you have save me

di eli_horan
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CAPITOLO1:

" Si Carl,un attimo! ".
 
 Andai verso lo stereo e abbassai il volume di 3 tacche,tanto per farlo contento. Mi sentì scompigliare i capelli da dietro,feci per voltarmi e trovai un paio di occhi neri fissarmi con aria da 'duro'. "hai intenzione di fissarmi ancora per molto con quest'aria da 'BAD BOY'?" dissi fissandolo con altrettanto sguardo assassino,per poi scoppiare in una tenue risata.
 
" Al,smetti di ridere. Non è divertente ".
 
 Disse lui facendo un ghigno.
 
" Ne sei sicuro? Anche se metti il broncio,le tue adorabili fossette sono onnipresenti ".
 
Sorrisi e gli baciai la punta del naso.
 
" Al,non trattarmi come un bambino.Ho vent'anni "
 
.Disse con aria infastidita.
 
" Ma sarai per sempre il mio migliore amico,piccolo ' Bad Boy '! ".
 
E li,dopo una delle nostre fasi sdolcinate sorrise.
 
" Ti voglio bene Al ",
 
disse abbracciandomi di getto.
 
" Anch'io Carl,anch'io ".
 
 Mi accarezzò la schiena mentre eravamo ancora abbracciati,e io lo strinsi più forte.
 
" Ei,piano.Così non respiro ",
 
e rise.
 
" Non mi importa ",
 
sussurrai,
 
" Sei l'unica cosa che mi rimane ".
 
" Piccola. ".
 
" Mmh "
 
dissi quasi in lacrime accucciata sotto il suo braccio destro.
 
" Sarò sempre la tua famiglia,per sempre.E adesso.. ".
 
 " Cosa? "
 
dissi mentre lui mi prese il viso asciugandomi le lacrime.
 
"  Adesso muovi il culo è inizia a pulire questo posto da cima a fondo, visto..  ".
 
 "  Si si,visto che oggi c'è l'inaugurazione e bla bla bla  "
 
dissi io interrompendolo e facendogli la ripassata.
 
 " Brava. Ma io non parlo così,Al ".
 
" Invece si,signor 'Sono Carl Philips,del Colorado,ho vent'anni e sono il cameriere di un anonimo locale di Londra tra L'east parck e la 16evenue,e sono un uomo tenebroso. E faccio paura,uuuh ' ".
 
Dissi facendogli il verso.
 
 " Ah,la metti cosi?Adesso ti faccio vedere io se non faccio paura! "
 
.Iniziai a correre tra i tavoli della sala seguita da lui,fino a quando non arrivammo davanti al piccolo palco che si trovava a pochi metri dai tavoli. Li di getto mi fermai. Rimasi lì a fissare quel palco per degli istanti che mi sembrava fossero anni.
 
 " Dovresti.. .Dovresti.. " .
 
 " No . "
 
dissi in un sussurro.
 
" Ma Al -, disse lui poggiando una mano sulla mia spalla -.Non potrai avere paura per sempre ".
 
Aveva ragione,lo sapevo,ma era difficile.E lui lo sapeva.Distolsì lo sguardo.
 
" Lo so.Ma sto bene Carl. Tranquillo. Mi abbracciò."Torniamo a lavoro ".
 
" Si ". D'un tratto sentimo un forte tonfo provenire da dietro il bancone delle bibite. Ma cos'era? Andammo a vedere e..
 
continuaaa




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