Big
BunnyBunny e la classifica di gradimento
Tony era sempre stato
bravo con i
regali. Certo, essere ricco sfondato aveva aiutato, ma riteneva di
avere uno spiccato gusto in fatto di gioielli e vestiti (per i secondi
era facile: corti e aderenti, come il migliore dei discorsi in
pubblico).
Il problema era
Pepper. O meglio,
era lui nei confronti di Pepper. Lo metteva in crisi dover scegliere
qualcosa con un significato. Per questo motivo ogni anno iniziava ad
andare in crisi già un mese prima del suo compleanno.
Quell’anno, però, sapeva già cosa fare.
L’aveva deciso mesi prima ed era sicuro che fosse un bel
regalo,
pieno di significato, qualsiasi cosa volesse dire.
La mattina del 23
maggio al suo
risveglio si accorse che Pepper si era già alzata. Poco
male, il
sesso mattutino del compleanno andava bene anche in cucina. E poi aveva
chiuso le porte del soggiorno a chiave, per evitare che Pepper si
rovinasse la sorpresa. Scese senza vestirsi e piombò in
cucina,
dove aveva sentito la voce della festeggiata. Non aveva prestato
attenzione al fatto che generalmente Pepper non parlava da sola e
nemmeno al piccolo particolare che un'altra voce le stava rispondendo.
«Preparati
per il miglior
sesso da compleanno della tua vita! Non sai che idee mi sono
già
venute in mente!» urlò prima ancora di entrare in
cucina.
«Wow!
Qualcosa mi dice che il mio arrivo non era tanto atteso.»
Fu in quel momento che
Tony
notò la seconda voce e si accorse che detta voce aveva una
proprietaria. Una ragazza dai capelli rossi, alta e robusta, stava tra
lui e Pepper e sorrideva cercando di nascondere l’imbarazzo.
Che
lui aveva causato.
Complimentoni Tony,
eh, bella entrata in scena. Se tutto va bene questa è la
cugina California.
«Tony,
Camille. Camille,
Tony. Tony, lei è la mia amica del college, quella che non
vedo
da due anni e che è ospite qui da noi questa settimana, come
ti
ho detto un mese fa. Camille, lui è la dimostrazione che non
si
dovrebbe mai parlare con un uomo mentre è nel suo
laboratorio,
perché molto probabilmente non sta ascoltando»
«Incantato.»
Tony si
avvicinò per un baciamano, continuando a fissare Pepper
negli
occhi, contentissimo che fra loro ci fosse la carissima Camille a
proteggerlo. Fino a che fosse rimasta nella stessa stanza, Pepper non
avrebbe potuto dare sfogo all’ira e lui sarebbe stato salvo.
«Piacere
mio. Devi scusarmi
per essere arrivata così presto, ma ho prenotato il primo
volo
della giornata, pensando di dover prendere treno e taxi per arrivare
fin qui. Non pensavo di trovare un autista ad aspettarmi al
gate»
si girò con sguardo eloquente verso Pepper
«Veramente, non
ce n’era bisogno.»
«Che ne dici
se faccio un
salto a vestirmi, mentre tu mostri la casa a Camille? Lascia per ultimo
il salone, voglio esserci anche io quando glielo farai
vedere.»
Pepper lo
guardò accigliata
«Cos’ha di tanto speciale il nostro salone? No,
aspetta,
non voglio saperlo. Spero solo che qualsiasi cosa tu abbia combinato,
sia in grado di rimediare» così dicendo prese
sottobraccio
Camille e si mise a parlottare nel suo orecchio.
Le risate delle due
ragazze arrivavano fin sopra le scale quando Tony uscì dalla
camera da letto.
Era al culmine
dell’eccitazione per il momento che stava per arrivare. Non
stava
nella pelle immaginandosi lo sguardo colmo di stupore e ammirazione di
Pepper nel momento in cui avrebbe visto il suo regalo. E, ciliegina
sulla torta, per una volta in cui faceva qualcosa di romantico, avrebbe
avuto una testimone. Pepper avrebbe potuto sfoggiare il suo uomo in
tutto il suo splendore per la seconda volta in una mattina con una sua
amica (ovviamente da quando era un fidanzato fedele, capitava raramente
che un’altra donna avesse la fortuna di vederlo in boxer e
sicuramente a una come Camille tali visioni non si palesavano spesso).
Trovò le
due ragazze
nell’atrio, intente ad aggiornarsi sugli ultimi anni, come se
non
avessero avuto tutta la settimana seguente per spettegolare su chi si
era sposata con quell’idiota di Tim. Non potendo
più
resistere, le prese entrambe sottobraccio con fare baldanzoso ed
esclamò: «J.A.R.V.I.S., puoi aprire le porte del
soggiorno!»
Camille si
lasciò uscire un
sospiro di stupore quando le porte si aprirono da sole, come per magia,
per permettere loro di entrare in un gigantesco salone al cui centro
troneggiava un… enorme coniglio di peluche. Enorme. Peluche.
