Gli dei tra noi

di kamy
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Partecipa alla Fanfiction Challenges.
 
Pairing: Het
Prompt: Sulla riva del lago
Lanciata da Roberta Fanwriter
 
 
Tritone
 
 
Susanna avanzò, i piedi le affondavano nella sabbia e sentiva il sudore scendere sulla schiena pizzicandogliela. La pelle abbronzata del volto era arrossata sulle gote e i capelli neri le volteggiavano intorno al viso. Deglutì e strinse i pugni, strofinò le ginocchia tra loro, il petto le si alzava e abbassava affannoso, il vento le fece gonfiare la maglietta che indossava. Guardò il tridente uscire dall’acqua del lago, si avvicinò alla riva e si voltò. Intravide in lontananza il muso del camper grande quanto l’unghia del suo pollice. Si voltò nuovamente e sgranò gli occhi, vedendo il mezzobusto di un giovane uscire dall’acqua tenendo l’arma, i capelli azzurri gli mulinavano intorno al capo.
“Quello … è un ragazzo … è venuto davvero, non è stato solo un sogno ieri” biascicò. Abbassò lo sguardo, vide i ciottoli levigati attraverso l’acqua trasparente e alzò il capo.
“Vieni con me!” lo sentì gridare.
“Te l’ho detto anche l’altra mattina, io non so nuotare! I miei genitori mi hanno proibito di avvicinarmi all’acqua, non dovrei nemmeno essere qui! Ed io di solito non ci sto, ne ho il terrore!” strillò. Si alzò sulle punte dei piedi, si abbassò e sospirò.
-Peccato mi succeda solo a quella del mare, non sarei finita con questa situazione- pensò. Il giovane si avvicinò e allungò la mano libera verso di lei.
 Susanna guardò i suoi muscoli scolpiti, la pelle lattea brillare al sole e alzò lo sguardo. Le gocce d’acqua gli scendevano lungo la pelle nuda e delle fessure di branchie si aprirono sul suo collo.
“Non avere paura, ieri come oggi e domani non ti farò niente. Eravamo destinati a stare insieme, come Ade con Proserpina” le spiegò. La ragazza fece qualche passo indietro rimanendo sulla riva del lago.
-Lo zio ha detto che se, anche solo, tocco l’acqua, lo stress mi ucciderà- si disse.
“Tu sei un’allucinazione dovuta a qualcosa di pesante che ho mangiato al pranzo di ieri” sussurrò. Si girò e indietreggiò, vedendolo correre dietro di lei.
“Aspetta, tu sei come me, vieni dal mio mondo. Sei rimasta 'spiaggiata' durante un uragano!” gridò il giovane. Susanna si voltò e impallidì, vedendo la coda di pesce di lui dimenarsi, il battito cardiaco le accelerò.
“Come ho detto, tu non puoi esister …”. I suoi occhi azzurri incontrarono le iridi verde acqua di lui. Il battito cardiaco le aumentò ancora, sentì un vuoto allo stomaco e si leccò le labbra.
 
 
“Tritone! Tritone aiutami!” gridò la sirenetta. Dimenò la coda rosa, allungò entrambe le mani verso l’altro bambino. Quest’ultimo dimenò la coda azzurra, gli occhi dalle iridi verde acqua erano sgranati. La corrente li trascinava, l’acqua intorno a loro era agitata, il cielo nero fu illuminato da un fulmine biancastro.
“Ondine!” lo sentì gridare. Il cavallone la investì in piedi, sentì un dolore alla testa e la vista le si oscurò.
 
 
“Ondine, sono io, Tritone. Torna a casa, ti prego, vieni con me” la supplicò il ragazzo. Susanna deglutì, gli afferrò la mano, era così fredda che sentì la pelle bruciare. Tritone la strattonò facendola entrare in acqua e se la strinse al petto. La ragazza sentì le gambe formicolare, un bagliore rosato la accecò e strinse gli occhi. Il suo orecchio era premuto contro di lui e sentiva il suo battito cardiaco.
“Se è un sogno, però, non è male” bisbigliò. Alzò il capo, il giovane abbassò il capo e la baciò. Susanna chiuse gli occhi, gli cinse il collo con le braccia e contraccambiò. Chinò il capo e socchiuse la bocca, guardò la coda rosa attaccata al suo ventre e la dimenò.




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