The Peninsula*
“Scappiamo al The
Peninsula...”
“Sì…”
E
senza esitazioni ho afferrato di nuovo la sua mano e di nuovo ancora,
l’ho trascinata lontano, verso un’altra meta.
Sanae
ha preso il controllo una volta fuori dalla villa, lontani
dalla festa e con una chiamata rapida al cellulare ha contattato il suo
autista, che ci ha raggiunti in meno di un minuto.
L'uomo
è poi sceso dall'auto e senza aprire bocca ha aperto una
delle portiere posteriori, in maniera totalmente
professionale.
Per
tutto il tragitto non ho mai lasciato la mano di Sanae, né
ho badato ad altro che non fosse il mio desiderio di arrivare
a destinazione, il prima possibile e senza interruzioni.
Per
evitarne di qualsiasi genere, ho frugato nella giacca e senza
soffermarmi un secondo sullo schermo, ho spento il mio telefonino che morto è
tornato tra le pieghe della stoffa della tasca interna.
Non
abbiamo pronunciato una parola nemmeno una volta giunti
all’hotel ma ci siamo sempre tenuti per mano camminando per
la hall, in ascensore e fino alla porta della sua camera.
Nel
silenzio del piano deserto, gli unici suoni ammessi sono stati
il bip della
chiave elettronica e il click della
serratura che scatta.
In questo strano limbo che stasera non accenna ad abbandonarmi,
sopratutto ora che sto varcando la soglia di questa lussuosa
camera d'albergo.
Appena
entrati Sanae ha poggiato la piccola borsa sul tavolinetto
all’ingresso e io mi sono liberato della giacca lasciandola
sulla poltroncina accanto, prima di raggiungere entrambi
l'enorme vetrata
che delinea il perimetro esterno della suite.
Rimanendo al buio, tanto era magnificente lo spettacolo di
colori all’esterno.
Luci
elettriche che brillano nella notte e che continuo a
fissare, mentre cingo le sue spalle e la vita, poggiando il
viso nell’incavo del suo collo.
Sempre
nel silenzio più totale.
Come
se non ci riuscissi più a parlare, posseduto come sono dalle
sensazioni deliranti che mi hanno coinvolto in questa notte particolare.
Nella notte dove l’ho vista cantare dal vivo per la
prima volta.
In questa notte dove l’insicurezza si
è mischiata con l’amore, alla passione e al
desiderio.
Quest’ultimo
mi pervade in un modo indescrivibile anche in questo momento…
Sembra
Inarginabile.
“Tempo
fa mi avevano suggerito di comprare una casa qui a
Tokyo…”
Sanae
rompe il silenzio continuando a fissare la città oltre la
vetrata mentre stringe la mia mano posata sul suo fianco.
“Ma
non me la sono sentita. Comprare un appartamento ha un che di
definitivo e io... non sono sicura che Tokyo
sia…”
Istintivamente
la stringo più forte, sfiorando con le labbra il
suo collo.
“Preferisco
quindi continuare a fermarmi in albergo quando sono qui per
lavoro…”
Annuisco
prima di scendere a baciarle una spalla nuda, risalendo
poi fino al lobo dell'orecchio.
La
sua chioma insolitamente mossa è un piacevole ostacolo tra
me e la sua pelle.
“Questi
stupidi capelli!” la sento
esclamare mentre sposta le ciocche sulla spalla
opposta.
I
miei occhi tornano così a posarsi sulla vetrata e mi
concentro di nuovo sul nostro riflesso
sul vetro.
Il
mio sguardo si sofferma però subito su di lei e sulla curva
del suo seno, che stretta nel miniabito dorato, si alza e si
abbassa a causa del respiro irregolare.
Quando mi sorride posso solo pensare che sia bellissima.
“Io
non vedo proprio niente di
stupido…” esclamo prima di tornare a
baciarla sul collo.
“Aiutami…”
sussurra Sanae, costringendomi a guardarla ancora.
“Con
il vestito…” aggiunge indicando alle sue
spalle.
