Thursday
July 11th :
Crossover
Harry
Potter. Doctor Who. Game of Thrones. The Office. Psych. The Hunger Games. It’s
totally up to you. Whether it is an epic or a comedy, place the boys in a new
world a see what you come up with.
Titolo: A very Klaine musical
Personaggi: Blaine
Anderson, Kurt Hummel,
Klaine
week – giorno 4
Riassunto: Slytherin!Kurt, Gryffindor!Blaine. Blaine ha osservato Kurt a lungo, da
lontano, ammirandolo e cercando il suo sguardo. Finché un giorno, dopo una gita
a Hogsmeade, uno scontro improvviso non cambierà le vite di entrambi.
-Blaine? Blaine, mi stai ascoltando?-
Il ragazzo sobbalzò, sentendosi chiamare, e quasi si soffocò
con il succo di zucca che aveva distrattamente sorseggiato. Il ragazzo di
fronte a lui lo stava osservando con un sorrisetto e si passò una mano tra i
capelli biondi con aria rassegnata –Quindi, no, non mi stavi ascoltando.-
-No, no Sam… ti ascoltavo. O meglio, quasi. Mi sono
distratto. Solo un secondo.- assicurò Blaine, servendosi un’abbondante fetta
della torta che era appena comparsa sul loro tavolo di Grifondoro.
-Per “solo un secondo” intendi tredici minuti fa?-
Blaine provò a liquidare la questione con una risatina lieve
–Che precisione, mi hai cronometrato?-
-Oh, no. Ho solo notato che una certa persona ha fatto il
suo grande ingresso, in ritardo come ogni sera, esattamente tredici minuti fa.-
Con un gemito, Blaine attaccò la torta con particolare
aggressività –Sono davvero così evidente?-
-No, tranquillo, tutti pensano che tu sia semplicemente un
pochino più fuori dal mondo del solito.- lo rassicurò Sam –Ma per quanto non ci
sia pericolo che Hudson si renda conto di qualcosa… il suo caro amico è più
sveglio. E se Puck riferisse a Finn che continui costantemente a…- abbassò la
voce ad un sussurro, chinandosi verso l’amico –Mangiarti con gli occhi il suo
fratellino, le cose non si metterebbero bene per te.-
-Io non me lo mangio con gli occhi.- sbottò Blaine,
irritato.
-Diciamo che un po’ te lo mangi con gli occhi e un po’
cerchi di capire qual è, o meglio chi
è, la causa di questi suoi continui ritardi a cena.-
-Ciao ragazzi! Di che si parla?-
Blaine non era mai stato grato ad Artie come quando lo vide
comparire alle spalle di Sam, ponendo inevitabilmente fine a quel discorso che
si stava facendo decisamente imbarazzante.
-Al solito, Sam cercava di convincermi a fare il provino per
il Quidditch.- mentì Blaine e, come aveva previsto, fu sufficiente a dare il
via ad un’accorata discussione che coinvolse in fretta anche Finn e Puck,
seduti a poca distanza da loro. Approfittando della distrazione degli amici
Blaine si permise di lasciar vagare lo sguardo sulla Sala Grande, più
precisamente in direzione del tavolo di Serpeverde e, ancora più precisamente,
verso il fratello adottivo del suo compagno di Casa.
Kurt Hummel era la sua ossessione
personale da quando l’anno scolastico era iniziato. L’aveva sempre trovato in
qualche modo interessante, anche se nessuno sembrava sapere molto di lui. Aveva
qualcosa, al fondo di quei bellissimi occhi azzurri, che lo incuriosiva.
Quell’anno però, quando l’aveva visto sulla banchina del binario 9 e 3/4, ne
era rimasto assolutamente incantato e da quel momento non era riuscito a
smettere di osservarlo, studiandolo con sguardo adorante ogni volta che entrava
nel suo campo visivo.
