come
una partita a scacchi magici.
La vita
è una partita a scacchi, come diceva il nonno. Il risultato
finale dipende dalle singole mosse, e ogni mossa è
condizionata dalle precedenti, e determina quelle che seguiranno. Ci
sono periodi, occasioni, in cui si ha coscienza di forgiare il proprio
futuro, ma la vita, abitualmente, è spesa semplicemente a
vivere – senza porsi problemi, senza domandarsi se le scelte di oggi
influiranno, e in quale misura, su quelle di domani.
-Elettra Bedon
2015
Ron Weasley non aveva pregiudizi.
Non giudicava i purosangue, i mezzosangue, chi di sangue babbano ne
aveva tre decimi. Non giudicava i babbani, i maganò, gli
omosessuali, chi aveva ideologie diverse e colore di pelle differenti
dal pallido bianco spruzzato di lentiggini. Non giudicava i biondi, gli
imbranati -e forse perchè lo era, un imbranato-, i
secchioni, i denenuti, i pentiti o i colpevoli. Insomma, Ron Weasley
non aveva pregiudizi di alcun genere. "Con la pancia è
cresciuto anche il tuo cervello" continuava a ripetergli sua madre.
"Perdendo anche qualche capello" aggiungeva spesso sua moglie, che
aveva il priviligegio di non essere sfiorata minimamente dal tempo che
passa. Sempre bella, con solo ai lati degli occhi piccoli solchi. Ron
la guardava estasiato in ogni momento della giornata, soprattutto la
sera, quando quell'esaltato di Harry si materializzava in casa loro
-con moglie a seguito, per giunta sua sorella- portando ogni giorno un
nuovo argomento di discussione. Harry e lui si sedevano sulle poltrone,
Hermione sul bracciolo al suo fianco, Ginny ai piedi del marito e
parlavano per ore, mentre la tribù Potter-Weasley'sons nella stanza
affianco combinava danni di tutti i tipi, ignorando le minacce dei
padri. In quei momenti, spettegolando di nuovi cambiamenti in terra
babbana e in terra magica, discutendo su nuovi articoli di giornale,
Ron realizzò con mente lucida che lui no, non aveva proprio
alcun tipo di pregiudizio e che, alla veneranda
età di 35 anni, poteva dirsi davvero una persona matura.
2023
I pranzi alla Tana sono mastodontici.
E' risaputo, lo sanno tutti: lo sa Arthur Weasley, che ormai non prova
più a frenare sua moglie Molly, lo sanno i loro figli, le
mogli e il marito di questi, lo sanno i nipoti, che ormai non prendono
impegni per il pomeriggio, sapendo che saranno ancora lì a
tavola, lo sanno gli amici invitati qualche volta e che si son dati la
regola 'non più di due pranzi alla
Tana all'anno', perchè se si
sa che i pranzi sono lunghissimi, è anche risaputo che non
si può dire di no a Molly, né agli altri
inquilini della casa, né ai manicaretti in tavola. Inoltre,
cosa più importante di tutte, i pranzi alla Tana sono i
più divertenti convivi che possano mai essere stati
organizzati.
Rose Weasley guardava tutto quel rosso: le teste dei suoi parenti, i
mobili in legno di mogano che suo nonno aveva comprato qualche anno fa -mogano rosso,
costato un occhio della testa-, i fazzoletti cremisi, rimasuglio di
qualche Natale, anche se erano in piena Estate. Immaginò per
un istante suo padre imbufalirsi come un toro e schiantarla, richiamato
da tutto quel rosso. I parenti avrebbero pianto, Harry avrebbe fermato
suo padre, ma la botta sarebbe stata troppo forte per il suo povero
cranio. Nel migliore dei casi avrebbe dimenticato tutto ciò
che aveva imparato in sette anni di scuola. Sua madre l'avrebbe portata
al San Mugo, mentre i suoi cugini avrebbero riso. Se non fosse
sopravvisuta non voleva assolutamente che James toccasse le sue cose.
