LAST OF US
Premetto che questo più che un racconto è una sceneggiatura per un breve corto che vorrei realizzare.
Sei mai lo realizzerò vi posterò il link del video.
THE
LAST
OF US
UNTOLD STORIES
Tyler
è un ragazzo sopravvissuto abbastanza per vedere il suo
ventunesimo compleanno; se fosse nato qualche anno addietro questo
sarebbe stata una cosa da festeggiare!
Avrebbe avuto l'eta per bere, guidare... peccato che tutto
questo non gli era nuovo da diversi anni ormai, a quindici anni ebbe la
sua prima sbronza col suo migliore amico dopo che trovarono quella
scorta di liquori nel retro del bar in cui si erano rifugiati per la
notte e l'anno successivo ebbero la fortuna di trovare una macchina
ancora funzionante e di guidarla fino alla zona sicura di cui avevano
sentito alla radio.
Ormai erano passati anni da quando quella zona non era più stata
sicura, da quando i cacciatori irrupero, razziarono e lasciarono il
colpo di grazia agli infetti.
Non sapeva se il suo amico perì per mano dei cacciatori o degli
infetti, sapeva solo che di quell'intero campo lui era forse l'unico
sopravvissuto.
Anni e anni di vagabondaggio l'avevano portato in quella parte di America che pareva ormai priva di vita, sia umana che non.
Si trovava in uno sperduto paesino di campagna che sicuramente era
già sperduto dapprima che l'epidemia ebbe piede, questo era
certo.
Aveva perlustrato l'intero paese ma non sembrava serbare pericoli per
lui, vigeva l'abbandono più totale e l'unica cosa che lo
portò in quel locale abbandonato era un flebile rumore
che in quella città fantasma rieccheggiò come se fosse stato lui stesso alla fonte del suono.
Non sapeva cos'era stato, sapeva solo che un irrefrenabile impulso di
curiosità lo trascinava quasi per inerzia in quel cupo meandro.
A pistola spianata entrò all'interno, era tentato dall'aprire
bocca per capire se i suddetti coinquilini erano rifugiati superstiti
come lui, ma dopo aver scoperto la fonte del rumore ringraziò il
cielo di non averlo fatto.
Il rumore era quello della carne dilaniata; i denti che sfregavano tra
gli organi del malcapitato producevano quel macabro suono di cui ora
Tyler avrebbe perfettamente voluto non sapere la fonte. La vittima
sembrava un soldato, imbracciava un fucile d'assalto e indossava una
fascia gialla con sopra un emblema che non aveva mai visto prima.
Si avvicinò cautamente da rannicchiato, tese l'orecchio per
capire se oltre a quello ce ne fossero altri, ma pareva quello fosse
l'unico lì dentro.
Si fece forza, approfittando del fatto che fosse troppo distratto dal
suo spuntino ebbe l'opportunità di mettersi ad un altezza di
tiro che non permetteva errori.
Il rumore prodotto da un coccio di vetro andato in frantumi sotto il
suo piede lo fece rilevare dall'infetto, ma era troppo tardi, senza
accorgersene si ritrovò steso per terra.
Tyler esplose due colpi mirando alla testa, ma uno solo andò a
segno, fortuna per lui, l'altro fece scattare la canna della pistola a
indicare che quello era il suo ultimo colpo.
Poco male pensò, non sembrava che ne avrebbe avuto altro bisogno per ora, e poi c'era il fucile del soldato!
Le sue speranze furono subito tradite quando perquisendo il corpo
dell'uomo non trovò munizioni ne nel fucile, ne addosso a lui.
Trovò solo un registratore.. premuto il tasto "play" una voce profonda uscì dal dispositivo quasi per raccontare la sua storia:
CLICK!
" I° Giorno di esilio volontario. - ...
Mi chiamo Ryan Newell.. faccio parte della 8a divisione di
ricerca delle Luci di Chicago..
..o almeno ne facevo parte fino a poco fà.
- Mi sono arruolato in questa
divisione con il preciso scopo di trovare mia sorella Mary Ann..
..sò per certo che si trova in qualche Zona di Quarantena qui in città.