Non
me lo faccio ripetere due volte e scostandomi da lei, cerco subito
d'individuare con le dita l’invisibile
zip che tiene ferma la stoffa intorno alle forme di Sanae.
Quando
la trovo, faccio scivolare il cursore verso il basso.
Man mano che i piccoli ganci metallici si aprono, si fa strada in me un
formicolio piacevolmente teso ma prima che il vestito cada
inanimato ai suoi piedi, faccio in modo di
allontanarci un po’ dal vetro, in un moto dettato da
un'assurda gelosia.
Deglutisco,
mordendo le labbra, quando Sanae si volta verso di me.
Il mio respiro si fa corto alla vista del suo corpo
seminudo.
Chiudo
gli occhi quando prende il mio viso tra le mani, lasciando poi che la
sua bocca trovi la mia.
E
mi sembra sia passata un’eternità dal nostro
ultimo bacio quando in realtà è trascorsa solo
un'ora, dall'ultima volta che ho assaporato la sue labbra, piene e
morbide contro le mie.
La
mia camicia finisce ben presto a fare compagnia al vestito dorato
sul pavimento.
Le
mie mani di nuovo libere, tornano a stringere Sanae con prepotenza,
nonostante stia cercando di arginare l'impeto che mi
pervade costantemente in questa notte speciale.
E senza rendermene davvero conto, ci ritroviamo all'improvviso
sdraiati a letto, avvinghiati.
Spostando
poi il peso del mio corpo di lato, mi soffermo a guardarla,
perché sento sinceramente il bisogno di farlo.
E
quello che vedo mi toglie completamente il fiato, non che stasera non
abbia mai avuto seri problemi di respirazione a causa sua…
Sanae
mi fissa, lo sguardo languido quasi liquido.
Le
mani rilassate sul cuscino vicino alla testa.
Il
corpo seminudo vicinissimo al mio, non posso evitare di
toccarlo.
Lo
sfioro con i polpastrelli, seguendo quella
danza nella mia testa, tra lento e veloce, che non riesce a
darmi tregua.
Sulla
sua pelle lievemente dorata compare un accenno di pelle d’oca.
“Senti
freddo?” le chiedo, fermando le mie dita
all’altezza del suo ombelico.
Sanae
arrossisce leggermente poi sorride, scuotendo la testa.
“No.
Sei tu…”
Scopro
così che anche questo era un mio desiderio, tra i tanti di
questa notte.
Nella
smania di possesso volevo sentirmi dire proprio questo genere di cose.
Una semplice
affermazione come questa ha infatti il potere di far salire ancora di
più la mia eccitazione.
Quelle
che erano carezze appena accennate diventano
così tocchi decisi, privi di esitazioni.
Quando
torno a baciarla, la mia lingua richiede una risposta
con insistenza mentre ruoto il corpo, che torna
così a fare pressione sul suo.
Ci
baciamo ancora e ancora, per minuti che sembrano lunghissimi.
I miei sensi, ricettivi al massimo, mi ricordano
però che non so quanto potrò trattenere
ancora tanto desiderio, tanta brama.
All’improvviso
il suono di un cellulare irrompe nel silenzio della stanza.
Netto,
distinto.
Avevo detto che non volevo
scocciature!
Sanae
allora abbandona la mia bocca.
E no!
“Mendo!”
esclama trafelata, sbarrando gli occhi.
La
guardo perplesso mentre quell’odiosissimo affare non contento
riprende a suonare, dopo aver fatto già girare un'intera
suoneria.
Se non dovessi separarmi da Sanae, mi alzerei volentieri per spaccarlo
contro al muro.
“Devo
rispondere! Me ne sono andata via senza dire nulla!
Insisterà finché non avrà parlato con
me di persona, diventa così paranoico a
volte!”
Con
uno sbuffo mi scosto da lei, mosso dall'esigenza impellente di
riprendere il prima possibile tutto quello che stavamo facendo.
Sanae si divincola, scende veloce dal letto e sparisce dietro l'angolo,
per raggiungere la sua borsa all'ingresso.
Qualche secondo e la sento rispondere
al telefono.
