A Francesco
A
Francesco,
benvenuto in
questo mondo, piccolo...
Dentisti
& imprevisti
-Miracolo
d'amore-
by
elyxyz
Attenzione:
ehmmm.... nella mia testa, questa ff è nata come non-yaoi, ma troppe persone mi
hanno
fatto
notare che tanti sono gli elementi e gli
indizi, che portano a pensare all'inizio
di una storia yaoi...
forse
ho scritto una yaoi inconsciamente ^^' perciò
decidete voi...
anzi,
se mi dite di che genere è, mi fate anche un piacere... BUONA LETTURA.
Legenda:
" " = parole
< > = pensieri
"Aspettatemi!!!"
Sakuragi accelerò con uno scatto, per entrare nell'ascensore che si stava
chiudendo.
Era
già in ritardo. Maledettamente in ritardo.
E,
aspettare una nuova corsa di quell'arnese, avrebbe ulteriormente peggiorato
il suo ritardo.
Prima
ancora di passare tra le porte, aveva soffiato un "Arigatoooo" a
quell'anima pia che aveva allungato una pallida mano per bloccare la chiusura
delle ante.
Rivolse
uno sguardo riconoscente al suo salvatore quando, esasperato, sbottò: "Baka
Kitsune, che diavolo ci fai qui?!"
"Do'aho!
Potrei farti la stessa domanda..."
"Volpe
indisponente! Come osi occupare l'ascensore del Tensai!!!"
"Ehmmmm...
scusate... " -si intromise una terza voce- "A che piano andate?"
Hanamichi
registrò solo allora la presenza di una donna, in evidente stato di gravidanza.
Simultaneamente,
una risposta: "12° piano. Studio dentistico".
Sakuragi
e Rukawa tornarono a squadrarsi: "Adesso, osi anche scroccare visite al mio
dentista?!"
"Do'aho,
non sapevo che fosse proprietà privata". Rispose Rukawa, a metà strada
tra l'ironico e il polemico.
"Io
non ho l'esclusiva, baka!!! Ma ho un appuntamento tra 3 minuti, quindi non può
toccare a te..."
"Nh.
Idiota. Guarda qua: 4/7 ore 9.15. Contento?! Sei tu 'l'abusivo', qua
dentro..."
Sakuragi
stava tranquillamente perdendo le staffe.
Lui
non ce l'aveva il bigliettino promemoria da far mangiare al volpino, ma appena
fossero saliti, gliele avrebbe restituite con gli interessi. Il Tensai non
sbagliava mai!!!
<
Ma quanto ci mette, questo maledetto catorcio cigolante?>- Il led luminoso
scattò dal 9 al 10.-
-
continuava a ripetersi Hana.-
In
risposta, l'ascensore ebbe un pesante sussulto che, improvviso, li colse
impreparati.
Rukawa
rovinò malamente a terra e Hana fece solo in tempo ad attutire la caduta della
signora addosso a sé, e poi giù, contro il volpino.
Contemporanemente,
il neon d'illuminazione si spense per qualche istante, sostituito poi dalle luci
di emergenza.
Dopo
pochi secondi che sembrarono un'eternità, Hana si risollevò.
Allarmato,
chiese alla signora come stesse e l'aiutò a rialzarsi.
Rukawa
era ancora sdraiato sul pavimento e il rossino, agitato, gli si inginocchiò
accanto: "Baka Kitsune... Dai! non fare scherzi, ok?!"
Rukawa
riaprì gli occhi e per un po' faticò a mettere a fuoco. "Ti sei fatto
male?!"
Perchè
diavolo Sakuragi lo fissava tanto allarmato?!
"Nh.
Sto bene, Do'aho, sto... Ahi!"
Inutile.
Non c'era verso di alzarsi.
Rukawa
si sollevò i pantaloni: il ginocchio aveva una evidente contusione. Ma era la
caviglia a preoccuparlo.
Nella
caduta aveva assunto una posizione innaturale. Ed era gonfia e pulsava
maledettamente.
