Vissero tutti felici e conetent?2
Ancora
stupita, ma certa di dover prendere in mano la situazione, il tenente
Hawkeye iniziò a parlare al ragazzo.
-Alphonse...che sia o meno Edward, questo neonato ha bisogno di cure.
Hmm... intanto tu provvedi a fargli il bagno, io intanto ti
procurerò un dottore fidato che farà un'analisi
del dna
senza chieder nulla sulla parentela...e qualche vestitino da
mettergli.- spiegò -...ce la fai a fargli il bagno?-
domandò titubante, ma in qualche modo rassicurata nel
vederlo
ripreso.
-si, certo...dovrebbe essere semplice. Poi le spiegherò
ciò che è successo tenente.- asserì
alzandosì dal divano e porgendo i soldi alla donna -su,
avanti.
Usi questi, non c'è motivo che spenda i suoi.- disse
sorridendole.
Il bimbo fu incredibilmente attirato dal sentirsi portare in una nuova
stanza, e la cosa gli fece quasi passre di mente Riza, che era
già uscita di casa.
-su...hem...piccolo- balbettò il ragazzo, ancora incerto sul
chiamarlo o meno col nome di suo fratello, ma se non lo fosse stato, si
sarebbe preoccupato ancora di più.
Lo portò in bagno, ominciando a far scorrere nella vasca
dell'acqua tiepida. Un nuovo oggetto attirò l'attenzione de
bebè, una splendida bottiglia piena di un liquido che si
trasformava in bolle. Quando l'acqua gli arrivò sotto le
spalle,
Al chiuse il rubinetto e "Ed" volse le mani verso quest'ultimo con dei
mugolii, come per chiedere perchè l'acqua smise di scorrere.
Notando che schiaffeggiandola, schizzava bagnando ovunque, il piccolo
prese ad agitare le braccine paffute ridendo come un matto.
-Ed!...c...cioè...beh...- cercò di prendere un
tono
più autoritario -piccolino, non si fa! Così bagni
dappertutto e non va bene, ok?- disse cercando allo stesso tempo di
essere anche dolce.
Il piccolo lo fissò con un'espressione che non lasciava
intendere cosa provasse..."no...ti prego, non piangere,non piangere!!"
pensò Al.
Come dimostrazione che aveva capito tutto, il bimbo continuò
il
suo entusiasmante gioco, bagnando ovunque, così il ragazzo
si
rassegnò finendo di lavarlo.
Si sedette sul divano infilando le mani tra i capelli "ma che diavolo
è successo?" si domandò sbigottito, mentre il
bambino lo
guardava senza capire. Al lo sentì sbadigliare ed emettere
dei
mugolii che facevano presagire che avrebbe avuto bisogno di un riposino
post-bagno. Vedere quel piccolo frugoletto avvolto in un asciugamano
bianco che studiava con occhi stanchi il mondo attorno a se, provando
ad ogni costo a rimanere sveglio, gli fece una gran tenerezza.
Lo prese tra le braccia e se lo portò al petto -allora
piccolino...che tu sia o meno Ed, hai bisogno di dormire adesso!- detto
questo si alzò e si diresse verso la sua stanza, poggiando
"Ed"
in mezzo al piumone.
Vedendo Al davanti a se, steso a pancia in giù con il mento
sorretto dalle mani, che lo fissava, il piccolo gattonò
verso di
lui per circa mezzo metro, avvolto dall'asciugamano.
Si sedette goffamente davanti a lui e cominciò ad
avvicinargli
le mani il viso. Le appoggiò entrambe sulla fronte,
scompigliandogli i capelli con le dita, per poi scendere a tirargli le
guance senza fargli male.
-gah... ...A...al alalalalalala...ahahah- il bimbo si esibì
in
un sacco di risolini, dopo aver scoperto che il nome "Al" poteva essere
trasformato in un "lalala", con cui sembrava divertirsi molto.
-SONO LA TUA PRIMA PAROLA!- esultò il ragazzo facendo girare
il bambino sopra la testa, facendolo ridere.
Dopo pochi minuti, Riza fece ritorno ed Al la accolse col piccolo in
braccio.
-oh che bello, vedo che avete legato!- esclamò sorridente la
donna.
-hem...s...si...- balbettò il ragazzo.
-allora, ho comprato un biberon, delle tutine, dei bavagli e... dei
pannolini.-
-grazie tenente, non so che avrei fatto senza il suo aiuto. - la
ringraziò Al.
-per l'esame, lo puoi tranquillamente fare nell'infermeria del quartier
generale...- Riza si bloccò, non riuscendo a trovare una
spiegazione.