Con il passare dei mesi aveva finito per imparare qualcosa
su di lui: il fatto che arrivasse sempre in ritardo a cena, per esempio. Le
prime volte, con una punta di depressione, aveva pensato che Kurt fosse da
qualche parte con il suo compagno di Casa, Sebastian Smythe. Quei due stavano
spesso insieme, con un’altra ragazza Serpeverde di nome Santana, e nonostante
la delusione che l’aveva colto al pensiero di quei due appartati in qualche
aula dispersa della scuola, si era detto che avrebbe dovuto immaginare che
stessero insieme. Ma poi, all’incirca a metà della seconda settimana di scuola,
Blaine aveva notato che Sebastian era già in Sala Grande e che Kurt era
comunque in ritardo. Da quel momento il giovane Grifondoro aveva passato
diverse cene a cercare di capire dove fosse Kurt e, soprattutto, se ritardava
da solo o con qualcuno.
Un’altra cosa che aveva notato era che Kurt era rispettato
da tutta la sua Casa, ma che a parte Sebastian e Santana non sembrava avere
molti amici. Passava gran parte del tempo con loro, ma quando i due non erano
presenti per qualche motivo stava quasi sempre da solo a leggere o a
passeggiare nel giardino, sulle sponde del Lago Nero.
In effetti Kurt non sembrava una persona semplice da
avvicinare. Le sue risposte sarcastiche erano famose e anche i Grifondoro più
agguerriti ci pensavano diverse volte prima di attaccarlo direttamente. Era più
semplice dar corda alle battute pesanti ma decisamente più banali delle Serpi
della squadra di Quidditch, come Karofsky o Azimio.
-Blaine? Ti sei incantato?-
Di nuovo, Blaine sobbalzò e si sforzò di strappare la sua
attenzione dal Serpeverde –Eh?-
-Volevo sapere se nel fine settimana vuoi venire a Hogsmeade
con me, Brittany e Tina, visto che Sam ha un
appuntamento con Quinn.- ripeté Artie.
Blaine giocherellò con una forchetta, esitante. In verità
non aveva molta voglia di andare a Hogsmeade, soprattutto non con quella
compagnia. Non che fossero antipatici, tutt’altro, ma Artie e Brittany facevano più o meno coppia e non era un mistero
che Tina, una Tassorosso del suo stesso anno, avesse una cotta per lui. Blaine
non era il tipo da andare in giro declamando la sua omosessualità ai muri, ma
gli sembrava strano che in tutti quei mesi la ragazza non se ne fosse resa
conto.
-Va bene, certo. Perché no.- annuì distrattamente, mentre il
suo sguardo tornava a sfiorare il tavolo di Serpeverde. Una piccola,
imbarazzante parte della sua mente gli suggerì che forse, magari, avrebbe
potuto incrociarlo in qualche negozio. Amava vederlo quando indossava vestiti
diversi dalla divisa, gli sembrava di poterlo conoscere un po’ di più
ammirandolo con quei completi un po’ sopra le righe ma così personali. Lo
aiutava a credere di sapere qualcosa in più rispetto a quel nulla assoluto che,
in effetti, rappresentava alla perfezione il loro inesistente rapporto.
***
La giornata ad Hogsmeade non era
stata molto interessante e Blaine, dopo tre ore passate a cercare di evitare la
mano di Tina che continuava a sfiorare casualmente
la sua, era riuscito ad annunciare che sarebbe tornato al castello adducendo la
scusa di un tema di Pozioni che doveva assolutamente portare a termine. Ovviamente
la Tassorosso si era offerta di accompagnarlo, gli occhi già brillanti all’idea
di restare sola con lui, ma Blaine le aveva assicurato che non era necessario
ed era scappato via senza darle tempo di replicare.
Entrò nel corridoio principale
della scuola e si diresse verso la torre di Grifondoro, sovrappensiero. Era al
secondo piano quando una specie di tornado lo investì, facendolo cadere a terra
in modo decisamente poco composto.
-Oddio, scusa. Stai bene?-
Blaine alzò lo sguardo
lentamente, percorrendo un paio di scarpe lucide, dei pantaloni decisamente
attillati e un maglioncino verde scuro per poi giungere a un viso familiare.
Molto, molto familiare.
-Ti ho fatto male?-
-No… no, no. No.- balbettò,
maledicendosi. Non solo era crollato come un sacco di patate, ma stava anche
balbettando. Per la prima volta Kurt si stava rivolgendo direttamente a lui, e
lui balbettava.
