Trade All My Tomorrows, For Just One Yesterday
#1-Occhi
Non
sapeva perché, né da quanto tempo andava avanti la faccenda, ma di una
cosa era certa: non riusciva più a reggere il suo sguardo per più di
tre secondi senza assumere un’accesa tonalità di rosso e voltarsi
imbarazzata.
Tutto per colpa dei suoi occhi dannatamente blu.
#2-Mattina
«Ti do altri due secondi, Shinichi, dopodiché passo alle maniere forti!»
«Ti prego Ran, non chiudo occhio da tre notti» borbottò lui, dandole le spalle
«Così impari a rimanere
sveglio a leggere gialli fino all’alba! Ci credo che poi hai sempre
sonno e a scuola ti addormenti! Ma ho promesso a Yukiko che avrei
badato a te e …»
«Non sono mica un moccioso! Ho 15 anni, so cavarmela benissimo anche senza di te!» esclamò lui fingendosi offeso
«Ah è così? Bene allora la colazione puoi benissimo preparartela da solo!»
«Certo che sì! Non sarà mica così complicato preparare un caffè e riscaldare qualche toast …»
«Il pane è finito, e la caffettiera è rotta»
«Ah.»
«Ti avevo portato un
thermos di the caldo e delle fette di crostata, ma dato che sei in
grado di farcela da solo non c’è motivo di trattenermi oltre; Puoi
sempre ricorrere ai tuoi romanzi: sono sicura che Conan Doyle ha di
certo infilato qualche succosa ricetta tra un racconto giallo e
l’altro!» concluse, allungandosi per afferrare la cartella, sorridendo
divertita
«Ci vediamo in classe!
Ah, ricordati di sparecchiare e di lavare tutto prima di andartene!»
aggiunse, trattenendo a stento le risate e dirigendosi verso le scale
Tre.
Due.
Uno.
«Ran! Ok va bene mi alzo
ma solo perché ho troppa fame per discutere!» disse il ragazzo,
fiondandosi come una scheggia in cucina sotto lo sguardo divertito
dell’amica.
#3-Coppia
Piccioncini.
Marito e moglie.
Sposati.
Coppietta.
Solo Sonoko poteva cimentarsi in un passatempo tanto irritante e logorante, e trovarlo al contempo spassoso e stimolante.
Ogni mattina, fin
dall’asilo, aveva preso la cattiva abitudine di punzecchiarli con
espedienti e definizioni sempre nuove e snervanti, tanto che in poco
tempo tutta la scuola aveva cominciato a vederli ufficialmente come
“coppia” , scatenando puntualmente l’imbarazzo dei diretti interessati,
e i gridolini di una Sonoko super esaltata.
Certo non poteva immaginare che dietro le loro continue proteste si nascondesse in realtà un condiviso e segreto piacere.
#4-Spesa
«Non hai ancora finito?!» esclamò Shinichi, smettendo di palleggiare
«Mi manca solo la carne e il tofu, non ci vorrà molto» gli rispose lei, lo sguardo perso nel sacchetti carichi di acquisti
«Tra mezz’ora ho
l’allenamento, se faccio di nuovo tardi è la volta buona che mi mettono
in panchina e sai che domenica c’è la partita contro …»
«Oh insomma! Nessuno ti
obbliga a stare ancora qua, puoi anche andartene se vuoi!» esclamò lei
con tono scocciato e irritato, pentendosene all’istante
Shinichi la guardò
allarmato, rimproverandosi per il suo solito tatto da elefante che
quella volta non aveva che peggiorato una situazione, di per sé, già
tesa.
In fondo quello sarebbe
stato il primo pranzo dopo la separazione dei genitori, e Ran era da
giorni che architettava quella cena, caricandola di aspettative e
ingenue speranze.
Si sentì un verme per
come si era comportato, lui che era rimasto impassibile di fronte ai
suoi timidi sforzi, sbuffando e lamentandosi, bighellonando dietro ad
un pallone.
Doveva assolutamente rimediare.
«Conosco un negozio dove
puoi comprare dell’ottima carne a buon prezzo, è due vie dietro la casa
del Professore, mia mamma ci va sempre» le disse, liberandola dal peso
dei sacchetti e facendole strada
Lei lo guardò stupita,
piacevolmente spiazzata da un gesto che non si aspettava, per poi
allungare il passo e raggiungerlo, abbozzando un timido sorriso.
«Shinichi …»
«Che c’è?»
«Ti andrebbe di restare per cena, stasera?» chiese lei, tormentandosi una ciocca ribelle, dissimulando un certo nervosismo
«Sei sicura? Non preferiresti stare da sola con i tuoi?»
«Mi sentirei più tranquilla se ci fossi tu … e poi alla mamma farà piacere vederti!»
«Non so se si può dire la stessa cosa di tuo padre …» borbottò lui
«Hai detto qualcosa?»
«No, no, niente!» farfugliò
Non sapeva mai dirle di no, e di certo non lo avrebbe fatto stavolta.
Sapeva quanto la lontananza da Eri pesasse per Ran, e non l’avrebbe certo abbandonata in una situazione del genere.
«Verrai allora?» chiese lei, alzando lo sguardo verso di lui
«Solo se mi prometti che non cucinerà tua madre!» aggiunse con ghigno strafottente
«Baka!»
#5-Sudore
L’attesa era alle stelle, il silenzio palpabile.
La fronte, madida di sudore, bruciava come il sole di quel caldissimo pomeriggio di fine estate.
La folla, in attesa
sugli spalti, attendeva una sua mossa, paralizzata negli ultimi istanti
di una partita che avrebbe di lì a poco deciso gli esiti della sua
carriera calcistica.
Alzò lo sguardo, puntando la sua sfocata visuale verso gli spalti affollati.
E la vide.
Stretta tra l’afa soffocante e la ressa di studenti, Ran lo stava fissando, lo sguardo teso e denso di aspettative.
Quando si accorse di
avere la sua attenzione si sciolse in una sorriso liberatorio e
disarmante che rivolse solo ed esclusivamente a lei.
Giusto il tempo per caricarsi dell’adrenalina necessaria per fare goal, l’ennesimo rigore del campionato.
Peccato che nel frattempo gli avversari gli avevano rubato la palla da sotto il naso.
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