"Kitsune
sta' buono. Lasciami controllare... Mi sa che forse c'è una frattura. Come
minimo, una lussazione." Diagnosticò pensieroso il rossino.
"Nh.
Da quando sei tanto esperto, Do'aho?!"
"Da
quando ho passato due mesi in riabilitazione, idiota! Con 5 bambini in camera, a
raccontarmi cosa avevano e non avevano..."
Un
gemito catturò la loro attenzione.
Sakuragi
si girò verso la donna, che si teneva le mani sul pancione.
"Signora,
sta bene?!" urlarono all'unisono.
In
risposta, la donna emise un lamento più forte.
"Cre...credo
sia ora..." sussurrò appena.
Hana
sbiancò di colpo, e Ru impallidì ancor di più, se possibile.
"No!
Non può!!! Adesso suono l'allarme e vedrà che usciremo da qui. Stia buona, si
rilassi, respiri...RESPIRI!!!"
"Nh.
Do'aho. Non agitarti. La spaventi! Suona quel dannato allarme! Do'aho,
SUONA!"
Sakuragi
si lanciò verso l'interruttore, e vi si aggrappò. Come un assetato al cartone
del latte.
Dopo
qualche istante, che parve un'eternità, una voce seccata gracchiò:
"Qualche problema?"
"Porca
miseria!- esordì Hana- sì che ce l'ho! Siamo incastrati in ascensore, ho un
amico ferito e una donna che sta per partorire e lei vuole sapere se ho un
problema??? FATECI USCIRE DI QUI!!!"
"La
preghiamo di attendere con calma. Risolveremo l'inconveniente." La
comunicazione fu chiusa.
Sakuragi
evitò di imprecare ad alta voce, per rispetto della donna, ma se avesse avuto
tra le mani l'addetta dell'interfono, col cavolo che si calmava!!!.
La
donna cominciava a lamentarsi sempre più. E Ru suggerì di farla stendere a
terra.
Hanamichi
gliela fece adagiare contro.
La
donna ansimava, tra un gemito e l'altro.
"Signora,
quando dovrebbe essere il parto?"chiese Ru.
"Fra...du...due
giorni... Anf Anf Anf".
"
I dolori sono appena iniziati?" incalzò Hana, visibilmente frastornato.
"No.
Da un paio d'ore. AAAAAAAAhhhhhhh, ma speravo di di tornare a prendermi il bo...
borsone qui a casa mi…mia, e poi, poi di andare all'ospedale qui di fronte..
Non doveva su... succedere adesso, ma fra tre ore!!! Anf Anf".
Rukawa
tra sè rifletteva:
"Devo
chiamare mia madre". Esordì, serio.
"Ti
sembra il momento di fare i capricci, adesso?!"
"Do'aho!
Mia madre è un'ostetrica! E ci serve."
"Ah.
Ok. Prendo il cellulare". Il rossino rovistò nelle tasche ed estrasse dai
pantaloni il telefono, che porse al volpino.
"K'so!
Niente campo. Siamo schermati. Nh.... chiama l'idiota di prima e dille di
mandare qui mia madre e un'equipe".
Sakuragi
si aggrappò con evidente insistenza al microfono e spiegò il tutto.
L'addetta
rispose che c'era un problema e che non riuscivano a sbloccare l'ascensore con
il sistema computerizzato, che bisognava pazientare che arrivasse un esperto per
farlo ripartire manualmente.
"E
ci vuole tanto??!!" sbraitò il rossino.
L'addetta,
piccata, rispose: "Guardi che essere maleducato con me, non la farà uscire
prima, sa?!
In
ogni caso, questo guasto è molto anomalo. Di solito l'ascensore riparte sempre
dopo pochi istanti. E al massimo, con il pulsante nel nostro quadro comandi.
Invece
questo è strano. Arriverà un esperto da Tokyo nel giro di 2 ore. Ci scusiamo
per i disagi provocati..." e la voce gracchiante interruppe il dialogo.
