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Niall continua a camminare avanti e indietro per il loro appartamento.
Sono ormai ore che va avanti così: dalla finestra alla porta
d'ingresso, dalla porta d'ingresso alla finestra. Se fosse stato
così nervoso qualche giorno prima, probabilmente si sarebbe
buttato sul frigo senza neanche pensarci, ma siccome lo è adesso,
e la sola idea di toccare cibo gli fa rivoltare lo stomaco, non gli
resta che sperare che il pavimento sopporti il suo via vai.
Aveva sentito il suo corpo cambiare e aveva ipotizzato di tutto, dalle
malattie incurabili all'avvelenamento da cibo spazzatura scaduto. Aveva
deciso di andare dal medico per scrupolo ma l'ultima possibilità
che gli era venuta in mente era quella: un bambino. Lui? Loro? Un
bambino?
Si lascia sfuggire un verso di esasperazione, portandosi le mani a
tormentare i capelli biondi. Supera con un saltello l'orrendo cuscino
leopardato che gli hanno regalato i suoi amici durante la loro personalissima festa per il suo fidanzamento.
«Stai per accasarti!» Una pacca sulle spalle e una risatina
da ubriaco «Il prossimo passo sarà avere tanti
bambini!» Così aveva detto Sean, e Niall prende nota
mentalmente di sputare in un occhio a lui e alle sue fottute previsioni
del futuro.
Aspetta un bambino davvero.
Ma non si rimane incinta per opera divina, bisogna essere in due.
E la causa del suo nervosismo, e del bambino che porta in grembo, ha
staccato dal lavoro esattamente un quarto d'ora fa e anche considerando
il solito vecchietto che rallenta il flusso di auto sulla statale,
dovrebbe ormai aver parcheggiato la piccola '500 nello spiazzo davanti
al loro palazzo, deve aver infilato alla rinfusa chiavi della macchina
e cellulare nella stessa tasca, deve aver trovato la chiave del
portoncino al secondo, o forse terzo, tentativo, deve aver fatto i
gradini a due a due e probabilmente ora è...
«Sono a casa!» trilla Harry, chiudendo la porta con il
piede e sporgendosi verso l'attacca panni per riporre il cappotto.
«Niall?» lo chiama; non l'ha ancora visto.
«Aspetto un bambino» sputa Niall, voltandosi verso di lui e
trovandolo più vicino di quanto credesse, un'espressione
perplessa dipinta sul bel viso. Avrebbe dovuto prepararlo, non
vomitarglielo addosso in quel modo barbaro, senza neanche chiedergli
come era andata la giornata o dirgli almeno ciao. Come al solito ha
rovinato tutto.
«Cosa?» La voce bassa e sensuale di Harry ora sembra il pigolio di un uccellino caduto dal nido.
«Niente» ribatte subito Niall, sperando con tutto il cuore
che non abbia davvero sentito, anche se i suoi occhi dicono esattamente
il contrario.
«Tu...» inizia Harry, facendo quell'unico passo avanti che
lo porta a sfiorare il viso di Niall con il fiato leggermente
accelerato.
Ormai il danno è fatto, così prova ad allungare le mani
verso le sue spalle. Harry rimane fermo e Niall, incoraggiato,
intreccia le dita tra i riccioli scuri sulla nuca.
«Sì, aspetto... aspettiamo... aspetto un bambino»
è titubante, e quelle parole dette a voce alta sono ancora
più vere. E fanno ancora più paura.
Abbassa lo sguardo, aspettandosi che da un momento all'altro Harry
esploda e inizi a urlare che non è quello che voleva, che non
può permettersi un figlio ora che è all'apice della sua
carriera o che semplicemente lo metta di peso fuori dalla porta.
«O mio dio, Niall!» esclama invece Harry, e prima che Niall
possa accorgersi del tono euforico nella sua voce, quello si getta tra
le sue braccia, stringendolo come se volesse fondersi insieme a lui.
«Haz... Non re-respiro» biascica Niall, ridacchiando quando
la presa si allenta appena e Harry nasconde il viso nell'ansa del suo
collo. In fin dei conti sono così giovani.
«Nostro figlio» mormora Harry, sognante, disegnando con le
dita piccoli cerchi immaginari alla base della sua schiena. Niall si da
dello stupido per aver dubitato di lui anche solo per un secondo.
«Che ne pensi?» indaga Niall, ancora teso.
«A giudicare dal circuito impresso sulla moquette o ti è
tornata l'improvvisa passione per le biglie o hai passato il pomeriggio
a camminare per l'appartamento arrovellandoti il cervello su come darmi
la notizia più bella della mia vita» risponde Harry, un
sorrisino a metà tra il comprensivo e il saputello ad
increspargli il viso.
Niall sente la tensione sciogliersi.
La notizia più bella della mia vita, sono state le sue esatte parole.
Senza neanche accorgersene gli sfugge un singhiozzo e il momento dopo sta inzuppando la camicia azzurra di Harry di lacrime.
Lui, spaventatissimo, si allontana appena per guardarlo in faccia e
chiede «Ehi, Niall, amore, tutto bene? Che è
successo?»
Niall non risponde, sorridendogli come un ebete e mandandolo ancora più in confusione.
«Niall è una notizia fantastica! Certo non l'avevamo
programmato e non ce lo aspettavamo ma sono felicissimo! Capisco che tu
abbia paura ma anche io ne ho, anzi penso di essermela quasi fatta
addosso, ma affronteremo questo insieme e avremo tutto il tempo di
abituarci all'idea. Dovremo decidere come chiamarla, o chiamarlo; come
arredare la cameretta e che marca di biscotti usare per il latte della
sera ma...»
Niall apprezza davvero tante cose del suo ragazzo, ma pensa di non
averlo mai sentito parlare così tanto e il suo tono vagamente
isterico inizia ad irritarlo. Lo bacia piano, solo uno sfioramento di
labbra. È un bacio un po' umido, le lacrime di Niall non
vogliono smettere di scendere ma Harry sorride, anche lui grato di
essere stato interrotto, godendosi il momento.
«Devono essere gli ormoni» si giustifica Niall, mentre si
stringe a lui, perché solo il suo calore e le braccia che lo
circondano riescono a rilassargli i nervi e a salvarlo da una crisi
isterica in piena regola.
«Non preoccuparti» lo rassicura subito Harry, guidandolo verso il divano, dove Niall si accoccola sul suo grembo.
«Ni?» lo chiama, dopo lunghi minuti di silenzio in cui ci sono stati solo baci a fior di labbra, carezze e sguardi.
«Dimmi» risponde, sfiorando la sua guancia con la punta del naso.
«Tu vuoi essere chiamato daddy o papa? A me piacerebbe che ti chiamasse daddy, lo trovo molto tenero.»
Niall solleva la testa, guardandolo con gli occhi di nuovo lucidi.
«Piacerebbe anche a me» dice, immaginando già quella piccola creaturina che lo chiama.
«Allora è deciso, daddy!»
ridacchia leggermente, prima di sfiorare il ventre ancora piatto di
Niall e concedersi il primo, vero, bacio della serata.
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