TOGETHER
Something just isn't right / I can
feel it inside
The truth isn't far behind me / You
can't deny
When I turn the lights out / When I
close my eyes
Reality overcomes me / I'm living a
lie
When I'm alone I / Feel so much
better
And when Im
around you / I don't feel
Together / It doesn't feel right at
all
Together / Together we've built a
wall
Together / Holding hands we'll fall
Hands we'll fall
This has gone on so long / I realize
that i need
Something good to rely on / Something
for me
When I'm alone I / Feel so much
better
And when Im
around you / I don't feel
My heart is broken / I'm lying here
My thoughts are choking on you my
dear
On you my dear / On you my dear
When I'm alone I / Feel so much
better
And when Im
around you / I don't feel
When I'm around you / When I'm
around you
I don't feel together / I don't feel
together
When I'm around you / When I'm
around you
I don't feel together, no / I don't
feel together
Capitolo 1
The wizard with
golden hair
Primo giorno di scuola. Una ragazza dai capelli blu
camminava in direzione della scuola. D’improvviso si fermò davanti ad una
vetrina. Si specchiò.
I capelli sono a posto. La divisa anche. Bene! Devo solo
sfoggiare un bel sorriso per dare una buona impressione. Non voglio che
prendano per la solita Aiko irascibile... Così va
benissimo! Ed ora a scuola!
Si rincamminò in direzione di una grande struttura dalle
pareti verdi e dalle grandi finestre. Arrivò davanti ad un cancello. Entrò e
salì le scale fino ad arrivare ad una classe. Lì non c’era ancora nessuno, ma
da un momento all’altro sarebbero arrivati tutti i suoi compagni. Tra i
professori e i genitori era girata la voce che quest’anno ci sarebbe stato un
nuovo compagno.
Chissà com’è? Un sapientone o uno bello? Uno atletico o
uno noioso?
Mentre Aiko si poneva queste
domande e poggiava la borsa su uno dei banchi in fondo, una persona entrò.
“Aiko!! Ciao!!”
Aiko si voltò e vide un viso
familiare.
“Naoko!!”
Una ragazza dai capelli verdi stava sulla porta sorridendo. Aiko le corse in contro e l’abbracciò.
“Che bello rivederti dopo tre mesi di vacanze!!” urlò Naoko colma di gioia.
Aiko aveva conosciuto Naoko tre anni prima, durante il primo giorno di scuola.
Era arrivata in ritardo, come le succedeva spesso, e aveva notato la ragazzina
dai capelli verdi in disparte. Naoko le aveva sorriso
timidamente, mentre lei parlava animatamente con un ragazzino dai capelli
rossi. Sembrava che lo conoscesse da sempre, mentre lei non conosceva ancora nessuno.
Aiko le si era avvicinata e si erano presentate l’un
l’altra. Così avevano fatto amicizia ed ora erano amiche per la pelle, nonché
compagne di banco.
“Hey! Hai saputo di quello nuovo?”
le chiese Aiko, sciogliendo l’abbraccio.
“Eh, sì! Sai che stamattina sono passata davanti all’aula
dei prof?” le rispose l’altra con un sorriso più ampio.
“E per fare cosa?”
“Per vedere se quello nuovo era già arrivato.”
Aiko scosse la testa tra il
disperato e il divertito.
“Sei proprio una ficcanaso!”
“E dài! Non ho fatto niente di
male!” rise l'altra.
“Ma almeno l’hai visto?” chiese poi la sportiva, curiosa.
“Di sfuggita, però ho visto che aveva i capelli color
dell’oro... Sarà bellissimo... O bellissima, boh!”
“Come bellissima!?”
“Beh, aveva i capelli lunghi fino alle spalle ed erano
legati in un nastro azzurro.”
“Ma allora è una ragazza!”
“Non ne sono sicura... Indossava la divisa maschile...”
Aiko storse il naso.
“Cosa? Avremo come compagno un effeminato?”
Naoko rise di nuovo.
“Non esagerare ora...”
Intanto alcuni dei loro compagni erano entrati in classe,
chiacchierando del più e del meno.
Un ragazzo dai capelli rossi, avendo sentito la discussione
delle due ragazze, si avvicinò ad Aiko.
“Io so per certo che è un maschio!” disse tutto impettito.
“Anrima...? Come fai a saperlo?”
gli domandò Aiko.
“Avanti qualcuna di voi indosserebbe mai una divisa
maschile?” continuò lui come se fosse ovvio.
“Io no!” disse Naoko.
“Io neanche!” disse Aiko.
