Note:
Ho postato gli ultimi due capitoli assieme. Perciò leggete
prima
l'11!
Lo
sguardo vagava di qua e di là, catturato dallo scintillio
delle
stelle; a volte riluceva più quella piccola sulla destra,
l'attimo
dopo era la grande al centro a splendere più forte. Tutte,
una ad
una, a turno, avevano un momento di maggiore brillantezza.
Katie,
sdraiata a pancia in su sul letto, non riusciva a staccare gli occhi,
estasiata, lasciando che la mente ricordasse ogni più
piccolo
dettaglio dei momenti che ogni stella rappresentava: gli odori, i
suoni, le sensazioni di ogni ricordo le invadevano il cuore e
l'anima e lei era felice.
Felice
di essere di nuovo sé stessa. Sorrise;
un piccolo sorriso, timido e gioioso.
La
stella media lì nell'angolo era stata messa quando lei e
George
erano andati per la prima volta in vacanza assieme, in campeggio: si
erano ripromessi di non usare la magia, per rendere le cose
più
emozionanti, ed erano finiti a lottare contro zanzare, animali
selvatici attirati dal loro cibo e con la tenda divelta da un forte
vento. Avevano urlato, lottato contro la natura e alla fine riso,
perché erano innamorati e tutto era splendido.
Scintillò la stella
del primo litigio, subito dopo quella del primo appuntamento.
Ed
ecco quella del nuovo inizio brillare, più luminosa di tutte
le
altre. La Grande stella, che adesso aveva un ulteriore significato.
Sospirò,
fissandola con intensità bruciante.
Erano
passati tre mesi da quando lei e George erano ritornati assieme, da
quando aveva smesso di dimenticarlo. E ogni giorno in quel lasso di
tempo, lui non aveva fatto altro che impegnarsi per farla guarire. Non
sapevano con certezza cosa avesse scatenato la guarigione: il Primago
Fawley diceva che scientificamente e magicamente non c'era
spiegazione e adduceva come possibilità che la combinazione
della
pozione, dello strappo della pergamena e del bacio potessero aver
creato una sorta di miracolo.
Allungò
la mano verso il comodino, afferrando la quotidiana fiala di pozione
della memoria; la stappò e bevve d'un sorso il liquido al
sapore di
mandarino, poi si lasciò ricadere sui cuscini. La
cura sarebbe durata ancora poco e sarebbe stata completamente intera,
di nuovo tutta Katie. Poi avrebbe potuto tornare persino al lavoro,
al San Mungo. L'Ospedale di Ginevra era stato convinto mesi prima a
desistere dall'offrirle un posto, dal Primago, in seguito alla
perdita della memoria.
Non
era stato semplice recuperare tutti i ricordi con George e
ciò che
aveva cancellato di sé, ma lui non aveva desistito un
secondo dal
suo impegno; all'inizio non c'erano nemmeno speranze che ciò
che
avevano vissuto le tornasse alla mente, ma poi, una sera, aveva fatto
una battuta sul suo orecchio, ricordando di come fosse piombata da
lui spaventata al sapere che era stato ferito. E George l'aveva
guardata sconvolto e le aveva chiesto venti volte almeno di ripetere.
Alla
fine, senza forzare i tempi, pian piano, ogni cosa era tornata al
proprio posto.
Le
aveva fatto male ricordare del tradimento di Angelina e di quello
presunto di George, ma era stato peggio non ricordare affatto di lui:
in quel periodo, nel profondo, si era sentita come se le mancasse
qualcosa, come se fosse stata un sacco pieno di sabbia e da un
buchino minuscolo quella si stesse riversando all'esterno,
lasciandola sempre più vuota.
Era
andata a trovare Angelina, due mesi prima.
La
ragazza non aveva davvero più nessun ricordo su nessuno,
nemmeno di
sé; Katie aveva portato il suo Guaritore che aveva
prescritto la
pozione della memoria anche a lei, sperando di aiutarla. Ed era
riuscita a riacquistare parte della memoria, iniziando di nuovo a
vivere, a uscire, a sorridere veramente. Per la parte riguardante
Fred, però, non avrebbero potuto fare nulla,
perché era stata
cancellata dal contratto originale, prima che lei lo pasticciasse con
la magia, e per quello non c'era più soluzione.
Katie
l'aveva osservata, a volte, mentre fissava George, durante le loro
uscite, con sguardo intenso e perso; si era preoccupata che l'amica
potesse sviluppare una sorta di ossessione per lui, che magari il
ricordo e l'amore per Fred non fossero davvero scomparsi e si
potessero riversare sul gemello. Ma fortunatamente Angelina le
confessò che non era affatto interessata a lui in quel senso.
“E'
solo che, quando sorride, mi ricorda qualcun altro” le aveva
confessato in imbarazzo quando le aveva chiesto se fosse invaghita di
lui, un pomeriggio davanti ad un tè.
“Chi?”
aveva domandato Katie cercando di non far tremare la tazzina nella
mano.
Angelina
aveva scosso i capelli dolcemente e alzato le spalle.
