Ciao a tutteeeee...... questa è la mia prima fic su
Naruto quindi vi chiedo di essere clementi.......I personaggi non sono miei
(come tutte sapete). Se ci dovessero essere similitudini con altre fic da
rasentare il plagio vi prego di dirmelo. E' la prima volta che posto su questo
sito e non sono ancora riuscita a leggerle tutte. Quindi chiedo scusa
anticipatamente se questo fatto dovesse capitare.
Per ora Vi ringrazio e VI auguro buona lettura
Capitolo 1 “
Apparenza”
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“Taciiiiiiiiii………ti prego
taciti…”
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“….”
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“NARUTO” echeggiò il grido
scocciato di una donna dalla tromba delle scale.
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“Ehm” mugugnò infastidito un
ragazzo sommerso nelle coperte
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“NARUTO…….. porca miseria devo venire su
io?!!!” sbraitò la donna alzando il
tono della voce, in modo da essere più minacciosa
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“Noooo” fu il sussurro del “fagotto di coperte”.
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
“NARUTO!!!!!!!!!!!!!!!! “
A quell’ennesimo richiamo il
ragazzo balzò su dal letto, mandando per terra il meraviglioso caldo piumino che
fino a due secondi prima lo avvolgeva come un baccello.(vedi nota)
“HO SENTITO….. SMETTILA DI
SBRAITARE COME UNA PAZZA” urlò il
ragazzo innervosito per il brusco risveglio. Si guardò in torno stringendo gli
occhi. Era ancora totalmente rincoglionito,
non riusciva nemmeno ad afferrare la sveglia per spegnerla. Quando vi riuscì si
alzò dal letto ma, avendo ancora i piedi avvolti nelle coperte, inevitabilmente
inciampò andando a sbattere contro la porta chiusa del bagno.
Un’ imprecazione gli sfuggì dalla
bocca mentre si massaggiava la fronte. Stizzito e di cattivo umore iniziò a
calciare tutto ciò che gli stava tra i piedi fino al bagno. Come vi entrò si
specchiò per vedere se la botta che aveva preso avesse causato delle
conseguenze.
“Meno male… è solo un po’
arrossato” disse con sollievo. Si spogliò e si fece una doccia bollente.
Quando finì, si sentì come
rinato, pronto ad una nuova giornata ricca di difficoltà e di rotture di
p*lle.
Si riguardò allo specchio e
sbuffò.
Volse lo sguardo verso la sua
camera: era in uno stato veramente pietoso…. Non si riusciva a capire dove fosse
il letto, visto che era totalmente sommerso dalla montagna di vestiti che coprivano totalmente il
pavimento. Alcuni erano appesi addirittura sul profilo del televisore al plasma
che aveva appeso al muro.
Per terra c’era veramente di
tutto: libri, scarpe, oggetti vari, una bottiglia d’acqua e pacchetti di
qualsiasi tipo di cibo.
Gli scappò un sorriso
“Bè … è una stanza vissuta”
Sbok (?)
“Ahi” disse il ragazzo massaggiandosi la testa
“Ma per favore….” Disse una
splendida donna di fronte alla porta della stanza guardando il ragazzo irritata
con il pugno in bella vista “… ti
conviene mettere a posto questo schifo… altrimenti dovrai rifare l’antitetanica
per poterci entrare in futuro”
“Ma siiii!!!!!!!!!!! Lo farò”
disse lui svogliatamente grattandosi la testa.
La donna ridusse gli occhi a due
fessure e sul suo volto comparve un ghigno malefico
“Ti avverto…. O lo fai tu …… o LO
FACCIO IO” disse la donna con voce sepolcrale.
Il ragazzo, allarmato, si girò
verso la madre:
“NO no lo faccio io”
“ci puoi giurare” disse lei
furbescamente “ed ora muoviti a vestirti che devi andare a scuola”
Detto questo la donna si girò e
scese le scale per dirigersi in cucina.
Il ragazzo guardò sconsolato la
stanza.
“Mi ci vorrà una vita” sbuffò
scrollando la testa.
Si diresse verso l’armadio e,
aprendolo, iniziò a scorrere i vestiti appesi …. Fino a che non prese un paio di pantaloni color crema
troppo corti per lui, tanto da dargli l’effetto “acqua in casa”, un paio di
calzini bianchi corti e una camicia a quadri dai colori impossibili d’accostare.
Esaminò il suo lavoro allo specchio e gli scappò da ridere.
“Perfetto.. ” disse con
soddisfazione.
Lisciò i capelli dorati tirandoli
in dietro ed appiccicandoli alla testa (stile leccata di mucca) e mentre usciva
dalla stanza, afferrò un paio di occhiali tondi dalle lenti spessissime.
Quando entrò in cucina sua madre
si voltò a guardalo e non riuscì a reprimere una risata
“Sembri più scemo del solito”
Il ragazzo le sorrise.