“Vedete! E’ sicuramente un maschio! Poco virile direi, a sentire
la descrizione di Naoko.” confermò lui sicuro di sé.
Un professore entrò in classe. Tutti i ragazzi si
precipitarono ai propri posti. Al seguito dell'insegnante c’era un ragazzo con
i capelli dorati e gli occhi azzurri. Tutte le ragazze guardarono con aria
sognante il biondino, tranne Aiko. Aveva come
l’impressione di averlo già visto e questo era molto probabile visto che lei
riusciva spesso a dimenticare le cose e, in questo caso, le persone.
“Da questo momento in poi, lui sarà un vostro nuovo compagno
di scuola.” disse il professore “Cercate di andare d’accordo e soprattutto
accoglietelo come se fosse un vostro fratello!” poi si rivolse al ragazzo in
questione “Ed ora presentati!”
Il biondino, che fino ad ora aveva tenuto lo sguardo a
terra, alzò la testa e mostrò un bel sorriso.
“Il mio nome è Leon Sokuryoku!
Spero che andremo d’accordo!”
Aiko non riusciva proprio a
ricordare. Dove lo aveva visto?
Dove l’ho visto? Dove? Leon Sokuryoku...
Leon... Aspetta un attimo!! Leon!! Quello dei flat!! Il mago!! Quello che mi
rompeva le scatole con assurde sfide!! Che ci fa qui? Perché non è al castello
di Akatsuki con tutti gli altri? Perché?
“Bene!” disse il professore e indicò un posto vuoto “Sokuryoku, và a sederti vicino a Senoo.
Lì!”
“Sì, professore!” rispose Leon.
Oh, noooooo! Perché proprio
vicino a me?
Il biondino si sedette nel banco accanto a quello di Aiko.
“Salve!” disse.
“C... ciao...” sussurrò Aiko senza
guardarlo.
Fa che non mi riconosca...
“Era da tanto che non ci vedevamo.”
“Non so di cosa parli.” disse lei subito, come se avesse
previsto quello che il ragazzo stava per dirle.
“Avanti, non fare la finta tonta.” insisté lui, ma lei non
rispose.
Aiko continuò a fissare il libro
di matematica, fino a che gli occhi azzurrissimi di lui non la attirarono.
“Il mondo della magia è così noioso, e così sono venuto a
trovarti. Mi mancavi.”
Lei arrossì, chinando di nuovo la testa.
Gli mancavo...?
“Non mi ricordo di averti mai incontrato.” disse lei
girandosi di nuovo a guardarlo.
Il suo sguardo duro faceva intendere che non avrebbe ceduto
così facilmente, a meno che non fosse giunta l'Apocalisse.
“Allora ti rinfresco la memoria.” disse lui di tutta
risposta.
“Eh?” fece lei.
Il ragazzo cominciò a guardare con insistenza la finestra
chiusa. I ciuffi ribelli che aveva in testa si mossero e questa si aprì. Una
folata di vento sfogliò i quaderni che si trovavano sui banchi.
“Potete chiudere la finestra per piacere?” ordinò il
professore.
“Ma prima era chiusa...” disse uno degli alunni.
“Non mi importa chiudetela!” ripeté il professore.
Uno dei ragazzi si alzò per chiudere la finestra. Fece un
grande sforzo, ma, niente, la finestra non si chiudeva.
“Professore, non riesco a chiuderla...”
“Non faccia lo spiritoso! Avanti la chiuda!” lo sgridò il
professore indignato.
Il ragazzo riprovò, ma non ci riusciva proprio.
“Adesso basta! Lasci fare a me!” disse il professore
arrabbiato, dirigendosi verso la finestra.
Anche lui fece un grande sforzo. Intanto molti dei test
d’ingresso, che erano sulla cattedra, ora svolazzavano per la classe a causa
del vento.
“Basta! Ho capito!” disse Aiko a
Leon, allarmata “Mi ricordo di te! Mi sono ricordata fin dall’inizio, ma ora
smettila! Smettila di usare la magia, ti prego!”
I ciuffi del biondino smisero di muoversi. La finestra si
chiuse di botto, facendo cadere il professore e suscitando delle risa.
“Visto!” disse il prof, rialzandosi “Basta la buona
volontà!”
Il mago guardò Aiko soddisfatto e
anche un po' divertito.
“Potevi risparmiarti di farmi fare tutta quella scenetta,
solo per qualche capriccio.” le sussurrò.
“Ora piantala! Voglio ascoltare la lezione!” gli ordinò lei,
infastidita dal suo atteggiamento.
“Okay...” le rispose Leon girandosi a guardare il
professore.
