nejiten2
Secondo capitolo della
storia vincitrice.
A DISPETTO DI TUTTI E
DI TUTTO
Era mezzanotte e Hinata finalmente dormiva, sebbene con il capo sul
cuscino umido di lacrime e gli occhi gonfi. Solo poche ore prima aveva
detto addio a due delle persone più importanti della sua
vita:
la sua migliore amica Tenten e suo cugino Neji. Era stata uno degli
eventi più dolorosi che avesse mai vissuto. Dopo il funerale
era
corsa a casa e aveva passato il resto della giornata a piangere, a
chiedere all'aria perché gli unici suoi sostegni in quel
mondo
per cui si sentiva tanto sbagliata l'avevano abbandonata. Non sapeva
come, né quando, né chi, né tantomeno
il motivo
per cui non c'erano più. Tutto ciò che sapeva era
che un
tempo i due giovani erano stati innamorati senza avere il coraggio di
farsi avanti; poi Tenten era stata data in moglie ad un altro, un
forestiero, spezzando il cuore sia a lei che al cugino. Circa due
settimane dopo il matrimonio erano stati mandati in missione insieme,
da soli. E li aveva riportati al villaggio Gai-sensei con le lacrime
agli occhi, morti.
Il sonno tanto bramato era giunto, ma era tormentato: tormentato da
fiamme, urla, turbini, dolore, passione...
Ed eccola lì.
Si guardò le mani, i piedi, le gambe...
Era incorporea. Si poteva vedere solo perché una sottile
linea di luce le definiva i contorni.
Poi si guardò intorno.
Era buio. Buio con una sfumatura di rosso.
Sentiva una tempesta ululare.
Cominciò a tremare: quel luogo la spaventava, la inquietava,
le metteva addosso un senso di ansia.
Indietreggiò, con il forte dubbio di muoversi veramente, ma
venne bloccata da un'altra entità.
Con il terrore impiantato negli occhi si girò lentamente, ma
la figura che si trovò davanti lo fece dissolvere.
Riconobbe in quei tratti, in quegli occhi, in quel sorriso suo zio, il
padre di Neji.
Cercò di parlare, ma non ci riuscì.
Intanto l'uomo l'aveva presa per mano e la stava conducendo nel nulla.
Poi, d'un tratto, due punti di luce... due fiammelle... due anime.
Le lacrime ritornarono a bagnarle le guance.
La sua bocca sillabò i loro nomi.
Il pensiero formulò quelle domande che portava dentro il
cuore da troppo.
Cos'è successo?
Chi è stato?
Per quale motivo vi è stata imposta questa condanna ingiusta.
Nessuno dei due mosse le labbra, ma Hinata si sentì le
orecchie invase dal suono della dolce voce dell'amica.
"O animal
grazïoso e
benigno O graziosa
e buona creatura
che visitando vai per
l'aere perso
che vaghi per questo
luogo fuori dal mondo
noi che tignemmo il
mondo di
sanguigno, noi, che
abbiamo machiato il mondo del nostro sangue
se fosse amico il re de
l'universo,
se potessimo parlare
con colui che
è tutto
noi pregheremmo lui de
la tua pace,
lo pregheremmo
perché sia clemente
con te
poi c'hai
pietà del nostro mal
perverso.
poiché provi pietà per noi e il nostro
peccato.
Di quel che udire e che
parlar vi
piace, di tutto
ciò che volete parlare e sapere
noi udiremo e parleremo
a voi, noi vi
risponderemo
mentre che 'l vento,
come fa, ci
tace. mentre il
vento ci lascia un attimo di tregua.
[...]
Amor, ch'al cor gentil
ratto
s'apprende, l'Amore,
che attanaglia il cuore dei nobili d'animo
prese costui de la bella
persona
fece innamorare
questo
ragazzo di me
che mi fu tolta; e 'l
modo ancor
m'offende. che sono
stata uccisa; e ne sono ancora offesa.
Amor, ch'a nullo amato
amar perdona,
l'Amore, che non
permette a nessuna persona amata di non ricambiare
mi prese del costui
piacer si forte,
mi fece innamorare
così tanto di lui
che, come vedi, ancor
non
m'abbandona. che
come vedi, ancora mi sta affianco.
Amor condusse noi ad una
morte.
l'Amore ci
condusse alla morte.
Caina attende che a vita
ci spense".
l'Inferno dei
traditori attende colui che ci ha ucciso.
Queste parole da l'or ci fuor porte.
Stavano lì, mano nella mano. Lui
piangeva.
Ma nonostante tutto, sorridevano.
Sorridevano perché ora potevano stare insieme, anche se non
potevano più godere della luce del sole.
A dispetto del mondo ingiusto.
A dispetto delle convenzioni.
A dispetto di quel forestiero che prima aveva fatto spezzare i loro
cuori, poi sanguinare i loro corpi.
A dispetto del destino crudele.
A dispetto di tutti e di tutto, loro erano felici.
Rivolse un sorriso ancora bagnato di lacrime allo zio, poi a Neji e a
Tenten.
Poi si ritrovò a sorridere all'aria.
Fuori dalla finestra era giorno e il mondo era quello ingiusto di
sempre.
Ma ora Hinata vi vedeva una punta di speranza.
Poco più tardi era fuori, davanti al marmo dei loro ultimi
letti su cui erano stati appoggiati delicati fiori bianchi.
Stava lì, in ginocchio, sorridente, ancora con le guance
umide e una promessa sulle labbra.
Tenten, Neji, ve lo
giuro: lotterò, per me e per voi, per tutto il tempo che mi
resta in questo mondo ingiusto.
A dispetto di tutti e di tutto.
Fine
Nota sulla citazione:
faccio presente
che il tratto centrale in consirvo NON è opera mia ma di
Dante
Alighieri (V canto Inferno, Paolo e Francesca).
Nota sull'interpretazione (colorata): libera interpretazione quasi
completamente adattata alla storia, perciò non credete di
risparmiarvi la parafrasi per la scuola, sarebbe sbagliata.
V@le
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