"Due
ore.. due ore.. DUE ORE.."continuava a ripetere, sempre più esasperato, il
rossino.
"Nh.
Almeno non litigheremo davanti al dentista, Do'aho".
Sakuragi
aveva già scordato la storia dell'appuntamento.
Ed
ora, erano entrambi consapevoli che c'era qualcosa di più urgente, da fare.
"Signora...
è il suo primo figlio?!" le chiese Hana.
"No.
Anf Anf. sono due..."
"Ah,
ho capito… allora è il terzo!"
"No.
Sono due. Due gemelli".
Rukawa
e Sakuragi si scambiarono uno sguardo di puro sconvolgimento.
Il
moretto ripuntando l'attenzione verso la donna, momentaneamente dimenticata,
sentenziò: "Bisogna controllare come procede... là sotto..."
Sakuragi
arrossì fino alla punta dei capelli. "Bisogna proprio?!"
Ignorando
la protesta del compagno, con tono dolce e paziente, Rukawa si rivolse alla
donna, che sembrava vivere quei momenti raccolta in una concentrazione tutta
sua: "Nh. Signora. Mi ascolti. Sarebbe opportuno controllare lo stato del
travaglio.
Tra
poco arriverà un medico, poi ci tireranno fuori, ma... ecco..."
La
donna strinse i denti e sussurrò un: "Va bene".
Rukawa
si spostò lentamente e, con gesti misurati e accorti, posizionò la donna conto
di sé, facendole trovare una posizione comoda, reclinandole la testa sulla sua
spalla.
I
capelli neri di lei, si confondevano coi suoi.
Sussurrandole
parole di incoraggiamento e rassicurazione, le chiese di divaricare le gambe.
Poi,
in tono più spiccio, ordinò al rossino di infilare la testa sotto la gonna.
"Ma
i... i... io??? Perché PROPRIO IO???"
Sakuragi
imbarazzatissimo si arrampicava sugli specchi.....
"Avanti,
Do'aho!!! Che cazzo vedi?! Quant'è dilatata?!"
"Ehm...
qua... qua... qua ..."
"Che
fai, la papera, adesso???"
"Kitsune,
se non avessi bisogno di te, ti prenderei a pugni!!!" Sakuragi si girò di
scatto e diede una poderosa testata alla parete metallica.
Così
riacquistò lucidità.
"Kami!
Sakuragi ci sei?!" lo redarguì Ru, esasperato.
"Quasi
8... no, anzi: 10 centimetri".
Rukawa
trasalì.
.
"Do'aho vieni al mio posto. Devo controllare".
Lentamente,
soffocando un grido di dolore, Rukawa si mosse. La donna, intanto, continuava a
gemere e ad ansimare.
Una
voce attirò la loro attenzione.
"Sono
la dottoressa Rukawa, sono un medico. Mi sentite?!"
"Mamma?!"
"Kaede?!
Che ci fai, lì?!"
"Il
dentista, mamma". come se questo spiegasse tutto.
"Gioia
mia, ascolta, devi aiutarmi. Dimmi com'è lì la situazione. Mi fido di te, lo
sai."
"Gestazione
gemellare, rottura sacco placentare. Dilatazione completa. Collo appianato al
100%. Contrazioni con intervalli di 2 minuti scarsi."
"Ok.
Ho capito. Sei da solo, lì?!"
"No.
Con un amico".
"Bene.
Ascoltami. E' già successo, lo sai. Io ti guiderò, finché non arriverà
qualcuno a tirarvi fuori di lì. Controlla i battiti e il respiro della madre. Sai
come si fa".
Il
rossino, interdetto, osservava paralizzato il volpino armeggiare sulla donna e
riferire cifre e calcoli al citofono.
Poi
la comunicazione fu interrotta.
"Mamma?!
Mammaaaaa?!"
L'interfono
dell'ascensore era momentaneamente fuori uso.