“Lo conosci?” chiese Naoko ad Aiko.
“Sì, purtroppo...” le rispose l'altra.
“E’ carino...” le sussurrò la compagna con un ghigno.
“Macché!” rispose lei, alzando un po' la voce.
“Invece sì è un bel ragazzo.”
“Per te sono tutti bei ragazzi.”
“Non è vero. Quello dietro di te è orribile...” disse
l’amica con una smorfia.
Aiko si girò indietro. Un ragazzo
con molti brufoli sul viso e con degli occhiali spessi la guardava, sfoggiando
un apparecchio argentato sui denti.
“Hai ragione... Mi stavo quasi scordando dei nostri compagni
maschi...” confermò Aiko, girandosi davanti.
“Già! Non si fa molto caso a loro. Hehe!”
Ma ad altri sì, vero, Aiko? Hehe!
“Comunque sappi che tra me e lui non c’è assolutamente
niente!”
“E chi ti ha chiesto niente! Hehe!”
La campanella della prima ora suonò e il professore uscì
dalla classe. Questo fu segno per Aiko che era ora di
alzarsi e stiracchiarsi un po'.
Il ragazzo biondo la punzecchiò divertito, toccandole con un
indice la pancia e lei fu costretta a interrompere quel breve momento di relax.
Lo guardò torva, mentre lui le sorrideva innocentemente, poi se ne andò fuori
dalla classe, per aspettare l’arrivo del professore successivo. Come un lampo Naoko la raggiunse piuttosto su di giri.
“Accidenti!” esclamò eccitata “Nessuno, tranne quel ragazzo
nuovo, ha mai provato a stuzzicarti. Di solito ti arrabbi tantissimo. Come mai
ora no? Non ti piacerà mica?”
“Ma sei scema!!”
urlò Aiko, continuando poi normalmente “Gliel’ho
fatta passare per questa volta, ma se continua a fare così – giuro – che
scoprirà ben presto com’è la vera Aiko.”
“Dolce e romantica?” chiese Naoko,
sbattendo le palpebre in modo zuccheroso.
“No! Forte e irascibile!” rispose l'altra, sporgendosi per
scorgere in lontananza il professore, nel caso stesse arrivando.
“Se fai così non troverai mai un ragazzo che ti sopporti...”
commentò l’amica scuotendo la testa.
“Per ora non m’interessano i ragazzi... Sono così stupidi...
Guarda Anrima, per esempio...” e indicò qualcuno in
classe.
“Okay! Ma Anrima è un caso
eccezionale.”
“Macché! Tutti i maschi sono come lui. Guarda! Come si può
giocare al cavalluccio in classe...?”
Naoko si voltò a guardare in
classe e scorse Anrima. Il ragazzo rideva come un
matto, in groppa a un suo compagno più robusto. Naoko
rimase allucinata da quello che facevano dei ragazzi, che presumeva fossero
almeno un pochino maturi.
“Hai ragione!” confermò “Sono proprio dei bambini...”
Aiko continuava a guardare quella
scena assurda, quando scorse un biondino che guardava la scena da vicino, anche
lui un po’ stupito della stupidità dei suoi compagni. Un ragazzo gli si avvicinò
incitandolo ad unirsi al gruppo.
“No, no! Grazie...” lo sentì rispondere, agitando le mani.
Volse di nuovo lo sguardo, in modo che lui non la
sorprendesse a guardarlo.
“Il prof!!” gracchiò Naoko,
dirigendosi in classe ad avvertire i suoi compagni.
Aiko la seguì a ruota, prima che
il professore si accorgesse che fosse uscita dalla classe.
Tutti i ragazzi si sedettero e un uomo che indossava una
tuta da ginnastica entrò in classe.
“Buon giorno a tutti!” disse poggiando il registro sulla
cattedra “Ho saputo che avete un nuovo compagno. Chi è?”
Il biondino alla destra di Aiko si
alzò in piedi.
“Sono Leon Sokuryoku.” disse col
suo solito sorriso.
“Pratichi qualche sport?” gli chiese il professore.
“Oh, molti.”
“Bene... Puoi sederti.” gli ordinò, poi, dopo che ebbe
obbedito, continuò “Ora facciamo l’appello e poi vi porto in palestra.”
I nomi dei ragazzi scorsero sopra l’indice del professore,
risposto da ognuno con un ‘presente’ o un ‘assente’. Dopo ciò con la gioia di
tutti gli studenti, il professore permise loro di avviarsi in palestra.
