I
personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di
Tadatoshi Fujimaki.
Io non ci guadagno nulla, comunque...Godetevela!
Non ricordava molto bene, a dirla tutta per niente, del motivo per cui
fosse finito lì, in ospedale.
Da quello
che aveva potuto capire, captando frammenti di discorso qua e
là dai suoi genitori (i quali di fronte a lui
sembravano sempre a disagio nel tirar fuori l’argomento), e
origliando i discorsi di alcune infermiere pettegole, Takao era quasi
certo di essere stato coinvolto in un qualche incidente automobilistico
nei pressi della propria scuola.
Fortunatamente,
e questo era un parere comune apprezzato soprattutto dai medici, era
stato l’unico
studente e pedone a rimanere ferito.
“See…
Fortuna” aveva invece pensato il ragazzo con una
spessa nota di sarcasmo.
I
distinti signori con il camice bianco avevano poi aggiunto,
probabilmente per rassicurare i suoi genitori, i quali dopo
l’accaduto si erano rivelati una coppia di paranoici
apprensivi (prima di questo Takao non lo aveva mai neppure sospettato),
che fosse normale per un paziente aver bisogno di tempo per recuperare
dopo un trauma simile. Nemmeno l’amnesia di cui era affetto,
per quanto riguardava i momenti prima e durante quel tragico
avvenimento, doveva destare preoccupazioni, si trattava di un semplice
meccanismo di difesa del suo cervello. La mente aveva rimosso i
ricordi che ne avevano causato lo shock, per non essere costretta a
sopportare uno stress molto al di sopra delle sue capacità.
Il fatto
stava che, per quanto le analisi non avessero rivelato niente di serio,
anzi, il nulla più assoluto se non per le ferite causate
dall'impatto con l'asfalto, era ormai da settimane che Takao era
divenuto un occupante fisso di quel buco freddo e sterile.
Nei primi
giorni (doveva ammetterlo), non era stato poi cosi male, tra parenti e
amici venuti a fargli visita. Con il trascorre del tempo
però le visite si erano fatte sempre meno frequenti e una
sorda ed opprimente noia aveva cominciato ad assalirlo, attaccandolo
feroce e distruttiva.
Lui non
era il tipo da rimanersene fermo in un letto! Voleva andare a giocare a
basket, farsi un giro in bici e, chissà, magari trascinare
un risciò.
Tutto gli
sarebbe andato bene, gli bastava uscire da lì, era troppo
frustrante!
Solo una
cosa riusciva a portare un po’ di luce in quel suo mondo
fattosi cosi monotono e buio.
Lo
sguardo grigio-azzurro di Takao vagò sicuro per la sala
d’aspetto, certo di chi vi avrebbe trovato. Ignorò completamente l’ammasso confuso di gente e di voci indistinte, a lui interessava unicamente una persona.
Solamente
quella.
E
difatti, eccolo lì, seduto in attesa del suo turno. Puntuale
come lo era stato ogni giorno negli ultimi due mesi.
Passava
sempre a trovarlo subito dopo gli allenamenti con la squadra.
-
Shin-chan!- lo chiamò con voce squillante ed entusiasta, e
subito Midorima alzò lo sguardo, cercando il suo in mezzo a
tutta quella folla, un moto d'incertezza e confusione negli occhi
dalle ciglia lunghe, come ogni volta che il moro gli veniva incontro
per salutarlo.
- Se
vuole ora può andare… - lo avvicinò in
quel momento una giovane infermiera, distraendolo, e subito
l’ex miracolo si alzò dalla sua sedia,
ringraziandola con un leggero inchino.
Senza
neppure il bisogno che gli fosse indicata la strada
s’incamminò a passo sicuro, avvicinandosi a
Kazunari, il quale attese di averlo a fianco prima di proseguire. Avevano
percorso quei corridoi una cosi infinità di volte, in quel
poco tempo, da poter far il tragitto ad occhi chiusi.
- Secondo
me quella si è presa una bella cotta per te –
scherzò ridendo il moro, le braccia incrociate dietro la
testa e un sorriso beffardo ad incurvargli le labbra, ma ovviamente
Midorima non si abbassò a coglierne la provocazione,
limitandosi a sistemarsi gli occhiali sulla radice del naso, ostentando
una rigida indifferenza. “Il solito Shin-chan”
sospiro Takao divertito, vedendo un leggero color rosa imbarazzo tingergli le guance. Doveva aver pensato la stessa cosa.
Per
quanto nel pronto soccorso (che faceva anche da sala
d’attesa), vi fossero sempre una marea di cose da fare, quella
particolare infermiera, ogni qual volta vedesse anche solo
l’ombra di Midorima, riusciva a svincolarsi dai suoi impegni
o da qualsiasi altra cosa stesse facendo per correre ad occuparsi di
lui, per metterlo a suo agio e per fare la
“carina”. Regalandogli ogni mezzo secondo uno di
quei suoi stucchevoli sorrisetti da smorfiosetta, che ogni giorno
irritava sempre un poco di più Kazunari. Una ragazza simile
non poteva permettersi di importunare a quel modo il suo Shin-chan. Bastava lui ad infastidirlo!
- Il
lucky item di oggi?- domandò Takao posando lo sguardo su
ciò che Shintaro stringeva nella mano sinistra, il pupazzo
di un coniglietto bianco vestito da rock-star e con indosso anche un
paio di occhiali da sole.
Sotto il
braccio teneva però un altro oggetto.