Si diede della stupida, come poteva assolutamente
pensare che suo padre potesse schiantarla attirato da tutto quel rosso:
non era un toro, appena avesse finito di parlare, l'avrebbe schiantata
anche se intorno ci fossero stati solo decori bianchi e azzurri, come
il Paradiso. Forse avrebbe fatto meglio a non dire nulla.
Questo pensiero non la tranquillizzò.
Buttò un occhio al fratello, che sembrava aver perso
appetito. Hugo era cresciuto bene, somigliava vagamente al padre, per
l'aria da svampito. Sedeva al suo fianco e sembrava trovare
più interessante gettare i piselli da una parte all'altra
del piatto -con decori rossi- che ascoltare sua cugina Lily Luna, degna
erede di sua zia Ginny con quella vocetta fastidiosa.
Rose distolse i pensieri dai suoi problemi, o meglio il suo problema,
per prestare attenzione al flusso di parole senza senso. "Non che trovi
il mare noioso, per carità, ma credi che mi interessi
andarci con Dominique? Le voglio bene, brava cugina, ma ti sembra il
caso? Alla prima occasione mi molla per andare con qualche bel
fustaccione palestrato che passa di lì e che guardacaso
rimane incantato dalla sua bellezza e ciò nel migliore dei
casi. Potrebbe anche portarmi con sé e non mi va di
intrattenere un babbano mentre lei si rotola nella sabbia con qualcuno.
Così mi chiedevo, dato che siamo cugini, siamo cresciuti
assieme, ci vogliamo bene..." e qui prese fiato, per puntargli addosso
i suoi occhioni verdi, cosa che si rivelò inutile in quanto
il verde dei piselli attirava di più Hugo, "verresti con me?
Puoi portarci anche, che ne so, qualche tuo amico, quei tipi strani con
cui passi le giornate. Non rinuncerebbero a passare le giornate con due
belle come noi."
Rose non sapeva cosa passasse per la testa di Hugo in quel momento, ma
sicuramente rispondere non era contemplato tra i suoi prossimi
obbiettivi.
Spostò lo sguardo alla fine del tavolo, dove Victorie
reggeva delicatamente una forchetta e mangiava come una perfetta
francesina. Al suo fianco, Teddy Lupin. Che per l'occasione portava
capelli blu striati di rosso.
Rosso come il suo volto in quel momento, si disse Rose.
Non faceva altro che sussultare. Lo sguardo della ragazza
passò oltre la mano di Victoire che si muoveva sotto il
tavolo e un sorriso malizioso si aprì sul suo volto. Seduto
davanti a lei Albus le lanciò uno sguardo che voleva in
pratica dire 'Ce ne
siamo accorti solo io a te probabilmente' oppure un 'Minacciarli fino alla fine della
loro esistenza sarebbe troppo?'.
C'era qualcosa di strano dell'aria durante questo pranzo.
Sarà stato il caldo o lei che non riusciva a godersi nulla,
nemmeno lo sguardo divertito di Albus, che sì, aveva fatto
di peggio. Nemmeno Dominique che ora litigava con Lily
perchè le aveva dato, più o meno velatamente,
della poco di buono. O meglio,
una tipa che si rotola con i ragazzi sulla spiaggia.
Nemmeno suo padre che si ingozzava come un maiale assieme
a James, che occupava il posto vicino a lei e di fronte a Ron, per una
scommessa o semplice ingordigia. Nemmeno tutto il resto della famiglia
che si lanciava cose addosso come se non ci fosse un domani. Nulla.
Albus se ne accorse e Rose non seppe mai se questo fosse stato un bene
o un male.
"Più tardi viene Scorpius, può papà?"
disse il cugino con uno sguardo da cerbiatto degno del suo Patronus.
Lentamente, il silenzio calò sulla tavola. Anche i due
indaffarati Teddy e Victoire interruppero i loro piacevoli gesti. Rose
sospirò.
Ron alzò lo sguardo su Harry e il ragazzo sopravvissuto
seppe solo dire "Chiedi a nonna Molly". Altro che Harry Potter, Ponzio
Pilato avrebbero dovuto chiamarlo. Ponzio Pilato Potter. PPP.