-Scusa, andavo di fretta e non…
oh, Merlino.- sbottò quando dei passi risuonarono nel corridoio alle loro
spalle. Blaine si era appena alzato in piedi che Kurt gli afferrò il braccio,
rischiando seriamente di farlo di nuovo collassare a terra per l’agitazione
–Ok, ti sembrerò pazzo, ma devi aiutarmi, ho bisogno di un nascondiglio, puoi
suggerirmi un posto?-
-Beh… sì, ne conosco uno ma…
cosa…- balbettò Blaine, stordito da quel contatto improvviso.
-Ok, puoi accompagnarmici? Tipregotipregotiprego?-
Blaine non avrebbe certo avuto
bisogno di essere scongiurato. Ringraziando mentalmente chiunque fosse il
responsabile della stravagante fuga di Kurt lo prese per mano e corse,
guidandolo di corsa verso le scale sperando che non scegliessero proprio quel
momento per spostarsi.
La mano di Kurt stringeva la sua
con sicurezza, senza alcun imbarazzo, e Blaine dovette concentrarsi davvero
molto per riuscire a non sbagliare strada. Alla fine raggiunsero il settimo
piano e, sotto lo sguardo confuso del Serpeverde, Blaine iniziò a fare avanti e
indietro nel corridoio dell’arazzo di Barnaba.
-Ehm… ti sei perso? Non ti
ricordi più dove…- fece per dire Kurt, ma si zittì notando la porticina che era
improvvisamente comparsa sulla parete –Ma cosa…- non fece in tempo a finire la
frase: qualcuno li stava raggiungendo –Oh, ma per tutti i gufi, ha un radar?-
sbottò, afferrando Blaine e tirandoselo dietro nella stanzetta appena comparsa.
Era stretta, quasi uno sgabuzzino, ma potevano starci comodamente entrambi e
immediatamente Kurt poggiò un orecchio sulla porta sbarrata. Blaine, invece, si
poggiò al muro e osservò l’altro ragazzo cercando di non andare in
iperventilazione.
Fino a quel mattino aveva
osservato Kurt da lontano, pensando a quanto fosse incredibilmente
irraggiungibile, e ora si trovava chiuso in uno stanzino insieme a lui. Certo,
non a fare quello che nelle sue fantasie avrebbe fatto in una situazione
simile, ma poteva accontentarsi.
Da fuori, all’improvviso, arrivò
una voce che Blaine non conosceva –Kurt? Kurt sei qui? Dovresti andare in
infermeria, dai, vieni fuori, ti accompagno. Non devi vergognarti, davvero!
Kurt?- la voce si allontanò e il Serpeverde, sollevato, si appoggiò con la
schiena alla parete accanto a Blaine, gli occhi chiusi e la testa inclinata
indietro.
Blaine lo osservò per qualche
secondo, decisamente indeciso sul da farsi –Ehm…-
Kurt si voltò verso di lui, un sorrisetto sarcastico sul
viso –Un appuntamento. Un appuntamento disastroso con un ragazzo decisamente
sbagliato. E credo di aver scelto la scusa sbagliata per fuggire- spiegò –Sono
Kurt, comunque.-
-Io… Blaine. E… sì, posso capire.- annuì Blaine, tentando
nervosamente di rispondere al sorriso.
-Non mi sembri il tipo da avere problemi con le ragazze.-
ribatté Kurt, strappando al Grifondoro una risatina tesa –No, con le ragazze va
benissimo. Anche troppo bene, considerando che… beh non sono esattamente il mio
interesse principale.-
-Oh.- squadrò Blaine con un sorrisetto, poi si staccò dal muro
–Beh, credo che Chandler hullalà, alias il mio disastroso appuntamento, sia
sufficientemente lontano ormai.-
Vedendo che stava per aprire la porta, Blaine si affrettò a
seguirlo e insieme uscirono nel corridoio del settimo piano.
