Tuesday
July 9th :
Alternate Universe
Who doesn’t love a good AU? The best part is
that the possibilities are endless. Parallel universes, good old coffeeshop AUs, Superhero AUs, different schools, different
cities, different friends. It’s up to the imagination.
Titolo: You, my eternity
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel,
Sebastian Smythe
Klaine
week – giorno 2
Riassunto: “Che ci fosse qualcosa di strano gli fu ovvio fin da
subito, visto che nonostante fosse solo primo pomeriggio il corridoio era
illuminato esclusivamente da luci artificiali: i pesanti tendaggi che coprivano
le finestre erano ermeticamente chiusi, impedendo alla luce del sole di
penetrare nel lunghissimo corridoio.
Mentre si addentrava nella scuola
i suoi occhi chiari scivolarono su ogni particolare, ammirando la bellezza di
quel luogo così diverso dal McKinley.”
You, my eternity
La luna illuminava lievemente le
mura di mattoni della Dalton Academy, creando giochi di luce sui gargoyle
disposti sul tetto. Un ragazzo, dalla finestra di uno dei salottini della
scuola, osservava il grande cortile con sguardo attento. Un sorriso si dipinse
sul suo volto quando i suoi occhi notarono un movimento sul viale principale.
Riconobbe immediatamente la figura longilinea e qualcosa gli si contorse nel ventre
mentre si sedeva più composto sulla poltrona scarlatta, in attesa.
Quando la porta si aprì abbassò
lo sguardo sul libro che teneva in grembo e che non aveva degnato di alcuna
attenzione fino a quel momento.
-Dopo questa sera voglio sperare
che il nostro debito sia saldato, Anderson.-
Blaine alzò pigramente gli occhi
nocciola e li fissò in quelli verdi del ragazzo di fronte a lui, che si era
lasciato cadere su un divanetto con aria esausta –Da quando è un tale sforzo
passare un paio d’ore con un bel ragazzo, Bas?
Credevo fosse il tuo genere perfetto di serata.-
Sebastian si strinse nelle spalle
–Ammetto che quel tipo non era male, nonostante quell’assurdo taglio da
moicano. Peccato che è stato piuttosto complicato, un po’ troppo etero per
crollare ai miei piedi, sai. Ho dovuto ricorrere a tutte le mie doti di attore
per convincerlo a seguirmi.-
-Credevo che le sfide fossero la
tua passione. È proprio per una di queste sfide che eri in debito con me,
ricordi?- commentò l’altro -Allora, arriviamo al punto. Ce l’hai fatta?-
-Certo che sì. Sono Sebastian
Smythe dolcezza. Alla fine ottengo sempre quello che voglio. Ora, mi spiegherai
perché vuoi che l’ultimo dei moicani mandi qui il suo compagno di scuola? Il
mondo è pieno di ragazzi, non puoi uscire e prendertene uno? Sei alto come un hobbit ma avevi un certo fascino anche prima della Transizione.-
-Fatti gli affari tuoi Bas, che ne dici? Piuttosto, sei certo di avere avuto
successo? Perché non ti...-
-Tranquillo, Blaine, il tuo
ragazzino sarà qui entro la fine della settimana. Placa i bollenti spiriti.- lo
rassicurò Sebastian –Ok, io vado a finire la nottata in un modo un po’ più
interessante. Tu resti qui o vuoi tenermi compagnia?-
-Grazie della proposta, ma
resterò qui. Sono sicuro che Thad sarà felice di
sopperire alle tue esigenze.-
-Peggio per te. Buona nottata,
Blaine.- con un vago gesto di saluto Sebastian uscì dalla stanza. Blaine chiuse
il libro e, con un sorriso colmo di aspettativa sul volto, tornò a guardare
fuori dalla finestra.
Lui era là fuori e presto, molto
presto, sarebbe stato ancora più vicino.
