- Lo sapevo
che non dovevo fidarmi di te! Sei sempre il solito idiota!- esclamò
furiosa Ranma ragazza starnutendo
fragorosamente sotto la pioggia. Trascinava per un braccio il Tuono Blu del
Furinkan, Tatewaki Kuno, messo K.O. dallo stesso perché aveva osato toccarla
nel momento in cui si era trasformato.
– Ha ragione
Saotome! Dovevo prendere io in mano la situazione… e la cartina.- intervenne
Mousse che per una volta (incredibilmente) era stato più veloce degli altri due
e, preso l’ombrello rosso di Ryoga, mentre i suoi due compagni di viaggio
combattevano, era riuscito a ripararsi dalla pioggia e a non diventare una
papera.
– In quel
caso credo che saremo finiti in un burrone! Ghu!-
intervenne una quarta voce facendo
voltare la ragazza/ragazzo, il cinese ed il porcellino.
– Collant Taro! Che ci fai qui?- chiese Ranma
sorpreso: possibile che non lo avesse sentito arrivare?
– Ciao
finocchio! Come stai?- chiese di rimando il ragazzo che, come Mousse, aveva
avuto il buon senso di ripararsi.
– Non
chiamarmi finocchio! –
– E tu non
chiamarmi Collant Taro! –
– Siete
peggio di due bambini! -esplose il cinese mettendo fine alla discussione.
– Ti
rifaccio la domanda: che ci fai qui? -
chiese ancora Ranma.
– Vi
seguivo. - rispose l’altro.
– E perché?
- chiese Mousse.
– Pensavo
che con voi ci fosse il vecchio. Inoltre ero curioso di sapere dove stavate
andando tutti insieme così rumorosamente.- disse il giovane con un sorriso di
scherno.
– Ryoga!
Questa non è Hokkaido! E’… cos’è?- chiese il ragazzo dai capelli lunghi
sbattendo le palpebre dietro le spesse lenti. Ryoga, trasformato in P-chan,
scosse la testolina da sopra la spalla di Ranma che si guardava intorno e stava
per parlare quando si sentì un rumore proveniente dal lato del piccolo sentiero in mezzo al bosco. Qualcosa di grosso si
stava avvicinando, qualcosa di molto grosso.
I ragazzi si
girarono da quella parte solo per vedere un enorme gufo che volava. Con le
zampe toccava le chiome degli alberi producendo quel rumore che li aveva resi
immobili come pietre.
– Questa è…
RYUGENZAWA!- urlò la voce di Ranma ragazza, risuonando nel buio della foresta.
In risposta a ciò Ryoga sgranò gli occhietti da porcellino, traumatizzato
dall’avventura di quella volta.
– Ci siete
già stati, ghu?- chiese Collant Taro, anche lui con gli occhi
sgranati.
– Forse i
miei occhiali si stanno davvero rompendo…- borbottò Mousse.
– No, ci
vedi bene.- rispose Ranma (“Bene per i suoi standard”ndRanma).
– Davvero?!
E come è possibile?- chiese ancora Collant Taro.
– Vi spiegherò
tutto, ma prima dobbiamo trovare un posto caldo e devo tornare ragazzo.-
– Ma non c’è niente qui!- protestò il cinese.
– So io dove
andare! - Detto questo la ragazza con il codino si incamminò seguita dagli
altri. P-chan gli conficcò le unghiette nella pelle della spalla.
– Lo so!
Quel ragazzo non sta simpatico neanche a me. – rispose sottovoce Ranma,
cosicché solo Ryoga potesse sentire.
Ranma sbuffò
prima di bussare alla porta della piccola casa. Un rumore, come di qualcuno che
sbatteva contro un mobile o qualcosa di simile, una luce che si accendeva e poi
una figura che veniva ad aprire. In breve tempo la piccola comitiva si ritrovò
davanti un ragazzo della loro età con i capelli scompigliati dal sonno.
– Uh! Voi
chi siete? - chiese perplesso.
– Ciao
Shinnosuke, Sono Ranma, il fid… Ti ricordi di Akane Tendo? - chiese Ranma.
– E come
potrei dimenticarmi di lei? Siete suoi amici? Lei come sta? - chiese a
ripetizione Shinnosuke.
– Sì, siamo
suoi amici. –
- Allora
entrate! Cosa ci fate sulla soglia?- chiese ancora.
