The Lost Odyssey: Il drago nero e il drago bianco.

di Dragonheart 95
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Il cielo era scuro, non che fosse sera, anzi era solo pomeriggio inoltrato, ma i nuvoloni neri che ricoprivano l’azzurro dava l’impressione di notte fonda. All’improvviso un lampo attraversò il cielo illuminando tutto per un attimo, come se qualcuno avesse scattato una fotografia con il flash, e subito dopo il lampo ecco che si sentì anche il rombo violento del tuono.
Rapidamente gocce cristalline iniziarono a scendere a poco a poco, poi la pioggia prese velocità facendo scatenare un violentissimo acquazzone accompagnato da altri lampi e da altri tuoni. Il rumore del temporale e la violenza della pioggia attraversavano tutti i villaggi e le grandi città, come in un unico e violento temporale mondiale.
Nei paesi tutti i contadini si affrettavano a tornare alle proprie case abbandonando il lavoro di una giornata, le donne ritiravano il bucato dai giardini e i bambini correvano per cercare un riparo sicuro dalla furia del cielo.
<< Oh cielo non ho mai visto un temporale così violento, che sia presagio di sventure? >> disse tra se e se una donna che aveva appena finito di portare tutto in casa per poi chiudere la porta.
<< Ma dai cara è solo un temporale, non vuol dire niente. >> rispose il marito della donna seduto comodamente sul divano del soggiorno mentre leggeva un giornale sportivo.
Nelle città la pioggia aveva scatenato un traffico violento, tutti cercavano di rincasare al più presto, i passanti correvano cercando riparo con ogni oggetto possibile, i più fortunati si munivano di ombrello ma a ben poco gli serviva poiché si era appena scatenato un vento che quasi trascinava cose e persone con se.
<< Ma che è arrivata la fine del mondo? >> chiese un passante.
<< Così sembra amico, dai andiamo. >> rispose un altro passante che si trovava con lui.
 
In una radura poco fuori della città una figura non identificata stava in piedi con gli occhi chiusi, non si preoccupava dell’acqua che lo bagnava, o del vento che lo spostava, anzi sembrava addirittura che il vento non lo toccasse neanche. All’improvviso un fulmine illuminò tutto quanto, e la figura era scomparsa, quando divenne tutto nero due occhi, due occhi si aprirono rivelando due iridi viola con pupilla allungata e sottile. Quegli occhi emanavano malvagità, poi si chiusero e l’ultima cosa che si sentì fu una risata malvagia che accompagnava in un duetto la furia del temporale.




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