Soul
Un solo
ansimo si diffuse nella valle che ospitava l’ennesimo
combattimento del gruppo di Sanzo.
Un solo unico ansimo proveniente dalle labbra di Goku.
I suoi compagni lo videro cadere con insolita lentezza, innaturale,
come se non stessero guardando quella scena partecipandovi
direttamente, quasi come se si trovassero davanti ad un televisore con
il rallenty attivato.
Il loro tempo ricominciò a scorrere solo quando il corpo di
Goku cadde prono a terra.
Sanzo si sentì cadere come quel corpo, come se gli mancasse
la terra da sotto i piedi, attratto inesorabilmente verso il vuoto.
Aveva visto il nemico puntare una pistola, una shoreiju per la
precisione, contro Goku.
Era stata questione di un attimo, troppo breve perché
facesse in tempo a correre verso il demone per spostarlo dalla
traiettoria del proiettile. Aveva urlato, lo aveva fatto la sua testa,
il suo cuore… ma non un fiato era uscito dalla sua bocca. Le
sue corde vocali si erano bloccate completamente. Era troppo
preoccupato Sanzo, troppo spaventato e angosciato
dall’ipotesi che quella a cui stava assistendo fosse la
realtà, non poteva esserlo, non voleva che lo fosse.
E, senza che lui o chiunque altro fosse riuscito a fare qualcosa, il
nemico aveva premuto il grilletto.
Uno sparo, un solo ed unico sparo, come mille altri con cui si era
abituato a convivere in tutti quegli anni, ma quello non era come gli
altri… perché quel colpo raggiunse velocemente il
cuore di Goku. A Sanzo sembrò quasi di sentirlo spezzarsi,
andare in mille pezzi, come una lastra di vetro che cade e si frantuma
a contatto con il terreno. Ma forse ad andare in mille pezzi non era
stato il cuore di Goku…
E mentre il tempo ricominciava a scorrere, il nemico sparì,
lasciando Hakkai, Gojyo e Sanzo soli e completamente immobili a diversi
metri di distanza dal corpo di Goku.
Nessuno di loro si mosse per soccorrerlo nella vana speranza che il
ragazzo fosse ancora vivo, perché sapevano che un colpo di
quel tipo di pistola era mortale persino per lui.
Gojyo strinse i pugni trattenendo un urlo di rabbia e impotenza, mentre
Hakkai voltava leggermente la testa da un lato per non guardare il
corpo di Goku.
E Sanzo fissava la figura distesa a terra senza vederla realmente,
completamente svuotato, come se non avesse un’anima,
perché in fondo la sua anima era quel ragazzino.
“Ehi...! Sei
tu quello che continua a chiamarmi?”
“Eh...? Io
veramente... non ho chiamato nessuno”.
“La tua
insistenza è fastidiosa, finiscila!"
Un passo verso Goku.
E Gojyo si mosse, nel tentativo di fermare Sanzo, di non farlo
avvicinare. Impulso del tutto involontario, dettato da una sensazione
strana e avvilente. Ma Hakkai lo fermò mettendogli una mano
sulla spalla, attirando l'attenzione del rosso che voltò il
viso verso di lui. Un semplice diniego con la testa fu sufficiente per
capire.
"Ero sempre triste,
tanto triste, però... non avevo nessun nome da pronunciare.
Perciò dal profondo del cuore mi rivolgevo a qualcuno... Non
ho mai smesso di chiamare. Alla fine sei arrivato tu. Ti prego, dimmi
qual è il tuo nome... così la prossima volta ti
chiamerò nel modo giusto".
E Sanzo spalancò gli occhi, ricominciando a prendere
lentamente coscienza di se stesso e della realtà, mentre
Hakkai e Gojyo lo osservavano preoccupati.
"Io... io... ho pensato
di essere rimasto ancora una volta solo".
"Io non ti lascerei mai
solo! Sei troppo incapace!"
Ed improvvisamente Sanzo tornò in sé con la
consapevolezza di non aver mai dimostrato un briciolo di affetto a quel
ragazzino. Quel ragazzino che giaceva ora inerme di fronte a lui e che
gli aveva restituito una vita e, per quanto si ostinasse a negarlo, un
legame. Quel solo legame che prima era stato capace di dargli un po' di
pace e che ora lo distruggeva internamente.
Il monaco fece un altro passo verso quel corpo e poi un altro ancora,
fino a lasciarsi scivolare sulle ginocchia accanto a Goku.