"Ma
porcaputt...." una lancinante fitta alla caviglia lo obbligò a
riaccasciarsi al suolo.
"Sakuragi,
ascolta. Io devo rimanere seduto. Ti dirò cosa fare. Chiaro?!"
Il
rossino annuì, mentre cedeva il posto al moretto, nel sostenere la donna.
Se
la accoccolò contro. Mentre lei, docile, si lasciava guidare, in uno stato di
totale stordimento.
"Signora,
mi ascolti- riprese Ru, mentre Hana lo fissava serio- I primi dolori di schiena
sono iniziati 5 o 6 ore fa, vero?!"
L'altra
annuì, impercettibilmente.
"Ok.
E' tutto apposto. Se non usciamo in tempo, la assisteremo noi.
E
adesso respiri. Si concentri solo sul respiro. E non spinga! Ho già assistito a
diversi parti. La aiuteremo. Si fidi di me."
Hana
lo strattonò per un braccio: "Kitsune, scherzi?!"
"No.
Do'aho. I miei mi hanno trascinato un mare di volte in sala parto. Per cercare
di inculcarmi un non so ché del concetto del dono della vita o cazzate su
quanto sia un evento miracoloso una vita che nasce. Non si sono ancora
rassegnati che io NON farò il ginecologo, come loro.
Io
sono un giocatore di basket. Punto. Stop."
Hana
aveva gli occhi fuori dalle orbite e Ru sorrise tra sé "Do'aho, ti cadono
gli occhi..."
"Davvero?!"
"Davvero,
cosa?!"
"Sei
stato in sala parto???"
"Nh.
Quello è poco! Sono cresciuto tra manuali di ginecologia e guide di
puericultura. E da piccolo facevo slalom palleggiando tra le gestanti in fila
per i controlli, nell'ambulatorio a casa mia.
Sai
quanto stressa una donna incinta???"
"No.
Ma adesso so perché odi le donne..."
"Uaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh
" un urlo li ridestò dai loro pensieri.
"Le
contrazioni sono più frequenti. Controlla là sotto".
Hana
non perse tempo e riemerse dai vestiti concitato: "Vedo la testa!!!"
In
risposta, il volpino richiamò la donna: "Signora, non spinga. La prego.
Respiri lenti e profondi... pro-fon-di. Ecco. Così. Brava. Continui".
La
donna sembrava respirare in modo superficiale, e questo non sfuggì al volpino.
"Kaede,
ci sei?!"
"Mamma!!!"
"Ascolta.
L'interfono ha problemi. Non so fin quanto riuscirò a parlarti... Intanto,
dimmi come sta."
Ru
le fece un veloce ragguaglio e le chiese del respiro.
"E'
solo nervosa. Deve rilassarsi per avere un respiro diaframmatico. Deve
ossigenare di più. Falla distrarre, falla chiacchierare. Deve solo calmarsi e..."
bzzzz una nuova interruzione.
Il
volpino fece appoggiare la donna a sé, in modo che il suo torace la potesse
sostenere, e le offrì le mani, a cui essa si aggrappò.
Aveva
la fronte madida di sudore e Hana gliela deterse con delicatezza, aspettando
istruzioni dal moretto.
Ma
Rukawa, anziché rivolgersi a lui, chiese alla partoriente: "Nh. Ci
racconti, signora. Ci parli di lei... E' il primo parto, questo?"
"No."
rispose lei.
"Ho
già un fi...figlio. -riprese lei- Ha 17 anni. E' un gran bra... bravo
ragazzo.... se... sempre allegro. Anf Anf e so... sorridente.
AAAAaaahhhh
pratica tanto spo... sport. Anf Anf. E' il capitano de...della sua squadra...
fre...frequenta il Ryonan... si si chiama AAAAAAAAkiraaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh....."
"Sendoh?????!!!!!"
un grido, all'unisono.
"S-sì.
Lo conoscete?!"
fu il pensiero di entrambi
i giocatori dello Shohoku, che si scambiarono uno sguardo sconvolto.