Queste parole le risuonavano nella testa e sperava davvero che in casa
non ci fosse qualche complicatissimo congegno per la lettura del
pensiero. Un enorme coniglio di peluche. Si voltò verso
Pepper
cercando di sorridere nella maniera più sincera possibile e
si
accorse che l’amica era come pietrificata dallo stupore.
«So che
potrebbe sembrare
scontato, ma visto che l’altro è stato, diciamo,
vittima
di un piccolo incidente, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averne
uno anche nella casa nuova. Buon compleanno!»
Scontato? Che razza di
regali si facevano quei due? Camille avrebbe avuto bisogno di tante
spiegazioni, quel pomeriggio.
Pepper si
girò al
rallentatore e sorrise in direzione di Tony «Un altro
coniglio.
Non so che dire» «Lo, so, ti aspettavi la solita
roba tipo
un banalissimo bracciale o cose così e invece!»
«E
invece…»
Pepper riprese padronanza di se, si avvicinò a Tony e quasi
sottovoce proseguì «Beh… Grazie Mister
Stark»
Lui rispose con un bacio appassionato, che venne interrotto quasi
subito da Camille «Ehm, complimenti per l’idea
originale
Tony. Ora forse è meglio se vi lascio un po’ soli
e vado a
farmi una doccia»
«Una doccia!
Mi hai dato
proprio un’ottima idea! Pepper non c’è
bisogno che
mi dia delle gomitate nel costato, la signorina qui saprà
cosa
fanno gli adulti fidanzati e consenzienti sotto la doccia!»
«Tony!»
Pepper aveva
cambiato espressione, ora il suo sguardo lasciava intendere che la
doccia l’avrebbe fatta da solo.
***
La giornata trascorse
molto
piacevolmente per Camille. Era felice di essere riuscita a prendersi
una vacanza, dopo tanto tempo, ma soprattutto di rivedere la sua Vig.
Si sorprese a provare una leggerissima punta di invidia per come si era
sistemata l’amica. Non metteva in dubbio in fatto che si
fosse
innamorata, ma chiunque avrebbe dovuto ammettere che innamorarsi di un
figo pazzesco e per di più ricco sfondo (oltre che genio e
filantropo, a quanto pareva) ed essere ricambiate, era una gran botta
di culo.
Visto che la festa si
sarebbe
tenuta quella domenica e che Tony aveva gentilmente deciso di sparire
per lasciare le due fanciulle da sole, la sera del compleanno di Pepper
si trasformò in una serata tra ragazze e vino, come ne
avevano
passate tante subito dopo il college, quando erano alle prese con i
primi lavori e avevano dovuto rinunciare a feste e ore piccole, almeno
durante la settimana.
«E
quindi…»
«Già.»
La prima bottiglia di
vino quasi verso la fine, le due ragazze erano di fronte al regalo, che
troneggiava in mezzo alla stanza.
«No, dai,
non è
possibile che ti abbia presto questo. Io mi rifiuto di credere che sia
tutto qui. Hai controllato che non ci sia qualcosa dentro?
Avrà
pure una cerniera, un pulsante per aprirlo. Stai con un genio
ecc..ecc.. e l’unica cosa che gli viene in mente è
di
regalarti questo, qualsiasi cosa sia. No, deve per forza esserci
qualcosa dentro.»
Camille
iniziò a girare intorno al coniglio gigante, molto
lentamente, sembrava quasi ne avesse soggezione.
Pepper era rimasta di
fronte al
peluche, il bicchiere di vino bianco in una mano, e guardava
l’amica, sentendosi sempre più in colpa per il
colpo basso
inferto a Tony. Erano lì mezze brille a sparlare di quel
regalo,
che sicuramente per lui aveva un significato particolare, anche se per
coglierlo bisognava fare un ragionamento particolarmente contorto, che
a lei ancora non era riuscito.
«
È stato un brutto
periodo per lui, ora gli è passata, ma credi sono stati dei
mesi
lunghi. Evidentemente voleva farmi un pensiero romantico, ma non in
senso classico. Ironico, ecco.»
«Ahhhh!
Giusto! Fammi
riassumere un attimo, per vedere se ho capito bene, perché
potrei sbagliarmi, ma a me sembra che il tuo ragazzo, dopo aver dato il
vostro indirizzo a un terrorista maniaco delle esplosioni,
nonché a tutto l’universo femminile che ancora
sbava per
lui, ha invitato a casa la sua ex»
«Non
l’ha invitata, si è presentata lei. Senza
invito.»
«Fammi
finire. E comunque,
l’indirizzo gliel’ha dato lui, no?»
Pepper si morse
il labbro. Camille era sempre stata così. Quando aveva
l’impressione che qualcuno le avesse fatto un torto, poi ci
volevano mesi per convincerla del contrario. Al momento, nella
personale classifica di gradimento di Camille, Tony era circa a meno
cinquemila punti (pare che fosse a meno diecimila, ma cinquemila erano
stati recuperati con la casa nuova e la “fine
dell’ossessione per i robottoni”).