– Ehi! Non è
che si potrebbe aver anche dell’acqua calda?- chiese Mousse entrando insieme
agli altri. Ranma, non troppo delicatamente, scagliò Kuno, ancora svenuto,
oltre la porta. Shinnosuke sparì dalla loro vista lasciando i ragazzi seduti
intorno al falò spento. Tornò poco dopo con delle teiere di acqua calda e della
legna. Mentre lui accendeva il fuoco alla debole luce di una lanterna, Ranma si
buttò addosso l’acqua e poi la gettò sul
maialino. I due erano già pronti per dare delle spiegazioni quando il ragazzo
si voltò, li squadrò e disse: - Ma voi
chi siete? –
Ranma chiuse
gli occhi esasperato e Ryoga, che si era appena rivestito, sbottò
- Siamo
amici di Akane Tendo! Ci siamo già incontrati! Possibile che non ti ricordi?-
– Aspettate! Forse sì! Voi due siete quelli
che mi avete aiutato a sconfiggere Orochi! E tu hai provato a picchiarmi perché
stavo con Akane! - esclamò Shinnosuke con gli occhi che brillavano.
– Non ti ho
picchiato per questo! Sei tu che ricordi male!- si infervorò Ranma.
– Come vuoi…
Cosa ci fate qui? - chiese il giovane ospite.
– E’ colpa
di questo prosciutto! - scattò Ranma.
– Non è
vero! Preparati a morire!- esclamò
Ryoga.
– Ghu! Vado a prendere dell’acqua fredda.-
disse Collant taro. Quell’affermazione ebbe il potere di calmare i due ragazzi
all’stante, che si rimisero seduti.
– Ryoga ci
aveva detto di conoscere un signore che gli aveva detto di avere la soluzione
al… ad un nostro problema comune. - disse Mousse pensando all’ultimo secondo di
non spiegare a quel giovane più del necessario.
– Io conosco
loro due, ma tu chi sei?- chiese il padrone di casa.
– Ha
ragione! Lui è Mousse, un nostro… amico. E lui è Collant Taro, ma odia sentire
il suo nome perché non gli piace - tagliò corto Ranma indicando i due ragazzi.
Kuno scattò in piedi improvvisamente ed urlò:- Ranma Saotome! Cosa ne hai fatto
della mia ragazza con il codino?-
– E quello chi è?- chiese Shinnosuke. Collant
Taro lo guardava incuriosito. Perché mai si portavano dietro un pazzo?
– Io sono
Tatewaki Aristocrat Kuno, grande campione imbattuto
di Kendo e sono chiamato Tuono Blu del Liceo Furinkan!- esplose Kuno con gli occhi fuori dalle orbite. Ranma
sospirò, lieto che avessero cambiato argomento: non doveva dare spiegazioni
sulla presunta sparizione della ragazza con il codino (di nuovo) allo spostato
che si portavano dietro.
– Imbattuto?! Sai che sei divertente a volte?-
Chiese retorico il ragazzo con il codino. – Comunque…
– aggiunse - …noi abbiamo seguito Ryoga che doveva
raggiungere Hokkaido per andare nel negozio del tizio che ha incontrato, ma lui
si è perso! Questo idiota è venuto con noi solo perché credeva che sarei andato
a trovare la sua adorata ragazza con il codino. Se il tempo si fosse mantenuto
bello, avrei vinto la sfida e avrei preso il posto di comando! - si rammaricò
infine.
– Ma
Shinnosuke! Dov’è tuo nonno?- chiese Ryoga ignorando Ranma e concentrandosi
sull’altro rivale.
– Oh! E’
andato alle terme per cercare di curare le sue vecchie ossa…- rispose il
ragazzo. Ranma era sorpreso: Shinnosuke si ricordava di suo nonno?! La sorpresa
non era però destinata a durare, perché il giovane fissò i suoi interlocutori e
chiese: - Ma voi chi siete? - Collant Taro sembrò davvero arrabbiato quando
rispose.
- Te
l’abbiamo detto prima,! Siamo amici di Akane Tendo!-
- Oh! Akane
Tendo! Come sta? - chiese ancora lui.
– Lei sta
bene! - rispose Ranma abbassando la testa.
– Perché non
è venuta anche lei? - chiese Shinnosuke.
– Non
poteva, aveva da fare.- spiegò evasivo il ragazzo con il codino.