Rukawa
portò la sua attenzione alla futura mamma.
I
lunghi capelli neri, gli occhi blu, come il play del Ryonan. Come il suo
nemico.
Teneva
in braccio la madre del suo peggior rivale!
...
che strani scherzi fa, a volte, il destino...
Nel
frattempo, Hana rimuginava tra sé:
Un
movimento lo richiamò.
"Ru,
qui si sta muovendo!" Urlò Sakuragi, allarmato.
"Kami,
no!" pregava intanto il volpino.
fu il pensiero che attraversò
la sua mente.
"Ok.
Sendoh-san. Stia bene attenta. Quando sente la contrazione arrivare, me
lo dica, ok?!"
"E...eccccooooooo....
AAAAAAaaaaaaaaahhhhhhh..."
"Sta…
sta uscendo la testa, vedo i capelli!!!" squittì euforico il rossino.
Ru
si concentrò, maledicendosi mentalmente per non esser mai stato attento durante
tutte le innumerevoli spiegazioni sulle fasi del parto.
"Signora,
spinga! SPINGA!!!"
Per
alcuni istanti, i due giocatori dello Shohoku trattennero il respiro, in
spasmodica, trepidante attesa.
"Ru.
La testa è uscita! E' fuori! E' fuori!!!"
"Sendoh-san,
si fermi, non spinga più. Mi raccomando."
"Do'aho,
aiuta, se necessario a far uscire le spalle, quando te lo dirò".
"Ok.
Kitsune. Sono tutto orecchi".
"Signora,
ancora una, e poi è finita. Forzaaaaaaa!!!"
"Dai,
Do'aho!"
Hanamichi
cercò di raccogliere i brandelli di autocontrollo e concentrazione che gli
erano rimasti, per non venir sopraffatto dall'agitazione.
"Ru,
è uscito! Ce l'ho in mano!!!E' un maschietto!.... Bleah... ma che è 'sta
roba?!"
"La
placenta, Do'aho, non svenire..."
"Il
Tensai non sviene, Baka Kitsune. Che devo fare?"
"Dobbiamo
tagliargli il cordone ombelicale. Ma non ho niente..."
"Tadaaan!!!
-sorrise furbescamente il rossino estraendo un piccolo taglierino tascabile-
come pensi che possa incidere il mio banco, altrimenti?!"
"Do'aho
-sbuffò Ru- per una volta le tue idee idiote servono!"
Con
un gesto secco, fece recidere il cordone e fermarono in un attimo il flusso
sanguigno, con i lacci delle scarpe.
"Perché
non piange?!" urlò istericamente la donna, in uno stato di frustrata
attesa.
"Hana,
passamelo".
Sakuragi
glielo porse con delicatezza, ma Ru, senza tante cerimonie, acchiappò il
piccolo per i piedi, lo tenne a penzoloni e gli diede un sonoro ceffone sul
sederino.
Per
un lungo, interminabile secondo, ci fu il silenzio più assoluto.
Poi...
un timido gorgoglio e un vagito. E infine un strillo, di quelli che perforano i
timpani.
"Senti!
Strilla come un'aquila!!!"
Risero
di gusto, momentaneamente dimentichi di tutto.
Poi
lo avvolsero nella maglietta bordeaux che Hana si era sfilato e lo adagiarono
nelle braccia della madre.
A
quella vista, le si riempirono gli occhi di lacrime.
Ma
la sua bocca… la sua bocca si piegò in un sorriso dolcissimo, indescrivibile.
fu il loro pensiero.
I
tre stavano momentaneamente riprendendo le forze...
"Kaede,
ci sei?!"
"Mamma??
E' nato! Il primo è nato!!!"
"Controllagli
il profilo biofisico: movimenti, tono muscolare, liquido amniotico, il battito e
il respiro. Com'è il colorito?"
"Tutto
ok, mamma. Ma sono passate due ore.... fra quanto usciremo?"
"Il
tecnico sta provvedendo. Ma non riescono a trovare il guasto. Come sta il 2°
gemello?"
