SFOGO A SCUOLA
<< Chateeeeeeee!!!! Sbrigati altrimenti arriviamo in ritardo a scuola! >> Mi urlò
Tommaso!
<< Aspetta, sto finendo di mettere apposto la zaino, cazzo! >>
<< Niente parolacce in questa casa! >> Urlò Paolo.
<< Ma se ne hai appena detta una stamattina? >>
<< Taci! Se ho detto niente parolacce significa niente parolacce. >>
<< Dittatore dei miei stivali! >> Gli dissi ora che ero dietro a lui e gli saltai addosso
dandogli un bacio sulla guancia.
<< Che bello avere un'altra femmina in casa! Significa un bacio in più! >>
<< Ha-ha, molto spiritoso, signor Dittatore! >>
<< Non volevo fare lo spiritoso. Stavo parlando “serio”, come dici tu. >>
<< E' bello dirlo! >> E gli feci l'occhiolino.
<< Chate, sbrigati! >> Mi urlò contro Tommaso. Sbruffai.
<< Arrivo, arrivo! >> E cominciai a camminare lentamente per infastidire Tom, ma
otteni come risultato solo delle mie grida
<< Mettimi giù, Tom! Mettimi giù, ho detto, ti prego. Giuro che correrò in macchina, te
lo giuro, ma tu mettimi giù. >> E continuavo a scalciare anche se mi stavo divertendo
un sacco.
<< Marta, parla con tuo fratello, ti prego! Parlaci perchè io non lo sopporto più. >> Lei
mi guardò e cominciò a ridere.
<< Bellezza, guarda che quello è anche tuo fratello! >> E se ne andò verso l'auto.
<< Grazie dell'aiuto sorellona! >> Dissi ironica. Alla fine smisi di muovermi perchè
tanto non avevo più possibilità di liberarmi di quell'orso gigante.
<< Scemo! >>
<< Ti voglio bene anch'io sorellina... >>
Quando arrivammo alla macchina, un opel normalissima, mi mise giù e io salii in
auto senza rivolgergli parola. Non me l'ero presa veramente, ma volevo tenerlo un
po' sulle spine.
<< Ehi, Chate... Non mi dirai che sei arrabbiata con me? >>
Mi misi gli auricolari alle orecchie e incomincia ad ascoltare musica a massimo
volume ignorandolo. Vedevo le sue labbra muoversi, ma poi mi voltai verso il
finestrino dandogli le spalle. Quando la macchina parti, mi venne in mente Manu...
Era tanto che non lo vedevo.. Avevo pure perso la nozione del tempo!
Ehi, Chate.. Non so se lo hai notato, ma se sei stata cieca...
Smettila! Lasciala stare poverina.
Io la voglio solo aiutare... Le voglio aprire gli occhi.
Ho detto smettila!
Nessuno ti ha cercata... Nessuno ti ha più chiamata. Secondo te ti vogliono
veramente bene? Ti stanno prendendo solo in giro... Devi stare attenta e non fidarti.
Sai com'è la gente! Non te lo hanno già dimostrato abbastanza? Quante volte ancora
devi essere abbandonata per capire che la gente non cambia mai, che ti deluderà
sempre, che
sempre ti prenderà in giro, che non ti puoi fidare di loro e che ti faranno solo soffrire?
Ma tu sai che il per sempre non esiste... Troverai una persona che a te ci tiene
veramente... la troverai basta aver pazienza..!
Sì, sì certo... Lascia a casa le frasi fatte.
Ma...
<< Oddio santo, ma smettetela! >> Sapevo che oramai era tardi e che quei pensieri
mi avrebbero perseguitati per tutta la giornata!
<< Dobbiamo smetterla di far cosa? >> Tom e Marta mi stavano guardando confusi,
senza capire il senso di ciò che avevo appena detto, ma in fin dei conti come
potevano...?
<< Intendevo dire.. Smettetela con questo silenzioso fastidioso e.. Oh, ho fatto pure
rima... >>
<< Tu sei fuori di testa sorellina...! >>
<< Si vede che non mi conoscete! >>
E così calò nuovamente il silenzio... un silenzio assordante però.
Quando arrivammo a scuola eravamo tutti felici di scendere da quell'auto.
<< Eccoci arrivati! >> Disse Tom.
<< Non lo avevo notato...! >> Ribattei io.
