Titolo: Parole.
Rating: Verde.
Genere:Introspettivo.
Personaggi principali: Jack Jackson.
Disclaimer: Non possiedo i diritti sul personaggio qui trattato e non scrivo a scopo di lucro.
Sommario: Dopotutto, che cos’è arte, se non la più intima delle esternazioni?
Cosa sono le parole?
Futili, di frequente fraintendibili, di sovente forzate.
Se sbagliate, sono portatrici di enormi dispiaceri.
Vengono ignorate, in quanto incorporee.
Non mostrano ciò che l’anima dell’uomo è davvero disposta a comunicare, ma si palesano come per capriccio tentando di emulare qualcosa che può esser trasmesso solo attraverso l’anima.
Come si può trascorrere una vita intera basandosi solo sull’importanza che esse hanno?
Perché voler essere così ignoranti da credere che solo con esse sia possibile trasmettere i propri sentimenti?
Jack non riesce a farlo.
Una delle prime cose che persino un infante è in grado di imparare, per lui è un vero mistero.
Si sente come escluso dalla grazia di Dio, quando deve parlare.
Poi, però, appena riesce a stringere tra le mani uno scalpello, da forma ai suoi pensieri plasmandolo nella roccia.
Regala la forma a qualcosa di natura non la possiede, palesandola anche al più cieco dei folli.
…. E si sente completo.
Vivo.
Dopotutto, che cos’è l'arte, se non la più intima delle esternazioni?
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