Ehilà!!!
Oggi, siccome è il mio comply, ho
deciso di ringraziarvi una per una (uno per uno, se ci
sono ragazzi).
Roby94: sinceramente?
Non so come si faccia a sopportare Sharpay per una
settimana! Io non ci riuscirei! Però sarà una buona
base x qualche litigio divertente…. Anche se non ho
ancora deciso niente: non ho programmi per lo sviluppo di questa storia!
Titty90: guarda,cerco di essere veloce quanto posso… ma ti avverto che, non
avendo un programma, non sarò sempre così costante. E…
Ryelsi for president!
Romaticgirl: grazie mille perché tu non hai
mancato di commentare una sola delle mie storie! Spero che andando avanti anche
questa continui a piacerti!
Armony_93: beh,
mica potevo metterli in tenda insieme subito, no? Ma vedrai, giuro che un po’ di Chaylor
ci sarà! E ryan…. Beh, il
mio maritino è sempre dolcissimo! XD
_Marty94_: hihi, ero indecisa tra phon e piastra…..
ma adoro caricaturale così Sharpay!!!
In questo capitolo ci sarà una sorpresina molto gradita a Troy (ben gli sta! Muhuahuahua… cioè, volevo dire, come mi dispiace!)e poi, come dice il
titolo… si montano le tende!
Ah, un’ultima cosa, capite tutti i titoli dei capitoli o li devo mettere anche in italiano? Grazie mille, un bacio,
Temperance
2 – In which the tents are risen up
Sharpay, seduta sulla propria
valigia, guardava con scarso interesse Taylor,
intenta a studiare le istruzioni per montare la tenda.
“Bene, allora, credo che potremmo iniziare piantando i
paletti.” Disse la mora, allungando una mano
lateralmente, senza smettere di guardare il foglio.
Rimase in quella posizione per qualche
minuto, poi, guardò la sua compagna con un grosso punto di domanda
disegnato in viso.
“Sharpay, mi hai sentita?”
“Sì, certo, non sono sorda.” Rispose l’altra con aria di
sufficienza.
“Beh, mi passi i paletti?”
La sguaiata e falsissima risata che Taylor
ricevette in risposta la fece innervosire non poco.
“Che hai da ridere?”
“No, tu… tu pensavi davvero che ti avrei aiutata
a montare quella cosa?”
“Sì, visto che ci dormirai anche tu.”
“Sì, certo….” L’esplosione d’ilarità della bionda si concluse improvvisamente, lasciando spazio ad un’espressione
durissima. “Chiariamo le cose, McKessie. Tu monti la tenda, io ci dormo; tu cucini, io mangio; tu procuri
quello che c’è da procurare, io ne godo i benefici. Capito?”
Il povero foglio finì stritolato nella mano di Taylor, mentre la ragazza si avvicinava all’altra.
“Sentimi bene, principessina.” Sibilò a pochi centimetri dal
suo viso. “Se è una schiavetta quello che cerchi hai
sbagliato indirizzo, per quello c’è tuo fratello. Qui si divide tutto
equamente, quindi se non lavori dormi fuori e non mangi. Capito?”
“Umpf…” Fu la risposta che
ottenne. “Non puoi fare questo.”
“Ah no? E sentiamo, chi ti
difende?”
“Io….” Esitò Sharpay. “Oh, hai
vinto! Dove sono questi paletti?”
Taylor sorrise, soddisfatta:
principessa zero, scienziata uno.
“Chi sono?” Domandò Troy, coprendo
con le mani gli occhi di Gabriella.
“E chi lo sa…” Rispose lei,
voltandosi per guardarlo in faccia. Le mani del ragazzo scivolarono velocemente
dal collo di lei ai suoi fianchi, stringendola in un
abbraccio.
“Hai già finito di montare la tenda?” Chiese lei,
scostandosi leggermente quando lui tentò di baciarla.
“No… lo faccio dopo… prima volevo salutarti come si deve.” Si chinò di nuovo, ma la ragazza lo scartò una seconda
volta.
“La mia è finita, invece. Sono stata fortunata: Martha va in campeggio tutti gli an…..” Le
labbra di Troy la colsero di sorpresa, posandosi
sulle sue, senza darle il tempo di fuggire ancora.
“Touchè” Biascicò, quando si separarono.
“Piano, voi due!” Richiamò una voce alle loro spalle.