-Alphonse...io ho fatto tutto ciò per questo bambino,
ma...ora ne converrai con me che è meglio spiegare tutto...-
-si, certo. Io...io ero nello studio, là- fece indicandolo
-...stavo provando a fare una ricerca su una chimera, o meglio, a
metterla in pratica. Il cerchio alchemico che ho usato, è
simile
a quello della trasmutazione umana, anche se non troppo, ma siccome la
stanza era poco illuminata, è facile che Ed entrando l'abbia
confuso con quello. Così, prima che potessi trasmutare la
chimera...Ed mi è saltato addosso, pensando che volessi
ripercorrere i passi del nostro passato, probabilmente. Nell'impatto mi
ha gettato aldilà del cerchio, ma lui, a processo alchemico
iniziato, ci è finito dritto inmezzo.- spiegò il
giovane.
-capisco...- asserì la donna -per ora non ci si
può fare
nulla di concreto. Informerò il colonnello Mustang, anche
se...non so se mi crederà. Ora devo andare Alphonse, credo
serva
del tempo per riordinare le idee. Te la senti di rimanere solo?-
domandò dolcemente.
-si, certo. Anche se è successo tutto troppo velocemente,
non
posso non prendere in mano la situazione, solo che...io non so
prendermi cura dei bambini.- ammise imbarazzato.
-oh, a questo ho già provveduto. Dovrai resistere solo
questa
sera da solo, domani in mattinata ti raggiungerà una ragazza
molto fidata, una mia amica che è perfetta per queste cose.-
spiegò lei.
Ad Al luccicarono gli occhi -grazie tenente!! Non saprei che fare senza
di lei!!- esultò il ragazzo.
La donna se ne andò dopo averlo salutato. Esaminando il
cerchio
nello stanzino, prese atto che davvero non era una trasmutazione umana,
ma anche dalla versione dei fatti, oltre tutto, Al era una persona di
cui poteva fidarsi ciecamente.
-hem...- davanti a quella pappetta informe che erano gli omogeneizzati,
Al si trovò un po' spiazzato, ma provò comunque a
rifilarli al bambino. In qualche modo riusciva a sentire qualcosa che
gli assicurava che quello era Ed.
Stranamente accettò di buon grado quel frullato di carni
miste e
altre cose, ma mentre gli stava portando alla bocca il quarto o quinto
cucchiaio, al piccolo venne il singhiozzo e tutto ciò che
aveva
in bocca finì sulla faccia del maggiore.
Al fece il muso lungo, guardandolo come a dire "ma proprio non potevi
farne a meno?". Come è ovvio, il bambino cominciò
a
ridere battendo le mani e, come per emulare il fratello, prese un po'
d'omogeneizzato dal vasetto e se lo spalmò in testa, ridendo
dinuovo.
Prima che Al potesse ribattere, sentì un rumore dalla stanza
accanto e quando vi arrivò, vide la porta-finestra che dava
sul
terrazzo aperta. Pensando a qualsiasi eventualità, prima di
avvicinarvisi, prese in mano un pesante soprammobile.
Si avvicinò cautamente al terrazzo, mentre qualche risata
del
bimbo echeggiava nella cucina, ma ovviamente Al poteva vederlo dalla
porta.
Aprì di scatto la porta trovandosi davanti solo il cielo
scuro e
lo stendipanni, tirò un sospiro di sollievo, ma appena prima
di
poterlo terminare, sentì un flebile rumore alle sue spalle.
Si
voltò velocemente e si vide davanti un ragazzo dai capelli
verdi, la pelle chiara e un abbigliamento fuori dal comune, a lui molto
familiare.
-bu!- a questa sua esclamazione fatta sottovoce, Al arretrò
con
un grido. Envy era attaccato alla fioriera che pendeva dal soffitto e
dondolava a testa in giù.
-da quanto tempo.-
-ENVY!- esclamò spiazzato -m...ma non...non eri morto?-
balbettò senza pensare.
-HEY! Non è una cosa gentile da dire! Cosa credi, che uno
come
me muoia tanto facilmente?- rispose aggrottando le sopracciglia.
-c...che ci fai qui?- domandò il biondo spaventato dal
ricordo del loro ultimo incontro.
-aah, nulla.- disse svogliato -facevo un giro e ho pensato di rompervi
le palle.- asserì.
Scendendo velocemente, entrò in casa guardandosi attorno.
-MA CHE DIAVOLO FAI??? ESCI SUBITO! Ti ricordo che questa non
è
una visita di piacere! Hai cercato di ammazzarci l'ultima volta!!-
urlò Al correndogli dietro.
