Half-blood Camp

di blue_flames
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Allora questa è la mia prima fanfiction, mi è venuta dorante una notte insonne è strano come il mio cervello lavori più prima di dormire che durante tutto il giorno.Comunque questo è solo l'intro, è un pò corto ma i prossimi capitoli non vi deluderanno.Il narratore sarà sempre Santana o esterno, quando cambio narratore ci sarà un altro paragrafo ma ve ne accorgerete da soli.Ultima cosa sono dislessica quindi mi scuso per gli eventuali errori.

Ritorno a casa



Era l'ultimo giorno di scuola, non aveva fatto amicizia con nessuno, non che le importasse dal tronde era lì solo da tre settimane, il resto dell'anno lo aveva passato in un altra scuola. Era filato tutto loscio finchè tre settimane prima non era stata attaccata da una furia, il preside l'aveva subito espulsa e se non fosse stato per le suppliche di sua madre sarebbe stata anche denunciata. Ma come dargli torto aveva distrutto l'aula d'arte e i compagni offuscati dalla foschia avevano riferito che Santana senza un apparente motivo aveva aggredito la professoressa con un cavalletto. Dopo quell'episodio Santana aveva avuto non pochi problemi a trovare un 'altra scuola che la prendesse ma dopo quattro rifiuti questa scuola l'aveva accolta, era una scuola per cause perse come lei e gli altri che la frequentavano.
La campanella suonó, la scuola era finita, Santana era felicissima perchè il giorno dopo sarebbe tornata al campo mezzo-sangue tra i suoi simili. Non vedeva l'ora di riabbraciare Puck, era il suo migliore amico, durante l'anno riuscivo a incontarsi solo poche volte a causa della lontananza ma era sempre meglio di nulla. Da domani avrebbero passato tutta l'estate insiemea corteggiare le belle ragazze della casa di Afrodite e Quinn, Quinn era una figlia di Atena e si poteva dire che le due erano abbastanza amiche, per quanto potessero esserlo una figlia di Ares e una di Atena. Era da un pò che Santana si era accorta che provava qualcosa di più che semplice attrazzione fisica per quel corpo perfetto. A questi pensieri Santana sfiorò la collana che portava al collo, era un semplice filo con quattro sferette colorate. Rappresentavano i quattro anni a cui era soppravvissuta dopo aver scoperto di essere una semi-dea.






PoV San Ero difronte all' arcata che conduceva al campo mezzo-sangue, presi un respiro e l'oltrepassai, subito al posto di una verde e spoglia collina mi ritrovai il MIO campo, la MIA gente e il profumo delle fragole che il campo usava come finanziamento mi invadeva le narici. Mi diressi verso la casa grande dove Sue"dionisio"Sylvester e il centauro Will Schuester stavano registrando ogni semi-deo che tornava al campo. Mi misi in fila, c'erano solo due ragazzi davanti a me, pensai che dovevano essere nuovi, non ricordavo di averli mai visti. Quando fu il mio turno il centauro mi rivolse un sorriso e disse «Sono contento di rivederti Santana, hai avuto problemi quest'anno?» sorrisi a mia volta e risposi«Solo una furia, ma ci vuole benaltro per uccidere una figlia di Ares!». Detto questo mi allontanai per andare verso la mia capanna, prima di entrare feci un cenno alla testa di cinghiale sopra la porta ed entrai, quel gesto anche se poteva sembrare stupido era diventato come un rituale. Nella stanza non c'era quasi nessuno, dovevano essere tutti a infastidire gli altri da bravi figli del dio della guerra amavano creare discordia. Posai il borsone sul mio letto, indossai la maglietta arancione del campo ed uscii. Cercai con lo sguardo Puck e lo trovai difronte alla sua capanna che chiaccherava con Finn della casa di Ermes. Finn era uno di quei semi-dei che non erano ancora stati riconusciuti dal genitore divino e quindi per il momento soggiornavano nella casa di Ermes protettore dei viandanti, Puck invece era un figlio di Efesto il dio storpio che se ne stava rintanato nelle sue fucine a fabbricare mirabili congegni. Mi diressi a passo svelto verso di lui e quando gli fui difronte dissi«Vedo che la tua assurda pettinatura è ancora in circolazione».«Come il tuo culo latino!». Scoppiammo a ridere e mi diede il cinque, rimanemmo in po' a fissarci poi lui mi abbraccio stringendomi forte con le sue braccia muscolose, io feci lo stesso, non l'avrei mai ammesso ma mi era mancato quel bestione. Dopo qualche secondo mi sciolsi dall'abbraccio, ero pur sempre una figlia di Ares quindi dissi «Cosè tutto questo affetto ti sei rammollito moicano? Mi consumi così!». Solo allora mi girai verso Finn che avevo ignorato fino a quel momento e lo salutai con sufficenza ed un cenno del capo. Si stava facendo sera, presto ci avrebbero chiamato per la cena e Sue avrebbe annunciato la prima partita di caccia alla bandiera, non vedevo l'ora di vincere a quel gioco come tutti gli anni. Finalmente ero a casa!.




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