«Dicevo: ha
invitato la sua ex a casa vostra»
«Tecnicamente,
quella era casa sua»
«Beh, certo.
Una casa
è di chi la pulisce, mia cara e non penso proprio che lui
sappia
fare le pulizie. Dimmi: chi pulisce in casa vostra?»
«Beh,
veramente J.A.R.V.I.S.»
«Dettagli.
Chi dice a ‘sto Jarvis dove e come pulire?»
«Ok,
io» Pepper
iniziava a stancarsi di dover difendere il suo uomo dalla sua migliore
amica. Al pensiero che l’indomani a colazione avrebbe dovuto
rispondere alle battutine di Tony su Camille, le venne un cerchio alla
testa. Prese un altro sorso di vino, sperando di migliorare la
situazione.
«Ecco, vedi?
In tutto questo
casino, combinato da lui, ti ritrovi pure con un coniglio gigante in
mezzo al soggiorno! Anzi, coniglia, viste le tette! Davvero di cattivo
gusto.»
Pepper si trattenne
con uno sforzo
immane dallo sputare il vino sul tappeto. «Le tette dove le
vedi,
scusa? Quelle sono le braccia!»
Camille si mise a
ridere di gusto,
piegandosi sul bracciolo del divano «ah… ma
quindi…
quelli non sono i… i… capezzoli»
«Cosa?
No!» a Pepper ci
vollero altri due minuti buoni per continuare la frase «Sono
le
zampe! Dai, ma come cavolo ti è venuto in mente
che» un
nuovo attacco di risa incontrollate le impedì di finire la
frase
prima di qualche altro minuto «che Tony mi avesse regalato un
coniglio con le tette e… senza braccia! Forse dovresti
finirla
qui con il vino»
«Al
contrario, Vig! È
dell’altro vino quello che mi serve per schiarirmi le idee e
passare la serata con Mr. Bunny la tettona.»
Le due ragazze si
diressero in
cucina per stappare la seconda bottiglia e Camille notò che,
nonostante le risate, c’era un’ombra nello sguardo
dell’amica.
«Vig,
scusami, io non voglio
peggiorare la situazione, ma mettiti nei miei panni. Sei la mia amica,
devo assicurarmi che IronTony ti tratti bene. Non puoi raccontarmi che
è tutto ok e fare finta di niente. Anche se devo ammettere
che
la coniglia tettona ci ha svoltato la serata!»
Pepper sorrise, prese
un altro sorso di vino e portò una mano alla collana con le
schegge.
«Mi ha anche
regalato la collana, te l’ho fatta vedere?»
«No, ma io
l’ho notata
appena entrata, l’avevi anche stamattina. È molto
bella,
ma non capisco di cosa è fatta. Carini questi…
spuntoni?
Probabilmente è un materiale d’avanguardia che va
di moda
tra i ricconi, gli sarà costata un patrimonio, forse
più
del coniglio»
«Ad essere
sincera gli
è costata molto di più. È stato
davvero il
pensiero più romantico che potesse avere, sul
serio.»
Pepper stava ancora
facendo
scorrere le dita sulle schegge e si stava lentamente perdendo nei
ricordi, sicuramente aiutata dal vino, quando Camille le
toccò
una spalla dolcemente «Vig? Qualcosa non va? Adesso sono
curiosa,
dai, raccontami della collana e vediamo se recupera un po’ di
punti.»
La serata
proseguì
piacevolmente. Pepper raccontò dell’operazione di
Tony e
delle schegge trasformate in collana, Camille si finse schifata per il
fatto che l’amica indossasse qualcosa che era stato dentro al
suo
uomo, ma in realtà aveva particolarmente apprezzato il
gesto. Da
quel mascalzone non si sarebbe mai aspettato tanto romanticismo.
Approfittarono del fatto che Camille ancora non aveva raccontato di
Marcus, lo stallone che la credeva vergine, per aprire la terza
bottiglia.
Alle tre, quando
Pepper
accompagnò Camille nella stanza degli ospiti, la casa
appariva
ad entrambe leggermente sfocata e molto più in movimento
rispetto a quanto non sarebbe dovuta essere, ma le due erano troppo
prese a ricordarsi a vicenda quanto si volevano bene e che
l’una
non avrebbe mai abbandonato l’altra a causa di un coniglio
con le
tette.
Pepper
arrivò al letto, in
qualche modo, e si accasciò accanto a Tony, biascicando un
paio
di frasi senza senso prima di crollare in uno stato di semi incoscienza
fino alla mattina dopo.
***
Intorno alle nove,
Camille venne
svegliata da qualcuno che stava bussando alla porta, con il martello di
Thor, probabilmente. Cercò di alzarsi il prima possibile per
far
cessare quella tortura acustica, ma la stanza stava ancora girando
dalla sera prima. Finalmente arrivò alla porta e si
trovò
davanti una Vig ancora più perfetta del solito, se
possibile.
«Come
diavolo fai? Con che ti trucchi la mattina, malta?»
«Buongiorno
luce del mattino!