– Akane
Tendo! Fiore delicato è il suo cuore e il suo amore, per quanto timido, è
ancora più dolce del profumo dei ciliegi in fiore! Chi osa pronunciare il suo
nome senza rispetto?- Kuno pronunciò queste parole in estasi.
– Nessuno ha
mancato di rispetto a quel maschiaccio, idiota! - gli rispose Ranma,
infastidito dall’atteggiamento dell’altro. Per buona misura gli diede un altro
pugno in testa: non lo reggeva proprio.
– Io mi sono
sempre chiesto: cosa ci trovate in lei, ghu?-
chiese Collant Taro.
– E’ quello
che mi chiedo anche io sempre!- fece sorpreso Mousse rivolgendosi alla porta della casa.
– Io
niente!- rispose in fretta Ranma.
– Chi vuoi
prendere in giro, finocchio, ghu?
- chiese Collant Taro, sfidandolo.
– Già,
Ranma! A chi credi di darla a bere?- esplose quasi, Mousse puntando il dito
contro Ryoga.
–
Rispondimi! - esclamò poi.
– Quello non
sono io, stupida talpa!- urlò Ranma colpendolo.
– Davvero?!
- chiese stupefatto la Talpa.
– Akane è
una ragazza molto particolare: innamorarsi di lei è facile, è dimenticarsi di
lei che è difficile.- disse Shinnosuke, pensieroso.
–Perché? Io
non riesco a capire! Cos’ha di speciale?- chiese il cinese.
–E’ molto
carina. Poi è diversa dalle tutte le altre, tanto diversa! - continuò Ryoga con
gli occhi a forma di cuore.
– Cioè? -
chiese Collant Taro.
– E tu cosa
ci trovi in Shan-Pu?- chiese Ranma cercando di allontanare da sé quel campo
pieno di trappole.
- Shan-Pu!
Luce nel mio buio! Stella splendente del mio cielo!-
– Lo abbiamo
perso…- brontolò Shinnosuke.
– Non hai risposto alla domanda.- gli fece notare
Collant Taro.
– Ma Shan-Pu
è così forte e bella! Riesce sempre a battermi e ad essere antipatica e odiosa,
ma poi diventa meravigliosa e dolce. Come quella volta, quando ho combattuto
con Ranma solo per lei e alla fine ero ridotto come uno straccio… In quel caso
è stata così carina con me. Con lei non riesco a ragionare e morirei per
salvarla. Cosa conta la mia vita? Niente se non c’è lei!- esclamò Mousse. Ryoga
si asciugò, commosso, le lacrime.
-Per me è la
stessa cosa con Akane! Mi importa solo di vederla felice e al sicuro per essere
soddisfatto! Ma per lei non conterò mai nulla! Come sono infelice! - disse
precipitando nella più cupa disperazione.
– Maiale! Tu
hai anche Akari! - gli ricordò Ranma. –Oh, è vero! Anche Akari è molto bella ed
ama i maiali! Lei potrebbe davvero amarmi per quello che sono, con tutti i miei
difetti e i miei pregi!- esclamò il ragazzo con la bandana.
–Tsk!- fece
il suo amico/nemico di sempre evitando di fargli notare che somigliava a Kuno
in quel momento. –A te, invece, Collant Taro! C’è qualcuna che ti piace?-
chiese innocentemente Shinnosuke.
– Non
chiamarmi Collant Taro! Odio questo nome! - urlò lui-.
- Scusa!
L’avevo dimenticato!- disse il padrone di casa.
– Perdonalo!
E’ un po’ smemorato.- lo giustificò Ranma.
– Per questa
volta ti risparmio, ragazzo! E risponderò anche alla tua domanda, ghu! Non posso innamorarmi di nessuna
ragazza perché nessuna mi amerà mai a causa del mio nome, ghu!- rispose.
– Posso
permettermi di darti un consiglio? - chiese il padrone di casa per poi parlare
senza aver aspettato la risposta -Perché non ti presenti solo come Taro? Taro
non è male…-
- …Hai ragione! Come ho fatto a non pensarci prima, ghu?- chiese retorico e perplesso
l’altro.
– Ancora non
mi avete detto cos’ha di speciale Akane
Tendo. - fece loro notare Mousse senza guardarli.
– A me è
sembrata una ragazza particolarmente goffa e senza nulla di particolare! Ghu!- disse Collant Taro. –E’ quello che
dico anche io… - replicò Ranma portando le mani dietro la testa nella sua
classica posa rilassata.