-Beh, grazie per il nascondiglio. Non ti chiederò come fai a
conoscerlo.- disse Kurt rivolgendo a Blaine un altro sorriso, proprio mentre un
grande gruppo di studenti probabilmente appena tornati da Hogwarts, invadeva il
corridoio –Ci vediamo in giro.- aggiunse e, con un occhiolino, scomparve tra la
folla. Blaine, decisamente sommerso dagli eventi dell’ultima mezz’ora, rimase
un istante a fissare il punto in cui fino ad un istante prima c’era Kurt.
Un attimo dopo, una fitta di dolore ad una spalla lo
riscosse dalle sue fantasie e si trovò contro il muro. Decisamente stupito
osservò la schiena dei due ragazzi che l’avevano colpito: erano i Battitori di
Serpeverde, Azimio e Karofsky, ed erano già a diversi
metri da lui. Scuotendo le spalle, Blaine si rassettò il maglione e si diresse
quasi saltellando verso la Sala Comune: era decisamente troppo allegro per
pensare a qualcosa di negativo.
***
La cena arrivò in fretta e Blaine
scese insieme a Sam e Artie, scivolando lungo le scale che si appiattivano
magicamente per permettere alla sedia a rotelle di scorrere comodamente. Sam
continuava ad osservare l’amico, accigliato –Blaine, la smetti di saltellare?
Inizia a essere imbarazzante.-
-Non sto saltellando.- lo
redarguì il ragazzo, senza attutire il sorriso che da quando era tornato ad
Hogwarts regnava sovrano sul suo viso.
-No, certo.- alzò gli occhi al
cielo Artie mentre entravano in Sala Grande, osservando il soffitto denso di
nubi scure –Avvertici se inizierai a camminare volteggiando.-
-Vi dico che non…-
-Ehi, Blaine.-
Al suono di quella voce
cristallina e decisamente familiare, il Grifondoro si voltò in un battito di
ciglia –Oh, ehi Kurt. Come… tutto ok con il tuo stalker
personale?- riuscì a domandare, soddisfatto di sé stesso per essere riuscito a
formulare una frase di senso compiuto anche se il suo cervello sembrava essere
partito per una vacanza anticipata.
Kurt emise una lieve risata
–Tutto bene. Ci vediamo in giro Blaine, buon appetito.- disse poi e, con un
movimento aggraziato, superò il gruppetto e si diresse verso Smythe e Santana
che erano già a tavola.
Blaine si sforzò di non fissarlo
e, facendo finta di niente, si affrettò verso il tavolo di Grifondoro. Non
poteva sperare però che a Sam sfuggisse ciò che era appena accaduto e non fu
sorpreso di sentire il suo sussurro –Appena Artie va a dormire mi racconti
tutto.-
***
Il giorno successivo Blaine stava
passeggiando sulle rive del Lago Nero, la mente piena di delle immagini degli
ultimi due giorni. Kurt l’aveva salutato di nuovo, a colazione, e durante la
lezione di Erbologia si erano scambiati un sorriso
attraverso il grande tavolo attorno a cui erano seduti.
Ovviamente stava cercando di non
farsi illusioni, ma non poteva evitare di tenere il conto di tutti quei piccoli
contatti. Dopo mesi passati a guardarlo da lontano, quello gli sembrava un
passo enorme.
Era così preso dai suoi pensieri
che si rese conto dell’arrivo dei due Battitori Serpeverde solo quando la voce
di Karofsky pronunciò il suo nome.
-Ehi, Anderson.-
Blaine si accigliò, decisamente
stupito che conoscessero il suo nome –Ehm… Karofsky?-
-Karofsky?- gli fece il verso Azimio, con una voce effemminata che di certo non
somigliava affatto a quella del Grifondoro –Che c’è, Anderson, non ci vedi? Sei
diventato cieco a forza di farti le seghe pensando a Hummel?-
Blaine arrossì violentemente
–Cos… che volete da me?-
Karofsky fece un cenno ad Azimio, che obbedì e si allontanò di qualche passo per fare
il palo. Un attimo dopo Dave era addosso a Blaine,
che non fece in tempo a prendere la bacchetta dalla tasca del mantello prima di
trovarsi sollevato contro il tronco di un albero –Che diavolo pensi, eh
Anderson?-
-Penso che dovresti mollarmi. Non
so nemmeno cosa pensi che ti abbia fatto!- tentò Blaine, ma nonostante fosse in
genere abbastanza bravo a farsi valere il Battitore era sempre il doppio di lui
e non riuscì a liberarsi dalla sua stretta.