Mentre si alzava dalla sua sedia Aiko
intravide l’espressione di Leon, che era già quasi arrivato alla porta
dell’aula, un sorriso soddisfatto in viso. Lei lo guardò sospettosa, poi alzò
le spalle e uscì anche lei dalla classe seguita da Naoko.
Essendosi cambiati, gli studenti scesero in campo, mentre il
professore era in segreteria per una commissione. Le ragazze avevano un pallone
di pallavolo e i ragazzi uno di basket. Tutti cominciarono a giocare.
“Aiko, è tua!” urlò Naoko, passandole la palla.
La ragazza dai capelli blu si alzò in volo pronta per
schiacciare. La palla volò nel semicampo avversario, con una tale forza che se
non l’avessero vista, nessuno avrebbe pensato che fosse stata Aiko.
Leon intanto guardava la scena compiaciuto, col pallone di
basket in mano.
“Hey, Sokuryoku!
Continuiamo?” chiese uno dei suoi compagni scocciato.
“Oh! Certo. Scusa.”
Dopo mezz’ora una ragazza nelle vesti di arbitro fischiò la
fine della partita di pallavolo.
“Waaa!! Aiko,
con te in squadra vinciamo sempre!!” urlò Naoko.
“Già! Hehe!” fece Aiko modesta, inchinandosi a destra e a manca.
Intanto anche i ragazzi avevano smesso di giocare. Leon si
diresse verso Aiko palleggiando.
“Ai-chan!” la chiamò.
Lei si girò un po’ rabbiosa, infastidita da quel soprannome.
“Che c’è?” gli chiese.
“Che ne dici di fare una partita a basket uno contro uno
come ai vecchi tempi? Chi fa almeno due canestri su tre vince. Ci stai?” le
propose lui.
“Eh? Tu? Contro di me?”
Lui annuì.
Gli altri loro compagni li guardavano curiosi, gran parte di
loro sorridendo sornioni.
“Hehe! Sokuryoku
ci sta provando con Senoo.” sogghignò uno di loro.
“Non ti conviene! Senoo è una bestia! Hehe!”
urlò un altro ridendo.
“Vuoi morire!?” lo minacciò Aiko
in risposta.
“No... No...” sussurrò il compagno arretrando, piuttosto
spaventato.
“Allora?” chiese Leon in attesa di una risposta “Giochi o
non giochi?”
Uffa! – pensò Aiko – I flat se ne
erano andati e ora mi devo sorbire di nuovo tutto da capo... Si ricomincia da
tre!
“Non dirmi che ti tiri indietro, Ai-chan!”
la provocò lui.
“Primo, non chiamarmi Ai-chan.
Secondo, non mi tirerei mai indietro, perciò non ti gasare troppo, biondino.”
Un “Oooh!” echeggiò tra la folla.
Leon abbozzò di nuovo un sorriso soddisfatto.
I due si trovavano al centro del campo, mentre i compagni li
guardavano curiosi di sapere chi sarebbe stato il vincitore.
Leon palleggiava, guardando Aiko
col suo solito sorrisino.
Aiko stava all’erta, pronta per
soffiare la palla al biondino non appena avesse provato ad avanzare verso il
canestro del suo semicampo.
Il silenzio invadeva la palestra. Tutti stavano col fiato
sospeso e gli occhi fissi sui due in campo, in modo da non perdersi il minimo
movimento degli sfidanti.
Il ragazzo, che avrebbe dovuto dare il via alla sfida, si
mise in bocca il fischietto.
Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiih!!
Leon si spostò alla destra di Aiko,
che non essendoselo aspettato non riuscì a bloccarlo. Il biondino arrivò sotto
il canestro. Saltò dandosi una forte spinta. La palla volò verso il buco del
canestro, ma... Aiko riuscì a prenderla in tempo
prima che lo raggiungesse. Corse superando il ragazzo biondo. Poi oltrepassò la
linea che separava i semicampi. Leon le stava alle calcagna. Aiko corse più veloce, per seminarlo. Giunta al canestro
saltò e lanciò la palla. Essa rotolò sui bordi del canestro. La suspance si faceva sentire. La palla finalmente scivolò nel
canestro.
Un urlo forte di ragazze invase il silenzio della palestra.
“Un punto per Aiko!!” urlò
l’arbitro.
“Vai, Aikoooooooo!!!” urlava Naoko
dagli spalti.
Ora la palla era di nuovo in possesso di Leon.
Questa volta non te lo lascerò fare Ai-chan.
Giunto di nuovo al canestro, Aiko
gli si parò davanti. I due saltarono nello stesso istante. La palla venne
lanciata da Leon verso il canestro, ma le braccia di Aiko
la incontrarono prima di esso. Lei atterrò e cominciò a correre di nuovo verso
il canestro avversario.