"Hana,
controlla!"
"Ru,
vedo la testa... i capelli!" strillò il rossino, sovrastando gli ansiti
della donna.
"Mamma,
arriva il secondo. Procedura standard?!"
"Sì,
ma chiedi alla signora di non mollare, capito?!"
"Forza,
su! Sendoh-san deve collaborare. So che è stanca, ma c'è un altro piccolo
Sendoh che vuole conoscerla, ok?!"
La
donna annuì debolmente, palesemente provata.
Sakuragi
la incoraggiò: "Spinga!"
E
Kaede le offrì di nuovo le mani, a cui lei si aggrappò per sostenersi e farsi
forza.
"Sta
uscendo! Ho la testa tra le mani!!!" -pigolò Hana.-
"Aspetti,
signora, che ruoto un po' il piccolo, ecco...Forza! Una sola, promesso. Questa
è l'ultima! Dai!!!" Mentre Sakuragi la incitava, Ru la rassicurava e la
lodava per l'impegno, sussurrandole parole dolci e rasserenanti all'orecchio.
In
un ultimo grido, il secondo gemellino vide la luce.
"Maschio
anche questo!!!" decretò il rossino, poi, reso esperto dalla recente
esperienza, recise e legò il cordone, scansò la seconda placenta a terra e
prese a sculacciare il piccolo per liberare i polmoni dal liquido amniotico.
Un
secondo vagito riempì l'aria.
Rukawa
si sfilò la sua maglietta blue navy e Hana vi avvolse il piccolo, che fu
adagiato sulla madre, accanto al fratellino.
"Ka...
bzzzz... Kaede... bzzzz"
"Mamma?"
"Kaede,
tutto bene?"
"Sì.
La madre e i gemelli stanno bene. Ho controllato."
"Kaede,
fra 10 minuti sarete fuori. Il tecnico ha trovato il guasto".
Tutti,
nell'angusto ascensore, fecero un sospiro di sollievo.
"Ragazzi-
sussurrò la donna stremata- non so come avrei fatto senza di voi.. siete
piovuti dal cielo... non so come ringraziarvi".
"Tutto
è bene, quel che finisce bene" rispose imbarazzato Sakuragi.
"Nh.
Io direi che è anche merito di una carie e di un appuntamento
sbagliato..." concluse il volpino.
E
i tre si misero a ridere.
In
quel momento, l'ascensore si rimise in moto e, salito di qualche metro, spalancò
le proprie porte.
Un'equipe
medica visitò la puerpera e i neonati, che furono trasportati in ospedale.
Anche
Sakuragi seguì Rukawa, che doveva far vedere la sua caviglia dolorante.
"Kitsune...sai
una cosa?"
"Nh?!"
"Il
mio prossimo dentista avrà lo studio al piano terra!"
"Anche
il mio, Do'aho, anche il mio..."
Casa
Sendoh. Una settimana dopo.
Rukawa
e Sakuragi, con un mazzo di rose arancioni e uno di bianche, stavano suonando il
campanello.
L'asso
del Ryonan andò ad aprire e una maschera multiespressione lo trasfigurò.
Ma
alla fine prevalse l'immancabile sorriso a 48 denti.
"C'è
tua madre, Sendoh?!" chiese Hana.
"Oh,
beh, certo! Entrate, adesso sta..."
"Akira-a,
chi è?!"
"Sakuragi
e Rukawa, mamma. Sono venuti a trovarti."
"Accompagnali
di qua. Non credo che si scandalizzeranno, per così poco..."
Ru
e Hana arrossirono fino alla punta dei capelli, ripensando a certi particolari
della settimana prima.
Entrati
in camera, videro la donna seduta sulla sedia a dondolo, intenta ad allattare i
piccoli.
La
dolcezza di una madre che allatta un figlio è qualcosa che non ha parole.
"Benvenuti!"
li accolse con un sorriso gentile, solare.