-eeeh, ma che pignolo! Adesso mi sono rotto. Alla fine mi bastava che
il tuo caro papino...o meglio, il nostro...- si corresse assottigliando
gli occhi -...morisse, e a quanto pare ora sono apposto!-
esclamò.
Prima di raggiungerela cucina continuò a guardarsi attorno
-dov'è il piccoletto d'acciaio?- domandò con
un'indole
stranamente tranquilla.
Al non capì più nulla, sembrava la reimpatriata
di un vecchio amico!
-hem...lui...lui non...-
prima che potesse continuare, Envy si precipitò in cucina,
dopo aver sentito un gridolino del bimbo.
-oooh, ma non dirmi...sei diventato papà, o è di
O'chibi san?- lo canzonò dopo aver visto "Ed".
-no...quello...quello è...è
O'chib...c..cioè, quello è...è Ed.-
balbettò Al.
Envy lo fissò interdetto per trenta secondi buoni ad occhi
sbarrati.
-prego?- domandò senza staccargli lo sguardo di dosso.
-hem...c...c'è stato un piccolo problema in una
trasmutazione...di una chimera e...puff- finì il biondo.
- ma che cazzo vuol dire puff?? All'esame di stato basta dire che in un
cerchio alchemico avviene un puff, e ti fanno alchimista!??!?!?!- disse
alzando la voce.
-no...è...è che è finito in mezzo al
cerchio...ne deve aver cancellata una parte modificandolo...e...e...-
-AH! NON DIRMI PUFF!!!- lo avvertì l'altro.
-...io...io sono svenuto, appena mi sono svegliato era già
così.-
-cioè...questo è il piccoletto d'acciaio?-
domandò incredulo.
-domani me ne accerterò con un esame, ma credo di si, al
99%- spiegò.
Envy alzò il bimbo che emise dei gorgoglii, mettendogli le
mani in faccia e sporcandogliela di quella orribile pappina.
L'homunculus fece la stessa espressione di Al, quando gli successe
più o meno la stessa cosa.
-già lo odio!- esclamò sedendolo dinuovo sul
seggiolone.
-Envy...si può sapere perchè....- si
bloccò
vedendo che il bambino cominciava ad assumere un'aria stanca.
Sporgendosi dal seggiolone afferrò un lembo del pezzo
svolazzante dei pantaloni di Envy -che vuoi marmocchio?-
domandò
scortesemente con le mani ai fianchi.
-vuole essere preso in braccio...- spiegò Al.
-io non lo prendo in braccio!!-
-ma se l'hai fatto anche prima!...anche...se...l'hai preso come se
fosse una schifezza.-
-perchè io li odio i bambini! Sbavano, fanno ciò
che
dovrebbero fare in bagno nelle loro mutande, tirano, mordono,
pizzicano...insomma, che cosa spinge la gente ad avere...questi
mostriciattoli??- domandò indicando il bambino.
-ok, ho capito! Su, vieni piccolo- disse prendendolo in braccio.
-bah!- esclamò il moro incrociando le mani dietro la testa
-io
me ne vado! Metti che torno per vedere se il marmocchio è il
piccoletto d'acciaio.- disse dirigendosi verso il terrazzo.
-hey ma...! Non...-
-non cosa?- domandò l'altro girando il busto.
-ma che cosa credi che sia io? Un tuo vecchio amico d'infanzia?- chiese
sarcastico.
-no, certo che no! Ma figurati! Dovrò pure fare qualcosa
durante
il giorno, e venire a rompere le scatole a qualcuno sembra la cosa
migliore!- spiegò saltando giù dalla finestra.
-ALLORA TROVATI UNA RAGAZZA O UN HOBBY!!- urlò Al sapendo
bene che l'avrebbe sentito.
Tornò in casa accigliato ed il bimbo lo guardò
prima sorridente, poi scoppiò in una fragorosa risata.
Lo prese in braccio e lo portò in camera, per poi buttarsi
sfinito sul letto... -che giornata entusiasmante sarà
domani!!- fece sarcastico, per poi crollare dopo dieci minuti.
Fine 2° capitolo.
Bene, aggiornato il secondo!! Spero che vi sia piaciuto e che abbiate
voglia di leggere il seguito!!^^ Nel prossimo capitolo...conosceremo un
nuovo personaggio, la baby sitter di Ed!! Piacerà al
piccolo? (ora si può davvero chiamare così!!) Che
ne penserà Al...ed Envy? E Roy...come reagirà
alla vista del nuovo Ed??
Tutto questo al prossimo aggiornamento!! Grazie di aver letto fin qui,
recensite!!^o^
Bacioni Envy99!
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