Nonna Molly sembrò contenta di avere un ospite che di sua
spontanea volontà decidesse di fermarsi nel pomeriggio,
magari per prendere un té, dei pasticcini, una fetta di
torta al cioccolato. Avrebbe potuto anche dargli quel panettone al
limone e lamponi e del caffè e dei confetti... "Ma certo,
tutti sono i benvenuti alla Tana. Al tuo amico piace il té?".
"Nonna! Scorpius è un serpeverde, un serpeverde Malfoy,
figlio di Draco Malfoy!" sbottò James, mettendo il broncio.
Rose passò dall'amore totale verso nonna Molly, che
nonostante l'età avanzata e un figlio morto sapeva essere
più matura di un James Sirius Potter, all'odio profondo
verso suo cugino che avrebbe cruciato. Ne era sicura.
Albus intervenne, aggiudicandosi il premio per il cugino migliore di
tutti i tempi. L'avrebbe coperto con i genitori alla prossima uscita.
Gli avrebbe prestato la stanza per quelle cose con le sue ragazze.
Avrebbe lavato i piatti della Tana al posto suo per uno, due anni.
"Scorpius Hyperion Malfoy non ha le stesse idee contorte del padre e
nemmeno del nonno. E' un bravissimo studente, non ha mai dato segni di
crudeltà o razzismo ed è inoltre, mio amico, il
mio migliore amico."
"La mela non cade lontano dall'albero". Parole sprezzanti quelle di
Ron, sputate fuori con un pezzo di qualcosa -forse pollo- che
contribuì a renderlo meno serio.
"Le mele rotolano papà." Rose aveva parlato prima ancora di
rendersene conto. Ora, e solo ora, era in ballo.
"Quanto può rotolare un Malfoy? La testa è
quella, sempre vuota e sempre bionda"
Hugo aveva alzato lo sguardo pr seguire il battibecco tra padre e
figlia a un posto di distanza. Se il padre avesse immaginato quello che
un giorno lui aveva visto in uno sgabuzzino si sarebbe sconvolto. Rose,
la sua piccola bambina diciassettenne Rose, con le mani affondate tra i
biondi capelli del Malfoy, mentre lui affondava qualcos'altro in lei.
"I tuoi sono pregiudizi di un vecchio barboso, papà, non sei
da meno di un membro centenario del ministero." Rose si stava
infuriando: aveva assunto la classica faccia da Weasley furioso, tutta
rossa e con una smorfia simile a un broncio. La posa però
era quella di Hermione Granger e impercettibilmente, suo padre
tremò.
"Io non ho pregiudizi" si affrettò a dire Ron. No, lui
proprio non aveva pregiudizi. Solo che quei Malfoy, erano
così, così viscidi, stupidi e cattivi. E Scorpius
portava quel cognome e si sa che non esiste Malfoy non fissato con il
sangue puro, non esiste Malfoy non assetato di vendetta e non esiste un
Malfoy che stringe amicizia con un Weasley o con un Potter senza
secondi fini. Ma lui, no, non aveva pregiudizi.
Lo zio Ponzio Pilato Potter sembrò tirare fuori una frase su
cui aveva meditato a lungo, spremendo tutte le sue meringi. Come si
dice? Un uomo d'azione, non di mente. "Per quanto a me non piaccia che
questo tipo venga alla tana, non possiamo certo controllare le amicizie
dei nostri figli. Sono sicuro che se li abbiamo cresciuti bene sanno
riconoscere il male quando c'è, quindi possiamo sempre dare
una seconda possibilità a Scorpius Malfoy"
Tralasciando che non gli
avete dato nemmeno una prima possibilità, credo che sia un
inizio perfetto, pensò Rose. Lo zio Pace Amore
e Gioia infinita era tornato e gli era davvero molto utile.