Le
sue rassicurazioni al suo assistente arrivano chiare alle mie orecchie
mentre mi alzo e finisco di spogliarmi, sempre per recuperare tempo
prezioso.
Una
volta nudo, torno a sedermi sul letto, poggiando un
lembo di lenzuolo sopra i fianchi e il basso ventre.
Spalle
e busto contro la testata, le gambe piegate verso il torace e
le braccia poggiate molli all’altezza dei gomiti, sulle
ginocchia.
Con questa postura attendo Sanae, che si riaffaccia in camera
sfoderando un sorriso un po' imbarazzato.
Si
ferma poi a pochi passi dal fondo del letto, tenendo
un braccio teso lungo il fianco e l’altro piegato,
in modo che la mano possa aggrapparsi al gomito.
E
non so che mi prende...
Dopo tutta l’irritazione dovuta all’interruzione,
dopo che pensavo di essere arrivato al limite, di non poter
più aspettare.
All'improvviso desidero rallentare tutto e invece di muovermi verso di
lei, le tendo la mano, facendole
cenno di raggiungermi.
Perché
nella stranezza di questa notte, nel vortice di emozioni che continuo a
provare, ora prevale il desiderio che sia lei a cercarmi.
Che
sia Sanae a venire da me.
Perché
vorrebbe dire che proviamo le stesse cose stanotte.
La
osservo così in silenzio mentre porta i capelli oltre un
orecchio, prima di piegare una gamba e posare il ginocchio
sull'estremità del materasso.
Le
sue mani poggiano poi sul letto appena sfatto e mentre la vedo
gattonare verso di me, il mio cuore perde un battito...
E scopro che posso sentirmi ancora più eccitato di
quanto credessi possibile…
Sanae
si avvicina piano, la seguo ipnotizzato dai suoi capelli, che dondolano
sopra il seno ancora più tondo in quella posizione.
Sto
iperventilando.
Lei
mi sorride inconsapevole, perché non può
immaginare quanto questa sua visione possa essere sensuale per me.
Provocante... da perdere la ragione, da non capirci più
niente.
Dopo
esseresi fatta spazio tra le mie gambe piegate, si
siede nella classica postura giapponese, rimanendo ferma
però solo per un istante.
Le
sue mani raggiungono infatti il mio torace e iniziano a
muoversi in delicate, ma terribilmente eccitanti, carezze.
Chiudo
di nuovo gli occhi quando sento i suoi capelli sul petto, ora che le
sue labbra stanno sfiorando il mio mento e la mandibola…
Fino
a raggiungere la mia bocca, che accoglie il suo
slancio senza riserve.
E
so che sto portando all’estremo le mie forze...
Ma è troppo forte il desiderio di sentire
cos’altro può fare per me, senza che
io mi muova.
Voglio
un contatto maggiore però, non resisto.
Poggio
così una mano sulla sua schiena e l’attiro di
più a me.
Sanae smette per un secondo di baciarmi il collo e mi guarda negli
occhi, arrossendo, posso
vederlo chiaramente nonostante la penombra.
Assecondando ancora i miei desideri, stendo le gambe per
agevolare i suoi movimenti e permetterle di sedersi facilmente sul mio
bacino.
Mi
mordo ancora le labbra, sentendola così vicina.
Sanae
riprende a torturarmi il collo poi torna dolcemente a
prendersi cura della mia bocca.
Un bacio lento e sensuale ci unisce, le mie mani finiscono d'istinto
aperte sulle
sue cosce nude.
Il
respiro si fa di nuovo estremamente corto, in proporzione al contatto
incredibile che sto vivendo.
L'autocontrollo
inizia seriamente a vacillare mentre le mie mani risalgono le sue gambe
e si posano sul sedere, sui fianchi fino a raggiungere la sua schiena.
Non
voglio sentire alcuna barriera mentre si stringe a
me, armeggio così deciso con il gancio tra le sue
scapole, senza allontanarmi dalle sue labbra.
Sanae
si sposta con il busto, quel tanto da permettermi di sfilarle
il reggiseno senza spalline, che finisce in fondo al letto o forse per
terra.