Una voce familiare… assolutamente troppo.
“Papà? Che ci fai qui?” Chiese Troy, un po’ scioccato dall’inaspettata apparizione del
padre.
“Sono il secondo accompagnatore… ho portato le provviste.” Rispose il coach Bolton, sollevando un voluminoso sacco per mostrarlo al
figlio.
“Salve, coach.” Lo salutò
Gabriella con un sorriso. “Quando è arrivato?”
“Cinque minuti fa. Bene, ora vado a dare questi a Julie… cioè, alla professoressa Brighton. Mi raccomando, Troy, ti tengo d’occhio!”
Detto ciò, l’uomo si voltò e fece marcia indietro,
dirigendosi verso il luogo dove si trovava la Birghhton.
Non appena il padre fu abbastanza lontano, Troy abbandonò il capo sulla spalla di Gabriella, che stava
facendo di tutto per non scoppiare a ridere.
“Addio gita romantica…” Mormorò il ragazzo, già pensando al
modo di vendicarsi del padre invadente.
“Ti ho portato un regalo.” Dichiarò Ryan,
allegro, posando il borsone contenente la tenda.
“Wow!” Esclamò lei, scherzosamente. “Ne ho sempre voluta una
così!”
“Ogni suo desiderio è un ordine!” Il ragazzo si tolse il
cappello, esibendosi in un profondo inchino.
°Esibizionista° Pensò la pianista senza,
però, smettere di sorridere.
Non le andava assolutamente a genio l’idea di dormire per
sei notti insieme a Ryan Evans,
ma, per la salute mentale di entrambi, aveva deciso che sarebbe stato meglio
comportarsi civilmente.
“Allora, da dove cominciamo?” Domandò il biondo, slacciando
la cerniera della borsa blu ed estraendone una notevole quantità di stoffa e
paletti.
Kelsi si strinse nelle spalle.
“Non ne ho idea. Sei mai stato in campeggio?”
“Beh… i miei non sono esattamente tipi da vacanza in mezzo
alla natura… sono più gente da hotel di lusso, non so se mi spiego.”
°Ovvio. I signori Evans
sono troppo superiori al resto del mondo per sporcarsi le mani°
“In quanto a me.” Riprese Ryan, a
sorpresa. “Non so perché ma questa cosa mi ispira da
morire.”
“Davvero?” Chiese la ragazza, stupita.
Lui annuì, guardando il cielo, contornato dalle frastagliate
cime degli alberi.
“Mi piacciono gli odori del bosco… i suoni… non so, fa molto Foresta Proibita…”
“Già… aspetta, tu leggi Harry Potter?”
Ryan esibì un sorriso leggermente
sghembo che fece fare una capriola al cuore della
pianista.
Non si era mai accorta di quanto fosse bello il viso del suo
compagno d’avventura.
Cacciò immediatamente quei pensieri indesiderati, mentre lui
rispondeva.
“Esiste qualcuno che non lo legge?”
Kelsi ridacchiò, nervosamente.
“Forse è meglio che cominciamo.” Suggerì poi. “O non avremo
finito per l’ora di ritrovo.”
Ryan lanciò uno sguardo
all’orologio.
“Manca più di un’ora e mezza….quanto vuoi
che impieghiamo a mettere insieme questa cosa?”
UN’ORA E MEZZA DOPO
“Beh, abbiamo finto in tempo.” Constatò Ryan,
appoggiato ad un albero, osservando il suo piccolo capolavoro con occhi pieni di orgoglio.
Lo sguardo di Kelsi era molto meno
convinto, mentre squadrava la tenda che stava in piedi per miracolo davanti a
loro.
“Io non mi fido a dormire lì dentro.”
“Avanti, Kel!” La incoraggiò lui,
circondandole le spalle con un braccio, facendola irrigidire all’istante.
“Pensa positivo: se anche dovesse crollarci addosso,
possiamo sempre usarla come coperta.”
“Già…” Rispose lei, con un risolino forzato, sottraendosi
all’abbraccio. Non le piacevano quel genere di confidenze… se poi Jason li avesse visti… “Senti,
forse è meglio che andiamo, o inizieranno a cenare senza di noi.”
“Sì, hai….” Ryan non fece in tempo
a risponderle che lei già era lontana, diretta verso il bivacco dove già scoppiettava
un allegro falò.
Continua….