***
Kurt aveva sentito parlare molto
spesso della Dalton. Gli Usignoli erano uno dei Glee
Club più popolari dell’Ohio e sapeva che erano molto bravi, anche se quando le
sue compagne gli avevano parlato si erano soffermate più che altro su quanto
fossero tutti incredibilmente belli.
Ad ogni modo, ora che era lì si
sentiva piuttosto stupido. Si era precipitato alla Dalton senza riflettere
veramente su cosa avrebbe potuto fare una volta arrivato: Puck gli aveva
consigliato di togliersi dai piedi e di andare a fare qualcosa di utile come
spiare i loro avversari e così l’aveva fatto. Non voleva che Puck potesse
prenderlo in giro per la sua codardia, ma come risultato si trovava davanti ad
una scuola sconosciuta senza la minima idea di cosa fare.
Si morse il labbro, muovendosi
sul posto un po’incerto, poi decise che la cosa migliore era probabilmente spostarsi
da lì ed entrare prima che qualcuno lo notasse. Così inspirò profondamente e,
facendosi coraggio, si diresse verso l’enorme portone di legno scuro che si
apriva su un lungo corridoio. Superò la soglia, le mani strette sulla bretella
della tracolla, e si inoltrò in quella scuola sconosciuta.
Che ci fosse qualcosa di strano
gli fu ovvio fin da subito, visto che nonostante fosse solo primo pomeriggio il
corridoio era illuminato esclusivamente da luci artificiali: i pesanti tendaggi
che coprivano le finestre erano ermeticamente chiusi, impedendo alla luce del
sole di penetrare nel lunghissimo corridoio.
Mentre si addentrava nella scuola
i suoi occhi chiari scivolarono su ogni particolare, ammirando la bellezza di
quel luogo così diverso dal McKinley.
Ai muri erano appesi grandi
ritratti dall’aria antica, intervallati da lampade che emettevano luci calde e
soffuse. C’erano diversi studenti, qua e là, impegnati nelle tipiche attività
scolastiche, come se non fosse quantomeno stravagante
tutto quel buio. Alcuni leggevano, affondati in grandi poltrone dall’aspetto
morbido. Altri passeggiavano, chiacchierando con tranquillità, oppure
consultavano libri di testo. Tutti indossavano la stessa divisa, composta da
blazer blu bordato di rosso, camicia bianca e cravatta regimental degli stessi
colori della giacca. E tutti, non poté fare a meno di notare confermando ciò
che a suo tempo gli avevano assicurato Mercedes e Tina, sembravano
incredibilmente attraenti, ognuno a suo modo. Ognuno di loro aveva qualcosa che
attirava lo sguardo, qualcosa che, Kurt ne era certo, li avrebbe fatti brillare
come diamanti se si fossero trovati in mezzo alla popolazione del McKinley.
All’improvviso, come se avessero
sentito un segnale, tutti alzarono lo sguardo. Si alzarono, i volti allegri ed
entusiasti, e si affrettarono tutti verso una grande scalinata bianca che
portava al piano superiore. Incerto, l’intruso decise che avrebbe potuto
arrischiarsi a chiedere informazioni a qualcuno per evitare di trovarsi
all’improvviso davanti ad un insegnante e di venire sbattuto fuori.
-Scusa?-
Un ragazzo si fermò nell’atto di
salire le scale e, quando si voltò, Kurt si trovò ad affrontare due occhi che
sembravano caramello fuso. E, se gli altri ragazzi gli erano sembrati
attraenti, in quel momento tutta la sua concezione di bellezza subì una scossa
violenta come un terremoto.
Non era di quelle tipiche
bellezze da copertina su cui Kurt era abituato a sbavare. Era più basso di lui,
le sue sopracciglia erano un po’ troppo folte e avevano una strana forma
triangolare e, per finire, i capelli erano tirati in dietro da una quantità di
gel a dir poco imbarazzante. Eppure… eppure non poteva evitare di incantarsi
ammirando i tratti volitivi del suo viso, le spalle larghe dall’aspetto
robusto, le braccia che tendevano lievemente la divisa della scuola, le labbra
piene e carnose e… Dio, gli occhi, quegli occhi erano come fuoco e Kurt sapeva
che si sarebbe scottato se solo li avesse guardati un po’ più a lungo.