Guardò sua madre, che sembrava la meno colpita
dall'annuncio, nonostante fosse il figlio del ragazzo a cui
tempo prima aveva dato un pugno, dopo avergli puntato una bacchetta
alla gola. Statisticamente, essendo le persone più influenti
su suo padre favorevoli, avrebbero convinto anche lui. Harry, il suo
migliore amico, Albus, il nipote prediletto con cui gioca a Quidditch,
sua madre Molly e ora -sperava- la sua cara mogliettina. Che poi
stranamente erano le persone più influenti alla Tana: i tre
salvatori e l'ape regina. Poi c'era Albus, protettore del loro segreto,
migliore amico di Scorpius, poteva facilmente convincere il resto dei
cugini. Hugo sarebbe stato dalla sua parte, pena la morte. Victoire non
avrebbe detto nulla, altrimenti avrebbe sputtanato le sue miramolanti
imprese erotiche nella Tana. Sembrava tutto mettersi per il meglio
proprio come quando durante una sfida agli scacchi magici la soluzione
sembra vicinissima: doveva solo tentare di far restare il suo re vivo.
E di restare viva.
Poi, la torre mise sotto scacco il re avversario. Sua madre, la grande
Hermione Granger, parlò. "Abbiamo sempre cercato di non far
vivere i nostri figli all'ombra dei nostri meriti e delle nostre
imprese. Siamo ricchi, abbiamo medaglie, oro e gloria, ma tutti i
nostri bambini hanno vissuto una vita normale. Ciò che la
gente pensava di noi ha sempre però influito in minima parte
su di loro: vedi Rose, che a scuola, pur essendo un genio, ha vissuto
come 'la figlia della Granger'. Albus, che gioca a Quidditch da manuale
ma è considerato il figlio del prescelto e della giocatrice
professionista Weasley. Ci siamo sempre infuriati per questo, ma
così come i meriti dei padri non devono ricadere sui figli,
così le colpe. Non credo che Scorpius sia cattivo, abbiamo
dato abbastanza mezzi ai nostri figli per riconoscere il male, dove si
trova e non mi sembra giusto che un ragazzo debba pagare per pregiudizi
secolari. Sappiamo tutti" e alzò la voce "com'è
vivere essendo continuamente giudicati. Il ragazzo sopravvissuto, i
poveri Weasley, la nata babbana. Direi che si può anche
smetterla con queste cose e cominciare ad essere più maturi."
Sua madre era un genio. Hermione Granger era un genio. O aveva capito
tutto e la stava aiutando, o era un pozzo di bontà e
intelligenza. Rose credeva la seconda. Ormai era tutta intenta a
portare a compimento il suo piano, il resto della scacchiera non
contava più. Se la giocava quella porzione di tavolo.
Il re era sotto scacco. Sembrava cedere e aprì la bocca per
borbottare a denti stretti un "va bene", ma mai sottovalutare il resto
dei pezzi. Un alfiere partì contro di lei, -un
ammutinamento!- James sorrise indagatore "e perchè mai
dovresti interessarti così a Scorpius Malfoy?".
"Perchè è il mio ragazzo. Da due anni."
Rose contò fino a quindici. Al tre suo padre
realizzò la cosa. Al cinque impallidì. All'otto
cominciò ad ansimare, al nove sua madre si piegò
su di lui. All'undici probabilmente si ricordò che stare
insieme comprendeva che la sua bambina venisse toccata, abbracciata,
baciata da un Malfoy. Al dodici pensò a qualcos'altro che
fanno due ragazzi di diciassette anni in piena crisi ormononale. I due
secondi successivi furono impiegati per ragionare sul fatto che era
stato incastrato maledettamente, che era un complotto e tutti
già sapevano, che no, non era possibile perchè
alla Tana avevano facce sconvolte, che sua figlia aveva preso i geni da
sua madre, almeno per quanto riguarda l'intelligenza e qualcuno dai
suoi zii, per la furbizia. Naturalmente non pensò tutto in
quest'ordine e non con questa chiarezza.
