Revolution: The Next Generation

di RainySky
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Kagura per me era, quel classico tipo di ragazza che pensava di poter risolvere ogni problema, quel tipo di ragazza che pensava di poter entrare di forza nelle vite di chi le stava attorno.
Non fraintendetemi, più imparavo a conoscerla, più mi piaceva quello che apprendevo su di lei. Era disponibile, comprensiva, ogni tanto, e altre volte sapeva quando imporsi. Anche se quell’ultima parte forse è quella che da un certo punto di vista odio: odio quando le persone cercando di imporsi su di me, o cercano di farlo in generale. Semplicemente non riesco a capire perchè qualcuno dovrebbe imporsi a forza su un’altra persona, è una cosa troppo da stronzi, non la concepisco.
In verità, nei primi giorni in cui sono arrivato alla Gakuen Alice, anche io tentai d’impormi sui miei compagni.
Ma semplicemente non riesco a inserirmi in una società di cui non faccio parte, ho sempre vissuto con la mia piccola famigliola, sperduti fra le campagne.
Quella è l’unica società che conosco, e non ho certo bisogno di impormi sui miei fratellini, o le mie sorelline.
 
Sospirai lanciando un sasso nel laghetto che si stanziava di fronte a me, lo guardai fare 4 rimbalzi sulla superficie, prima di scomparire nella parte più profonda di esso.
Presi un altro sasso, più piatto e tondo del precedente, e, prendendo bene la mira lo lanciai sull’acqua con tutta la forza che avessi nel braccio. Rimasi a guardarlo per diversi secondi.
1, 2, 3, 4, 5, 6. Il sasso fece sei balzi, si andò a scontrare contro uno scoglio e ricadde in acqua in un sommesso “plof”.
Quanto a me, beh, mi lasciai cadere sul prato ed alzai lo sguardo al cielo.
“Questo posto doveva essere un bel casino, ai tempi di Lens Ryuga”, mormorai sdraiandomi. Portai le braccia dietro la mia testa e sentì il quasi impercettible scricchiolio dell’erba, man mano che mi ci stendevo sopra.
“Lens Ryuga eh?”, ripetei ad occhi chiusi “Chissà perchè sono anche solo finito a pensare ad il suo nome. Lo odio”.
Aprì gli occhi, di poco, tenendoli socchiusi, giusto per catturare il movimento di una farfalla che stava passando. Rimasi affascinato dalla sua bellezza: sembrava essere dei colori dell’arcobaleno. Nè seguì l’intero tragitto con lo sguardo, fino a quando non fui costretto a lasciarla andare.
 
Mamma? Mamma! Dove sei?
Papà?
Dove siete tutti quanti?
Dove siete finiti?
Perchè fa.. così tanto caldo... Mamma, papà...
 
Ci misi poco ad accorgermi che delle lacrime avevano cominciato a solcarmi il viso, portai la mano agli occhi e strofinai via le gocce d’acqua, come se avessi paura che qualcuno mi potesse vedere; anche se fino a prova contraria, ero solo.
“Mamma.. Papà..”
Guardai su al cielo ancora una volta, portando in alto il mio braccio e aprendo completamente il palmo della mia mano, come se fossi davvero convinto di poterlo prendere, di poterlo toccare.
“Non meritavate una fine del genere..”
Lentamente iniziai a chiudere la mano ancora una volta, lasciandola comunque a mezz’aria.
“I Ryuga la pagheranno..”, con un colpo secco serrò la mano e tirò un pugno contro al terreno.
 
 
Kagura era dietro ad un’albero, poco lontano da Rain, ed osservava l’intera scena, con un po’ di stupore, un po’ di dolore, ed ora, dopo quella frase, si era aggiunta anche un’inarrestabile paura nei confronti del giovane ragazzo.
“I Ryuga la pagheranno” ?
Per cosa?
Cos’aveva fatto la famiglia di Kagura che lei non sapeva?
Cosa c’entravano i genitori di Rain? Aveva saputo che il ragazzo era orfano, ma detto a quella maniera.. sembrava proprio che, i responsabili della morte dei suoi, fosse proprio la famiglia Ryuga, questo spiegherebbe molte cose, molto astio.
L’unica cosa di cui era certa è che, nessuno davanti a Rain l’aveva mai chiamata con il suo cognome fino ad ora, e avrebbe anche fatto meglio ad avvertirli.
Fece per girarsi e correre via, ma il pesante sentimento di tristezza e paura non abbandonò la povera Kagura per nemmeno un’istante. C’era una cosa che Kagura non sapeva, una volta entrati alla Gakuen Alice, non c’è modo per uscirne, se  non la maturità..


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E' passato tantissimo tempo dall'ultima volta che ho aggiornato le mie storie, e mi scuso con voi, sto avendo quello che potremmo chiamare "Il blocco della scrittrice estivo", sapete no?
Con il caldo, le uscite con amici, i compiti di scuola, non sono più riuscita a fare nulla.
Questa storia in verità, non l'ho mai continuata più di tanto perchè i riscontri non erano esattamente fantastici, poche visualizzazioni e poche recensioni. Mi buttò veramente giù, e decisi di dedicarmi ad "Il suo nome è Paige" - Yuri.
Non ho molto da dire a riguardo di questo capitolo, e mi scuso se è corto ma non ho potuto fare di meglio, nè so quando il prossimo capitolo uscirà.
Vi chiedo la massima comprensione, e ancora una volta, grazie a tutti i miei sostenitori!
Vi adoro, siete unici.




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