“Aiko, Aiko, Aiko!” si udiva ormai anche dalle bocche dei
ragazzi.
Leon accelerò e le prese la palla. Lei si voltò veloce per
inseguirlo e riprendersela. La prese.
Ricominciò la corsa verso il traguardo. Aiko
balzò a tre metri di distanza dal canestro. La palla volò nella sua direzione.
La gente trattenne il respiro, mentre la palla entrava nel
canestro.
Le urla dei ragazzi esplosero nella palestra.
“Sei un mito, Ai-chan!!” urlò Naoko,
correndole incontro.
“Non c’è bisogno del terzo canestro.” disse l’arbitro
rivolto a Leon “Ormai hai perso.”
Il professore entrò in palestra un po’ arrabbiato.
“Cosa sono queste urla!?” chiese gridando “Andatevi a
cambiare! L’ora è quasi finita!” disse poi.
Tutti si zittirono e si avviarono negli spogliatoi.
Aiko stava per entrare nello
spogliatoio femminile, quando Leon la raggiunse.
“Sei proprio forte!” disse.
“Grazie...” rispose lei con poco entusiasmo.
Tutti i ragazzi e le ragazze erano entrati per cambiarsi e
loro due erano ormai rimasti da soli.
“Non è cambiato niente.” continuò lui “Sei sempre più brava
di me...”
“Ovvio!! Hahaha!” rise lei.
Lui la guardò serio, avvicinandosi piano a lei, poi la prese
per le spalle e la mise con la schiena contro il muro.
“... Ed è per questo che mi piaci tanto...” le sussurrò poi,
avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
Aiko sentiva il fiato caldo di
Leon sulle labbra. Era spaventata. Avrebbe voluto districarsi da quella
posizione imbarazzante, ma gli occhi azzurri di lui erano per lei come pesanti
catene. Le loro labbra stavano quasi per toccarsi.
Aiko chiuse gli occhi.
Che cavolo mi prende...? Non riesco a liberarmi...
“Lasciala andare!” disse un ragazzo, prendendolo per il
colletto della maglia e allontanandolo da Aiko, che
finalmente fu libera.
“Non cercare di provarci con lei, altrimenti ti faccio gli
occhi neri!” lo minacciò Anrima, furioso “Lei è la
mia Aiko!”
“Ma non è vero!!!” strepitò Aiko,
ma nessuno l'ascoltò.
“Oh! Non preoccuparti!” rispose Leon “Volevo solo metterla
alla prova. Hehe!”
Anrima lo lasciò andare e Leon se
ne andò nello spogliatoio maschile con un ghigno.
“Stai bene, Aiko?” chiese Anrima, avvicinandosi a lei.
“Sì... Però...” disse lei con lo sguardo a terra.
“Dài, non piangere!” la consolò
lui.
“Ma che piangereee!! Quel tipo mi fa Saltare i nerviiiIII!!”
urlò Aiko alzando il viso e mostrando due occhi
infuocati “Questa non gliela faccio
passare liscia!!”
Dopo che la campanella ebbe suonato, tornarono tutti in
classe con il professore al seguito. Aiko era ancora
di cattivo umore e questo saltò subito agli occhi dell’amica Naoko.
“Che cos’hai?” le chiese appena furono arrivate in classe
“Pensavo fossi contenta di aver stravinto.”
L’amica le rispose sbuffando, col la faccia rossa tra le
braccia incrociate sul banco.
“Io proprio non ti capisco.” continuò lei, ma notando che
all’amica non faceva né caldo né freddo cambiò argomento “Comunque, come mai ci
hai messo tutto quel tempo per venire a cambiarti?”
L’umore di Aiko non migliorò per
niente e continuò a tacere.
“Ah! Ma allora sei arrabbiata con me?” chiese Naoko un po’ infastidita dal suo comportamento.
Aiko scosse la testa, ancora
nascosta tra le braccia.
“Ma allora perché non parli? Il gatto ti ha mangiato la
lingua?”
“Lui...” sussurrò Aiko, il suono
della voce soffocato a causa della sua posizione “Baciarmi...”
“Cosa? Non ho capito un cricchio, Aiko.”
“Lui... voleva... baciarmi...”
“Chi?” chiese Naoko, chinandosi su
di lei per sentire meglio.
“Quell’idiota d’un biondinooo!!” urlò Aiko,
con uno sguardo infuocato, alzandosi di botto e rischiando di colpire la faccia
di Naoko, che si ritrasse in tempo.