-Te lo dirò solo una volta,
Anderson.- ringhiò Karofsky in un sussurro minaccioso –Stai lontano da Hummel. Ti ho visto come lo guardi. Non farti strane idee. Chiaro?-
-Di che stai… cosa ti importa?-
sbarrò gli occhi Blaine, decisamente sconvolto da quella richiesta.
-Non ti deve interessare. Devi
solo stargli lontano se non vuoi vedertela con me.-
-Dave,
ehi amico, mettilo giù.- sussurrò Azimio
all’improvviso –C’è Humm…-
-Karofsky. Che state facendo?- la
voce di Kurt arrivò alle orecchie di Blaine pura e cristallina come il suono di
mille campanelle, ma per la prima volta non fu lieto di sentirla. Non voleva
che si mettesse nei guai per lui e stava quasi per dirgli di non preoccuparsi
quando, sorprendentemente, si trovò libero.
Individuò subito Kurt, ormai i
suoi occhi erano abituati a cercarlo e lo faceva d’istinto, senza pensarci.
Indossava la divisa, il mantello ben rimboccato e una sciarpa verde e argento a
coprire il lungo collo diafano. I loro occhi si incontrarono solo per un
istante, dopodiché Kurt si voltò verso Karofsky. Un Karofsky che sembrava
decisamente strano, in quel momento.
-Che combini, Dave?-
domandò Kurt con voce glaciale, la stessa voce che Blaine gli aveva sempre
sentito usare prima del loro stravagante incontro.
-Io… Io stavo …- esitò Karofsky
–Niente. Andiamo.- sbottò poi, rivolgendosi ad Azimio
che era rimasto in disparte. I due Battitori si allontanarono, non senza che Dave lanciasse a Blaine un’occhiata di puro odio. Quando
finalmente furono distanti Kurt si rivolse al Grifondoro e questi non riuscì a
non sorridere quando si rese conto che il tono della sua voce sembrava
decisamente diverso da pochi istanti prima –Tutto bene?- gli domandò, e la sua
preoccupazione suonava sincera.
-Io… sì, grazie.- rispose Blaine.
Kurt gli rivolse un sorriso appena accennato, dopodiché si voltò e fece per
incamminarsi verso il castello –Aspetta.- tentò Blaine, ma il Serpeverde non
sembrò sentire il suo richiamo. Osservò per un attimo il suo mantello che
svolazzava lieve dietro di lui e, mosso dal coraggio tipico di Grifondoro che
finalmente aveva deciso di fare la sua comparsa, si slanciò verso di lui e lo
afferrò per un polso.
Kurt si voltò verso di lui con la
rapidità di un gatto e per un istante i suoi occhi, gelidi e provocatori, lo
immobilizzarono.
-Scusa… volevo solo chiederti una
cosa.- si scusò, affrettandosi a lasciargli il braccio. Kurt chiuse gli occhi
un istante, come a voler recuperare il controllo, e quando li riaprì Blaine li
vide brillare di una luce diversa, quasi dolce –Certo. Dimmi.-
-Ecco…- esitò Blaine.
All’improvviso non era più sicuro del motivo per cui l’aveva fermato.
Semplicemente vederlo andare via gli aveva lasciato una sensazione di vuoto e
aveva agito di conseguenza –Il fatto è che Karofsky… mi ha detto una cosa.-
Di nuovo, Kurt si irrigidì –Sì?-
-Mi ha… diciamo che mi ha
minacciato. Ha detto che dovrei stare lontano da te.-
Kurt emise un sospiro, scuotendo
il capo –Quell’idiota.- sbottò –Non devi dare retta a Karofsky. Ha una specie
di… fissa, verso di me.-
-Oh… oh. Ok.- annuì Blaine, preso
per un secondo in contropiede. Voleva dire che il Battitore era gay? Non
l’avrebbe mai detto. Mentre quel pensiero lo deconcentrava per un attimo Kurt
si voltò, facendo di nuovo per andarsene –Vuol dire che non devo farlo?-
-Cosa?- si accigliò Kurt,
voltandosi appena verso di lui.