<Materno>
fu il pensiero di entrambi.
Una
donna, con in braccio suo figlio, ha qualcosa di divino.
"Le
abbiamo portato dei fiori" esordì Hana.
"Nh.
già".
"Siete
stati gentilissimi a venire... volete tenerli in braccio?"
"Davvero...
possiamo?" chiese incredulo il rossino.
"Do'aho,
tu è meglio di no. Ricordo bene, che lo tenevi a penzoloni come un sacco di
patate..."
"Teme
Kitsune! Non è vero. Sono stato bravissssssssimo..."
"Confermo!"
rispose ridendo la donna.
"Concedo"
concluse Ru, con finta sufficienza.
"Akira,
tieni! Dai il primo a Kaede e poi questo ad Hana".
Il
playmaker del Ryonan sorrise divertito, intuendo il pensiero materno.
Hanamichi,
preso in braccio il bambino, si sedette sul letto, iniziando a convincere il
neonato di quanto fosse stato fortunato ad incontrare il Tensai... e malgrado le
chiacchiere, il piccolo si addormentò.
"Do'aho-
lo redarguì il volpino- potresti creargli blocchi psicologici... stai zitto,
mentecatto".
Messo
in braccio alla Kitsune, il primo gemellino si mosse agitato e nervoso.
Subito
dopo iniziò a strillare.
"Ma
ce l'hai con me?!" lo apostrofò Ru.
La
signora Sendoh e suo figlio scoppiarono a ridere. Kaede li guardò stranito.
Per
aiutarlo a comprendere, Akira decretò: "Non credo che Hanamichi gradisca
rimanere in braccio a te... Forse ricorda bene la sculacciata che gli hai
dato!"
"Hanamichi?!"
risposero Ru e Hana all'unisono.
"Già.
Vi presento Hanamichi e Kaede Sendoh" proclamò Akira.
Il
Tensai, appresa la notizia, divenne tutto gongolante e continuava a ripetere che
il piccolo sarebbe stato 'geniale' come lui, per difendersi da certi
porcospini...
Rukawa,
anche se in modo meno plateale, era molto onorato di quella scelta.
Un'ora
dopo, si congedarono, con la promessa di ritornare.
Mentre
facevano ritorno a casa, Hana diede voce alle sue riflessioni: "Ma ti
pensi, Kitsune, che miracolo può fare l'incontro di un ovulo e di uno
spermatozoo?"
"No,
Do'aho. Non sono due gameti a produrre il miracolo. Ma l'amore di due persone...
Era
questo, che i miei hanno cercato d'insegnarmi. Ma l'ho capito solo in
quell'ascensore".
"Adesso,
dimmi che ti togli dai piedi, e che farai il medico! Già mi vedo orde di
barbare fuori dalla tua porta..."
"No,
Do'aho. Non ti libererai di me. E cerca di non venire dal dentista, oggi.
Ok?!"
"Kitsune,
un consiglio. USA LE SCALE".
"Do'aho".
Un sorriso. un saluto.
"Baka
Kitsune". Un sorriso. una risposta.
Quando
un neonato ti afferra un dito
con
la sua manina, e si aggrappa a te,
ti
ha irrimediabilmente legato a sé
per
tutta la vita.
OWARI
Disclaimers:
Anche se non mi appartiene, io voglio Ru. Il mondo può tenersi tranquillamente
Hana...
Special
thanks:
Alla
mia mentore, N, visto che Hana stavolta è meno idiota del solito?! ^
___________ ^
A
Voce del Silenzio, per non essere riuscito a suggerirmi un titolo decente...
A
Seshen, per aver letto questa storia, con la stessa gioia con cui si va dal
dentista...
A
Hymeko, per avermi fatto capire che questa è una yaoi inconsapevole...
A
Najka, che ha voluto rischiare...
A
Kaede, che si è offerto come cavia, per la gentilezza...
Grazie
Mi
dite che genere vi sembra che sia??? Mi trovate qui: elyxyz@libero.it ciao
|