In un ultimo moto di pudore poggia
poi le mani sui seni, celandomeli.
E
non immagina nemmeno questa volta, quanto questa sua posa
innocente riesca invece a provocarmi.
La
fisso a bocca aperta, respirando a piene narici in modo da gonfiare
bene i polmoni.
Per riprendere fiato o molto più probabilmente, per
prepararmi ad andare in apnea con lei nel mare dei sensi.
Sanae
allora mi sorride, piegando leggermente la testa.
Un rossore caldissimo le imporpora le gote prima che si allacci al mio
collo, cingendolo con le braccia e mi baci ancora.
Ho ottenuto quello che
volevo…
Ora
posso chiaramente sentire il suo seno sodo e morbido premuto contro il
petto, il suo bacino contro il mio e il calore unico del suo corpo, che
profuma ed è come velluto sotto le mie dita.
La
stringo ancora di più perdendo quasi totalmente il
controllo, fino a spingere sui reni per invertire la nostra posizione.
Quando Sanae torna a essere sdraiata sotto di me, mi stupisco per un
attimo di me stesso e dei miei gesti ma subito dopo, mi concentro di
nuovo su di lei.
La testa ora ai piedi del letto, i
capelli meno mossi sparsi sulle lenzuola.
I
suoi occhi e il viso illuminati dalle luci di Tokyo oltre la
vetrata.
La
guardo rimamendo immobile mentre avverto di nuovo quella sensazione
indefinita, che mi porta a pensare che ci
sia qualcosa di diverso in questa notte.
Sanae
sembra diversa in realtà... ma anch'io lo sono.
Mi
guardo intorno confuso.
Lei
ed io nudi in una lussuosa stanza d’albergo.
Non
in camera mia, che sia in Giappone o dall’altro capo del
mondo.
I
miei occhi si posano ancora su Sanae, stretta al mio petto.
I ricordi che la riguardano iniziano così ad attraversare la
mia mente, in uno scorrere continuo.
Dal
primo timido bacio alla sua magnificenza su quel palco, questa
sera.
Ma
quando il baciamano di Seii torna a riaffacciarsi nella mia
memoria, qualcosa si riscuote in me e torno a sentire nitide e distinte
le stesse sensazioni, che mi hanno portato a baciare Sanae con impeto
nel giardino della villa.
Malignamente,
una voce dentro la mia testa mi ricorda che Seii non si è
limitato con lei in passato…
Vacillo
per un attimo.
Il
mio petto si colma di ansia poi di smania di possesso, di
amore a tratti disperato.
Di eccitazione
sì, anche di quella.
Non
lo decido, lo faccio e basta.
Mi
lascio andare completamente, senza controllare più niente.
Bacio
Sanae con passione.
Estrema.
Disperata.
Viscerale.
Mi
sposto, il mio bacino preme ora tra le sue gambe, contro il suo.
E
non sento più imbarazzo all’idea che in questa
posizione lei possa chiaramente avvertire quanto
la voglio.
Mi
scopro in realtà voglioso proprio di questo, desidero che lei senta.
Mi
rendo conto che i miei freni inibitori sono completamente andati,
quando le mie mani scivolano su tutto il suo corpo, soffermandosi in
parti di lei che non avevo mai osato nemmeno sfiorare almeno
fino a stanotte.
La
mia bocca esige lo stesso trattamento, pretendendo anche lei di
esplorare nuovi mondi e
conoscere altri sapori.
L’aria
nella stanza è densa dei nostri respiri.
E
allora sorrido tra un bacio e l'altro, perché stavolta non
ci sono solo buio, silenzio e qualche rosa in
una camera d'albergo.
Ascolto
inebriato i rumori che ci fanno da sottofondo.
Delle
labbra, dei sospiri.
Delle
lenzuola che frusciano per i nostri movimenti.
Ma
quando un gemito ben distinto esce dalla bocca di Sanae, il tempo si
blocca.
Poi
riparte di corsa mentre perdo
irrimediabilmente… tutto.
Il
respiro, il controllo, la testa.
Ogni
cosa è andata, persa appunto.
Esiste
solo lei.