“Vuoi... vuoi dire Leon?” chiese ancora una volta Naoko, spaventata.
“Siiiiiiiiiiiiii!!!”
assentì l’altra, eruttando fumo dalle narici e dalle orecchie.
“Wow!! Com’è coraggioso!!” strillò Naoko
eccitata.
“Coraggiosoooooo!?”
chiese Aiko allibita e arrabbiata allo stesso tempo.
“Sì! Insomma, senza offesa, ma provarci con te equivale al
suicidio.” disse schietta l’amica.
“Ancora un po’ e l’avrei ucciso io...”
“Dài, non fare così! E poi? Hai
detto che ha tentato di baciarti. Come hai fatto ad uscirne? Con la tua forza
bruta?”
“Mi ha salvato quell’altro idiota di Anrima...”
“Oooh! Quanti spasimanti!!”
“Grrr...”
“Dài! Non ci riproverà più,
vedrai!”
Aiko sbuffò e si accasciò di nuovo
sul banco.
“Comunque...” disse Naoko,
sedendosi anche lei “Come mai non ce l’hai fatta a liberarti di lui?”
“Era più forte di me...” rispose la ragazza dai capelli blu.
“Ma va!”
“Te lo giuro!”
“Secondo me era così bello, che non ce la facevi a dargli un
dispiacere così grande.”
“Bellooo!?
Ma sei matta!!” urlò la sportiva,
scattando di nuovo in piedi, avvampata.
“Parlate di me?” chiese un’altra voce, dietro di loro.
Leon le fissava sorridente.
“Macché... Parlavamo... Ehm... Di Anrima!”
improvvisò Aiko.
“Oh! Questo significa che io sono bello al suo confronto!
Grazie!” rispose lui innocentemente.
Aiko diventò ancora più rossa di
quello che era e ricadde sulla sedia, mentre Leon, avendo visto entrare il
professore dell’ora successiva, si era seduto.
“Forza, facciamo l’appello!” disse lui cominciando a
chiamare ogni studente.
Ma Aiko ormai non l’ascoltava più.
Era proprio infastidita dal comportamento di Leon. Come aveva potuto prenderla
in giro in quel modo? E poi come mai non era riuscita a liberarsi del suo
sguardo incatenante? Possibile che i suoi poteri di mago arrivassero fino a quel
punto?
Un nome che iniziava con la O fu chiamato dal professore,
mentre Aiko era ancora persa nei suoi pensieri.
“A che pensi?” sussurrò il biondino alla sua destra.
“A niente che ti possa interessare.” rispose lei a bassa
voce, guardandolo truce.
“Avanti, non sarai ancora arrabbiata per la storia del
bacio?” le chiese, continuando a mantenere il tono basso.
“Certo che lo sono. Non dovevi permetterti di avvicinarti a
me così tanto.” replicò lei, alzando un po’ la voce.
“Ma l’amore fa bene.”
“Peccato che io non sia innamorata di te!”
Seguì un nome con la Pi.
“Oh, dal rossore che hai sulle guance si direbbe il
contrario.” la stuzzicò lui.
“Io... Non sono innamorata di te!” continuò a sostenere lei,
mentre il viso le si faceva tutto rosso.
“Senoo!!”
esclamò il professore con rabbia.
“Presente!” rispose Aiko con
noncuranza.
“Fuori, Senoo!! E anche lei, Sokuryoku!” gli ordinò l’insegnante.
“Ma...” cercò di dire lei.
“Ho detto fuori! Entrambi!” ripeté lui.
Leon si diresse fuori senza far storie e Aiko
lo seguì di mala voglia. Mentre usciva vide con la coda dell’occhio Naoko, che sorrideva con due pollici in su. Aiko alzò gli occhi al cielo disperata.
Che qualcuno mi salvi da questa situazione...
Oh! Che nervosismo... – pensò Aiko
– Sono qui fuori in punizione con Leon solo da dieci minuti e già non
ne posso più...
Il silenzio permaneva in quel corridoio, in cui si sentivano
solo le voci lontane dei professori che facevano lezione. Aiko
si teneva a debita distanza da Leon, sospettando che potesse approfittarne per
farle qualcosa. Leon era poggiato al muro, reggendo i secchi d’acqua con i
manici, e fissava la finestra di fronte a lui serio. Aiko
era almeno a due metri di distanza da lui, anche lei con i secchi in mano, e si
osservava i piedi. A volte alzava la testa per vedere cosa facesse il biondino
al suo fianco. Avrebbe tanto voluto sorprenderlo a guardarla, così lo avrebbe
sgridato un po’ e si sarebbe sfogata. Ma lui non si girava mai.
