Favola

di EVOL
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Un giovane mosaicista doveva decorare una grossa parete: disponeva le prime tessere un po' alla rinfusa, secondo la propria idea di armonia. Un giorno però mise una tessera storta: provò invano a raddrizzarla, ma era davvero troppo storta e le altre tessere si rifiutavano di combaciare. Il giovane mosaicista provo persino ad estrarla di forza ma il blocchetto era saldo, e tirarlo avrebbe significato distruggere l'intonaco. Allora l'artista fece la sola cosa che poteva fare: limò i tasselli non combacianti, si spostò di qualche metro ed ricominciò a lavorare, ad ordinare le sue tessere più belle lontano da quel mattoncino riottoso.

Il risultato fu splendido e tutti quelli che passavano davanti al mosaico vantavano l'ottimo lavoro fatto dal giovane, e le splendide figure che egli aveva tracciato. Nessuno notava il difetto perchè l'attenzione era catturata da tutta quella bellezza. Il mosaicista era fiero del suo lavoro ma nonostante guardasse ammirato i suoi disegni più sfarzosi, inevitabilmente il suo occhio si posava sulla tessera storta.

Passarono anni, il giovane divenne vecchio e i mosaici persero il loro splendore a furia di esser guardati da tutti quelli che passavano e che, con le loro occhiate, rubavano sempre un po' di colore, un po' di forma. Ma ogni volta che il mosaicista passava davanti alla sua opera controllava se ci fosse ancora la tessera storta: e quella, fedelmente, gli occhieggiava con la sua stortezza. E l'artista ne era felice: seppure il suo capolavoro venisse ammirato da tanti e non lo sentisse più suo, sapeva che almeno quella tessera gli apparteneva.





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