E
la voglia dolorosa che sia al più presto mia, ancora di
più.
Mia…
Mentre
la spoglio dell’ultimo ostacolo che ci divide.
Mia..
Quando
mi unisco a lei e chiudo gli occhi…
Finalmente…
Mia…
Quando
mi muovo dimenticando qualsiasi cosa, condividendo questo calore
infinito.
Perdendo
la ragione per colpa dell’amore…
Continua
a essere una notte irrequieta per me.
Sanae
si è addormentata quasi subito, dopo.
La
osservo mentre riposa serena, il sorriso dipinto sulle labbra e i
capelli tornati quasi lisci sparsi morbidamente sul cuscino.
Il
corpo coperto quel tanto che basta, le gambe nude leggermente piegate,
una mano abbandonata vicino al viso e l’altra sul
ventre.
Nonostante
non mi voglia allontanare, mi alzo dal letto perché sono
alla ricerca irrequieta di altro di lei, in questa nuova dimensione che
appartiene solo a Sanae.
Gironzolando
nudo, cerco tracce della mia ragazza in questo mondo neutro,
in questa suite tanto lussureggiante quanto estranea.
Mi
affaccio nel bagno.
Sul marmo brillante, oltre ai cosmetici con il logo della catena di
alberghi che ci ospita, ci sono i suoi effetti personali.
Creme,
trucchi e una boccetta di profumo.
Sorrido
all’idea che l'Anego di un tempo sia diventata
così vanitosa.
E così
sexy…
In
salotto scorgo dei vestiti in
disordine, abbandonati sul divano.
Forse sono stati scartati in favore del miniabito dorato... un parte
molto presuntuosa di me mi fa credere che l'abbia scelto
proprio per far colpo su di me, per piacere a me.
Eri perfetta, Sanae…
Sul
tavolinetto basso accanto alle poltrone noto un classico della
letteratura inglese.
Perché era davvero
brava in quella materia a scuola…
Una
strana sensazione mi pervade ancora...
In fondo siamo sempre noi anche se diversi allo tempo stesso.
Mi
volto a guardare verso il letto, il profilo del suo corpo si staglia
deciso nella mia visuale.
No, forse non siamo
più noi.
Ma
quasi degli adulti con delle carriere da portare avanti.
Con
gl'impegni, le stanze d’albergo e i voli che attendono
all'aeroporto.
Siamo
sempre due persone che si amano ma in maniera matura ora.
Due
persone che fanno l’amore, compreso il sesso.
Una
buona parte di sesso.
Avverto
di nuovo quello smarrimento, come alla villa.
Faccio
così per tornare a letto per abbracciarla e arginare
l'ansia... quando qualcosa attira la mia attenzione.
Sulla
poltrona è posata un’agenda.
Forse
la sua agenda personale.
E
non dovrei farlo, lo so.
Mi sento già in colpa ma proprio non posso evitarlo.
La
prendo e mi siedo al suo posto, iniziando a sfogliarne le pagine senza
un filo logico.
Mi rendo subito conto che questa è effettivamente
la sua agenda privata.
Ci
sono appuntamenti tracciati in rosso, brevi commenti su fatti accaduti
e banalità di tutti i giorni, del suo quotidiano che in
fondo io non conosco, a cui non appartengo.
Sfogliando
ancora però, scorgo un particolare tra le varie annotazioni,
che tanto banale poi non è.
Una
giornata di campionato brasiliano campeggia per un'intera pagina.
L'elenco
delle squadre è stato tracciato dalla sua grafia ordinata,
insieme ai risultati di ogni incontro.
La
mia società, il Sao Paulo, è evidenziata in
giallo e accanto ai goal c'è il mio nome, perché
sono stato io a segnare.
Sorrido
sorpreso ma anche estemamente compiaciuto, prima
che la curiosità prenda il sopravvento e
mi spinga a sfogliare ancora l'agenda.
Il
mio cuore accelera in battiti quando trovo annotata puntalmente
ogni giornata, con il suo breve resoconto.
Accanto
al mio nome spesso compare un cuore o qualche punto esclamativo.