Ti ho portato una bottiglia d’acqua, bevila tutta senza fare
storie, entro un’ora, mi raccomando. In cucina ne troverai
un’altra per la mattina, è grande ma portatela
dietro lo
stesso, se esci. Qui c’è anche
l’aspirina, fossi in
te la prenderei prima della doccia. Il caffè di sotto
è
pronto.»
«Ehi, pausa
un attimo. Non ho
capito cosa devo fare con l’acqua. Fammi bere il
caffè poi
ripeti tutto da capo, per favore»
«Non ho
tempo, mi hanno
chiamato per un’urgenza dall’ufficio.» Lo
sguardo di
Pepper era sconsolato. Aveva tentato di prendersi un weekend lungo per
stare con Camille, ma a quanto pareva era più semplice
salvare
New York dagli alieni. «Solo un paio d’ore al
massimo, te
lo prometto. Così tu hai tempo per riprenderti, poi potrai
chiedere all’autista di accompagnarti da me per pranzare
insieme.
Ah, dimenticavo. Ci sono anche frittelle e bacon già pronte
e
tenute in caldo.»
«Mi sembra
perfetto, tu non
ti preoccupare e vai a salvare il mondo, o qualsiasi cosa tu faccia in
quell’ufficio. Ci vediamo per pranzo» Camille
cercò
di sorridere e sembrare convincente, ma il mal di testa la stava
distruggendo e desiderava solo stare a letto per un anno intero.
Pepper le diede un
bacio sulla
guancia e corse via, scusandosi decine di volte per il contrattempo.
Camille chiuse la porta alle sue spalle e solo in quel momento si rese
conto che aveva una bottiglia d’acqua sotto a un braccio e
due
aspirine in una mano. Diede inizio alla “cura Vig contro il
dopo
sbornia” e si sedette sul letto per prendere le
aspirine.
Dopo circa
un’ora e mezza
stava decisamente meglio. Era in cucina a bere il secondo
caffè,
aveva bevuto tutta la prima bottiglia d’acqua, da brava
bambina,
e aveva spazzolato tutta la colazione. Quasi si era commossa rendendosi
conto che la sua Vig si era ricordata del suo bisogno di cibi grassi e
super unti dopo una bevuta. Stava pensando che sarebbe stata proprio
una brava mamma, quando l’ingresso di Tony in cucina la fece
sussultare. Di nuovo sperò che il genio proprietario della
casa
non avesse inventato una diavoleria per leggere il pensiero.
«Buongiorno
mia dolcissima
Camille! A quanto pare, oggi Pepper sarà impegnata con il
lavoro, quindi che ne dici di venire a fare un giretto con
me?»
«Buongiorno
Tony. Scusa, ma mi pare che Vig, ehm, Pepper, mi aspetti per
pranzo»
«Vedrai che
tra poco ti
chiamerà scusandosi perché è bloccata
in
ufficio» rispose il padrone di casa con un sorrisetto furbo.
Camille
alzò gli occhi dalla
tazza di caffè e guardò dritto in faccia Tony,
mentre la
deduzione che si faceva strada nella sua mente prese forma di parole:
«E come faresti a sapere già che
chiamerà?»
Proprio in quel
momento, il
cellulare squillò. Chiamata da Vig, ovviamente. Camille
rispose
tenendo lo sguardo fisso su Tony, che non aveva smesso di sorridere e
stava con aria sorniona appoggiato sul bancone della cucina.
«Scusami,
Camille, perdonami.
Spero che tu non sia già per strada, non so cosa stia
capitando
oggi, ma di sicuro non sarò libera per pranzo. Probabilmente
ce
la farò per metà pomeriggio»
«Tranquilla,
Vig, capisco: il
lavoro è lavoro» Camille si stava sforzando di
sorridere
per rassicurare l’amica, ma non mollava Tony di un secondo.
«Senti, Tony
è lì in casa?»
«Sì,
è qui in cucina con me, te lo passo?»
«Sì,
per favore.»
Camille
allungò il telefono a Tony, che aveva già teso la
mano nella sua direzione.
«A rapporto!
Ma, veramente
dovrei incontrarmi con Bruce… sì…
giusta
osservazione… No… assolutamente! Ok, come vuoi
tu! Vuole
parlare con te» L’ultima frase era rivolta a
Camille, che
stava cercando di capire il perché di tutta quella
messinscena
ed era rimasta ad osservare Tony a bocca aperta.
«Camille,
senti, se stai un
po’ meglio rispetto a prima e hai voglia di fare un giro,
Tony ti
accompagnerà, così poi quando io avrò
finito qui
potrete raggiungermi insieme, che ne dici?»
«Dico che
non ci sono
problemi, sto molto meglio e se Tony è così
disponibile
da accompagnarmi, chi sono io per rinunciare a un giro a New York? Tu
fai il tuo dovere e non pensare a me! Ci vediamo dopo!»
Mise il telefono sul
bancone della
cucina nello stesso momento in cui Tony batté sonoramente la
mani per sfregarsele con energia, facendola sussultare.
