Lawrence

di Coz
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E ci hanno mandato qui, per conquistare una dura crosta di pane integrale. C’è da inzupparla in quel barattolo ricolmo di sangue come vernice rossa, e tenere il frutto del lavoro di donne e bambini come un coltello. Andare verso quel muro, distrutto. Rovinato dai buchi, grazia dei proiettili perforanti.

Con gli stivali, calpestare una lunga strada polverosa, piena di dossi e cadaveri. Dove giacciono i bossoli. Soltanto per raggiungere quel pezzo di cemento. Con quel pennello che puzza di perdita, e calcare forte lo scarto di un mulino sulla superficie sgraziata di quello che una volta, era la speranza di una famiglia.

Scrivere quella frase, con gli occhi resi rossi dal fumo delle esplosioni. Scrivere quella frase che significa la fine di un lungo viaggio attraverso sterrati dimenticati, targhette di metallo e ricordi sbiaditi dalla volontà di vivere. Scrivere quella frase. Quella frase. Che è.

Vittoria.

Siamo dei duri.





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