Giorni.
Mesi. Anni. Secoli.
Quanto
tempo era passato?
Non
lo sapeva, non lo ricordava più. Succede così,
inizialmente tieni il conto: un giorno, due giorni, tre, dieci,
cinquanta, quattrocentocinque; finché contare i giorni
diviene impossibile, calcoli gli anni e poi, quando anche quelli
diventano troppi, passi ai secoli… e ne erano passati tanti,
troppi perché potesse ricordarlo, perché la sua
memoria potesse ripescare dai suoi meandri tutti gli odori o i sapori
legati al passato.
Aveva
la maledetta paura che un giorno, svegliandosi, potesse cominciare a
non ricordare i volti e le voci delle persone a cui era stata legata,
così andava di tanto in tanto al cimitero, come se trovarsi
a camminare sulla terra che cullava i loro corpi potesse tenerglieli
più vicini al cuore.
«Sei
tornata anche oggi…»
«Torno
sempre, non mi è possibile andarmene, non ancora»
«Dovremmo
superarlo»
«Lo
dici per convincere noi o per convincere te stesso, Magnus?»
si aggiunse una terza voce.
Spesso
si incontravano lì, tutti e tre.
«Lo
dico per il bene di tutti, Simon»
«Ma
non siamo ancora pronti a lasciarli andare…»
rispose il vampiro abbassando il capo.
«Riusciremo
mai ad essere pronti?» domandò Tessa, anche se
sapevano che non avrebbero ottenuto nessuna risposta.
Sapevano
solo che quel giorno non erano ancora pronti a lasciarsi il passato
alle spalle, nonostante la sofferenza di averli persi.
END