One shot - Futuro di Kagome
Una nuova Vita
PROLOGO:Passarono svariati
anni da quando il nostro gruppo di amici sconfisse Naraku. Tutto
divenne calmo. Grazie al completamento della sfera degli Shikon, i
demoni svanirono dalla faccia della terra. Con l'aiuto di Kagome,
Shippo divenne un bambino, e in tutti i demoni che in vita hanno
dimostrato un pò di benevolenza, la loro anima divenne
umana.
Tra essi vi era Koga. Insieme ai suoi compagni girovagava per le
foreste di tutto il Giappone con il branco di lupi al suo seguito e la
sua promessa sposa al fianco.
Cosa sarà successo a
Kagome e agli altri?
Sul
davanzale di una finestra, chiusa per lasciare il freddo e la neve al
di fuori di quella casa, Kagome vi era seduta. Era cambiata, era
adulta. La scorsa estate ha compiuto i ventidue anni: un'età
che
in alcuni casi significa attaccamento all'adolescenza ed infantilismo,
ma che nel suo dimostrava grande maturità. Avvolta in un
maglione di lana verde guardava il paesaggio che la circondava. Il suo
mento sprofondava nel morbido collo del golfino, mentre gli occhi
ammiravano quello straordinario scenario che la neve aveva creato nel
corso di una notte. Un silenzio soprannaturale aveva sommerso ogni
cosa. Pensava che avvicinando l'orecchio alla finestra avrebbe potuto
ascoltare il suono di ogni singolo fiocco di neve poggiare sulle case e
sugli alberi. Tutto era bianco e ovattato. Sembrava il tipico scenario
delle palle di vetro. Beh, qualcuno doveva averla agitata. Il fuoco che
scoppiettava dall'altra parte della stanza, riscaldava tutto con il suo
calore. Tornata un pò bambina, appannava il vetro con il
proprio
respiro e nell'alone che si era venuto a creare disegnava qualche fiore
e dei cuori. Il suo dito indice scorreva sulla superficie fredda della
finestra quasi mosso involontariamente.
Nei
suoi occhi persi nel vuoto, risplendeva quell'immenso candore, ed ogni
singolo fiocco di neve accendeva quegli occhi spenti.
I
ragazzini che le
vivano di fronte erano usciti per giocare. Sembravano affondare in una
vasca di panna montata ad ogni passo che facevano.
-Avrei
proprio
voglia di panna...- pensò guardando la tazza fumante che
teneva
nella mano che non disegnava. -anche se ingrasserei.
Con
un movimento
delicato quanto i fiocchi di neve che cadevano, poggiò la
mano
sul suo ventre. Una rotondità innaturale si scorgeva da
sotto il
maglione.
-Ciao
creaturina.
Hai visto? Nevica! E' caldo abbastanza li dentro? Tra pochi anni, in un
inverno simile a questo, usciremo a giocare con la neve tutti e tre. Te
lo prometto.
Piccoli
passi che
scendevano le scale, la distrassero dal suo soliloquio. Shippo, ormai
diventato umano, era andato a vivere con loro e vi era rimasto per i
quattro anni che successero, sino ad oggi. Aveva compiuto dieci anni.
Le si avvicinò, le diede un bacio leggero sulla guancia e
posò la mano su quella di Kagome che giaceva sul suo basso
addome.
-Quando
nascerà...mi vorrai bene comunque?
-Shippo...ti
vorrò bene comunque e sempre allo stesso modo!
-Hai
deciso che nome dargli?
-Non
ci ho ancora pensato.
-Beh,
è meglio sbrigarsi. Ormai mancano solo due mesi!
-Hai
ragione. Dai, vai a giocare con gli altri fuori, però
copriti bene, d'accordo?
-Grazie!
Torno tra poco! Ciao mamma!
Non
aveva ancora
pensato ad un nome che potesse andare bene. Forse uno le era passato
per la testa, ma era un nome che il solo sentirlo pronunciare le
procurava una fitta al cuore.
Shippo
giocava con
i suoi amici. Correva, inseguiva, formava tra le mani piccole palline
di neve che poi lanciava ai compagni di giochi. La sua risata era
contagiosa e subito comparve un timido sorriso che illuminò
il
viso di Kagome, come se non potesse permettersi di essere felice. Bevve
l'ultimo sorso di cioccolata e si fermò a guardare la tazza
ormai vuota, come dispiaciuta di averla finita.
-Figlio
mio...ti chiamerò Inuyasha, come il tuo povero padre.
