Capitolo 1
Era una tranquilla giornata di sole sulla Thousand Sunny. Era
un giorno come tanti altri: Sanji preparava la cena in cucina, Robin e
Nami leggevano alcuni giornali, Usopp, Rufy, Chopper e Brook
pescavano, Zoro si allenava e Franky stava facendo qualcosa sotto
coperta.
Erano tutti felici in quella giornata normale.
Ma all'improvviso uno strano rumore fu udito da tutta la
ciurma: qualcosa come una vecchia macchina in funzione. L'attenzione
di tutti era rivolta al ponte in cui, dal nulla, era apparso un
vortice. Era tutto colorato e sembrava che tutto ciò che fosse nelle
sue vicinanze venisse assorbito. All'inizio era piccolo, ma diventava
sempre più grande. Grande abbastanza da farci passare una persona.
Quando il vortice fu abbastanza grande, una ragazza vi passò
attraverso e cadde sul ponte. Il vortice si fece sempre più piccolo.
Tutti si prepararono alla battaglia.
“Passaggio
chiuso. Comunicazioni attive. Ologramma attivo”, disse la
ragazza a quella specie di orologio che aveva sul polso.
Zoro prese le sue spade e si preparò a combattere. Robin la
guardava intensamente e altrettanto i pescatori. Nami preparò la sua
arma.
Un uomo apparve da qualche parte vicino la ragazza. Era sulla
cinquantina, ma si portava più vecchio. La particolarità era che non
era lì, era un ologramma. L'attenzione di tutti però finì sul fatto
che quell'uomo era seriamente ferito e sputava sangue dalla sua bocca.
Nel frattempo la ragazza si alzò.
“Myka”,
disse l'uomo tossendo, “s..s...stai
bene?”
“Si”,
disse la ragazza con qualche lacrima agli occhi. “Mi dispiace signore,
non avrei dovuto farlo. Mi dispiace tanto”, ripeté la ragazza cercando
di non farsi vedere mentre piangeva.
“Myka,
ascoltami”, disse l'uomo. “Qualunque
cosa accada, non lasciare che loro li ottengano. Se dovesse
succedere, sai bene cosa accadrà”
“Mi...mi dispiace signore, ho
la sensazione che non potrò più tornare indietro.”
“Myka”,
disse l'uomo tossendo di nuovo, “Sopravvivi.
Qualunque cosa succeda, devi mantenerti viva. Ho messo una pistola a
scariche elettriche nel tuo zaino. Usala per proteggerti. Vivi,
fatti nuovo amici e dimenticati di noi. Devi distruggere il
passaggio in modo che non possono trovarti”, disse l'uomo
sputando sangue. “Mi dispiace Myka,
non potrei salvarti stavolta. È colpa mia se ti hanno usata.
Promettimelo, vivi!”
“Si...si...te lo prometto. Mi
dispiace così tanto, non avrei dovuto mai applicare da sola il mio
piano di riserva, dovevo farlo con te e farti passare assieme a me”.
L'uomo era quasi morto.
“Vivi.
Sei
ancora giovane. Vivi la tua vita e fatti nuovi grandi amici”.
La connessione si interruppe.
“Signore?
Signore?
Signore!!” disse la ragazza, ormai in preda alle lacrime. “Mi dispiace così tanto...”
Tutta la ciurma osservò la scena e alcuni piansero assieme
alla ragazza.
“Comunicazione
disattivata.
Ologramma disattivato. Passaggio distrutto”, disse la ragazza
a quello strano orologio. Il vortice si chiuse per sempre.
Dopo quella scena, tutti guardavano la ragazza: era
un'adolescente con i capelli neri corti e gli occhi verdi. I suoi
vestiti erano curiosi: scarpette verdi, jeans verde scuro, maglietta
nera, una dozzina di anelli alle sue dita, un sacco di braccialetti
dell'amicizia sul suo polso sinistro e tre collane; una era un
diamante, una aveva un teschio come ciondolo e l'altra un piccolo
violino. Portava con sé uno zaino.
Aveva un aspetto spettrale: era stanchissima, aveva delle
borse sotto gli occhi grandissime e sembrava che non avesse mangiato
da giorni.
La ragazza si guardò intorno e impallidì più di prima. Si
alzò velocemente e iniziò a correre con le mani alla bocca, intenzionata a
vomitare. Ma Zoro la fermò puntandole una spada alla gola.
“Cosa
pensi
di fare?” disse lo spadaccino in tono minaccioso.
“Devo
vomitare!
Per piacere, lasciami andare” disse la ragazza piagnucolando.
Zoro la lasciò andare e lei si diresse di corsa verso il parapetto
della nave, dove vomitò.
“Ottimo!”
disse la ragazza in tono sarcastico, “sono
su una nave...”, e vomitò di nuovo.
Chopper quindi le chiese: “Tutto
bene? Sembra che non sei proprio in perfetta forma”
“Ho la nausea. E per di più
sono finita su una nave! Che fortuna eh...le cose non potevano certo
andar peggio”.
Si guardò intorno:
- Alla
sua sinistra c'era quel ragazzo con i capelli verdi che le aveva
appena puntato una spada alla gola. “Però
sembra intelligente”, pensò.
- Accanto
a lui c'era una donna con i capelli neri e gli occhi azzurri. La guardò, “lei
è una che legge molto, quindi sicuramente è intelligente”.
- L'altra persona, “oddio
è anche una persona quella?”, era uno scheletro.