<< Era per dire, scema! >>
<< Sì, sì, certo... >> Gli sorrisi e scesi dall'auto. Per tutto il tragitto pensai a come
avrei dovuto affrontare le persone, i professori... Chi diceva di essermi amico... Non
sapevo cosa fare.
Arrivata davanti alla porta aspettai a bussare. Non c'è la facevo, anche se ormai ero
entrata mille volte in quella maledetta classe. Feci due, tre, quattro respiri profondi,
ma poi smisi perchè cominciò a girarmi la testa. Questa era una cosa normale per
me. Chiusi gli occhi e bussai.
<< Avanti. >> Mi rispose il prof. di Matematica.
<< Avantiii. >> Entrai.
<< Buongiorno. >>
<< Chaterina, ben tornata! Come va? >> Mi sorrise e il suo “come va?” non era per
sapere se stessi realmente bene, era così per dire.
<< Grazie. >> Dissi solamente, ma fredda. Ultimamente usavo troppo questo tono e
quando mi girai verso la classe alla ricerca di un posto libero, non ne trovai
nemmeno uno.
<< Oh, già felici di mandarmi via a quanto pare. >> E me ne usci da quella cazzo di
classe con il prof. che continuava a chiamarmi. Andai nei giardinetti della scuola
dove, per fortuna, non c'era nessuno. Mi sedetti sulla panchina, quella dove per la
prima volta parlai assieme a Masino, ma sta volta non c'era... Mi coricai sul freddo
marmo e chiusi gli occhi ascoltando un po' di musica spagnola...
Lo spagnolo... l'amore della mia vita. Io lo adoravo... Io lo adoro e dovevo per forza
imparare a pararlo.
Sospirai. Ero ancora stanca, sentivo la mancanza di qualcosa... o di qualcuno. E
sembrava quasi che ci fosse una mano che mi stesse stringendo forte forte il cuore
fino a sentire un dolore fisico e anche respirare era diventato difficile.. Volevo solo
riuscire a
non pensare a quel male che sentivo.. Volevo solo smettere di provare emozioni...
Quello era diventato il mio più bel sogno
Mi misi a cantare senza rendermene conto. Mi stava venendo pure la voglia di
ballare.
<< E da quando tu canti così? >> Mi girai di scatto e vidi Marta.
<< Ehi, sorellina! >> Le dissi con un filo di voce e con le lacrime che ormai mi
rigavano il volto senza sosta.
<< Ehi, amore... che succede? >> E venne a sedersi vicino a me e io la abbracciai di
scatto perchè avevo proprio bisogno di due braccia che mi tenessero stretta a loro.
Non riuscivo a dire nemmeno una parola e continuai solo a singhiozzare.
<< Ehi, che succede? Non piangere, dai piccolina. E' il tuo “primo giorno di scuola”,
per così dire... Non devi piangere. >>
E mi arrabbiai. In quel momento ero molto vulnerabile e ogni cosa mi feriva, ogni
cosa mi faceva male e avevo un bisogno incredibile di sfogarmi. Mi alzai di scatto e
la guardai con rabbia, una rabbia che non aveva senso, una rabbia che non sapevo
nemmeno da dove venissi.
<< Credi che io non sappia che piangere e per deboli? Credi che mi diverta a non
riuscire a controllare 'ste cazzo di lacrime? Sì, non riesco a essere forte... Non lo
sono, e allora? Non tutti possono essere forte, ma tranquilla. Lo diventerò. C'è la farò.
Non piangerò più... Per niente e nessuno. Quindi ora vattene pure e lascia stare
questa debole e inutile Chaterina. A lei non è successo niente di così grave... Non ha
perso la madre e il fratello, il padre non l'ha abbandonata.. no, no è successo niente
di tutto questo. Chaterina non pensa ad ogni giorno a loro, a quanto vorrebbe essere
morta lei piuttosto che suo fratello e sua madre. Lei non sta male. Sta benissimo. Ma
questo è solo ciò che lei vuole far vedere alla gente perchè lei c'è, cazzo... eccome
se c'è... Ma non esiste... Non esiste più,e questa è un cosa diversa. Tu non mi
conosci... Tu non conosci Chaterina e quindi non devi giudicarla... L'hai odiata fino
dall'inizio e quindi non puoi conoscerla. Nessuno la conosce... Nemmeno lei sa più
chi è... La senti...