-Credevo che entrando
nelle Luci e avendo l'opportunità di muovermi con loro avrei
potuto aggirare i posti di blocco e cercare mia sorella..
.. ma da quando sono in questa unità mi sono state affidate solo
missioni da esterno; è perquesto che ho disertato l'unità
e ho iniziato le ricerche per conto mio.
- I collegamenti clandestini che usavamo per spostarci in missione si
sono rilevati molto utili per aggirare i militari, così sono
riuscito a raccogliere indizi importanti su dove fosse mia sorella..
... molte delle persone con le quali
ho parlato asseriscono di aver conosciuto mia sorella..
..Ma la cosa che mi ha più preoccupato di quello che mi hanno
detto è che il giorno in cui scomparve lasciò detto solo
che era diretta "a casa"..
- Dicevano pure che le Luci l'avevano portata con
se fuori di lì, ma nessuna di quelle che conoscevo l'aveva mai
vista ne sentita nominare.
... La mia unica pista pertanto rimane quella di casa nostra.. spero solo stia bene..
- Mi
dirigo anch'io in quest'ultima direzione con la speranza di trovarla
sana e salva.
In caso non dovessi farcela e qualcuno trovi questo nastro: Vi prego.
Ora che sapete la storia come mie ultime volontà vorrei solo che
trovaste e vi prendeste cura della mia sorellina. Non chiedo altro.
Passo e chiudo. "
Tyler
fissò il corpo esanime appoggiato al bancone e non se ne
capacitò. Quella storia era troppo anche per lui. Un altra delle
cose che non avrebbe dovuto fare era aprire quel registratore.
HEY!
Ancor prima che il suo cervello elaborasse la situazione in cui si
trovava una serie di voci provenienti da fuori riportarono
violentemente il suo cervello alla realtà.
Cacciatori? Non lo sapeva, ma in ogni evenienza si era riparato dietro il bancone che teneva il soldato.
Da ranicchiato riusciva a sentirli mentre si avvicinavano, due tizi,
sicuramente degli sciacalli in cerca di provviste entrarono dalla porta
che affacciava sul cortile incolto.
" Ne sono sicuro, ho sentito uno sparo provenire da qui. "
Il tizio alto e tarchiato si girava
circospetto, scrutava l'oscuro ambiente con i suoi occhi blu.
" Beh pare non siamo soli. " Disse l'altro
osservando il foro nella fronte dell'infetto, dopodichè
sguainò la pistola e mise il proiettile in canna.
Il cacciatore pieno di sè nell'averci visto giusto strinse a se
il tubo di piombo con l'internto di trovare e finire la sua preda "
Bene allora cerchiamo il bastardo! " .
Si divisero, non che l'ambiente fosse grande chissacchè, ma uno
andò a controllare il lato Est dove si apriva un corridoio con
varie stanze, mentre l'altro fiutava come un segugio l'ambiente
circostante pronto ad abbattere con il suo tubo chiunque gli si fosse
parato davanti.
Tyler non vedeva una via d'uscita da lì che non avesse richiesto lo scontro diretto con i due energumeni.
Fortuitamente per terra trovò un rotolo di scotch e
quella che sarebbe dovuta essere un tempo una delle due lame di una
forbice da sarta.
Ne poteva ricavare un coltello di fortuna, e fù proprio quello che fece; prese ad unirli e..
BAM!
Tyler era stato sollevato di forza e sbattuto sul bancone, ora si
trovava faccia a faccia con i penetranti occhi blu del cacciatore
intento a liberarsi dalla sua morsa.
Le grandi mani si stringevano attorno al suo collo come pinze
meccaniche, già sentiva i sintomi della mancanza d'aria, da
lì a poco avrebbe perso i sensi e successivamente sarebbe morto
nelle sue grinfie.. Ma non sarebbe morto lì, sicuro come
la morte! Aveva fatto troppa strada e sopravvissuto a troppe cose
ancor peggiori per morire così.
Raccolte le ultime foze e proprio nel momento in cui stava allentando
la presa Tyler ne approfittò per sistemare lo stivale nel suo
sterno e con tutte le sue forze scaraventarlo contro il muro.
Prima che potesse riprendersi dal colpo lo afferrò a sua
volta e stavoltà fù il cacciatore a finire col muso sul
bancone!