A
ogni goal che ho segnato corrisponde un'esclamazione di gioia e a volte
un mi manchi tanto,
come se potessi sentirla anche solo scrivendolo.
E
allora la tenerezza si fa largo prepotentemente nel mio
cuore…
Sanae...
Sto
per poggiare l’agenda per tornare veloce da lei, quando un
foglio cade scivolando tra le pagine.
Lo
raccolgo e un nodo si stringe in gola quando scopro che
è una foto tagliata da una rivista sportiva.
Nell'istantanea sono ritratto io durante un'azione di gioco.
Sanae sarà
sempre la mia più grande sostenitrice...
E
mi sento in colpa per aver anche solo pensato che potesse essere
diversa e che tutto quello
che sta succedendo nelle nostre vite possa avere il potere di
cambiarci.
Con
un altro tipo di smania torno a letto e mi stendo di nuovo accanto a
lei.
Voglio
abbracciarla mentre i miei pensieri non fanno che girare in tondo
questa notte.
Sanae
si volta verso di me e si stringe al mio petto, la cingo con
le braccia.
“Tsubasa…”
la sento chiamare ma quando faccio per risponderle, mi rendo conto che
ha pronunciato il mio nome nel sonno, involontariamente.
Osservo
il suo viso, che ha perso il sorriso rilassato di qualche minuto fa.
“Non
andare via…” mormora piano, le labbra socchiuse.
“Resta
con me…” aggiunge mentre i bei lineamenti si
contraggono in una lieve espressione sofferta.
Spalanco
le palpebre quando noto qualcosa di umido brillare
distintamente tra le sue lunghe ciglia scure.
La
stringo di più a me senza trattenere l'impeto, dovuto
però non alla passione né
all'eccitazione.
L’amore
che provo per lei m’investe fino alla commozione.
Le
sue lacrime torturano la mia coscienza in un moto perpetuo e ogni mia
debolezza, legata a questa notte, prende le sembianze di Sanae che
stringo ancora più forte al mio petto.
Rimango
poi così, immobile... a fissare le luci oltre la vetrata,
che pian piano si stanno spengendo.
Tra
un po’ sarà l’alba,
arriverà un nuovo giorno.
Domani
allora tornerò a essere lo Tsubasa di sempre, sopratutto
quando i miei compagni mi sfotteranno, chiedendomi dove ho
trascorso la notte nonostante conoscano già la
risposta.
Domani
mi concentrerò di nuovo sul Wold Youth, sugli avversari e
sulla mia smania... ma quella di vittoria.
Domani
aspetterò di vederla ancora, per darle un bacio
e ridere di nuovo con lei.
Ma
il peso che porto sul petto so che sarà sempre lì
ormai, che mi accompagnerà sempre.
Con
le sembienze di Takeshi Seii o bagnato dalle lacrime di Sanae.
Quel peso carico di desiderio, di passione e amore.
Il peso di questa notte.
Perché
nulla sarà più come prima…
E
qualcosa dovrà necessariamente cambiare.
*The Peninsula: lussuosa catena
di alberghi, quello citato nella FF si trova a Giza-Tokyo.
Questo Missing moment
è una promessa fatta tanto tempo fa, sembra quasi
un’altra vita, semplicemente lo è.
Non so come sia stato possibile,
credevo proprio che non sarei mai più riuscita a mantenerla
e invece eccomi qua, a scrivere queste righe da autrice.
Sara questo è merito
tuo, spero che almeno ti piaccia…
Torno da Tsubasa e Sanae prima o
poi, sembra quasi inevitabile, perché ci sono affezionata,
perché sono terapeutici o semplicemente perché
non riesco a separarmene del tutto.
Ringrazio chi è
arrivato a leggere fino a qua, mi auguro di essere riuscita a rendere
questo ragazzo che per me è sempre così speciale,
nel momento in cui l’ho messo più sotto pressione
nelle mie FF.
Ringrazio poi le amiche che come
sempre sono un grande stimolo e fonte d’ispirazione costante,
nonostante tutto, nonostante la vita.
OnlyHope
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