-Starti lontano.-
Le parole galleggiarono tra loro
per un lungo istante. Il viso di Kurt era una maschera di ghiaccio e Blaine
sentì un insopportabile peso all’altezza dello stomaco mentre cercava senza
successo di leggervi qualcosa, una qualsiasi emozione, che gli facesse capire
se aveva osato troppo.
Alla fine, dopo un tempo che
parve infinito, il Serpeverde si voltò e si avvicinò a lui. Blaine sbarrò gli
occhi, incerto, aspettandosi una fattura o peggio, ma non arrivò. Kurt studiò
per qualche istante il suo volto, come se vi stesse cercando una risposta a
chissà quali domande, poi fece un altro passo verso di lui.
Il bacio fu troppo vicino alle
labbra perché potesse essere casuale e Blaine quasi gemette in risposta al
brivido che gli attraversò la spina dorsale.
-No, non credo che tu debba
starmi lontano.- esalò Kurt, per poi allontanarsi. Stavolta Blaine non lo fermò,
limitandosi ad osservare il ragazzo che si allontanava con un’espressione
decisamente ebete.
***
A partire dal giorno seguente
Blaine non poté ignorare le occhiate che Karofsky gli lanciava in
continuazione. Nemmeno ai suoi amici erano sfuggite: più volte Sam gli aveva
chiesto cos’avesse fatto per attirarsi le ire del Battitore e altrettante volte
lui gli aveva assicurato che non ne aveva idea. Ma la cosa, ad essere sinceri,
non lo disturbava. Non finché Kurt lo salutava in un sussurro ogni volta che si
incrociavano, non quando durante le lezioni che avevano in comune incrociava il
suo sguardo e si scambiavano impercettibili cenni di saluto.
-Ehi, dove vai?-
Blaine stava già sorridendo prima
ancora di incontrare gli occhi celesti di Kurt –Ciao. Non ti ho visto a cena.-
-Mhm,
mi hai cercato?- domandò Kurt. Negli ultimi giorni il suo tono era diventato
piuttosto malizioso quando si rivolgeva a lui e ogni volta il Grifondoro non
riusciva a evitare di arrossire piacevolmente –Beh, potrebbe essermi capitato
di notare che non eri con i tuoi amici.-
Kurt sorrise, abbassando lo
sguardo –Allora, dove andavi?-
-Devo spedire una lettera ai
miei.- spiegò Blaine, mostrando la lettera che teneva tra le mani –Vuoi…
accompagnarmi alla gufiera?-
-Sì, ok.-
Si incamminarono insieme, senza
parlare, ma la cosa non li disturbava. Non era un silenzio imbarazzante,
semplicemente non sentivano il bisogno di parlare per forza.
L’atmosfera cambiò radicalmente
quando, ormai vicino alla gufiera, incrociarono la
squadra di Quidditch di Serpeverde. Blaine sapeva che a Kurt non era sfuggito
lo sguardo di Karofsky e abbassò gli occhi, a disagio. Continuarono il loro
tragitto, ma il silenzio non era più disteso e rilassato come un attimo prima.
Era come se entrambi avessero qualcosa da dire ma non trovassero il coraggio di
aprir bocca.
Alla fine, mentre Blaine legava
la lettera alla zampa del suo piccolo gufo scuro, Kurt ruppe l’attesa –Senti…
mi dispiace.-
-Ti… come? Di cosa?- domandò il
Grifondoro sbarrando gli occhi.
