Durante
l'anno passato e questo attuale, ho riscoperto un gruppo che immagino
tutti quanti, conosciate:
I
Nightwish.
Per
molti saranno scaduti dato che la precedente cantante è uscita
dal gruppo un po' di anni fa.
La
cantante di adesso Annette, a me piace molto ( attende i pomodori).
Ha una voce più delicata e più “capibile”.
Ad ogni modo, ho deciso dopo essermi sentita più e più
volte il cd Imaginaeurum, di crearci delle storie.
Ne
avevo iniziata una, ma penso che la inizierò da capo.
La
storia di adesso quindi, farà parte di una specie di raccolta,
dove ogni storia quindi, prenderà spunto dai temi delle
canzoni. In questo caso, ispirandomi anche ai pirati dei Caraibi, mi
è venuta in mente questa.
Vi
chiederò di pazientare per il seguito, oggi mi sono venute le
parole a raffica, ma non so se sarò ancora così
fortunata.
Invece
che in capitoli, saranno in brani, quindi non spaventatevi.
Vi
lascio il link della canzone e del testo( traduzione compresa), nel
caso volesse ascoltarlo.
Ne
vale la pena, a me ispira un senso di calma.
http://www.nightwish-italy.com/sito/index.php/traduzioni/86-imaginaerum/428-storytime-lora-delle-favole
http://www.youtube.com/watch?v=ZOmJD_Kw5yg
( mettete alta qualità)
Buona
lettura!
Turn
Loose the Mermaids
Brano
1
L'alba
stava illuminando il cielo che ancora a tinte scure, contornava i
paesaggi portuali.
Una
nave, pronta a salpare, era in preda all'agitazione. Un duro viaggio,
attendeva quegli uomini, attirati nei bar, dalle parole melliflue e
deliziose del capitano. La ciurma che era stata reclutata era per lo
più composta da giovani marinai e pochi erano gli esperti già
veterani di quelle acque che nel profondo, nascondevano insidie.
Il
capitano, un uomo grosso e con la barba nera, rideva emozionato,
guardando i suoi uomini dall'alto.
-Ciurma-Urlò
in modo che tutti potessero sentirlo.-Questo è un giorno
propizio. In pochi, sono a conoscenza di queste coordinate e in pochi
sono mai tornati da questo viaggio.- Tutti si fermarono alle sue
parole intimoriti.-è una missione rischiosa-Ammise-Ma il
guadagno è alto-Sorrise mostrando tutti i suoi denti-Molto
alto.-Portò le mani dietro la schiena e iniziò a vagare
con passo deciso tra i suoi uomini.-Non ho bisogno di
vigliacchi-Volse un occhiata ostile ai più giovani che stavano
mostrando dubbi.-Per cui, se tenete cara la pelle, potete andare.-
I
marinai si guardarono tra di loro intimoriti; una leggera paura
cominciò a contornare i loro giovani volti.
-Che...che
tipo di viaggio?-Domandò un ragazzo tremante spiccando dal
gruppo.
Il
capitano si avvicinò e lo fissò sorridente.
-Oh,
ma è un segreto...prendere o lasciare: tesori e ricchezze o la
vostra fortuna sulla bilancia della morte-Rise in modo sguaiato
osservando farsela nei pantaloni.-Cosa scegli mozzo?-
Il
ragazzo non se lo fece ripetere due volte: lo superò e corse
verso la passerella diretto nuovamente per il porto. Lo imitarono
anche altri marinai, alcuni anziani anche, coi pensieri, prima dei
loro sogni di ricchezza, diretti alle loro famiglie.
Inspirando
a pieno l'aria di mare, il capitano fissò orgoglioso i suoi
pochi uomini rimasti.
-Bene-Asserì
non appena i primi timidi raggi di sole, iniziarono ad illuminare le
vele bianche e splendenti.-Salpiamo.-
I
pochi uomini rimasti a bordo, non erano altri che giovani senza un
lavoro e senza famiglia.
A
differenza di quei pochi che si erano subito pentiti della scelta
fatta, loro non avevano pensieri. La vita con loro non era stata
giusta, costretti per sopravvivere a rubare o a razzolare tra i
rifiuti in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Uno
di loro però, anche se scarso di soldi, si era unito per un
semplice e spigliato desiderio: l'avventura.
