questa è una FF che ho scritto non da poco ma neppure molto. stavo rileggendo il sesto e quell'ora di scienze era particolarmente soporifera... bhe il risultato è la one-shot che segue! Ron/Hermione naturalmente!
Regali
di compleanno
Con
gli occhi di
Hermione
Quella mattina si era alzata dal
letto con una strana
adrenalina in corpo. Sapeva benissimo che giorno era, lo sapeva sempre.
Ricordava ogni cosa avesse a che vedere con lui.
Ma restava il fatto che ogni volta
che lui le sorrideva
dimenticava ogni cosa, le bastava incrociare i suoi occhi, quegli occhi
così
azzurri……..
In quel momento non le importava il
fatto che fosse
fidanzato con un’altra, che non si parlassero da mesi, era
decisa a perdonargli
ogni cosa.
Era un giorno speciale dopotutto, era
il suo compleanno,
sarebbe diventato maggiorenne.
Si vestì velocemente e si
diede un’occhiata nello specchio.
Stranamente quel giorno i suoi capelli non erano crespi ma ricadevano
in
morbide onde incorniciandole il viso. Li lasciò sciolti
perché sapeva che lui
li preferiva così. Chi avrebbe mai pensato che lei, Hermione
Granger, si
sarebbe lasciate influenzare dai gusti di un ragazzo?
Ma lui era diverso, lui la faceva
ridere, la rincuorava, lui
era Ron.
E lei lo amava, lo amava quando era
orgoglioso, irritante,
nervoso come quando era dolce e gentile. Lo amava semplicemente
perché era lui.
Avrebbero dovuto essere solo sua
amica, ma non lo era, non
poteva farci nulla, non poteva più nasconderlo. Ma lui aveva
scelto Lavanda, ma
non sarebbe durata per sempre. Un giorno sarebbe finita, un giorno lui
si
sarebbe accorto di lei.
Scese la scala del dormitorio e
sbirciò nella Sala comune,
era deserta. Probabilmente era in dormitorio e stava aprendo i regali
ed Harry
era sicuramente assieme a lui.
“Va
bhe, lo aspetterò
in Sala Grande…” pensò.
Arrivata nella Sala vide alcuni
studenti che stavano facendo
colazione ma c’erano molti posti vuoti.
Non la sorprese. Essendo sabato e
visto che la gita a
Hogsmeade era stata annullata molti ragazzi avevano preferito dormire.
Era di buon umore ma avvertiva
qualcosa, una specie di
presentimento, stava per succedere qualcosa e non era sicura fosse una
cosa
bella.
“Oh
Hermione, per la
barba di Merlino! Non è da te dar peso a queste cose, non
sei mica la Cooman!”
si disse, quindi si sedette prendendo il posto anche per Ron, Harry e
Ginny.
Tentò di pensare ad altro
ma riusciva a concentrarsi solo su
quella strana sensazione, intervallata dall’immagine degli
occhi di Ron.
- Gli occhi di Ron….-
disse in un sospiro appena udibile.
- Buongiorno! –
Esclamò Ginny. La ragazza
si sentì avvampare ma l’amica
parve non farci caso e le si sedette accanto. Buttò indietro
i lunghi capelli
rossi ( “ Gli stessi di
Ron” non
riuscì a impedirsi di pensare Hermione ) e si
servì la colazione.
- Hai visto Ron?-
- No – Ginny la
fissò – ma credevo non vi parlaste…-
- Lo so è che
pensavo…. Visto che il suo compleanno sai….
Credevo potessi… e quindi così –
Ginny alzò un sopracciglio
e guardò l’amica. Al contrario
del fratello lei aveva gli occhi marroni, ereditati dalla madre, come
Charlie,
Percy e Fred e George.
- Bhe se credi-
La rossa ricominciò a
mangiare. Quando ebbe finito domandò
all’amica cosa volesse fare.
- No, vai pure, io resto ad
aspettarli. Ci vediamo dopo –
- Ok, ciao –
Hermione vide l’amica
dirigersi verso l’uscita della Sala
Grande e scomparirvi. Di Ron e Harry neppure l’ombra. Rimase
seduta senza che
succedesse nulla per qualche minuto poi vide Calì indicare
qualcosa a Lavanda.
Questa si guardò in uno specchietto portatile, di quelli che
usano le donne
babbane, si ravvivò i lunghi capelli scuri e si
alzò. Mentre raggiungeva
l’ingresso della Sala Grande la vide tirare fuori qualcosa
dalla borsa. Poi
uscì ed Hermione la perse di vista.
Questo poteva significare solo che
Ron stava per arrivare.
“Ok,
ci siamo. Ricorda
Hermione: un bel sorriso!”
si
rammentò.
Quando però
rientrò Lavanda era sola e sembrava furiosa,
aveva un’aria così arrabbiata che Hermione si
sorprese di non vedere del fumo
uscirle dalle orecchie. Mugugnò qualcosa in un orecchio a
Calì che si alzò e le
due amiche uscirono dalla Sala Grande parlando fitto fitto.
“Strano”
pensò
Hermione e, visto che non riusciva a scorgere ne’ Ron
ne’ Harry, tirò fuori
dalla borsa un libro e iniziò a leggere. Dopo un quarto
d’ora però era davvero
stufa!
In quel momento vide la MgGranitt
entrare nella Sala e
dirigersi frettolosamente verso il tavolo di Grifondoro. Dopo qualche
minuto
realizzò che si stava dirigendo verso di lei.
- Signorina Granger –
- Buongiorno professoressa –
- Potrebbe venire un attimo con me?