Il complice era rientrato e ora teneva la pistola puntata contro Tyler.
" Non facciamo cazzate lascialo andare o ti ritrovi un buco in
testa! "
Lo teneva con un braccio dietro la schiena spalmato sul
bancone, in una frazione di secondo elaborò quello che a lui
sembrava un buon piano per uscire vivo da lì.
Fece alzare l'energumeno per poi bloccarlo in modo da fargli da scudo
umano, dopodichè estrasse anche lui la pistola e la puntò
alla tempia dell'ostaggio.
L'adrenalina scorreva a mille, anche perchè il suo piano
finiva lì e nel caso di una sparatoria la sua pistola era
scarica..
AAAH!
L'urlo dell'uomo lacerò il silenzio che si era creato proprio
come il Clicker stava lacerando quel che restava del suo collo.
Tyler rimase impietrito alla sua comparsa; tanto che il
suo ostaggio benchè nelle stesse condizioni ne aprofittò
per lanciargli una testata all'indietro e scappare da lì.
Peccato che il Clicker finito con il collega prese ad inseguirlo fuori in cortile. Non avrebbe fatto tanta strada.
Ovviamente era in preda al panico, perchè tutti
sanno che i Clicker sono ciechi e quindi basta rimanere immobili per
non diventare un loro bersaglio.
Ascoltò i lamenti dell'uomo mentre il Clicker lo finivà,
rimase immobile adagiato alla parete in attesa che se ne andasse.
Dopo essersi accertato che l'infetto era ormai lontano da
lì si risollevò da terra, ma un altro suono
catturò la sua attenzione, proveniva da una delle stanze della
casa.
SLAM!
La seconda porta a destra era quella giusta. All'interno trovò
una bambina. Si teneva le mani sulla bocca quasi a trattenersi
dall'esternare quello che aveva provato nell'ultimo quarto d'ora
sentendo tutte quelle raccapricianti urla; ma sapeva che se avesse
urlato a sua volta sarebbe toccata anche a lei la stessa fine.
" Sei stata brava, ma ora è tutto finito. " La rassicurò Tyler.
Lei parve fidarsi e lentamente lasciò andare le mani dalla
bocca. Era una bambina di pressappoco dieci anni, indossava dei vestiti
lerci e la paura era iniettata nei suo occhi neri.
" Io sono Tyler, tu invece? Come ti chiami? " Non
aveva molta confidenza con i bambini, ma il suo sguardo era
rassicurante e trasmetteva serenità.
" Mary Ann. " Rispose
titubante. Poi aggiunse: " Conosci mio fratello? E'
lui che ti manda? "
Mentiva sporadicamente, ma questa volta era a fin di bene.
" Si, conosco Ryan, sono un suo amico è lui che mi ha
detto di cercarti qui. "
Lei lo gurdava perplessa e non sapeva se credere o no alle sue parole.
Sotto il suo occhio
indagatore Tyler si sentiva sporco dentro e cercò di non far
filtrare nessuna emozione quando continuò:
"..
Sai, .. lui era impossibilitato a farlo, sennò sarebbe venuto di
persona, ma mi ha lasciato detto che se ti avessi trovato qui di
portarti in una località sicura e di aspettarlo lì."
" .. Ha detto anche che non ti avrebbe persa per nulla al
mondo e che ti vuole troppo bene per lasciarti da sola.. "
Non aveva più la
forza per continuare a parlare, ma ora la bambina pareva fidarsi quindi
non sembrava esserci necessità di aggiungere altro.
Lei lo vedeva in netta
difficoltà nel parlare, allora decise di farla finita lì.
Gli prese la mano. " Va bene, mi fido. Andiamo. "
Passarono dalla finestra, gli avrebbe risparmiato
volentieri la vista di tutto quel sangue e soprattutto del fratello.
Presero la strada provinciale
e la seguirono per quanto poterono.
Ora il suo scopo di vita era mantenere quella promessa e
trovarle una sistemazione sicura, l'avrebbe portata fin sopra le
montagne se sarebbe servito.
Quel
viaggio non aveva una destinazione precisa, ma solo uno scopo preciso.
Lei doveva vivere.
FINE.
|