«Eccellente!
Benissimo! Tutto va come predisposto! Sei pronta?»
«Tutto come
predisposto? Ma perché devi farla lavorare tutto il giorno,
scusa?»
«Le
spiegazioni in macchina!
Forza, se ci sbrighiamo, non saremo costretti a farla stare in ufficio
anche nel pomeriggio! Al garage!»
E così
dicendo uscì dalla cucina, con Camille al seguito.
«Allora, la
situazione è questa»
Erano in macchina da
circa un
quarto d’ora e finalmente Tony si era deciso a parlare. Non
che
Camille l’avesse incoraggiato particolarmente. Come ogni
volta in
cui non riusciva a inquadrare una situazione, se ne era stata zitta e
buona nel sedile del passeggero, in attesa che il fidanzato della sua
amica le spiegasse come mai avesse macchinato tanto per andare a fare
un giro da solo con lei.
«Ho fatto un
regalo a Pepper,
certo che le sarebbe piaciuto, le ho fatto vedere il regalo e, fidati,
dalla sua reazione in camera posso dirti che mi ha dimostrato quanto
l’abbia apprezzato. Poi passa una serata con te e torna in
camera
biascicando frasi senza senso. O meglio: il senso era che il regalo non
le è piaciuto come avevo inteso io, anzi.» Tony si
girò si sbieco per osservare le reazioni della ragazza e
notò, con una punta di soddisfazione, che doveva averla
messa in
imbarazzo, perché le guance solitamente pallide, ora erano
di
una tonalità molto simile al bordeaux.
«Ergo, ora
tu mi aiuterai a togliermi da questa situazione.»
«Quindi il
motivo per cui la stai tenendo impegnata è cercare un altro
regalo?»
«Esatto. Tuo
il danno, tua la soluzione»
«Guarda, a
me dispiace
moltissimo. Non mi conosci, ma solitamente non è nelle mie
intenzioni far litigare le mie amiche con i propri fidanzati,
soprattutto se si tratta di Vig.» Camille stava facendo uno
sforzo sovrumano per elargire quelle spiegazioni. Lei, che con le
novità si chiudeva a riccio e cercava di evitare situazioni
imbarazzanti, ora si trovava a dover parlare con uno semisconosciuto
per sistemare un casino che aveva combinato da brilla. Dio, quanto
desiderava non essere in quella macchina in quel momento.
Chissà
se il genio che aveva a fianco aveva mai pensato di inventare il
teletrasporto. Prese un bel respiro e continuò a dire
ciò
che le stava frullando in testa, tanto ormai la frittata era fatta.
«Solo che
dovrai ammettere
che è parecchio particolare come regalo e magari non a tutti
può risultare semplice apprezzarlo. Ecco, vista
dall’esterno, tu hai regalato un enorme peluche a una donna
di
trentotto anni per il suo compleanno. Diciamo che il vino ha fatto il
resto e probabilmente mi sono lasciata andare a un paio di battute con
un’amica, tutto qua. Credevo solo di farla ridere.»
«Nonostante
io continui a non
capire cosa ci sia di sbagliato nel mio regalo, posso comprendere il
tuo punto di vista. Devo dirti però che io non avrei mai
dato la
colpa al vino per il mio comportamento. Alla vodka sì, in
certi
casi al gin, ma al vino mai.»
Nel frattempo avevano
raggiunto il
centro di New York e Camille si rese conto che, un po’ per la
tensione dovuta all’imbarazzo, un po’ per il modo
in cui
Tony guidava, sfrecciando a un millimetro dalle altre auto per
sorpassarle, aveva praticamente piantato le unghie nel sedile in pelle.
Staccò lentamente le mani pensando che, se il principio di
Tony
tuo il danno, tua la soluzione, valeva per tutto, non le sarebbe
bastata una vita per ripagare quel sedile. Probabilmente era in pelle
umana. O peggio, aliena.
Tony
parcheggiò, se quello
si poteva chiamare parcheggio, praticamente in mezzo a un marciapiede,
scese dall’auto e fece per andare ad aprire lo sportello a
Camille, ma la ragazza non era abituata a tanta galanteria e stava
già scendendo dall’auto.
«Scusa, non
avevo capito che avrei dovuto aspettare.»
«Non
c’è bisogno
che ti scusi, non è mica da tutte frequentare uno come me.
Anche
se un tempo frequentavo proprio tutte, direbbe Pepper»
dicendo
questo, ammiccò nei confronti di Camille, che
ricambiò
con un sorriso. Forse stavano raggiungendo una tregua.
«Allora mia
cara Camille, qui
ci sono i negozi.» Tony le aveva appoggiato una mano su una
spalla, delicatamente, quasi non la toccava. Camille ebbe
l’impressione che non volesse esagerare con il contatto
fisico
per rispetto suo o di Pepper. Pensò che questa
manifestazione di
rispetto avrebbe potuto farlo salire di qualche punto. In fondo, meno
cinquemila erano tanti. Forse quella sera avrebbe potuto dire a Vig che
Tony aveva raggiunto il punteggio di meno
quattromilanovecentocinquanta, anche se avrebbe dovuto inventarsi un
motivo plausibile, perché sicuramente, se le avesse
raccontato
di cosa stava accadendo realmente, sarebbe stata uccisa.