–
- Per la verità io stavo
aspettando Ron e…-
- Non verrà –
- Scusi? –
Gli occhi di tutto il tavolo di
Grifondoro erano puntati su
di loro e alcuni studenti delle altre case, incuriositi, si stavano
girando per
vedere cosa stava succedendo.
- Venga fuori, signorina Granger
–
Hermione prese la borsa e
seguì la MgGranitt attraverso la
Sala Grande. Una volta fuori la fece entrare in un’aula
deserta e le fece segno
di sedersi. La ragazza restò in piedi.
- Cos’è successo
a Ron? – domandò.
Sentiva già le lacrime che
lottavano per uscire. Vide
dall’espressione della MgGranitt che doveva essere successo
qualcosa di grave.
Ma non poteva essere possibile, non poteva essere successo qualcosa a
Ron. Non
sarebbe riuscita a sopportarlo!
- È stato avvelenato
– iniziò la professoressa – era
nell’aula del professor Lumacorno ed ha bevuto
dell’idromele avvelenato, il
signor Potter le spiegherà tutto. - notò
l’espressione di Hermione e aggiunse
velocemente – Comunque ora è fuori pericolo,
può andare a trovarlo se lo
desidera –
La ragazza non se lo fece ripetere
due volte: prese la
borsa, ringraziò la MgGranitt, uscì e
iniziò a correre in direzione
dell’infermeria.
“Più
veloce Hermione!”
, aveva il fiatone e la borsa dei libri le sbatteva sul
fianco. Sentiva le
lacrime scorrerle lungo il viso. Ma non rallentò.
Scansò sgarbatamente un
gruppetto di Corvonero e costrinse un Tassorosso del primo anno ad
appiattirsi
contro il muro. Ma non le importava di essere cortese, di usare le
buone maniere.
Ron era in infermeria, stava male. E questa era l’unica cosa
che contava per
lei. Sperava fosse solo un incubo, che di lì a poco si
sarebbe svegliata, ma
non era così.
Raggiunse la porta
dell’infermeria, la paura negli occhi e
il cuore che le martellava nel petto ma non per la corsa. Vide Harry e
gli si
avvicinò, il ragazzo le mise un braccio attorno alle spalle,
non dissero nulla.
Non ce n’era bisogno.
Dopo poco arrivarono anche Ginny con
i signori Weasley e
Fred e George.
- Cos’è successo
di preciso? – domandò il signor Weasley.
Harry si stacco dall’amica
e iniziò a raccontare ma Hermione
non lo ascoltava, continuava a singhiozzare sommessamente. Ginny la
vide, capì
e l’abbracciò. Si sentì un
po’ riconfortata, ma chi l’avrebbe davvero fatta
sentire meglio non poteva farlo. Era terribile ma non era la prima
volta che
sperimentava l’esperienza di piangere e
capire che l’unica persona che avrebbe potuto
consolarla era quella per
cui stava piangendo.
Finalmente madama Chips
aprì la porta dell’infermeria
lasciandoli entrare. Hermione vide subito Ron, stava dormendo in stato
semicoscente, si precipitò verso il letto del ragazzo e vi
si sedette accanto.
Nessuno provò a fermarla, la lasciarono fare. Probabilmente
avevano capito.
Ginny e Harry sicuramente.
La giornata continuò in un
andirivieni: Hagrid, professori…
Hermione non si spostò mai
dal letto di Ron. La sera erano
rimasti solo lei e Harry.
- Io avrei fame, penso che
andrò a mangiare – affermò a un
certo punto Harry – Vieni? –
- No, non ho fame – e non
era una bugia. Le sembrava di
avere lo stomaco sigillato e, se anche avesse avuto fame, non le andava
di
lasciare solo Ron. Harry capì e uscì.
L’ infermeria era praticamente deserta,
era l’unica rimasta. Guardò il rosso e, dopo un
po’, gli prese una mano.
Non reagì, non
sfuggì, non la strinse a sua volta. Hermione
sentì che stava nuovamente piangendo. Era abituata a vederlo
sorridente e
scherzoso o, al limite, arrabbiato e rissoso. Ma non così.
Nel letto dell’infermeria,
i capelli rossi sparsi sul cuscino,
la bocca semichiusa, il respiro regolare…
Anche così,
però, era incredibilmente carino.
Gli strinse più forte la
mano, forse troppo forte perché Ron
mugugnò qualcosa e si svegliò.
Si girò verso di lei.
- Hermione, io… -
- Shhh – lo
zittì lei dolcemente.
Si guardarono. Gli occhi di lei in
quelli di lui. Nocciola e
azzurro. Gli sguardi teneri.
Hermione non resistette
più. Scoppiò a piangere e buttò le
braccia attorno al collo di lui. Non riusciva a credere di aver
rischiato di
perderlo. Affondo la testa tra i suoi capelli, come le era familiare il
suo
odore, la fece sentire meglio. La riconfortò più
di qualunque gesto, parola o
frase le avessero detto durante la giornata. Il suo abbraccio,
nient’altro
valeva al confronto. Lui la strinse, ricambiando l’abbraccio.
- ‘Mione? –
- Si? –
- Mi sei mancata,
scusa…… -
ta dàn! non è una meraviglia secondo il parere dell'autrice però... ci sono abbastanza affezionata perchè amo il sesto libro e i rapporti tra Ron e Hermione in esso. detto questo... recenzsioncina? bacioni vostra BabyWitch
ps scritto dopo aver letto le recensioni:
per piccola ragazza: non è che sei molto
gentile..... si può dire le stesse cose pure con
più garbo!
per tutti gli altri: grazie tante siete molto gentili
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