-Beh, Karofsky se la prende con
te per colpa mia. Mi dispiace, forse… dovrei davvero smettere di girarti
attorno.-
Blaine abbassò lo sguardo,
improvvisamente molto interessato al pavimento decisamente poco pulito della
stanza –Io… non so, se… se tu non vuoi più fare… quello che facciamo, cioè, in
effetti non facciamo niente, ma se…- inspirò profondamente, guardandolo negli
occhi –Devi fare quello che vuoi, davvero.-
-Io… non è che voglio.- all’improvviso, tutta la
sicurezza che aveva sempre visto in Kurt parve scomparire e Blaine non poté che
trovarlo adorabile –Non vorrei che ti facesse qualcosa. Per colpa mia.-
-Non sono un ragazzino da
proteggere, sai? So che quel giorno, sul Lago… ma mi ha solo colto di
sorpresa.- gli assicurò.
-Va bene. Scusa, non… volevo
offenderti, sono sicuro che tu sappia difenderti benissimo, è che queste cose
sono… un punto debole per me. E non so nemmeno perché ti sto parlando così,
dato che inizio a sembrare patetico, quindi ora starò solo zitto e ti aspetterò
qui in silenzio.-
Blaine lo osservò, un po’
stordito e un po’ piacevolmente sorpreso davanti a quella improvvisa perdita di
controllo –Non mi sembri affatto patetico.- ribatté –Posso… chiederti una
cosa?-
-Suppongo che tanto, peggio di
così.-
Blaine ridacchiò davanti all’aria
drammatica di Kurt –Come mai hai detto che questo genere di cose sono un punto
debole? Non mi sembri il tipo che ha bisogno di aver paura dei bulli.-
Kurt non distolse lo sguardo.
Sembrò riflettere sulla domanda per qualche istante, o forse più che altro si
stava soffermando a valutare se rispondere o meno. Alla fine sembrò decidere
per un sì –Beh, hai ragione. Più o meno. Ecco… il fatto è che io sono un nato babbano, probabilmente non lo sapevi.-
-No, infatti.- sbarrò gli occhi
Blaine –E come sopravvivi a Serpeverde?-
Nel sorriso di Kurt non c’era
molta allegria, ora –Già, infatti. Il fatto è che… prima di Hogwarts ho
frequentato una scuola babbana e lì… non ero molto
ben voluto. Perché sono… lo vedi da te, immagino, non sono esattamente un uomo
duro e crudo. Preferivo stare con le bambine che giocare a football con gli
altri ragazzi. Odiavo sporcarmi i vestiti, e la cosa non è migliorata quando ho
avuto la pessima idea di dire che trovavo un mio compagno di classe molto
carino.-
-Non capisco.- si accigliò
Blaine, andandogli accanto.
-Già, tu sei un purosangue,
immagino. Tra i non-maghi… non è completamente accettata questa cosa
dell’omosessualità. In certi paesi in particolare e… beh, nella mia città
soprattutto. Non era una bella situazione e la scuola era un incubo.-
Blaine si morse il labbro,
trattenendosi a stento dall’allungare la mano fino a stringere quella di Kurt.
-Così, quando ho capito che tra i
maghi questi problemi non ci sono, o almeno sono molto lievi… ero davvero
felice di lasciarmi tutto alle spalle. Poi sono arrivato. Sono stato smistato a
Serpeverde e ho scoperto che per l’ennesima volta non sarei stato normale. Perché ero un mezzosangue e lo
sai, non ci sono mezzosangue a Serpeverde.-
-Però non vieni preso di mira.-
commentò Blaine con cautela –Ti rispettano, no?-
-In verità, la maggior parte non
osa sfidarmi perché… beh, hanno paura, credo. Quando ero al primo anno… beh, ho
deciso che non mi sarei fatto mettere di nuovo i piedi in testa. Mi sono
iscritto al Club dei duellanti di Shuster e ho iniziato
a passare tutto il mio tempo libero esercitandomi con gli incantesimi. Sono una
persona piuttosto testarda e in un certo senso Shuster
mi ha preso sotto la sua protezione. Ha accettato di darmi lezioni private. Non
so se sai come funziona il Club…- Blaine scosse il capo, coinvolto da quella
storia e decisamente felice che Kurt avesse all’improvviso deciso di aprirsi in
quel modo –I ragazzi del primo anno possono venire sfidati solo dopo quattro
mesi di permanenza nel Club. Ovviamente, Azimio mi
aveva già preso di mira e mi sfidò non appena i miei quattro mesi furono
scaduti. Lui era del secondo anno e l’ho battuto in fretta. Poi sono stato
sfidato da un altro Serpeverde, del quarto, e alla fine si è fatto avanti uno
del sesto.-
-Li hai battuti?- sbarrò gli
occhi Blaine.