“Non
lo so, forse qualcuno che ho sognato.”
Da
qualche parte, nascosto in un sogno, Fred viveva ancora in Angelina.
Il
tonfo di una porta sbattuta la riportò alla
realtà e in fretta e
furia si coricò sul fianco, facendo finta di dormire. Rumori
di passi e un piccolo batticuore col sorriso.
La
porta della camera si aprì e senza resistere socchiuse un
poco la
palpebra, per vedere: George entrò al buio e
poggiò la bacchetta
sul comodino, lasciandosi guidare solo dalla luce delle stelle.
“Puoi
anche aprirlo tutto, l'occhio, so che sei sveglia”
esclamò l'uomo
balzando all'improvviso sul letto, a pochi centimetri da lei,
facendola rimbalzare per il contraccolpo.
Katie
lanciò un gridolino sorpreso e poi scoppiò a
ridere.
“Riuscirò
mai a sorprenderti?” chiese, fintamente arrabbiata.
“Oh,
sì. Mi sorprende sempre che tu creda di farmela!”
rispose George
alzandosi dal letto e iniziando a cambiarsi per la notte.
Katie
fissò la sua schiena per tutto il tempo, prima nella veste
da mago,
poi nuda e bianca, che le faceva venire voglia di baciare le spalle
larghe, e infine dentro il pigiama.
Si
coricò al suo fianco, con un lieve fruscio di lenzuola e
piumone.
“Com'è
andata oggi?” le chiese dopo che le ebbe stampato un bacio.
Katie
passò la lingua sulle labbra, gustando il sapore di George,
di succo
di zucca e caramelle alle more.
“Bene,
Fawley ha insistito perché andassi a pranzo con lui e mi ha
detto
che tra una settimana potrò smettere con la cura”
rivelò lei con
gioia.
“Le
escogita tutte pur di passare del tempo con te, eh? Digli che lo
tengo d'occhio! Ho inventato gli aeroplanini di carta a scoppio e non
ho paura di usarli!”
Lei
ridacchiò ancora, soddisfatta.
“Oggi
ho ricordato del nostro primo litigio da fidanzati, lo
ricordi?”
mormorò contro il cuscino, mentre lui si avvicinava per
abbracciarla.
“Come
potrei scordarlo? Mi hai trasfigurato il mantello in cane e quello ha
cercato di mordermi, mentre era ancora attaccato al mio
collo!”
sbottò incredulo, vagamente offeso per l'accaduto.
“Sì,
beh, non avresti dovuto dire che Vivian, la tua ex
fidanzata,
fosse più bella di me!”
“Non
l'ho mai detto! Ho detto che era un po' più femminile e
aggraziata e
che forse avresti potuto esserlo anche tu!”
Katie
sbuffò dalla rabbia, pestandogli la mano che le cingeva il
fianco.
“Vuoi
ricominciare a litigare?” chiese ad un soffio dal suo viso.
George
scoppiò a ridere e la strinse forte, mente lei gli dava
pizzicotti
sui fianchi per farsi liberare.
“Ti
dispiace aver recuperato anche quel genere di ricordi?”
domandò la
voce di lui, bloccando l'ultimo pizzico a mezz'aria, per la sorpresa.
“No,
sono contenta. Per ogni ricordo, anche quello più brutto.
Sono io,
adesso; sono quello che sono grazie a tutto quello che ho passato e
ti amo per ogni parte del nostro rapporto, fatto di esperienze belle
e meno belle” disse seria, stringendogli un'altra porzione di
pelle
tra le dita, per vendetta.
George
le punzecchiò un fianco, facendola desistere dal continuare
a
pizzicarlo, poi le rubò un bacio, lento, sentito, profondo.
“E
ti ricordi cosa ti ho chiesto quella mattina di ottobre, tra pancake
e torte?”
Katie
sorrise contro la sua guancia.
“No,
non lo ricordo” finse con voce vaga.
“Ah,
peccato. Beh, se non lo ricordi, pazienza” soffiò
George alzando
le spalle rassegnato.
Katie
mosse le gambe nelle lenzuola, dandogli un calcetto offeso. Lui
le prese una mano e con l'altra le cinse il fianco, attirandola a
sé.
“Non
c'è fretta. Abbiamo tutto il tempo di questo mondo, adesso.
Ci
sposeremo, faremo dei bellissimi bambini e ti guarderò
invecchiare.
Io invece rimarrò sempre bellissimo e giovanissimo, ma tu
non puoi
farci nulla, mi spiace.”
Lei ridacchiò, poi si accoccolò
contro il suo petto, felice.
Era
tutto perfettamente giusto.
Era
di nuovo Katie, era ancora e sempre innamorata di George ed era di
nuovo lì dove voleva stare, stretta a lui, a dormire mano
nella
mano.
Note:
Eccoci
alla fne. Grazie per aver seguito questa piccola storia senza
pretesa. Grazie a chi l'ha preferita e a chi l'ha commentata.
Continuerò
a scrivere di questi due, è più forte di me!
Un
grossissimo abbraccio.
A
presto
Mimì
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