- Accanto a lui c'era un simpatico ragazzo con un cappello
rosso e con un lungo naso. “Lui
invece sembra un idiota, ma ho la sensazione che ha molta inventiva”
- Ancora accanto c'era un ragazzo con l'espressione molto
confusa che la guardava. Aveva una cicatrice sotto l'occhio e un
cappello di paglia. “Sembra un tipo
ingenuo, e anche un po idiota. Ma i suoi occhi dicono tante cose,
deve essere anche molto intelligente”
Mentre stava cercando di capire che tipi di persone aveva
attorno, l'istinto di vomitare divenne di nuovo forte, ma non aveva
mangiato nulla, quindi non c'era nemmeno nulla di che da buttare in
mare.
Appena si riprese meglio, prese un piccolo scatolo dal suo
zaino e premette il pulsante rosso al suo lato. La scatola divenne
grande, molto grande, aveva quasi raggiunto le dimensioni di una
cassa. La aprì e prese una pillola.
Tutti guardavano la ragazza molto confusi, eccezion fatta per
Rufy e Chopper, che rimasero a bocca aperta (e con le stelle negli
occhi) quando la scatolina divenne enorme.
La ragazza prese la pillola e si sedette un attimo. Sembrava
che la sua salute stesse migliorando ancora. Premette di nuovo il
pulsante rosso, la cassa divenne di nuovo una piccola scatola e la
mise di nuovo nello zaino. Prese la sua pistola a scariche elettriche e la puntò contro di loro.
Punto
di
vista di Myka
La donna dai capelli neri mi
chiese: “Signorina, posso chiederti
chi sei? E come sei finita qui?”
“Mi
chiamo
Myka, ma non farmi del male altrimenti ti sparo con questa. E non
voglio”. E non l'ho nemmeno mai usata...ma meglio non dirlo.
“Felice di conoscerti Myka,
io sono Robin. Ho visto cosa è successo a quel signore che era
nell'ologramma. Posso chiederti cos'è successo di preciso?”
“S..sei
stata
qui tutto il tempo?”, iniziai a realizzare: sono stati
attorno a me tutto il tempo, ma probabilmente non li ho nemmeno mai
visti. Che grande idiota che sono!
“Si,
sei
venuta qui in maniera abbastanza curiosa”, disse la ragazza
dai capelli arancioni. “Ciao, mi
chiamo Nami”, disse la ragazza abbassando la sua arma e
sorridendomi.
Abbassarono tutti le armi e attesero qualche risposta da me.
Anche il ragazzo dai capelli verdi. Rimisi a posto la pistola e cercai
di essere quanto più normale possibile. Lo scheletro era davvero
curioso e quel nasone...non sentiva caldo a stare con quei vestiti?
“Beh, passiamo alle
presentazioni: vengo da un'altra dimensione, un altro mondo. Sono una ragazza prodigio, ho 17 anni ma sono un
genio. Qualche mese fa sono stata rapita da un'organizzazione
chiamata THE SANCTIRIS. Era una trappola e sono finita dritta nelle
loro mani. Ho dovuto costruire loro questa pistola, e credo che loro
volessero usarla e perfezionarla per controllare la mente umana. Sapevo che se l'avessi
terminata, il mondo sarebbe finito, e sarebbe stata anche colpa mia.
Ma 3 anni fa stavo conducendo alcune ricerche su una particella
chiamata BOSONE DI HIGGS. Questa particella si suppone abbia creato
il mondo. Tutti i mondi. Fu proprio in quel momento che scoprii
questo mondo; non sapevo cosa fosse, ma lo considerai come il mio
Piano B per la fuga: se mi fosse successo qualcosa, sarei fuggita
qui. Quindi, al fine di preservare sia questo che il mio mondo, ho
dovuto distruggere tutte le formule e tutto ciò che ho scoperto.
Ma per creare un varco per
questo mondo ho memorizzato tutto qua dentro; la vedete questa
cosina?”, dissi mostrando loro una chiavetta USB, “qui
dentro ci sono le informazioni giuste per poter controllare l'intero
mondo. Mentre salvavo tutte queste informazioni,
ricreai il portale per poter fuggire da loro e lasciarli senza niente.
Sono riuscita a distruggere tutte le informazioni in mio possesso,
ma...”.
Feci una pausa, iniziai a lacrimare.
“Aprii il portale, ma soltanto una
persona poteva passarci attraverso: la persona che aveva questo
orologio”, e mostrai loro l'orologio che avevo al polso. “Non è proprio un orologio, ma un
computer. In questo modo nessuno di loro poteva sapere cosa avevo
conservato.”
“Un
computer?” mi chiese Robin, la ragazza dai capelli neri. “Cos'è? Non ne ho mai sentito parlare”.
“Giusto...tu
non
puoi sapere cos'è. Beh, ti spiego”, dissi.
Angolino
dell'autore:
Ciao a tutti! :-D nella fanfic
precedente vi avevo detto che a breve sarei tornato con una storia
tutta mia; ebbene...così NON è stato T___T il problema è che ho
pochissima fantasia e non riesco ad "inventare" niente ç__ç per cui,
come le due precedenti storie, anche questa qui è una traduzione. La
verità è che mi diverto molto a tradurre, per cui la tentazione è
sempre forte xD chiamatemi pure "fanfic scout" hahahahaha. Ho deciso
di tradurre proprio questa storia perchè è diversa dal solito, è una
specie di piccolo crossover tra il mondo reale e quello dei fumetti
e ho trovato molto interessante questa specie di fusione.
Prima di lasciarvi però mi sembra doveroso ringraziare l'autrice
originale abovethecloudsbetweenthestars
per avermi dato il permesso di tradurla :-D
Fatemi sapere cosa ne pensate
^^
ciauuuuuuuuu! :-D
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