– Non è solo
questo! Sei tu che non te ne sei mai accorto, ma lei è gentile e dolce ed è
diversa dalle altre! -esclamò Ryoga sentendo di dover difendere la donna che
amava.
– Infatti
lei non si impone mai, cerca solo di aiutare le persone e di non dare fastidio
a nessuno. Solo che, dopo molto tempo, lei è come se ti entrasse dentro, nel
cuore ed occupasse un piccolo posto, sempre per non disturbare. E’ facile farla
entrare lì dentro e farsi avvolgere dal suo calore. E’ difficile rinunciare a
quel calore, a quella dolcezza e a quella gentilezza. E’ come se… oh, non
riesco a spiegarlo bene!- concluse Shinnosuke prendendosi la testa fra le mani.
– Tu sei
fortunato, finocchio! A sentire loro Akane Tendo è l’unica ragazza che valga la
pena di frequentare e lei guarda solo te, ghu!-
gli fece notare Taro. Ranma si strozzò con la sua stessa saliva.
– COSA?!-
urlò.
– Se vuoi te
lo ripeto, ghu!-
- No! E poi
cosa te lo fa pensare?- urlò ancora il ragazzo con il codino.
– Io l’ho
capito dal modo in cui ti guarda e poi perché è gelosa, anche se lo nega.-
disse Mousse.
– Già! Tu
hai tutta la felicità ed io niente! Anche per questo ti odio! Ranma Saotome, preparati a morire! - urlò P-chan.
– Idiota,
smettila! Akane non è affatto innamorata di me e poi tu hai anche Akari!- disse
ColuiCheDovevaPrepararsiAMorire.
– L’ho capito anche io che lei ti ama, e vi ho
visti insieme solo per poco tempo.- mormorò il padrone di casa. – C’eravamo
anche noi a Jusenkyo, Ranma.- gli fece notare Mousse facendolo diventare più
rosso della casacca cinese che indossava.
– Che è
successo alle sorgenti maledette, ghu?-
- Niente!-
si affrettò a rispondere il moro vestito alla cinese. Ryoga si mise a ridere
per la buffa espressione del suo amico/nemico.
– Infatti
quello che ha fatto Akane era niente! Oh, che cara ragazza, così dolce e buona
da…- Ryoga fu zittito da Ranma che lo fece svenire con un colpo in testa
diventando ancora più rosso di prima.
– Ed era
niente quello che tu hai detto, vero? “Akane…-
anche Mousse fu zittito grazie ad un secchio pieno di acqua fredda.
– Niente!
Non è successo niente! - ripeté il ragazzo con il codino. Shinnosuke scoppiò a
ridere ed aiutò Ryoga a tornare tra loro.
– Che
diavolo…? Mi hai colpito! Pre…-
iniziò il ragazzo con la bandana, ma venne interrotto da Collant Taro.
- Basta, ghu! Non fate i bambini!-
– Comunque, se non mi sbaglio, noi abbiamo
parlato tutti. L’unico che manca è Ranma, giusto?- chiese Ryoga con un ghigno
sedendosi: eccola la sua vendetta! Nel frattempo Collant Taro, che si era fatto
dare dell’acqua calda da Shinnosuke, fece tornare normale Mousse.
– Che volete
da me? - chiese nel panico l’ ”eroe”.
– Perché non
ci parli di tutte le tue fidanzate? - chiese la papera.
– No! Non
voglio, non sono fidanzato con loro! Io non volevo il fidanzamento!-
– Paura,
finocchio, ghu?- chiese Taro,
sfidandolo.
– No! Io non
ho paura di niente! –
– Allora racconta! - lo mise con le spalle al
muro lo smemorato della strana compagnia.
– Tsk!
Comunque sarei costretto a sposare tre ragazze: Akane, Shan-Pu e Ukyo. Come
tutti sanno sono stato costretto a fidanzarmi con Akane da mio padre, che ha
fatto una promessa al padre di Ukyo, quindi anche lei è la mia fidanzata.
Inutile dire che Shan-Pu non la
considero neanche, quindi puoi stare tranquillo Mousse. Vi basta?- chiese
infine.
- Non avevi
anche un’altra fidanzata? La sorella di questo qui? Kodachi, se non mi
sbaglio.- chiese Ryoga.
– Quella
pazza sclerata con il body?! Ma per favore! Non mi metterò mai con lei! E’
peggio del fratello!- urlò il ragazzo con il codino.