Tony stava continuando
a guardarsi intorno.
«Dimmi, cosa
le potrebbe piacere?»
«Come cosa?
Tutto, no?
È una donna!» Camille pensò che si era
lasciata
sfuggire quell’ovvietà un po’ troppo
bruscamente e
tentò di rimediare: «Voglio dire, a noi ragazze
piace
tutto: vestiti, gioielli, scarpe. borse, lingerie. Ci piace ancora di
più quando ci stupite con un regalo che ha un particolare
significato.»
«Esattamente
quello che ho
fatto con il coniglio! Evidentemente c’è qualcosa
di
sbagliato nel tuo ragionamento, cara Camille, perché il
risultato non è stato quello postulato da te, mi pare
evidente.»
«Ma il
significato
particolare deve essere compreso da entrambi. Quando le hai regalato
quel peluche la prima volta, solo tu eri a conoscenza del motivo o del
simbolo che rappresentava. Vig, scusami, Pepper, non lo sapeva allora e
non lo sa adesso. Per questo non è riuscita ad
apprezzarlo.»
«Io pensavo
che fosse lampante! Me lo aveva detto lei, il motivo, tempo
fa!»
«Vig mi ha
detto di averti chiesto spiegazioni, la prima volta. Ricordo
male?»
«Sinceramente?
Non lo so,
penso di essere stato leggermente, come posso dire, da
un’altra
parte, per un periodo limitato di tempo. Potrei non aver colto delle
sottili allusioni al fatto che il regalo non era piaciuto, in
effetti.»
Nel frattempo, si
erano incamminati
per le vie affollate di Manhattan. Mentre Camille parlava con Tony,
sbirciava le vetrine per farsi venire qualche idea, ma per il momento
era riuscita a trovare solo un milione di cose che sarebbero piaciute a
lei e che sicuramente Vig possedeva già.
«Io direi
“incompreso”, piuttosto che “non
piaciuto”. Non
dico che devi scriverle un biglietto di istruzioni, ma poniamo il caso
che lei al momento non si ricordi di averti parlato di conigli, o
qualsiasi cosa il peluche simboleggi.»
«Beh, in
quel caso certo non avrebbe potuto… ci sono! Devo
contestualizzarlo!»
Detto questo, la prese
per un
braccio e la allontanò dalle vetrine per trascinarla in una
corsa ad ostacoli tra la gente che affollava il centro.
Si fermarono di fronte
a
“F.A.O. Schwarts” e Tony la costrinse a infilarsi
tra la
folla per superare la fila, cosa che fece loro prendere una caterva di
insulti dai turisti in attesa da chissà quanto tempo. Quando
arrivarono all’ingresso furono ovviamente fermati dalla
sicurezza, ma solo perché Tony facesse un paio di autografi
per
i figli degli addetti mentre un personal shopper veniva a prenderli. A
Camille sembrava di essere finita in un altro mondo. Molti aspetti
dell’essere ricchi sfondati se li poteva immaginare, ma un
personal shopper per un negozio di giocattoli andava oltre le sue
facoltà. Aveva sempre pensato che i ricchi ordinassero i
giocattoli su internet, o per telefono, o che mandassero un maggiordomo
a ritirarli.
«È
sempre un piacere
averla qui, Mr. Stark. Solo, se cortesemente potesse avvisare, la
prossima volta, eviteremmo un bel po’ di confusione
all’ingresso.»
Tony ignorò
l’ultima
frase e si rivolse a Camille: «Carl è il mio
personal
shopper da quando ero bambino, un giorno ti racconterò la
storia
di come ci siamo conosciuti. Bruce non l’ha trovata
così
interessante, ma lui è sempre così serio.
È un
episodio molto divertente della mia infanzia. Ora Carl, se tu potessi
essere così gentile da accompagnarci nel settore
dell’ultima volta, avrei bisogno di vedere gli accessori per
Big
BunnyBunny. Meglio che non ti dica come l’ha soprannominato
la
nostra nuova amica, qui» e così dicendo si
girò a
fare l’occhiolino a una Camille il cui viso era diventato
rosso
acceso per l’imbarazzo.
***
Quella sera, dopo
cena, Camille era
in camera a guardare un po’ di televisione. Aveva deciso di
lasciare soli Tony e Vig, per dare modo a Tony di mostrare la nuova
sorpresa. Era stata una mattina decisamente interessante: dopo aver
preso il nuovo accessorio per Big BunnyBunny, Tony le aveva raccontato
una storia, per spiegarle il motivo di quel regalo tanto particolare.
Alla fine, Camille si era sentita una vera merda per aver preso in giro
il pensiero di Tony con l’amica e ancora adesso se ne
vergognava,
anche se una parte di lei continuava a ripeterle che non poteva sapere.
