The
moment
C’è un momento nella vita di coppia durante il
quale viene a mancare qualcosa. Quel qualcosa che all’inizio
teneva unite due entità distinte dandogli un unico punto in
comune, un unico punto più forte di tutti gli altri
microscopici frammenti che possono essere più o meno
significativi.
Tuttavia resta quel momento, un unico solo istante, che stacca
totalmente i due esseri per sempre; questo momento può
durare il tempo di un battito di ciglia e
l’incapacità di capire quello che è
successo, un’alzata di spalle e la solita routine, come
può durare anche un lasso di tempo relativamente lungo da
permettere a uno dei due di capirlo, ed è quello il momento,
quando solo uno dei due se ne accorge, quando solo uno dei due si vuole
staccare, che inizia tutta quella fase di dolore che fa chiedere se non
sia veramente tutta un’illusione che ci si è
costruiti o magari un sogno.
JongIn ultimamente sente qualcosa che non va.
È una sensazione abbastanza fastidiosa e lo perseguita per
tutto il tempo, poco importa che sia impegnato a studiare o se stia
facendo l’amore con Kyungsoo, quello strano senso di
pressione all’altezza del petto lo segue sempre, tanto che
è arrivato a chiedersi se non si tratti di ansia, cosa
strana visto che non ci ha mai sofferto; infatti, accantona subito
l’idea e classifica il senso di oppressione come ansia per
l’imminente esame di letteratura inglese, per il quale lui
è poco, pochissimo, preparato.
Lascia cadere l’Amleto di Shakespeare sul sofà, si
alza e va in cucina, apre il frigo e afferra una bottiglietta
d’acqua, si attacca e ne manda giù la
metà, mentre sente il liquido freddo scendergli per
l’esofago gli sembra quasi di sentire Kyungsoo lamentarsi che
gli prenderà qualcosa a mandare giù
così l’acqua fredda e che almeno dovrebbe
mischiarla con quella calda e che non deve attaccarsi alla bottiglia
perché “Non è igienico”, che
poi ci fossero altre persone oltre a loro due lì dentro e
sicuramente attaccarsi alla bottiglia è la cosa
più igienica che possono fare tra di loro. JongIn fissa
l’orologio, perché pensare a Kyungsoo che lo
sgrida gli ha ricordato che ancora non è tornato a casa,
strano visto che è sempre a casa per le otto e le lancette
fisse sulle nove e trenta, il sole che sta sparendo
all’orizzonte gli dimostrano che le otto non sono
più da un pezzo, afferra il cellulare e sblocca lo schermo,
subito gli appare l’avviso della batteria scarica, impreca
per la sua sbadataggine e un poco esulta quando la vede al tredici
percento, forse una chiamata riesce a farla. Lascia che il telefono
faccia qualche squillo mentre cerca fuori dalla finestra, che affaccia
sul giardino del condominio, la figura del suo ragazzo.
«
Yeoboseyo?
»
«
Yeoboseyo
Kyungsoo »
« JongInah, dimmi »
« Mi chiedevo dove fossi finito, non sei ancora tornato
»
«
Mihanaeyo
JongIn, sono stato trattenuto a lavoro, ne ho ancora per un
po’, mangia da solo per favore »
« Okay Hyung, non ti stancare troppo »
Kyungsoo riattacca senza neanche rispondergli e un macigno gli opprime
il petto, apre per l’ennesima volta il frigorifero e guarda
annoiato il suo contenuto, mette apposto la bottiglia e lo richiude, di
mangiare proprio non ne ha voglia.
Do Kyungsoo fa ritorno tardi quella sera, sospira pesantemente e lascia
la giacca leggera sull’appendi abiti, si toglie le scarpe e
le mette in ordine accanto a quelle di JongIn, entra nel soggiorno e lo
oltrepassa fino alla cucina apre il frigorifero e prende
l’acqua, se ne versa mezzo bicchiere e la mischia con
dell’acqua calda, manda giù tutto d’un
fiato e sciacqua il bicchiere, spegne la luce e oltre passa nuovamente
il soggiorno, sta per attraversare la soglia della camera da letto
quando nota una chioma bionda e scapigliata sulla poltrona, allora si
avvicina e nota che JongIn si è addormentato mentre leggeva,
ha ancora il libro in mano aperto sulla prefazione. Gli lascia
scivolare una coperta sopra, visto che, anche se è estate
inoltrata, il clima è ancora mite e le notti ancora non
troppo calde, gli lascia un bacio sulla fronte e si allontana.
Quando quella mattina JongIn si sveglia la schiena gli duole ed
è in un bagno di sudore, guarda brevemente
l’orologio appeso alla parete, constata che manca meno di
un’ora all’inizio delle lezioni quindi si sposta la
copertina in pile da sopra e si alza, il libro gli cade ed è
costretto a piegarsi per raccoglierlo, ottenendo un lamento da parte
della schiena dolorante.
S’infila sotto la doccia e ci passa buona parte del tempo,
quando mancano solo venti minuti e sa che dieci li deve
impiegare per arrivare in università esce da sotto
l’acqua, si asciuga e si veste velocemente, lascia i capelli
umidi, tanto non sarebbe riuscito comunque a domarli.