– Ho i miei
dubbi…- rispose Mousse dando dei colpetti con il piede a Shinnosuke credendo
che fosse Kuno, che, purtroppo, rinvenne in quel momento. – A te chi piace, Tatewaki?- chiese
gentile il padrone di casa: sapeva che non sarebbe rimasto vigile per molto
tempo.
– Akane
Tendo, il fiore del Liceo Furinkan e la ragazza con il codino, fuoco bruciante
d’amore! Due ragazze dolci e carine che hanno paura dei loro sentimenti e
perciò non riescono ad esprimerli neanche all’oggetto del loro amore! - esclamò
il ragazzo con gli occhi scintillanti e tanti fiori e putti colorati tutto
intorno a lui. –E che ne pensi di Nabiki Tendo?- chiese Ranma che non voleva
parlare di sé.
– Cosa
dovrei dire di lei? E’ la ragazza più meschina ed approfittatrice che poteva
esistere al mondo. Anche se mi è molto utile perché mi procura le foto dei miei
amori. Devo dire che ha anche lei la bellezza tipica della famiglia Tendo e,
sotto sotto, so che ha un grande cuore che nasconde.
Lo so perché la conosco da tempo e, quando sua madre era ancora viva, lei era
molto diversa. Credo che abbia costruito una specie di muraglia intorno a sé
per difendersi da tutto il dolore dovuto a quella mancanza. Comunque potrei
stare insieme a lei se solo fosse più remissiva e dolce. Ma forse non è dolce
con me solo perché si sente rifiutata visto che a me piace la sorella. Oh, devo
fare qualche cosa per lei!- i ragazzi si guardarono l’un l’altro, sconcertati:
Kuno che faceva un discorso serio?! Da quando?
– Quanto
vorrei essere qui da solo con la ragazza con il codino e con Akane Tendo!-
disse poi guadagnandosi l’ennesimo pugno da Ranma.
– Perché lui
non sa che siete la stessa persona? -gli sussurrò Collant Taro.
– Perché è
un idiota! - fu la risposta dell’altro.
– Comunque,
finocchio, tu non hai detto nulla, ghu!-
– Pettegoli!
Non voglio parlarne!- si ribellò Ranma.
– Sì che ne
parlerai.- replicò Ryoga contento di aver trovato un campo in cui il suo
nemico era un incapace. Il nemico sbuffò
e Mousse disse, con il solo scopo di sfidarlo e farlo parlare.
- Forse non
parla solo perché non è così virile come dice di essere! E’ vero quello che mi
hanno detto? Che il tuo primo bacio lo hai dato ad un ragazzo? -
– Non era il
mio primo bacio! E non l’ho dato ad un ragazzo! E’ lui che l’ha dato a me in un
mio momento di debolezza quando ero ragazza! Poi mi sono vendicato e con gli
interessi! Chi te l’ha detto?- si difese il ragazzo. – Se per dimostrarvi di essere virile devo
parlarvi delle mie “fidanzate”, lo farò!-. E il giovane si arrese di fronte al
muro compatto di ragazzi curiosi (“e pettegoli” ndR) che lo ricattavano.
– Ukyo è…
Ukyo! E’ la mia migliore amica, cucina bene, è carina ed è anche dolce. Solo
che è molto insistente e pronta a tutto pur di diventare la mia unica fidanzata
ed inoltre mi sento in colpa per quello che le ha fatto mio padre. Certo, io
ero piccolo e non capivo quello che stava accadendo, ma mi sento lo stesso
responsabile perché lei ha rinunciato alla sua femminilità per causa mia. Comunque
di Ukyo mi posso fidare, o almeno potevo farlo prima, quando era solo un’amica.
Adesso è diventata…diversa. E’ molto simile a Shan-Pu
e, per quanto possano essere carine e forti entrambe, non sono le ragazze per
me: troppo appiccicose! Ho perso il conto di tutti i trabocchetti che hanno
escogitato per farmi mettere con loro e non mi piace essere obbligato o
costretto. E’ per questo che non considero Shan-Pu una mia fidanzata: non
voglio sottostare a delle stupide leggi di un piccolo e sperduto paese della
Cina che, tra l’altro, non è neanche il mio paese.- Il ragazzo con il codino finì di parlare e si
guardò intorno.
– Che avete
da guardare così? - chiese con fare innocente.
– Non hai
parlato di Akane Tendo! - rispose Shinnosuke.