La mattina dopo avrebbe comunicato a Vig che Tony era salito a quota
meno tremila.
Tony portò
nuovamente una
sempre più incuriosita Pepper davanti alla porta del
soggiorno,
le mise una mano sugli occhi prima di aprire le porte e la
guidò
dentro alla stanza. Quando tolse la mano, Pepper poté vedere
che
il coniglio gigante ora era vestito con completo nero e camicia bianca,
aveva persino la cravatta. Pepper si avvicinò per osservare
meglio e notò una specie di targhetta attaccata al taschino
della giacca. Era del tutto identica ai cartellini identificativi dello
S.H.I.E.L.D e il nome che riportava era “Agent
Phil”.
A Pepper vennero le
lacrime agli
occhi mentre Tony la abbracciava da dietro e le sussurrava
all’orecchio: «Una volta mi hai detto che adorava i
conigli.»
Note
Storia
scritta per il contest "Qualcuno
ha detto Mary Sue?" di Vannagio.
Ai partecipanti era richiesto di scrivere una storia in questo fandom
con un OC femminile, nuovo o già presente in altre storie,
che
non fosse la protagonista e che, ovviamente, non fosse una MarySue.
Questo è ciò che la mia mente malata e accaldata
ha
prodotto, spero che vi piaccia e vi faccia scappare una risata.
Ora qualche piccola
puntualizzazione:
- la storia
è ambientata dopo gli avvenimenti di "IronMan 3";
- il compleanno di
Pepper è
stato inventato da me. Il problema è che nel sito wiki di
Marvel
Comics è indicato come sconosciuto, mentre nel sito wiki di Marvel
Movies
è riportato: "Born sometime in May of the 1970's". Quindi ho
optato per il 23 (perchè i piace come numero) maggio 1975
(così non le ho fatto raggiungere i quarant'anni). Tale
scelta
è stata avallata dal Consulente Nerd, quindi posso dirmi
soddisfatta;
- il fatto che Camille
pensi che ci
debba essere qualcosa dentro BigBunnyBunny non è del tutto
opera
mia: ho letto che moltissimi fan, soprattutto in America, hanno aperto
discussioni sul coniglio gigante, subito dopo l'uscita del trailer,
chiedendosi quale marchingegno nascondesse. Sono state fatte decine di
ipotesi, ovviamente tutte smentite dal film. La faccenda mi ha fatto
ridere e riflettere sui viaggi mentali che spesso ci facciamo, quando
la soluzione potrebbe essere molto terra-terra (il caro Guglielmo con
il suo rasoio aveva proprio ragione!);
- "F.A.O.
Schwarts" esiste
realmente, a Manhattan. È il negozio di giocattoli da cui
è stato preso spunto per quello di "Mamma ho riperso l'aereo
-
Mi sono smarrito a New York". Chi ha la mia età
potrà
capire la scelta.
- Phil Coulson che adora i conigli? E perché no?
Penso di aver finito,
un grazie
enorme a Vannagio per aver indetto il contest: mi ha spronata a
terminare e pubblicare qualcosa in questo fandom, il che non
è
detto che sia un bene, ma io mi sono divertita a scrivere e partecipare.
Un altro grazie enorme
alle mie beta OttoNoveTre
e Dragana
che non solo hanno testato la storia, ma hanno ospitato me e il
Consulente Nerd, riempiendoci di alcool, occhiali e pancake!
Ultimo grazie a tutti
quelli che avranno voglia di passare da qui!
Buona estate a tutti,
cercate di non squagliarvi!
JoL
Di seguito il giudizio:
Prima
Classificata: Big BunnyBunny e la classifica di gradimento di Jo Lupo
Trama
- 9/10 punti suddivisi in:
Originalità
- 4/5 punti: Big BunnyBunny è il peluche
più famoso del mondo e nel fandom le storie su di lui si
sono diffuse a macchia d’olio. Tu però sei stata
capace di trattare l’argomento in modo innovativo, cercando
di dare un significato a un regalo tanto improbabile, riuscendo perfino
nell’ardua impresa di mettere in buona luce Tony Stark e i
suoi discutibili gusti in fatto di regali. Ottimo lavoro.
Sviluppo
- 5/5 punti: La trama è sviluppata in modo
perfetto e completo. Non ci sono punti che avrei approfondito
ulteriormente, perché tutte le scene e tutti i passaggi sono
stati narrati con la giusta attenzione. Il filo narrativo si snoda con
naturalezza, per tessere una trama appagante, che lascia assolutamente
soddisfatti.
Stile
narrativo - 9/10 punti:
Stile narrativo impeccabile, fluido, scorrevole, che non annoia mai ma
mantiene sempre viva l’attenzione del lettore. I dialoghi
sono gestiti egregiamente, procedono frizzanti, brillanti e spediti con
un buon ritmo narrativo.