-Ho battuto quello del quarto. Il
professor Shuster ha interrotto il terzo duello,
stavamo… esagerando, ecco. La volta successiva fui io a sfidare un ragazzo, era
del sesto ed era piuttosto conosciuto nel Club. In quel momento, quando l’ho
battuto, le cose sono davvero cambiate. Non mi adoravano, ma nessuno aveva più
il coraggio di insultarmi direttamente. Quella stessa sera ho conosciuto Seb e Santana. Mi hanno fatto i complimenti e… beh,
Sebastian ci ha provato, in realtà, lui ci prova con chiunque, ma poi siamo
diventati amici. In effetti, gli unici che io abbia mai avuto, a parte Finn, ma
lui… non ci consideriamo molto, a scuola. Da allora ogni sera continuo ad
allenarmi, poi devo cenare in venti minuti ma… mi fa sentire sicuro, ecco.-
Blaine non poté trattenere un
sorriso –Ah, ecco perché arrivi sempre tardi!- esclamò in tono decisamente
troppo entusiasta, guadagnandosi uno sguardo curioso di Kurt –Ecco… è che l’ho
notato da un po’. Da diversi mesi, a dire il vero, e… beh, credevo che fossi
con qualcuno, in realtà, sono impazzito per capire con chi potevi essere ogni
sera.-
Nel silenzio che seguì Kurt si
voltò verso Blaine, un sorrisetto a malapena trattenuto –Ti sarebbe
dispiaciuto?-
Blaine arrossì –C… cosa?-
-Se fosse stato con un ragazzo.
Ti… avrebbe dato fastidio?- domandò il Serpeverde, appena un po’ esitante, facendo
un passo per porsi di fronte a lui.
-La verità?-
-Ovviamente.-
Blaine si sporse appena e le loro
labbra erano solo a un respiro di distanza quando sussurrò –Da morire.-
Poi, le mani di Kurt erano tra i
suoi capelli e Blaine stava stringendo il mantello di Kurt tra le dita. Si
attirarono l’uno contro l’altro e in un istante le loro labbra erano unite in
una danza che sembrava quasi una lotta.
Grifondoro contro Serpeverde,
purosangue contro mezzosangue, niente di tutte quelle sciocche faccende avevano
importanza, come non contava quanto poco romantico fosse il luogo in cui si
trovavano. L’unica cosa importante era il contatto tra le loro labbra, le loro
mani, le loro lingue, i loro corpi… dovettero quasi farsi violenza per
separarsi quando iniziarono a sentire la necessità di respirare.
-Oh, wow. E pensare che dicono
che sei un tipo freddo.- commentò Blaine, poggiando la fronte contro quella
dell’altro ragazzo e strappandogli una risata leggera –Lo sono, in genere. Non
ho idea di cosa tu abbia di strano ma… mi sembra di non dovermi trattenere, con
te.-
-Mh, questo è interessante.
Quindi cosa vorresti fare in questo momento, senza trattenerti?-
-Senza trattenermi?- domandò Kurt
con malizia.
-Senza trattenerti.-
Senza aggiungere altro Kurt lo
attirò di nuovo a sé e si baciarono ancora, fino a rimanere senza fiato.
Respirare, dopotutto, sembrava
decisamente superfluo a quel punto.
_____________________L’angolo di
Jane
Fiuuuu, questa è stata bella lunga e bella faticosa. Che dire, Harry Potter +
Glee? È tanto se non ho avuto un orgasmo mentre
scrivevo!
La mia Klaine week:
Giorno 1 – Gap attack http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1977871&i=1
Giorno 2 – You, my eternity http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1982000&i=1
Giorno 3 – Jealousy http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1984942&i=1
Eeeeh che dire? Spero vi sia
piaciuta e ci vediamo domani con una dose sorprendente di fluff, vista la mia
tendenza alle tragedie greche!
Jane