-Io… ehm… posso farti una domanda?
Sono nuovo, qui.- riuscì a spiegare, senza nemmeno incespicare in modo
eccessivo sulle parole.
-Certo.- sorrise appena lo
sconosciuto, osservandolo con quegli occhi brillanti che sembravano puntarsi
direttamente sulla sua anima, scavando in profondità. Poteva dargli quella
sensazione solo uno sguardo? Poi, il ragazzo gli tese la mano –Sono Blaine.- si
presentò.
-Kurt.- sorrise lui, stringendola
e quasi sobbalzando per quanto era innaturalmente fredda –Che sta succedendo?-
domandò poi, accennando all’agitazione attorno a loro. Non gli interessava molto,
in effetti, ma visto che quello che avrebbe davvero voluto fare era rimanere
immobile a fissare gli occhi di Blaine
gli sembrava necessario trovare un argomento alternativo con cui distrarsi.
-Oh, sono gli Usignoli.- spiegò
l’altro, senza distogliere lo sguardo –Sono il Glee
Club della scuola. Ogni tanto si esibiscono in qualche punto della scuola e
tutto si blocca, per permettere agli studenti di andare ad ascoltarli.-
Gli occhi di Kurt si sbarrarono
–Nel senso… vuoi dire che il Glee Club è famoso in
questa scuola?-
-Gli Usignoli sono come
rockstar.- rivelò Blaine con un sorriso entusiasta –Vieni: conosco una
scorciatoia.- disse poi, e nonostante la sua mano fosse gelida Kurt si sentì il
cuore un po’ più caldo quando si strinse sulla sua. Lo seguì, senza porsi
domande, semplicemente godendosi quella stretta e la corsa lungo quei corridoi
in apparenza così seri.
Tutti gli studenti si erano
affollati attorno ad una porta, ma quando videro arrivare Blaine si scostarono
per farlo passare e lui non lasciò la mano di Kurt, tirandoselo dietro e
portandolo in prima fila.
-Bel travestimento, comunque. Ma
non basta per imbrogliarci.- sorrise Blaine, sfiorandogli il colletto del blazer
con sguardo ammiccante, poi fece un passo indietro e si unì ad un gruppetto di
quindici ragazzi. Quando iniziò a cantare, Kurt non riuscì a evitare di andare
in estasi.
I suoi movimenti, i suoi sguardi
maliziosi, la sua voce… come poteva quel ragazzo attirarlo in quel modo ogni
cosa facesse? Inoltre, sembrava che non riuscisse a staccare gli occhi da Kurt.
C’erano decine di ragazzi lì, ma lui guardava solo Kurt, senza perderlo di
vista nemmeno per un secondo.
Quando finirono di cantare un
paio di ragazzi si avvicinarono a Blaine, ma lui li ignorò e si affrettò a
raggiungere Kurt.
-Mio Dio, è… sei… wow!-
-Respira, Kurt.- gli sorrise
Blaine, malizioso, sfiorandogli il braccio -Posso offrirti un caffè?-
***
Un’ora dopo Blaine accompagnò
Kurt alla scalinata dove si erano incontrati. Camminarono silenziosamente,
avevano parlato a sufficienza in caffetteria e Blaine aveva sentito il proprio
cuore sobbalzare quando Kurt gli aveva parlato dei suoi problemi coi bulli. La
sua memoria era corsa immediatamente a quella notte di molti anni prima, dopo
il ballo scolastico.
La serata peggiore della sua vita
che, tuttavia, gli aveva permesso di arrivare a ciò che aveva in quel momento.