-Capitano
Barbanera-Il primo ufficiale, un uomo con uno strano colorito pallido
e un cappello lungo e a cilindro, si avvicinò al timone. -Le
coordinate- In segreto, avvicinò all'uomo la cartina. Non
appena con gli occhi, seguì le voluttuose e sinuose linee che
percorrevano la rotta, il capitano e Teach rise soddisfatto.
-Molto
bene-Annuì ordinando ad un altro suo collaboratore, di
raggiungere il timone.-Quanto impiegheremo per arrivare a
destinazione?-Mormorò al nuovo arrivato che con aria del tutto
assente, fissò la cartina.
-Arriveremo,
se il vento ci è a favore, tra un paio di giorni-
-Così
tanti?-Domandò non felice l'uomo che nervoso, iniziò a
prendersi tra le dita, qualche ricciolo della folta barba.
-Il
premio però è molto, mio capitano-Sorrise nella sua
direzione.-Ci ripagherà dell'attesa.-
-Oh-Sorrise
compiaciuto nel pensare già alla vittoria.-Si. Hai ragione,
verremo ripagati profumatamente.-
All'odore
di salsedine, dei mormorii sommessi da parte della ciurma e della
nave che oscillava, Zoro ci era abituato sin da quando era un
bambino.
Sua
madre era morta di peste e suo padre, non volendosi caricare della
responsabilità di badare ad un moccioso, lo aveva abbandonato
per dedicarsi alla pirateria.
Con
enorme fatica, aveva imparato ad adattarsi, senza soldi ne casa.
Fin
dall'età di otto anni, aveva trovato lavoro sopra le
imbarcazioni mercantili, dando loro una mano e guadagnandosi gli
scarti dei loro pranzi. Con il passare degli anni, era maturato e il
suo fisico, cresciuto e irrobustito.
Lavorando
notte e giorno, aveva iniziato a guadagnare qualcosa, ma tutto quello
che guadagnava, lo spendeva in alcolici.
Attirato
come gli altri uomini dalle parole del capitano, aveva deciso di
partire verso quella strana avventura. Con addosso una logora
maglietta bianca e dei pantaloni neri ormai consunti, l'unica cosa di
valore che possedeva, era una katana bianca ereditata dalla madre.
Per tenerla sempre con se, in vita aveva una fusciacca rossa. Era
incredibilmente bravo a maneggiarla e sapeva difendersi alla
perfezione. Molte volte, era stato reclutato per difendere i carichi
importanti, dai pirati delle zone. Non aveva mai incontrato però,
suo padre. Aveva un enorme fama ed era vivo.
Drakul
Mihawk, detto l'uomo dagli occhi di falco.
Il
solo sentire quel nome, lo metteva in agitazione. Negli anni, aveva
covato un enorme rabbia nei suoi confronti, ma anche la coscienza che
la via del mare, era splendida.
Rororoa,
il cognome che possedeva, l'aveva ereditato dalla madre. Non voleva
avere niente a che fare con quel figlio di un cane di suo padre.
Se
un giorno lo avesse incontrato, avrebbe infilzato con piacere la
lucida lama della Wado Ichimonji, nelle sue carni.
-Roronoa-La
voce del capitano lo riportò alla realtà.-Vieni qui
figliolo!-
-Arrivo-Svelto,
depositò a terra l'ultima cassa contenente le vivande e corse
al suo cospetto. Il capitano gli aveva promesso un enorme somma di
denaro, più degli altri uomini.
Aveva
detto: “ho un incarico per te, figliolo. Sei il tipo giusto.”
Non aveva però idea di cosa volesse da lui però.
-Dobbiamo
parlare-Gli annunciò una volta che i due uomini al timone, si
congedarono.-Sai, ti ho parlato di un enorme tesoro-Gli ricordò
le sue parole-E di un lavoro che solo tu, puoi fare- Zoro annuì,
lo ricordava bene.
-Ditemi,
cosa dovrei fare?-Il capitano sorrise mostrando i denti mancanti.
-Seguimi-Con
passi decisi, lo invitò a entrare dentro la sua cabina.
Quello
era un accesso vietato ai mozzi semplici come lui. Se evidentemente,
l'aveva invitato ad entrare, il livello di segretezza, era molto
alto.
-Dimmi-Gli
voltò le spalle andando a prendere posto alla poltrona
dinnanzi a lui.-Hai mai sentito parlare delle sirene?-
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