Bene, rieccoci qua ^^
Secondo il consiglio di Otsuru (insieme alla quale ringrazio tutti
coloro che hanno commentato la mia precendete Fan Fiction), rieccomi
pronto a cominciare una nuova storia.
Per la gioio di coloro che hanno apprezzato "Kingdom Hearts", vi
presento il primo capitolo del seguito che, vi assicuro,
sarà pieno di azione e colpi di scena.
Buona lettura^^
(PS: in questa Fan Fiction, come noterete fin dal primo capitolo, ci
sono dei flashback che riprendo dei video di Kingdom Hearts. A tale
gioco ho giocato quel bel po' di tempo fa, e se qualcuno nota delle
imprecisioni nei dialoghi di tali flashback, sarà molto
ringraziato se me li fa sapere^^)
Prologo
Tre anni, tre lunghi anni erano passati dagli avvenimenti che avevano
cambiato la su esistenza e quella dei suoi amici.
Esattamente tre anni prima da quel giorno Roxas si risvegliava sulla
spiaggia dell’Isola del Destino circondato dagli altri membri
dell’Organizzazione XIII.
Avevano giocato, gioito. Poi, piano piano, erano dovuti tornare
realtà, quella realtà dalla quale si erano
estraniati molti anni prima.
Non era stato facile ma, come una grande famiglia, si erano aiutati
insieme dandosi una mano a vicenda.
Innanzitutto si erano spostati alla città vicino
all’isola dove si erano ritrovati, e una volta li avevano
cominciato a fare progetti per il futuro.
Xemnas, Vexen e Saix avevano costruito un grande laboratorio nelle
quali passavano le giornate a fare numerose ricerche, ma non
più sugli Heartless o sui cuori: ora ne avevano uno e non
serve sapere altro.
Xigbar e Xaldin era probabilmente i due che avevano sorpreso di
più gli altri quando avevano annunciato di aver aperto in
società un’officina.
Lexaeus lavorava in un locale come buttafuori, di certo il lavoro
più azzeccato per lui, e da quando c’era lui
stranamente in quel posto non c’erano state più
risse.
Luxord e Larxene, che da alcuni mesi si erano fidanzati ufficialmente
scatenando il panico al pensiero di che capelli avrebbe potuto avere un
loro eventuale figlio, fanno dei piccoli spettacoli di prestigio e di
acrobazia tra i quali anche il lancio dei coltelli anche se, in questo
caso, non era la ragazza legata al bersaglio ma l’uomo.
Axel, Zexion e Demyx, essendo i più giovani, avevano
iniziato ad andare alla scuola della città ed erano rimasti
a dir poco sorpresi nello scoprire che un loro professore era Marluxia
assunto da poco nella stessa scuola.
Per quanto riguarda Roxas, ormai ha diciotto anni, più uomo
che ragazzo soprattutto considerato il peso del passato che grava sulle
sue spalle. I suoi occhi blu profondo sono gli stessi così
come i capelli: l’unica differenza era la leggera barba che
ormai cresceva sul suo volto e che ogni mattina si rasa.
Ha perfino trovato una ragazza: Naminè. Come lui ha gli
occhi blu e i capelli biondi anche se leggermente più
chiari. La loro prima volta, se mesi prima, era stato un momento che il
ragazzo non avrebbe mai dimenticato: l’aveva portata
all’Isola del Destino e da li erano saliti sul grande albero
al centro di esso.
L’aveva condotta in una specie di culla larga appena un paio
di metri creata dai rami dell’albero che aveva adornato con
delle candele ed alcune coperte. Le uniche cose che gli avevano
disturbati erano stati la lune piena sopra di loro ed il rumore delle
onde che incontravano la sabbia.
Ma la sua vita non era stata di sola scuola e di tempo con la ragazza:
era il Custode del Keyblade.
Con grande sorpresa degli altri, che avevano perso tutti i loro poteri,
lui aveva mantenuto i suoi.
L’unico che non era rimasto stupito era Xemnas che si
è messo invece a fargli una ramanzina dicendogli che ora
aveva delle responsabilità e che fino a quando non avesse
avuto una vera missione si sarebbe dovuto allenare. Pienamente conforme
alla propria decisione il Superiore aveva costruito una stanza di
allenamento quadrata di dieci metro di alto nella quale ogni genere di
robot attaccavano Roxas con proiettili, lame e laser.
Un sospiro esce dalla bocca della Chiava del destino mentre ripensa a
tutte queste cose: quel giorno aveva festeggiato con gli amici i primi
tre anni della loro vera e propria esistenza ed ora, a notte inoltrata,
è immobile alla finestra della sua stanza appoggiato ad esso
con gli avambracci e con lo sguardo perso nella notte stellata.
È ancora sognante quando un rumore assordante proviene dal
basso: un cane stava abbaiando proprio sotto di lui.
[Ssssh!!! Fai silenzio! Che se la padrona dell’appartamento
si sveglia come minimo da la colpa a me!] Ma l’animale non
dava intenzione di demordere e continuava ad abbaiare come se
aspettasse qualcosa. [Dannazione!]Impreca il ragazzo che indossa
velocemente la giacca bianca iniziando a scendere velocemente le scale
fino ad aprire la porta e trovandosi davanti quel cane: è di
media statura, il pelo è giallo ed il collare verde mentre
le orecchie, il naso e la coda sono neri.
Una fitta alla tempia costringe Roxas ad inginocchiarsi tenendosi la
testa tra le mani.
[Porca Troia un’altra volta!]
È immobile, la schiena appoggiata ad un muro.
L’ultima cosa che ricordava era quell’essere enorme
e nero con cui aveva combattuto. Improvvisamente qualcosa di umido lo
riporta alla realtà.
Quando apre gli occhi si ritrova in un vicolo circondato da case fatte
di mattoni rossi con un cane giallo che gli leccava il volto.
[Dove sono?] Chiede stanco.
Il cane lo osserva per alcuni momenti ma poi un richiamo risuona
nell’aria [Pluto!!!] richiamandolo dai suoi padroni.
Odia quegli strani Flashback: quello non era il primo e Roxas sa che
non sarebbe stato l’ultimo. Erano iniziati pochi giorni dopo
che erano arrivati su quel mondo e Xemnas gli aveva spiegato che
probabilmente erano parte dei ricordi di Sora che erano entrati in lui
insieme al suo potere e che si risvegliavano man mano che visitava
posti e vedeva oggetti cari all’ex Custode del Keyblade.
Inutile dire quanti ne avesse avuti sull’Isola dove Sora era
cresciuto: aveva visto Riku, Kairi e gli altri, persone che non
conosceva ma di cui conserva il ricordo.
Lentamente si rialza ancora tendendo ancora la testa con la mano destra.
[Pluto, eh? Mi vuoi spiegare cosa diavolo…]
Ma il cane è scomparso lasciando al suo posto una lettera
con uno strano sigillo.
Roxas la raccoglie e la legge all’inizio lentamente poi
sempre più in fretta per poi iniziare una rapida corsa: deve
parlare con Xemnas.
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