Intanto,
nel parlare, avevano raggiunto la stanza del ragazzo, sulla cui soglia
era ben visibile una targhetta con il suo nome inciso sopra.
- Oha Asa
ha detto che oggi lo scorpione è al terzo posto e il suo
portafortuna è il pupazzo di un Beagle –
spiegò Midorima, già entrato nella camera,
prendendo posto su quella sedia, che ormai era diventata la sua,
proprio di fianco al letto.
-
Dovresti smetterla con tutti questi regali Shin-chan, o
finirò per venirne sommerso – commentò
invece Takao, non senza un sorriso tra il felice e
l’imbarazzato andando ad osservare i lucky item del suo
segno dei giorni precedenti. Erano stati tutti ammassati su di un
piccolo tavolino, ormai stracolmo, tanto da far sembrare un miracolo
che nulla fosse ancora caduto, gli oggetti si sormontavano
l’uno con l’altro in un equilibrio al quanto
precario.
L'occhio infine gli cadde sul peluche di un piccolo falco e il sorriso si
fece un poco triste, risaliva ad una settimana prima.
-
Takao…- lo chiamò Shintaro, facendolo voltare, il
suo tono si era fatto di colpo cupo,
- Si,
Shin-chan? – gli si avvicinò lui, sorridendo di
nuovo nel trovarlo con la testa china e lo sguardo basso, letteralmente
sfinito dopo una cosi lunga giornata di studio e allenamenti.
Pensando
che comunque, per quanto esausto fosse, venisse ogni giorno a fargli
vistia, Takao non poté non trovarlo incredibilmente tenero.
Un
aspetto di Midorima che solo recentemente aveva potuto apprezzare
e, spinto
da un vecchio e familiare istinto, Kazunari andò ad
avvolgere le spalle dell’amico con le proprie braccia,
cercando un abbraccio.
Ma, come
ogni volta prima di quella, non avvertì alcun calore
provenire da quel contatto, le sue dita si limitarono ad attraversare
il corpo di Midorima, incorporee e trasparenti, senza in
realtà sfiorarlo neppure.
-
… perché non ti svegli?- gli domandò
Shintaro, cercando e afferrando la mano di quel Takao vuoto, che occupava immobile un letto d’ospedale, attaccato a delle
macchine per il monitoraggio cardiaco.
Quel
ragazzo silenzioso, dagli occhi chiusi e il volto pallido,
più nulla sembrava spartire con il Takao che aveva
conosciuto.
Il suo
Takao.
- Io non
sono lì, Shin-chan – precisò difatti il
moro, proprio dietro di lui, consapevole però che, per
quanto glielo avesse ripetuto, per quanto gli avesse urlato, non
sarebbe stato udito. Ridotto ora a semplice spirito intangibile, privo
di alcuna materia in quel mondo.
Aveva
mentito.
Era vero
che i medici avevano detto che il suo corpo non aveva subito lesioni
gravi, ma dopo due mesi di coma, la preoccupazione che il colpo alla
testa gli avesse danneggiato irrimediabilmente qualche parte del
cervello sembrava essere divenuta certezza.
Abbastanza
perché i suoi genitori ricevessero le prime richieste da
parte dei dottori per staccargli la spina: “gli organi di
vostro figlio sono giovani e sani, salverebbero molte vite!”
dicevano; e Takao poteva vedere suo padre e sua madre esitare a poco a
poco di più su quella proposta.
Solamente
Midorima, che continuava a chiamare piano il suo nome, seduto proprio
lì, al suo fianco, sembrava ancora sperare in qualcosa.
Infondo,
solo qualcuno che è stato chiamato
“miracolo”, può credere che ne accadi
uno così facilmente.
Solo
qualcuno estremamente devoto all’astrologia, quasi fosse una
scienza assoluta, può pensare che nulla di tanto crudele
accada realmente.
Solo il
suo Shin-chan sperava, credeva ancora.
Ma anche
le sua speranza ormai si era ridotta ad un semplice filo di ragnatela.
-
Takao..- continuò Midorima appoggiando la fronte contro la
sua mano, avvertendola fredda contro la pelle.
Stanco ed
esausto, non ebbe più la forza di trattenere le lacrime,
bagnando di pianto le lenzuola.
Di
sottofondo c'era il battito lento e costante del cuore di Takao,
scandito dal suono breve e acuto del macchinario ospedaliero.
-
DUE MESI PRIMA –
“E
all’ultimo posto della classifica troviamo lo
Scorpione! Consiglio a tutti gli amici di questo segno di fare
particolarmente attenzione essendo per voi una giornata estremamente
sfortunata… E per oggi la vostra Oha Asa vi
saluta!”
“Particolare
attenzione..? Dovrò avvertire Takao “
pensò Shintaro finendo di consultare la sua astrologa di
fiducia, mentre intanto si dirigeva verso la scuola, forse aveva fatto
bene, per quel giorno, a non costringere l’amico a
trascinarlo in giro con il risciò.
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Note Autore:
Mi odio da morire in questo momento ;P
È
la mia prima FF su Kuroko no Basket (quindi siate gentili xP ) e non so
nemmeno perché l’ho scritta su questi due!
No che mi dispiacciano come coppia, è solo che fino a due
giorni fa non aveva scritto mai nulla su di loro O.o
Comunque
vi ringrazio per aver letto questa mia FF , please commentate ^^
bye-bye,
e alla
prossima ;-)))
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