Allo scoccare del quattordicesimo secondo, scandì
mentalmente che lui, no non aveva pregiudizi ed era abbastanza maturo
da non appendere il suo nuovo genero a un gancio da macellaio e
cruciarlo. Nemmeno schiantarlo, nemmeno spaventarlo o minacciarlo. Lui
era maturo e non aveva pregiudizi. Non l'avrebbe evirato e reso un
eunuco. Non avrebbe chiuso la sua bambina in casa, non avrebbe urlato
come una donna mestruata. No, perchè Ronald Bilius Weasley
era maturo, serio e doveva dare il buon esempio e non avrebbe mai
rimangiato ciò che aveva detto venti secondi prima,
perchè Ronald Bilius Weasley era molto orgoglioso.
Al quindicesimo aprì la bocca e disse, forzatamente, a bassa
voce, ma lo disse: "Bene", stupendo la Tana con tutti i suoi abitanti,
compresi gufi, donnole, rane e scarafaggi annidati degli angoli
più bui. "Io non ho pregiudizi, conosciamolo, ma se non mi
piace, esprimerò tutto il mio dissenso e prenderò
provvedimenti".
La stessa Hermione si domandò dove avesse letto le parole
appena pronunciate e come le avesse imparate ma si limitò a
scoccare un bacio sulla guancia di suo marito sussurrandogli che lo
amava tanto.
Dopo pochi minuti quando tutti si stavano accingendo a riprendere le
azioni interrotte, con somma tristezza di Albus, -perchè era
merito suo, insomma! Tutti si erano totalmente dimenticati di lui e
della sua uscita trionfale, ma avrebbe presentato il conto a Rose prima
o poi- il rosso seduto alla destra di Rose alzò lo sguardo.
Hugo si stava torturando il labbro da un po' e tutti avevano capito che
c'era qualcosa che non andava dallo sguardo spaventato che rivolse alla
sorella, come per cercare conforto. Rose non capiva. Hugo, quindici
anni, era alle prese con il suo più grande incubo.
"Papà, mamma, sono gay."
E allo sguardo sconvolto di Ron e Hermione si affrettò ad
aggiungere "ma se potete accettare che Rose limoni tutto il giorno con
Scorpius Hyperion Malfoy, penso che possiate accettare anche me"
Ron si ritrovò a ripetersi nuovamente nell'arco di quella
giornata che lui, no, non aveva nessunissimo pregiudizio.
***
E'
la prima cosa che scrivo su Harry Potter. Se avete qualsiasi critica,
dato che non ho mai scritto una fan fiction, non abbiate
pietà. Ho
cercato di creare un Ron più maturo, o almeno che si mostra
tale e che
cerca di crescere. Ho ironizzato molto su di lui e su Harry,
soprattutto su l'inclinazione di quest'ultimo di mettere sempre
d'accordo chiunque. Poi c'è Hermione, che continua ad essere
la più
matura del gruppo e l'ancora di salvezza di suo marito e di sua figlia,
poi. La volevo scrivere come una Rose/Scorpius, ma solo poi mi sono
resa conto che pur cercando di essere ironica, è incentrata
più di quanto volessi sulla
crescita di Ron, quella interiore naturalmente, pur rimanendo in alcuni
aspetti un bambino orgoglioso che non vuole rimangiare quello che ha
già detto. E pensare che Ron come personaggio non mi fa
impazzire!
Poi parla di un argomento a me molto caro, i pregiudizi.
Perciò la prendo così com'è e la
pubblico. Ho messo l'avvertimento
OOC per Ron, e lo stesso raiting arancione mi ha dato problemi. Quindi
vi prego di farmi notare se c'è qualcosa di sbagliato tra
gli avvertimenti ç.ç Non riuscivo nemmeno a
trovare la voce "Quasi tutti i personaggi"
Voglio inoltre aggiungere che veramente non ho nulla contro gli
omosessuali, anzi. Però non credo che dei genitori, anche se
sono i salvatori del mondo magico, non facciano una faccia sconvolta a
una rivelazione come questa. Tanto più, se non se
l'aspettavano minimamente.
Grazie.
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