Osservò il suo viso, capace di portare luce con un semplice
sorriso e i suoi occhi diventarono improvvisamente lucidi.
Allungò una mano verso quel viso e la lasciò
tracciarne i lineamenti in una gentile carezza, come spesso avrebbe
voluto e dovuto fare. Ma il suo maledetto orgoglio e la sua maledetta
paura dei legami glielo avevano impedito. Tutta fatica vana comunque,
perchè volente o nolente quel legame c'era, lo sapeva lui e
chissà quanti altri, probabilmente anche quel nemico che
aveva sparato.
"Goku..." sussurrò sperando in una risposta, in uno stupido
scherzo dell'altrettanto stupida scimmia. Ma nessuna risposta
arrivò.
Una lacrima scese sul volto di Sanzo, portandone con sé
molte altre e una disperazione che quel giovane monaco non credeva
più di poter provare. E poi rabbia, tanta rabbia,
distruttiva... E Sanzo iniziò a prendere a pugni il terreno,
fino a farsi sanguinare le mani, mentre le lacrime ancora scorrevano
mischiandosi al sangue.
Gojyo e Hakkai lo osservano allibiti, perchè si aspettavano
una reazione, ma non di quel tipo. Non si aspettavano di sentirlo
urlare come un pazzo, disperato. Non credevano di poter vedere Sanzo
così distrutto, ma in fondo potevano aspettarselo,
perchè ora il monaco aveva perso tutto... con Goku, aveva
perso anche la sua anima.
Ed improvvisamente Sanzo si calmò. Poggiò le mani
a terra tentando di riprendere fiato, senza più lacrime.
"Non avere legami, non
essere schiavo di nessuno. Vivi semplicemente per la tua vita".
Quante volte aveva ripetuto quella frase a se stesso e agli altri.
Eppure, per quanto ci avesse provato, non era riuscito a metterla in
pratica. Solo ora poteva dire di non avere più nulla... e
faceva dannatamente male, troppo per essere sopportabile. Rivoleva
Goku, la sua stupida scimmia petulante costantemente in cerca di cibo.
Voleva che facesse una qualsiasi cavolata per tirargli un colpo di
harisen in testa e magari poi sorridergli, per vedersi rivolgere quello
stupendo sorriso di cui solo Goku era capace.
Spostò lo sguardo sul corpo accanto a lui.
No, non avrebbe più visto quello splendido sorriso rivolto a
lui, quelli occhi dorati così splendenti non si sarebbero
più aperti.
Era finita, per Goku e per lui.
Senza che Hakkai e Gojyo potessero rendersi conto della decisione che
si era lentamente delinata nella sua mente, Sanzo estrasse la pistola,
prese la mano di Goku e la strinse.
"Non ti lascio solo" e un sorriso.
Poi lo sparo.
Il corpo di Sanzo cadde senza vita su quello di Goku, le loro mani
ancora intrecciate come quel giorno in cui il monaco aveva liberato il
demone dalla sua prigione.
Goku aveva sempre sostenuto che Sanzo fosse il suo sole, colui che
l'aveva liberato. La verità era che il sole non era di
sicuro il monaco, ma quel ragazzino dagli occhi dorati che aveva saputo
ridargli una vita. E purtroppo, non si può vivere senza un
sole...
Fine
Note finali: Perdonate il dramma. Non sono avezza a questo tipo di fic,
ma è nata in un momento poco felice ed è stata
conclusa in un momento molto simile. Mi sono sempre chiesta come
avrebbe reagito Sanzo di fronte alla morte di Goku... questa secondo me
sarebbe la sua reazione.
Passando ad altri dettagli, ho tenuto conto del manga, per questo
motivo i corpi dei demoni non si dissolvono ma rimangono integri. Le
frasi in corsivo sono chiaramente tratte dal manga, dal Burial per la
precisione, fatta eccezione per l'ultima che come saprete non
è tratta da quella parte.
So che manca una trama vera e propria, ma come si sarà
capito la mia intenzione non era quella di farli combattere o di sapere
chi fosse il nemico. Questa fic punta unicamente sulle sensazioni, che
spero di essere riuscita a trasmettere. Non è altro che un
piccolo spiraglio sui sentimenti di Sanzo.
Bene, credo di aver concluso.
Aspetto commenti, positivi o negativi che siano. Qualsiasi cosa
vogliate insomma ^^
-Airis-
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