– Sapete
quello che penso di lei! - cercò di difendersi Ranma.
– Io no! -
rispose il loro ospite.
– Neanche
io, ghu! - gli fece notare Collant
Taro.
– Noi
sappiamo solo la parte degli insulti, non il resto…- disse Mousse rivolto al
fuoco.
– Sono da
questa parte, idiota! - urlò il ragazzo con il codino.
– Forza,
Ranma! Qui sei tra amici! O… ma no, non è possibile…- iniziò Ryoga cercando di
usare l’astuzia.
–“O” cosa? Parla, prosciutto!-
- Ho pensato
che forse non parli perché sei un vigliacco.- concluse soddisfatto P-chan.
– Vigliacco
io?! Ti faccio vedere quanto sono vigliacco! Volete sapere cosa penso di Akane?
Allora sarete accontentati! - replicò il giovane (“forse vigliacco no, ma idiota sì” ndRyoga).
– Akane è un
maschiaccio, priva di sex-appeal , non ha un briciolo di femminilità, è
violenta e incredibilmente goffa! Non la sopporto quando mi picchia o non mi
ascolta o peggio non mi fa parlare! E’ così imprevedibile! A volte mi sembra
che mi tratti come il suo anti-stress personale da prendere a pugni quando più
le pare e piace! La odio quando se la prende con me per qualsiasi cosa, la odio
quando è troppo orgogliosa e quando decide di farm… farsi del male solo per
darmi una mano. La odio quando ficca il naso in questioni che non la riguardano
rischiando la vita. So che lei vorrebbe solo aiutarmi a tornare a casa vivo, ma
non sa che così facendo io… io…- si interruppe per un secondo. – Ammettiamolo…- aggiunse poi cambiando argomento - …i suoi occhi non sono stelle e lei non è un fiore, non ha
una voce melodiosa e non somiglia ad una dea come dite tutti voi. Lei è umana,
ha tanti difetti, solo che sono nulla rispetto ai suoi pregi. E’ stata spesso
in pericolo anche per colpa mia ed io c’ero per lei, ma lei mi ha salvato così
tante volte: era lei quella che mi stava vicino quando non potevo vedere mia
madre, lei mi ha aiutato a combattere contro me stesso e a superare me stesso.
Mi ha spronato tante volte. Con la sua fiducia mi ha impedito più volte di
crollare e mi ha fatto sentire un ragazzo normale.- Ranma si stava pian piano
estraniando da tutti loro e lo capirono dai suoi occhi persi nel fuoco, lastre
di ghiaccio quasi opache, come offuscate da lontani ricordi.
– Lei è
qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Akane è come il sale: quando esagera è
insopportabile, ma senza sarebbe tutto troppo insipido. Non capisce mai quello
che cerco di dirle e molto spesso finiamo per litigare senza neanche un motivo.
Si ostina a cucinare anche se non è in grado e mi costringe a mangiare.
Nonostante i ripetuti attacchi alla mia vita, mi piace questa sua
determinazione. Inoltre lei non mi ha mai obbligato a fare qualcosa che non
volevo e ha sempre pensato prima ai miei sentimenti e poi ai suoi. Non ha mai
tentato di ingannarmi e per questo la
ritengo migliore delle altre. Alla fine il suo unico difetto è l’orgoglio… No,
c’è anche l’insicurezza che non le fa capire le cose più banali, tipo il mio
rapporto con le altre: a me loro non interessano! Non vorrei smettere di
litigare con lei perché credo che questo sia il modo migliore che abbiamo per
esprimere quello che non riusciamo mai a dire. Però vorrei anche trovare un
altro modo meno violento. C’è solo una cosa che voglio davvero: vederla felice
e l’ho capito qui a Ryugenzawa. Ma a Jusenkyo ho capito che per la mia di felicità ho bisogno di Ak…- il
ragazzo si interruppe all’improvviso diventando rosso come mai gli era
capitato: si era ricordato che non era solo.
–Ranma! Lo
sapevo che sotto sotto sei sempre stato tenero e che
ami davvero Akane!- esclamò Ryoga commosso.
– Ma cosa
dici? Non osare ripeterlo, Charlotte!-
lo ammonì il ragazzo con il codino alludendo al famoso incontro con Hazusa Shiratori.
– Ripetilo
se hai il coraggio! - esclamò il ragazzo con la bandana. Ma prima che Ranma
potesse aprire la bocca una secchiata di acqua gelida lo colpì in pieno.
