perdere il suo compagno.
“I love you too”
Sperò che
annientare ogni distanza tra le loro labbra, pericolosamente vicine,
bastasse come risposta.
Poteva sentire quanto
Bass avesse desiderato quel contatto dal modo in cui si aggrappava
disperatamente a lui, da come non lo lasciasse andare neanche quando fu
costretto a riprendere fiato e una smorfia di dolore gli si impresse
sul volto.
Quel maledetto
proiettile l'aveva bruscamente riportato al mondo reale, in cui non
c'era spazio per nulla, se non per gli spari, le esplosioni, il sangue
e i loro uomini là fuori, in una battaglia delle cui sorti
erano ignari.
Miles
sospirò, distogliendo lo sguardo. Non c'era tempo per
pensare alle conseguenze di quel bacio, ora, né se qualcosa
sarebbe cambiato tra loro – l'unica sua certezza era il
rendersi conto di quanto anche lui, da qualche parte del suo inconscio,
lo avesse desiderato.
«Lascia che
controlli di avere via libera e ti tirerò fuori di
qui» disse, raccogliendo la pistola
«sarò la tua maledetta ombra, Bass, non
lascerò che ti succeda ancora qualcosa del genere»
continuò, tornando a guardarlo negli occhi
«È una promessa».
Si alzò,
voltandogli le spalle, sospirando ancora una volta.
“Spero di
poterla mantenere”.
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