Ricordava ogni cosa, ogni istante, con una chiarezza quasi spaventosa. I
giocatori di football che si avvicinavano, Mark che riusciva a scappare
abbandonandolo lì, in balìa dei quattro enormi ragazzi, il primo pugno, la
bottiglia che si infrangeva inondandolo di birra e vetri, l’asfalto freddo, gli
insulti.
Poi, all’improvviso, si era
trovato libero. Attorno a lui erano esplose grida strazianti e, mentre perdeva
la percezione del suo corpo sempre più debole, aveva visto un’ombra scura. Alla
fine mani leggere e fredde l’avevano girato. “Tranquillo, bellezza. Starai
bene.” aveva assicurato quello che poi avrebbe conosciuto come Sebastian “Farà
solo un po’ male.” Aveva aggiunto. E poi il dolore bruciante al collo, la vista
annebbiata, il cuore sempre più debole, il polso di Sebastian sulle labbra. Il
sapore di quel liquido caldo e vischioso, dapprima disgustoso e poi sempre più
dolce e attraente.
Quella notte aveva cambiato
tutto, ma non avrebbe lasciato che Kurt dovesse viverlo come era successo a
lui. Per Kurt non ci sarebbe stato dolore ma solo piacere, e poi tutto sarebbe
stato perfetto. Per entrambi.
-Allora… grazie. Davvero, per non
avermi denunciato, sai, ma anche per… il resto.- esalò rapidamente Kurt,
arrossendo.
-Non devi ringraziarmi, Kurt.-
sorrise Blaine, osservandolo con un sorriso incontenibile –Ti scrivo domani
mattina.- aggiunse, e non sembrava affatto una domanda.
-Grazie. Cioè voglio dire… ehm…
oh, insomma.-
-Sei adorabile.- mormorò Blaine
senza riuscire a trattenersi –A domani, Kurt.-
-A domani.- sorrise l’altro,
timidamente, e corse fuori dalla Dalton. Blaine lo osservò allontanarsi e,
quando fu scomparso, gli parve di non riuscire a staccare gli occhi dal
portone. Sentiva un calore nuovo, potente nel suo petto, lo stesso calore che
aveva iniziato ad avvertire quando una sera di due settimane prima aveva visto Kurt
la prima volta, bellissimo, ad un tavolo del Bel Grissino con alcune amiche.
Non era riuscito a staccare gli occhi da lui quella sera, proprio come non era
riuscito a farlo quel pomeriggio mentre lo portava in giro per la scuola. Se
avesse potuto non avrebbe mai smesso di guardarlo e, si disse, era proprio a
quello che mirava il suo progetto.
-Non capisco, Hobbit.-
la voce di Sebastian lo colse di sorpresa, ma Blaine non si voltò verso di lui
né si scompose –Cosa ti sfugge, Bas?-
-Hai smosso mari e monti per far
arrivare quel ragazzino alla Dalton e ora lasci che vada via?-
-Tranquillo, Bas,
non ho intendo farmelo sfuggire. Se tutto va come penso tornerà da me molto presto.-
-Non è tutto un po’ macchinoso
per un po’ di sangue?-
-Non voglio il suo sangue,
credevo fosse ovvio. O meglio, anche quello, ha un odore delizioso, ma voglio
di più. Voglio lui.- chiarì, e il suo
sorriso rivelò i lucenti canini appuntiti –Con me, per l’eternità.-
______________L’angolino di Jane
Eeeeeed eccoci al secondo giorno. Questa, delle shot che ho scritto fin ora, è quella che mi piace e che mi
spaventa di più. Credo che sia abbastanza originale e ne sono contenta, ma non
so che “effetto” possa fare… quindi aspetto di sapere cosa ne pensate!
La mia Klaine week fin ora:
Giorno 1: Gap attack http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1977871
E detto ciò vi lascio,
e spero di avere qualche parere, bello o brutto che sia.
Un bacio a tutte Klainers!!
Jane