–Metti
questo zuccherino! - urlò una voce fin troppo conosciuta porgendo a Ranma un
reggiseno bianco.
– Vecchio!
Che ci fai qui?- chiese Ryoga sconcertato.
– Mi ero
nascosto nello zaino di Ranma e mentre voi parlavate sono uscito da lì! Come
siete cattivi: non vi siete accorti di un povero vecchio come me!- si lamentò
Happosai evitando un colpo di Ranma.
–
Distruggiamolo, Charlotte!- urlò il
giovane nel suo corpo di donna.
– Sei sempre
il solito idiota! COMBATTIAMO!- urlò Ryoga partendo all’attacco nello stesso
momento in cui il vecchio tornava a porgere al suo “allievo” il reggiseno e lo
toccava da tutte le parti. Kuno ebbe la malaugurata idea di rinvenire proprio
in quel momento e di abbracciare la “ragazza” con il codino urlando
- Ragazza
con il codino! Sei venuta qui solo per vedermi? Oh, come sei dolce!- Ranma
ragazza urlò rabbrividendo per quel contatto indesiderato. In poco tempo si
scatenò il putiferio: i muri e il tetto della casa ne risentirono visibilmente.
– Vecchio!
Cambia il mio nome, ghu!- urlò
Collant Taro afferrando Happosai scagliato lontano da Ranma e gettandosi
dell’acqua addosso.
–Mai! Ranma,
ti prego, fammi contento: mettiti questo!- urlò lui al ragazzo.
– Ragazza
con il codino, non permetterò a nessuno di importunarti!- esclamò Kuno.
– Ranma! Non
fare il codardo e battiti con me!- gridò invece Ryoga.
– La
smettete di fare i bambini! Basta! - li riprese Mousse in piedi puntando un
dito contro il muro. Shinnosuke si limitava ad osservare tutto con un enorme
punto interrogativo sulla testa.
Ranma
ripeteva
-No! No! NO!
Vattene! Basta! Non fare l’idiota P-chan!-
-Scusa
Shinnosuke per tutto questo!- si scusò per l’ennesima volta Ryoga quella
mattina sulla porta della casa. Il ragazzo si trascinava dietro uno svenuto
Kuno ed era affiancato da Mousse che gli chiedeva di spiegargli perché gli
animali erano così grandi. –Non preoccupatevi! Riuscirò a sistemare tutto prima
che torni mio nonno. Credo. Spero.- disse il giovane.
– Allora noi
andiamo! Arrivederci, ghu!- disse
Collant Taro che teneva sulle spalle il vecchio addormentato aspettando di
allontanarsi da lì solo per continuare il loro duello. Gli altri si
allontanarono e Ranma fece per seguirli ma fu richiamato da Shinnosuke
-
Saluteresti da parte mia Akane Tendo?- gli chiese. Ranma serrò la mascella
infastidito
- Certo!
Nessun problema!- rispose.
– Ranma,
dirai mai ad Akane quello che hai detto a noi ieri?- gli chiese ancora.
Il ragazzo
con il codino arrossì e sorrise tentando di assumere la sua solita aria
strafottente.
– No! Non
subito almeno! Akane ha ragione nel dire che sono un testone! -
– Io non me
la farei scappare se fossi in te! Un po’ ti invidio, sai? – mormorò il ragazzo
smemorato.
– Vedi,
Akane è riuscita a disintegrare quasi tutte le mie barriere, ma deve ancora
lavorare su quella dell’orgoglio.- rispose il ragazzo vestito alla cinese
voltandosi per andarsene.
– Il destino
vi ha uniti e credo che nessuno possa rompere questo legame, ma molte persone
ci proveranno lo stesso, quindi stai
attento perché qualcuno potrebbe riuscirci.- concluse Shinnosuke. Ranma non si
voltò e raggiunse in poco tempo i suoi compagni di viaggio, ma continuò a
pensare a queste ultime parole. Ripensandoci era quasi sicuro che la lotta tra
i suoi sentimenti ed il suo orgoglio fosse iniziata quel giorno. La sua non fu
una lotta, fu una vera e propria guerra che lo portò a commettere molti errori,
ma anche molti passi avanti nel suo rapporto con Akane. Comunque in quel
momento gli importava solo fare la pace con la sua fidanzata e non aveva ancora
preso in considerazione l’idea della sua guerra.