“Bè … ho fatto un lavoro niente
male… mi sono impegnato questa mattina” disse sedendosi a tavola e bevendo un
po’ di the.
“Per quanto ancora dovrai
conciarti così?” disse lei sedendosi di fronte a lui bevendo un caffé.
“Fino alla fine delle lezioni…
ormai mancano pochi giorni” disse tranquillamente, consumando un toast con la
marmellata.
“Non sembri neanche tu” disse lei
senza perdere il sorriso che la caratterizzava.
Lui scrollò le spalle e si alzò.
“Bè è meglio che vada… senti mi
dai 300 yen?”
“300?” disse lei sorpresa.
“Hanno alzato il prezzo” disse
lui sbuffando.
“Speriamo che anche questo
finisca con la scuola” sbuffò lei porgendogli i soldi presi dal suo portafoglio.
Il ragazzo alzò le spalle, si
infilò le scarpe di camoscio e uscì di casa.
Era una bella giornata e non
aveva voglia di andare a scuola… ma doveva…. Come diceva sua madre: “Lo studio veniva prima di tutto”
e se non avesse mantenuto la sua ottima media scolastica sapeva già a cosa
sarebbe andato incontro… avrebbe dovuto rinunciare al suo sogno, ai suoi
progetti, alle sue ambizioni di essere il numero uno; sua madre avrebbe fatto
qualunque cosa per ostacolarlo.
In fin dei conti, però, la cosa
non gli creava molti problemi, sapeva quanto sua madre ci tenesse e il suo
ultimo pensiero era quello di deluderla. Aveva sofferto tanto nella sua vita… la
morte del fratello quando era più giovane, la morte dell’uomo che amava… ed ora
si era aggrappata a lui con tutte le sue forze, donandogli il suo amore e
riponendo in lui le sue speranze. Lo aveva sempre trattato ed amato come un
figlio, lo aveva sempre protetto e sostenuto senza imporgli mai niente… senza pretendere
mai niente… il suo era un amore incondizionato. E di una cosa era certo…. nulla
al mondo l’avrebbe portato a ferire quella donna e non avrebbe mai permesso a
nessuno di ferirla, a qualunque costo.
Immerso nei suoi pensieri non si
accorse di essere arrivato a destinazione. Volse lo sguardo verso l’insegna che
capeggiava lungo il pilastro che sosteneva il cancello: “Accademia Konoha”.
Il ragazzo sbuffò e sistemandosi
meglio gli occhiali sul naso rivolse lo sguardo verso la scuola.
Una Versaille di aule, circondata
da un giardino ricco di piante e fiori, con tantissime panchine poste sulle
tante stradine in terra battuta che si riunivano in un piazzale circolare di
fronte alla “reggia”con al centro un’elegante fontana zampillante. Il tutto dava
un fascino scenografico incantevole… ma era solo una scenografia, un’apparenza,
un’immagine costruita per chi
guardava da fuori.
L’accademia di Konoha era una
scuola frequentata dalle giovani
promesse del Giappone: ragazzi appartenenti alle famiglie più ricche e facoltose di
politici, medici, giuristi, avvocati,militari … ma anche giovani talenti nelle
più disparate discipline: scienze, letteratura, arte, sport… ma non tutto è oro
quel che luccica… infatti quel che più contava era il fattore economico, di
conseguenza, vi erano anche ragazzi decisamente poco raccomandabili come figli
di boss della yazuka, figli di importanti trafficanti di droga o di armi… ce ne
era un po’ per tutti i gusti, nonostante questo, erano aspetti a cui i ragazzi
non davano peso, infatti, fra di loro, esisteva un precario equilibrio, per un
quieto vivere comune che nessuno osava spezzare, in modo che dei semplici litigi
tra ragazzi evitassero di diventare qualcosa di più grande coinvolgendo le
rispettive famiglie.
Ma come in tutte le scuole
c’erano: il gruppo dei ragazzi più fighi con il sex symbol della scuola, il
gruppo dei secchioni, di cui lui faceva parte, il gruppo degli atleti, il gruppo
degli artisti e il gruppo dei bulletti con cui lui tutti i giorni aveva a che
fare.
L’accademia era un vero e proprio
lascia-passare per il successo…. Era sicuramente il posto più adatto per un
ragazzo “falso” ed ambizioso come lui…non esistevano scorciatoie, doveva per
forza passare di lì.
Il ragazzo biondo si mise le mani
in tasca ed iniziò ad incamminarsi alla volta dell’edificio.
“Ok…… comincia lo show”
Ah ah ah.... Finito la micro introduzione... Spero che vi abbia incuriosito
almeno un po'.... VI PREGO COMMENTATE, mi sareste di grande aiuto soprattutto
per migliorare
Per Ora un Bacio a tutte le Lettrici che hanno mi hanno dedicato un po' del
loro tempo
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