Perché non dice niente... – pensò ancora lei – Questo
silenzio mi dà sui nervi... In classe mi prendeva in giro e ora fa finta che
non esisto...
Aiko lo squadrò da capo a piedi.
Non era molto cambiato da quando l’aveva incontrato per la prima volta. Era
solo più alto, raggiungeva almeno il metro e ottanta. I capelli erano un pochino
più lunghi di tanto tempo prima, sempre di quel color oro splendente. E gli
occhi – come li aveva chiamati lei – incatenanti erano di quell’azzurro cielo
che innamora. I tratti da bambino erano ormai quelli di un perfetto
adolescente, però...
Si comporta ancora come un moccioso...
Lo sguardo del ragazzo si spostò finalmente dalla finestra
ad Aiko. Adesso era lei a essere nel torto.
“Perché mi fissi?” disse lui con la sua voce adulta.
Aiko avvampò all’istante.
“N... Niente...” rispose lei.
Lui fece spallucce e continuò a fissare la finestra.
Di nuovo questo silenzio opprimente... Devo dire
qualcosa...
“Mi stavo chiedendo...” cominciò a dire lei “... Come mai
non sei al castello di Akatsuki?”
Lui la guardò. Quello sguardo così intenso, lei, non
riusciva proprio a reggerlo. Riprese a guardarsi le scarpe imbarazzata.
“Io...” disse lui “Sono qui per proteggerti...”
“Eh?” fece lei, alzando il capo per guardarlo “Proteggermi?”
“Esatto. E’ successa una cosa terribile nel mondo della
magia.”
Il ragazzo fece una pausa. Sospettava che quel momento
sarebbe arrivato, che la sua presenza tra i terrestri non sarebbe parsa normale
ad Aiko e si era già preparato a dirle tutto.
“Ti ricordi le figure nere che imprigionaste tu e le tue
amiche nel computer di Oyajiide?” le chiese.
“Sì! Certo!”
“Beh...Sono fuggite.”
“Cosa!?” urlò
lei, sconvolta.
La porta della classe si aprì e il professore uscì dalla
stanza.
“Fate silenzio voi due!” disse rientrando e sbattendo la
porta.
“Sono fuggite!?” riprese Aiko a
bassa voce, avvicinandosi a Leon per sentire bene.
“Sì! E hanno intenzione di vendicarsi su di voi, che le
avete imprigionate.” le spiegò lui.
“Ma perché non me l’hai detto subito?”
“Come facevo? Quella Naoko ti sta
appiccicata come una ventosa e pure quell’altro con i capelli rossi.”
“Avresti potuto dirmelo in palestra, invece di cercare di
baciarmi.”
“Quella... è stata solo una debolezza
e comunque adesso lo sai.”
Il silenzio ricadde tra i due litiganti.
Una debolezza... A me sembrava che volesse prendermi in
giro e basta... – pensò Aiko – Però ha detto
che deve proteggermi... E le altre? Chi le proteggerà?
“E chi proteggerà le mie amiche se tu sei qui con me? Io so
cavarmela, ma loro no! Loro sono...”
“Abbiamo già provveduto a questo.” la interruppe lui, quasi
rimproverandola “Aka resterà con Doremi,
Fujo si prenderà cura di Hazuki
e Tooru penserà a Onpu, che
anche se ha un miliardo di guardie del corpo, non possono fare niente contro
delle creature magiche, proprio come te. E a questo proposito devo per forza
starti alle calcagna, perché potrebbero attaccarti da un momento all’altro.”
Aiko sospirò.
“E se io non volessi che tu mi stessi appiccicato
ventiquattro ore su ventiquattro?”
“Eh?”
“Mi dà un po’ fastidio essere seguita dappertutto...”
“Vorrà dire che ti seguirò senza infastidirti.”
“Hey! E quando dovrò andare in
bagno, quando dovrò farmi la doccia, cambiarmi, eccetera...? Come la mettiamo?”
esclamò lei, arrossendo.
“Ma mi hai preso per un maniaco!!” strillò lui imbarazzato
“Ti terrò d’occhio con la mente, va bene? Senza venirti appresso dappertutto.
Così sei contenta?”
“Ah... Okay...” si zittì lei.
Aiko si mise a guardare per la
terza volta le sue scarpe. Possibile che ad ogni parola che dicessero dovevano
litigare? Ma lei non lo faceva apposta ad attaccare briga con lui. Le veniva
spontaneo.
“Leon...” lo chiamò lei in un sussurro.
“Mmh?” fece lui.