L’unica cosa da segnalare sono piccole imperfezioni nella
gestione del punto di vista. Hai scelto per la narrazione della tua
storia una terza persona limitata che passa, a seconda dei paragrafi,
da un punto di vista all’altro. A volte capita,
però, che all’interno dello stesso paragrafo il
punto di vista salti da un personaggio all’altro, generando
momentanea confusione in chi legge. Ti riporto un esempio.
[Tony]
Trovò le due ragazze nell’atrio, intente ad
aggiornarsi sugli ultimi anni, come se non avessero avuto tutta la
settimana seguente per spettegolare su chi si era sposata con
quell’idiota di Tim. Non potendo più resistere, le
prese entrambe sottobraccio con fare baldanzoso ed esclamò:
«J.A.R.V.I.S., puoi aprire le porte del soggiorno!»
Camille si lasciò uscire un sospiro di stupore quando le
porte si aprirono da sole, come per magia, per permettere loro di
entrare in un gigantesco salone al cui centro troneggiava
un… enorme coniglio di peluche. Enorme. Peluche. Queste
parole le risuonavano nella testa e sperava davvero che in casa non ci
fosse qualche complicatissimo congegno per la lettura del pensiero.
Come puoi vedere tu stessa, il paragrafo comincia dal punto di vista di
Tony, la telecamera è ben piantata nella sua testa, fin
quando all’improvviso non si sposta in quella di Camille.
Caratterizzazione
e IC dei personaggi canonici - 10/10 punti:
Tony e Pepper sono due dei personaggi più complessi del
movie!verse e incredibilmente difficili da rendere. Questa è
la tua prima storia nel fandom di The Avengers&Company,
immagina quindi il mio stupore nel trovarmi di fronte a una
caratterizzazione di Tony e di Pepper che non è soltanto IC
e perfettamente in linea con quella dei tre film, ma che è
stata anche arricchita di tanti particolari azzeccatissimi che rendono
i due protagonisti ancora più veri e tridimensionali. Tra i
due, il personaggio meglio riuscito è Pepper. Anche Tony
è ben caratterizzato, ma con lei hai raggiunto
l’apice. L’hai descritta proprio come la immagino:
sempre elegante e professionale, un po’ mamma con le persone
che ama e un po’ ragazzina quando si concede del tempo per se
stessa da passare in compagnia di un’amica e di un bicchiere
di vino. Tony invece… è semplicemente Tony, e con
questo ho detto tutto: ti avrei dato punteggio pieno per la sua
caratterizzazione già a pagina uno, quando entra in cucina
in mutande convinto di fare cosa gradita a Pepper. Complimenti.
Caratterizzazione
del OC!Female - 15/15 punti:
Camille rispetta tutti gli obblighi imposti dal bando del contest: non
è una Mary Sue, non è la protagonista della
storia, ha un ruolo importante nella trama e interagisce con i
personaggi canonici senza metterli in ombra. Ed è anche
ottimamente caratterizzata, un personaggio a tutto tondo, plausibile,
perfettamente inserito nell’ambiente e integrato con i
personaggi canonici. Quello che più mi è piaciuto
di lei è il rapporto di amicizia che la lega a Pepper. Il
grado di complicità che c’è tra le due
donne viene percepito dal lettore da subito, fin dalle prime battute,
senza l’ausilio di noiosi spiegoni ma semplicemente
mostrandolo. È bello che Camille, nonostante riconosca la
figaggine di Tony Stark, si preoccupi per Pepper e si chieda se lui sia
davvero l’uomo giusto per lei: è un aspetto che la
rende umana e reale. Si vede che il personaggio e la sua classifica di
gradimento sono stati ispirati dalla vita vera: non
c’è fonte d’ispirazione migliore delle
esperienze del vissuto quotidiano per inventare personaggi e storie
veramente credibili. In conclusione, non mi resta altro da dire, se non
che ho amato Camille, la sua ironia e la sua diffidenza nei confronti
di Tony. Ottimo lavoro.
Grammatica
e sintassi - 9/10 punti suddivisi in:
Ho individuato qualche piccolo refuso: un “se”
senza accento, “in” al posto di
“il”, “si sbieco” al posto di
“di sbieco”.
Dopo e/o prima del complemento di vocazione ci vuole la virgola (es:
“Buongiorno [virgola] luce del mattino!”)
[…]innamorarsi
di un figo pazzesco e per di più ricco sfondo (oltre che
genio e filantropo, a quanto pareva) ed essere ricambiate, era una gran
botta di culo
“Ricco sfondo” è un modo di dire o
è un errore di battitura?
La virgola dopo “essere ricambiate” è
sbagliata perché separa il soggetto (innamorarsi
[…] ed essere ricambiate) dal predicato (era una gran botta
di culo).
il
principio di Tony tuo
il danno, tua la soluzione, valeva per tutto
La virgola dopo “soluzione” separa il soggetto (il
principio di Tony tuo il danno, tua la soluzione) dal predicato.
se
le avesse raccontato di cosa stava accadendo realmente
Il verbo
“raccontare” è transitivo, si dice
“raccontare qualcosa”, non “di
qualcosa”.
Punteggio
totale - 52/55 punti
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