Ormai
sei mesi
prima, una malattia si portò via Inuyasha. Uno stupido
malanno
lo spense piano piano, ma forse si sarebbe potuto evitare. Se non fosse
stato umano non si sarebbe ammalato. Se fosse stato un mezzo-demone
avrebbe potuto combatterla e sconfiggerla... non sarebbe stato debole.
Dopo la sua morte, ogni mattina, svegliandosi, Kagome si aspettava di
trovarlo nel letto accanto a lei, ma tra le lenzuola non c'era nessuno.
Solo un ricordo che le riscaldava il cuore. Si chiedeva come il destino
avesse potuto giocarle un simile scherzo: farle incontrare l'uomo della
sua vita per poi strapparglielo in un modo tanto duro. Ma poi
abbassò lo sguardo su se stessa e sentì che non
era sola.
La morte aveva spezzato la vita di Inuyasha, ma ne aveva creata
un'altra dentro di lei. Nonostante tutto, il loro amore non
finì
perchè lo avrebbe portato nel cuore per sempre.
Ad
un tratto due
figure scure si avvicinarono a Shippo per poi dirigersi verso la casa.
Una volta sentito bussare, Kagome posò la tazza nel primo
posto
libero che trovò e andò alla porta.
-Kagome!
Stai benissimo! Come sta tuo figlio?
Sango.
Dopo la
battaglia finale passò un anno intero ad aspettare che
Miroku la
domandasse in moglie, e alla fine si sposarono.
-Grazie,
anche tu! Il piccolo Inuyasha sta bene qui al calduccio!
Un
silenzio surreale cadde tra i presenti, ma fu Miroku a spezzarlo.
-Allora
lo chiamerai come il padre...
-Si.
E' il più grande dono che posso fare alla sua memoria.
-Penso
che il dono più importante che potessi fargli è
quello che porti in grembo.- disse Sango.
Kagome
tornò a posarvici sopra la mano.
Ogni
tanto i due sposini andavano a farle visita. Forse per farla sentire
meno sola.
-Dove
avete lasciato la piccola Hayame?
-E'
al tempio con Hachi. Volevano fare un piccolo pupazzo di neve!
Si
sedettero
attorno al camino. In quelle occasioni lo spirito di Inuyasha era
percepibile, ma il suo ricordo le straziava l'anima.
Shippo
rientrò in casa appoggiando i vestiti bagnati su una sedia
accanto al fuoco.
-C'è
ancora un pò di cioccolata se la vuoi!
Gli
occhi del
bambino cominciarono a brillare e nel prendere la tazza
passò
vicino a Kagome e le diede un altro bacino. A volte si chiedeva se
crescere i suoi figli in epoca Sengoku fosse la cosa migliore, ma poi
pensò che Inuyasha avrebbe voluto così. Inoltre
era
più vicina al sepolcro del marito.
Prima
che il sole tramontasse, Miroku e Sango tornarono al tempio dalla loro
bambina.
Nel
buio di quelle
notti di inverno, l'assenza di Inuyasha si faceva più
pensante.
Diveniva più faticoso anche respirare. Quella notte, forse
per
l'aver trovato un nome al suo bambino, era più sollevata.
-Amore
mio...Perchè te ne sei andato? Ci eravamo promessi di stare
insieme per sempre e invece mi hai lasciata sola. Come farò
a
vivere se una parte di me è morta con te? Come
crescerò
nostro figlio? Ho bisogno di te Inuyasha. Chissà se mi stai
guardando... Sei fiero di me? Spero di non averti deluso. Mi sento
vuota, come se qualcuno mi avesse strappato l'anima. Mi hai donato una
parte di te, quella parte che ora io ho in grembo. Con l'aiuto di
Shippo manterrò viva la tua memoria nel cuore di ognuno di
noi.
Non passerà giorno senza che io non ricordi a nostro figlio
che
fantastico uomo era suo padre, e con che coraggio salvò il
mondo. Gli racconterò di quando ti dissi che ero incinta.
Non
avevo mai visto i tuoi occhi brillare in quel modo. Hai amato questa
creatura sin dal primo istante. Ogni volta che guarderò
negli
occhi nostro figlio mi verrano in mente i tuoi. Continuo ad amarti
più
della mia stessa vita e so che rimarrai al mio... al nostro fianco per
l'eternità. Ti ho sempre amato e ti amerò per
sempre
amore mio.
Capì
che doveva andare avanti perchè la vita continua e non
sarebbe mai più stata sola.
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Note d'autrice: Questa one-shot l'avevo già postata, ma poi
l'ho eliminata e non so neanche perchè!! Grazie a tutti i
lettori, spero che vi sia piaciuta!!!
Baci -Nera-
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