“Mi sa che per colpa mia abbiamo iniziato con il piede
sbagliato.” disse lei ancora con lo sguardo a terra.
“No, è colpa mia. Sono stato io a sfidarti, a stuzzicarti e
a tentare di baciarti. Scusa.”
“Beh... Allora la colpa è di entrambi... Scusami anche
tu...”
“Perdonata...”
“Perdonato...”
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!
La porta della classe si riaprì.
“Forza! Entrate!” ordinò loro il professore, che si avviò
lungo il corridoio per lasciare campo libero al docente successivo.
I due entrarono in silenzio.
Appena Aiko si sedette a fianco di
Naoko, lei la guardò e fu sicura che fosse successo
qualcosa. Era immersa nei suoi pensieri e aveva un leggero rossore sulle guance.
Il ragazzo ci sa fare con Aiko.
Hehe!
“Che è successo?” le chiese sorridendo.
“N... Niente...” fece l’altra allarmata “Cosa volevi che
succedesse?”
“Pensavo che ci avesse riprovato a giudicare dalla tua
faccia.”
“Non ci deve nemmeno pensare.” rispose Aiko,
un po’ arrabbiata per la conclusione dell’amica.
“Diciamo che siamo in tempo di pace.” disse Leon dal suo
posto, guardandole.
“Già...” sospirò Aiko.
“Ho capito. Hehe!” disse Naoko.
“Tutti ai propri posti!” disse la professoressa che era
appena entrata e tutti si sedettero.
Le ultime due ore passarono in fretta. Leon non provo più a
far arrabbiare Aiko, e di questo tutti i suoi
compagni gli furono grati. Lei del resto era già arrabbiata di per sé. Al solo
pensiero che il mago avrebbe dovuto sorvegliarla, si sentiva asfissiare. Era
certa che non l’avrebbe lasciata in pace fino a quando non avesse imprigionato
di nuovo le figure nere. E, come volevasi dimostrare, all’uscita della scuola,
dopo che Aiko ebbe salutato l’amica Naoko e stava quasi per dirigersi a casa, una voce la
chiamò.
“Ai-chan!”
Una vena sulla fronte di Aiko
cominciò a pulsare per la rabbia.
“Ti ho già detto di non chiamarmi Ai-chan,
Leon!” disse, girandosi verso la voce.
“Scusa.” fece lui con tanto di aureola.
“Cosa vuoi?” gli chiese lei, calmandosi.
“Posso accompagnarti a casa?”
Ecco che comincia... – pensò Aiko
– Lo sapevo che non mi si sarebbe scollato di dosso tanto presto...
“No!” disse lei infine, voltandosi per andarsene.
Leon sospirò. Sapeva che gli avrebbe risposto così.
“Come vuoi...” le disse, prima di smaterializzarsi con la
magia.
Aiko si voltò. Non vide più il
ragazzo.
Avrà usato la magia... Sempre il solito scansafatiche...
Tutto sembrava tranquillo. Aiko
imboccò un vicolo imbronciata.
Il silenzio permeava quella stradina, nessuno la stava
percorrendo.
Un vento gelido la attraversò.
Un vento gelido...? Ma... Siamo appena a Settembre... E
poi come mai qui non c’è nessuno...?
Un ombra si mosse dietro di lei e all’improvviso si sentì
buttare a terra da qualcuno. La vista le si offuscò e fu tutto buio.
To be continued...
Salveeeeee!! *Vale-chan saluta con
le manine* Finalmente dopo aver letto e riletto
questo primo chappu di 'Together',
ho avuto il coraggio di pubblicarlo. Considerando il fiasco de 'L'ultimo
combattimento' di Tokyo Mew Mew
(non mi piaceva proprio), ero indecisa se pubblicarlo o no.
Come avrete appena constatato, questa è una fan fiction a
favore della coppia Aiko & Leon (Sinfony & Leon) di Ojamajo Doremi.
Me adora Ojamajo Doremiiiiii!!!
La canzone che ho scritto sopra è 'Together'
di Avril Lavigne (testo copiato da http://angolotesti.leonardo.it),
che non azzecca granché con la fan fiction, ma con la quale ho fatto un Anime Music Video proprio su Aiko &
Leon. Il video lo trovate a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=LfPvar8r39s
.
Comunque ringrazio tutti quelli che hanno commentato o anche
solo letto 'Chichigoku' e 'L'ultimo combattimento'.
E... Mi lascerete qualche commentuzzo,
verooo??
Vabbé! Vale-chan
vi lascia ai vostri affarucci!! CIAUZ A TUTTI!!
SMACK! ^-^