Capitolo
I
Come
la vita di una tredicenne cambiò radicalmente
Silenzio.
L'unico
rumore era la televisione che trasmetteva una partita di calcio. Ogni
singolo movimento era studiato dai suoi giovani occhi con perizia
maniacale e cercavano di capire come sarebbe andata a finire. Era la
semifinale del Cammino Imperiale e giocavano l'Istituto Superiore per
Prodigi e il Collegio Via Lattea. La prima stava vincendo per tre a
due, ma era ancora tutto da vedere negli ultimi minuti di gioco. Il
fischio dell'arbitro e la fine della partita la costrinsero a
svegliarsi dalla sua catalessi.
<<
Isa, devo andare a fare la spesa, mi accompagni?>>
domandò una
voce femminile dall'altra stanza.
<<
Arrivo Zia Celia, tanto la partita è finita.>>
rispose la
ragazza spegnendo la televisione e alzandosi dalla
poltrona<<
Ha vinto la Scuola Superiore per Prodigi, ma non ho capito bene il
loro gioco. Comunque era prevedibile, le ultime partite sono state
epiche!>>.
<<
Non hai capito il loro gioco?>>.
<<
Già. Non sembrava che si muovessero su schemi definiti, ma
magari mi
sbaglio io.>> arrivò nell'altra stanza dove
una signora dai
capelli blu sporco la stava aspettando. Portava un paio di pantaloni
bianchi intonati alla giacca, ma teneva in mano due cappe di iuta
marrone che sicuramente avrebbero coperto il suo vestito elegante e
gli abiti di Isa. Non che la ragazza fosse elegante, anzi: portava
una maglietta a maniche corte azzurra e un paio di calzoncini neri
con delle scarpe da ginnastica turchesi e calzini gialli. Celia aveva
tanti insistito che non si mettesse le scarpe da calcio.
La
donna le lanciò una cappa e lei la prese al volo. Senza
chiedere
niente la indossò mentre sua “zia”
faceva altrettanto. Si
alzarono i cappucci sulla testa all'unisono ed uscirono nella strada
deserta. Tokio era veramente cambiata in quegli anni: anche abitando
in centro ben poche persone uscivano di casa. Ogni tanto c'era
qualcuno che faceva la spesa, ma era raro incontrare qualcuno che
faceva una semplice passeggiata. Isa era stata abituata fin da quando
aveva dieci anni ad uscire con la cappa di iuta addosso, ma nemmeno
lei sapeva il perché. Senza contare quella strana richiesta
di sua
“zia” di imparare il parcour. Non capiva a cosa le
sarebbe
servito, ma l'aveva imparato anche per trovare qualche sport da fare
che non fosse il calcio, il suo sogno di attività
all'aperto. Celia
era stata chiara: “Niente calcio! Potrai guardare le partite
ed
imparare gli schemi, ma non potrai mai(e sottolineo mai)
giocare a quello sport!”. Quando gliel'aveva detto sembrava
dispiaciuta anche lei per quel divieto.
Dei
rapidi passi pesanti si fecero sentire nella strada e Celia
s'irrigidì.
<<
Copriti il viso.>> ordinò in un bisbiglio.
Ubbidì riluttante
come capitava sempre. Una pattuglia del Quinto settore passò
e le
superò come se fossero invisibili. Fecero per andarsene, ma
una
delle guardie gli tirò giù i cappucci.
<<
Perché non mi sorprende vederla, Celia
Hills.>> disse una
delle guardie con un ghigno poco rassicurante. Senza perdere tempo la
donna prese il braccio di Isa e si mise a correre nella direzione
opposta, o almeno ci provò. Una seconda guardia le sbarrava
la
strada e prese Isa per il colletto della cappa.
<<
Ehi!>> si lamentò la tredicenne.
<<
Victor, direi che lei è in età da Cammino
Imperiale.>> disse
la guardia senza badare alla ragazzina che si dimenava.
<<
Davvero? Siamo a due cose che non mi sorprendono. Eppure lei ha
qualcosa di familiare...>> si mise a scrutare
Isa<< Ma
certo! Dovevo immaginarlo che una dei due fosse con lei, signora
Hills! Richard, vengono tutte e due con noi.>>.
<<
Non credo proprio!>> esclamò una voce
dall'alto. Un uomo dai
capelli castani rasta e degli occhialetti da aviatore svettava sul
tetto di fianco a loro. Fece una salto e piombò addosso a
quello che
teneva Isa. La ragazzina rotolò a terra e si alzò
il più
velocemente possibile.
<<
Zio Jude!>> esclamò sorpresa.
<<
Ma certo, anche Jude Sharp! Ottimo! Il Grande Imperatore
sarà
contento del nostro operato.>> ghignò Victor.
<<
Victor Blade, immagino. Mi hanno sempre parlato male di te, ora ne
comprendo i motivi!>> Jude corse e lo bloccò a
terra, poi si
rivolse a Celia e Isa<< Scappate, presto!>>.
<<
Ma...>> disse Isa.
<<
Scappate e basta!>> Victor gli dette un calcio a piedi
unti
nello stomaco e lo fece cadere sulla schiena. Fece per seguire le
ragazze, ma Jude lo fermò<< Tu sei contro di
me!>>.
Celia
tenne stretta Isa e la tirò in una via isolata. Altre
guardie si
misero ad inseguirle e in breve gli furono alle calcagna.
<<
Oh oh!>> esclamò la signora Hills. Davanti a
loro si stagliava
una parete di assi di legno che solo qualcuno allenato sarebbe
riuscito a superare<< Io non posso andare avanti, ma tu
sì. Li
distraggo e tu scappa.>>.
<<
Ma...>> tentò di replicare la ragazzina.
<<
Niente ma! Corri più che puoi e non tornare a casa per
alcuna
ragione, capito!>>.
<<
Ma...>>.
<<
Vai!>> le dette una spinta verso l'alto e Isa
s'inerpicò
sull'ostacolo fino a superarlo. Rotolò dall'altra parte e si
mise a
correre verso la periferia più velocemente che
poté. Una mano la
trascinò in un vicolo e le tappò la bocca.
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