Wardstone - Prologo
Il punto più alto
della Contea
è segnato dal mistero. Si dice che lassù,
durante una terribile tempesta,
sia morto un uomo. Lui solo aveva osato
sfidare il male che minacciava il mondo.
Poi tornarono i ghiacci. E quando si sciolsero,
persino la forma delle montagne e i nomi
dei paesi della valle erano cambiati. Ora, sul punto
più alto dei rilievi, non rimane traccia di
ciò
che si compì tanto tempo fa.
Ma il suo nome è sopravvissuto.
Lo chiamano
WARDSTONE
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La figura era alta e slanciata e dai tratti tipicamente femminili,
sebbene l'oscurità che pervadeva il luogo rendesse
impossibile distinguerne il volto. I lunghi capelli scuri le cadevano
lungo la schiena, ma era impossibile dire se fossero effettivamente
neri o se fosse quel buio quasi opprimente a farli sembrare tali. La
donna si guardava attorno. Continuava a voltare la testa a destra e
sinistra, come se aspettasse qualcuno... O Qualcosa. D'un
tratto
si girò completamente; era solo la sua immaginazione o
qualcosa
le aveva appena sfiorato la schiena. Si strinse la braccia, tremante
per il freddo che avvertiva in tutto il corpo. Il posto non le piaceva.
Non si sentiva sicura, non aveva in mano la situazione.. E odiava
sentirsi così inerme. Se solo...
Mi stavi cercando,
strega?
Sussultò
di colpo, facendo un giro completo su se stessa. Non vedeva nessuno.
Eppure la voce che le aveva appena parlato non doveva trovarsi a
più di un paio di metri da lei.
Inutile. Non puoi
vedermi. Io sono dappertutto. Io sono l'Oscurità stessa...
Proprio un alleato inquietante. Represse un altro brivido
con la
pura forza di volontà. Non doveva mostrarsi debole o sarebbe
andato tutto a monte..
-Immagino... Che vogliate sapere come mai mi trovo nel vostro regno,
mio Signore..
Per un momento pensò di aggiungere un inchino a questa
declamazione, ma non aveva della direzione in cui rivolgersi... Forse
avrebbe rischiato di voltare le spalle all'Essere. No, meglio di no...
Quello che non sia aspettava era una risata fredda, che si
librò
nel luogo non appena pronunciò l'ultima parola.
Come mai? Come mai hai
detto? So già qual è il motivo che ti ha condotto
fin qui.. Alle porte del Vuoto.
La donna deglutì. Com'era possibile? Possibile
che...
Corretto. Almeno sei
sveglia. Si leggo il pensiero, esattamente come il Flagello con il
quale avesti a che fare anni fa.
Chiuse gli occhi. Anche se era passato davvero tanto tempo
da
quei giorni se li ricordava ancora bene come se li rivivesse in quello
stesso momento. Gli eventi a cui aveva preso parte, e di cui
in parte era stata causa, avevano scavato un solco forse
indelebile.
Tu cerchi il potere.
Cerchi il
dominio assoluto. Hai vissuto di rimpianti per tutta la vita e ora sei
convinta che sia arrivato il momento di esigere da essa il giusto
pagamento.
La donna annuì, recuperando almeno un po' della
sua
freddezza e riaprendo le palpebre, pur non riuscendo a vedere niente
anche in quel caso.
-Allora? Siete disposto a diventare mio Alleato, mio Famiglio,
per ottenere la vostra libertà? Sarete legato a me, ma
potrete
di nuovo camminare nel mondo dei vivi.
Stavolta il silenzio durò più a lungo. Era come
se
l'Essere stesse soppesando da una parte la libertà che gli
era
offerta, e dall'altra quella che gli sarebbe stata negata. O forse
pensava ad un modo per svicolare dal legame che si sarebbe creato. Il
Demone era una creatura infida e sleale, la donna lo sapeva bene, ma
era certa di poterlo tenere sotto controllo.
Accetto. Non posso
aspettare l'arrivo di un'altra Strega. Voglio tornare ORA!
L'ultima parola le rimbombò nella
testa come un
colpo di cannone, ma non potè esimersi dal mostrare
un'espressione evidentemente soddisfatta. Ma non parlò
ancora.
Percepiva chiaramente che il Demone stava valutando qualcos'altro e che
non aveva finito con lei.
Qualcuno.. Potrebbe
essere di ostacolo?
Il
volto di un uomo
comparve nella mente della Strega prima che lei potesse fermarlo,
rendendosi visibile agli occhi dell'Essere. Non lo vedeva da tre anni
ormai, ma fin da quando aveva preso la decisione di evocare il Demone
sapeva che avrebbe dovuto confrontarsi con lui. E che lui si sarebbe
opposto con tutto sè stesso, nonostante il legame che li
univa.
Capisco. In effetti
potrebbe non
essere così ininfluente.. Se si mettesse in mezzo prima che
la
mia Venuta si compia dovrai occupartene tu.
Lei
deglutì
ancora. L'idea non la esaltava, ma sapeva che il momento non poteva
essere rimandato ancora a lungo. Annuì.
Bene. Ecco cosa dovrai
fare...
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Greetings Time!
Lalla:
Ovviamente non poteva mancare una dedica alla tua testolina malata
visto che questo mio parto è anche (ma soprattutto) colpa o
merito tuo. Spero ti piaccia
Frà:
La mia (e
sottolineo mia!) Roscia romana! Te l'avevo promessa no? Quandi ecco una
dedica tutta per te che alimenti di continuo la mia fantasia e
le
occasioni di ispirazione. Solo per te una succosa anteprima. Presente
Kayade e Nihast? Ecco, più o meno..
Joseph Delaney: E
ovviamente lui. Dove sarei ora se non avesse mai scritto libri? Grazie
Maestro.
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