Qualche volta senti come parla? Con quella voce così fredda che le fa tanta paura,
che le fa paura da sola? Lei non c'è la fa più... Lei vuole rivedere il viso di sua madre
così bello,così giovane, vuole risentire i suoi abbracci, i suoi baci... La rivuole... E
Chaterina vuole raggiungerla... Vuole raggiungere sua madre e suo fratello... Gli
mancano tanti.
Tu non la puoi capire... >> Dissi crollando per terra e continuando a piangere
stringendomi tra le mie braccia, come per sparire e in fin dei conti era quello che
volevo... Sparire da questo cazzo di mondo che non mi voleva. Nessuno mi voleva,
nessuno mi aveva cercata quando stavo male. Dicono tutti che mi vogliono bene, ma
non me lo dimostrano mai. Non mi cercano mai, tranne quando fa comodo a loro.
<< La verità è che nessuno più mi vuole qui... nessuno! >>
Continuai a piangere, senza sosta... Singhiozzando fino a star male. Sentivo che
l'aria
cominciava a mancarmi e i singhiozzi mi facevano male al torace e ai polmoni.
<< Ehi, sorellina.. Non fare così, ti prego. Calmati. Non intendevo dire che piangere
è per deboli e tu non lo sei per niente. Io non sarei riuscita a muovere un passo se
fossi stata al tuo posto. Hai solo bisogno di tempo per superare tutto questo, e non è
facile... Purtroppo non so come ti senti realmente... Sai.. ho letto alcune tue frasi che
erano scritte sul cellulare.. Scusa se l'ho fatto.. Comunque.. Una di quelle diceva...
“Se una cosa non la vivi in prima persona, difficilmente potrai capirla veramente”.. E
ora so perfettamente cosa vuol dire.. Io sono circondata da persone che mi vogliono
bene..
Non lo dico per vantarmi, davvero.. Lo dico per dirti che sto cercando di capirti, che
mi è difficile perchè è vero, non ti conosco.. E mai ho fatto lo sforzo di farlo... Però
devi sapere una cosa... Tu ora non sei sola, dico davvero.. Non lo sei.. Ci sono io,
C'è Tom, ci sono papà e mamma... La tua Nuova famiglia e.. >>
<< No, aspetta! Voi siete la mia famiglia ADOTTIVA, non la mia NUOVA famiglia...
L'unica vera e nuova famiglia che ho sono mamma e mio fratello, basta! >>
Sussurrai guardando per terra e continuando a stringermi le gambe al petto.
<< Sì, scusa.. hai ragione.. La tua famiglia adottiva.. una famiglia che ti vuole bene..
E per davvero... Io so che non ti fidi facilmente delle persone, questo l'ho capito... E
ho capito anche che ti senti abbandonata, sola... Ma ora non lo sei più.. Ti ci vorrà
del tempo per notarlo, per capirlo e accettarlo, ma quel giorno arriverà, te lo
assicuro.. >>
E io ci credevo a quelle parole.. Ci credevo davvero finchè..
<< Certe volte mi sento davvero bene con voi, ma... Quando mi sento bene penso
che stia sbagliando.. Che non è giusto esserlo.. Mi sento in colpa perchè mia madre
e mio fratello sono morti e io divento felice con altra gente? No... Non va bene... Io
non posso essere felice con voi.. non posso! >>
“Non posso.. Non Posso!”
<< Chate, non è così.. >>
<< Invece sì.. Non posso! Mi dispiace.. Ma io non posso.. Non posso.. >>
<< Chaterina, Marta! Cosa fate qua fuori durante le ore di lezione? >> Ci chiese la
professoressa di Scienze Umane..
"Dio Santo, fra tutti i professori proprio lei mi doveva capitare!!" Non che avessi
qualcosa contro di lei, ma lei era come un'altra madre.. Per lei provavo un affetto
sincero e molto grande.. E ho sempre pensato che fosse lo stesso per lei.
<< Niente, stavamo proprio rientrando. >>
<< Va tutto bene Chaterina? >> "Appunto. Avrà visto le mie lacrime."
<< Tutto bene, professoressa. Con permesso.. >> E andai di corsa verso i bagni
delle ragazze, mi lavai la faccia, mi rifeci il trucco e, suonata la campanella, andai di
nuovo in classe. Camminavo come uno zombie in trans.. E fu così che
passai tutta la mia giornata scolastica... In trans seduta al mio banco.. Senza
ascoltare, senza parlare e senza vedere veramente qualcuno.. Nemmeno Stella, la
mia amica..
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