Nothing

di akashitsugi
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Silenzio. Vuoto. Poi iniziò a camminare. Ma nulla si stagliava su un orizzonte che forse nemmeno c'era. Ascoltava il suono dei suoi passi, i secondi divennero minuti, i metri divennero almeno un chilometro. Nulla cambiava, nulla appariva.
Allora decise di parlare. Un azzardo, un bluff, fingendosi convinto di sapere che era osservato senza realmente saperlo, ma così in grado di verificare se ciò fosse vero.
E così era.
Allora finalmente dal vuoto egli apparve camminando lentamente, battendo le mani, complimentandosi con lui per l'astuzia dimostrata ancora una volta. 
Ma quei complimenti non erano ben accetti.
Sul suo volto il disprezzo nel vedere se stesso sorridere.
Quando era diventato così insano quel sorriso?
Da quel viso non traspariva gioia, non scendevano lacrime, semplicemente le labbra si inclinavano di riflesso nel compiacimento della sua opera.
Una sola volta era stato se stesso, o almeno, aveva tentato di essere se stesso, e quella singola volta l'involucro perfetto in cui giaceva si spezzò e diede vita a qualcosa di nuovo.
Un anima. Con tutte le sue sfumature. Il bene, il male. Ma si rese conto che non era in grado di distinguerli. Si rese conto che quello era solo un nome dato alle azioni ch'erano approvate o non lo erano da chi gli era superiore.
Allora capì.
Iniziò a pensare.
E pensarè lo portò ad una scelta.
E quella sceltà gli diede sorrisi di gioia e lacrime di dolore.
Si senti vivo.




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