Quando si affaccia in camera da letto per prendere i calzini e il
cellulare che si sta caricando, nota che il letto è intatto,
si da internamente dello stupido mentre si dirige in cucina e guarda il
bigliettino che Kyungsoo gli ha lasciato, fa scorrere lo sguardo sulla
calligrafia delicata e legge lentamente le parole.
“La colazione
è pronta, non ti stancare troppo agli allenamenti”
Legge ancora una volta, due, tre, non importa quante volte JongIn
leggerà quel pezzo di carta, mancherà sempre
qualcosa.
*
JongIn si sente a pezzi quando esce dall’aula di letteratura
giapponese e si chiede perché non abbia scelto di prendere
una laurea in qualcosa di più leggero, poi ricorda quanto si
sia sentito felice quando, in una vacanza studio in Giappone, sapeva
esattamente cosa dire.
«
Hyung!
»
Quando Sehun lo chiama, JongIn si gira di scatto sorridendogli
calorosamente.
« Dimmi Sehun »
« Hai sentito cosa è successo a Junmyeon
Hyung? »
JongIn alza un sopracciglio e scuote il capo, ha avuto tutta la mattina
letteratura giapponese e nessuno dei suoi amici ha scelto la sua stessa
facoltà.
« No
Thehun,
m’illumineresti? »
Lo sfotte giocosamente per il suo difetto di pronuncia, il
più piccolo storce il naso ricordandogli che quando gli
servirà un bravo psicologo di non contare su di lui.
« Kim Junmyeon si sente con un ragazzo »
JongIn lo guarda sorpreso e felice.
« Pensavo che non sarebbe mai riuscito a superare la fase
“Yixing” »
« Lo pensavamo tutti, però stamattina mentre
andava a studi politici ne stava parlando con Baekhyun
Hyung »
« Wow, sappiamo anche chi è il fortunato?
»
« Purtroppo no, non ha voluto dirglielo, sai come
è pettegolo lo
Hyung,
se lo avesse saputo a quest’ora anche
tu lo sapresti
»
JongIn ridacchia perché, in quel momento, i pettegoli sono
loro due.
Entrano in mensa e si dirigono al tavolo che occupano di solito, ci
trovano anche Chanyeol e Baekhyun della facoltà di scienze
della comunicazione e Zitao, un compagno di classe di Sehun, anche lui
aspirante psicologo.
Di Kyungsoo nessuna traccia.
« Dov’è Kyungsoo? »
« salve anche a te JongIn »
JongIn sbuffa e sposta lo sguardo per tutta la mensa fino a quando non
sente il telefono in tasca vibrare, lo tira velocemente fuori e fa
scorrere la cornetta verde sullo schermo del palmare.
«
Yeoboseyo?
»
«
Yeoboseyo,
JongIn »
« Kyugsoo! Dove sei finito? »
«
Mihanaeyo
JongIn, le mie lezioni sono finite presto quindi sto tornando a casa,
c’è qualcosa di particolare che vorresti per cena
»
JongIn pensa che è la seconda volta in meno di ventiquattro
ore che si scusa e che sono anche più delle suddette ore che
non lo vede.
« Niente
Hyung,
non importa fai te, ceniamo insieme stasera vero? »
«
Ne
»
« Okay, ci vediamo dopo »
« A dopo »
JongIn sta per dire qualcos’altro ma la chiamata si
interrompe all’improvviso, il “ti amo”
che mormora viene ascoltato solo dagli altri commensali.
*
Quella sera JongIn torna a casa più tardi del solito, poggia
il borsone da palestra al lato della porta e medita di farsi una bella
doccia. Quando attraversa la soglia della cucina per prendere un
bicchiere di acqua trova Kyungsoo a smanettare con il pc, gli sorride e
si avvicina per dargli un bacio, quando si china per toccargli le
labbra rosee sul desktop scompare velocemente un pagina di internet e
ne appare una di word con scritto a caratteri cubitali “Il
Taoismo”, JongIn non ci fa troppo caso mentre sente le labbra
morbide dell’altro sulle sue.
« Come sono andati oggi gli allenamenti JongIn? »
« Abbastanza bene, la settimana prossima la signorina Lee,
sai l’istruttrice, ha detto che ci sarà una specie
di saggio, ci verrai vero? »
Kyugsoo gli sorride e gli dice che, lavoro permettendo, lo
andrà a vedere di sicuro. JongIn sorride a sua volta
contento che il ragazzo lo vada a vedere.
Il giorno del saggio JongIn darà tutto se stesso, nonostante
Kyugsoo lo abbia chiamato pochi minuti prima dell’inizio
della sua performance dicendogli che non sarebbe potuto venire, la
causa a JongIn è sconosciuta.
*
«
Hyung?
»
Kyungsoo si volta di scatto, è rientrato a casa da poco e
era convinto di essere da solo.
« Oddio JongIn, mi hai fatto prendere uno spavento! Che ci
fai già a casa? Non dovresti essere a lezione? »
«
Hyung,
oggi è sabato ed io di sabato non ho lezione »
« Oh, giusto, me ne ero dimenticato »
« Facciamo qualcosa insieme? » gli chiede
JongIn, il sorriso ad increspagli le labbra carnose, Kyungsoo si guarda
intorno smarrito e piega il capo.
« Non posso JongIn, sono passato per un cambio, ho un turno
extra, torno tardi »
Il bel sorriso di JongIn si spegne, si obbliga a farne un altro, ma gli
angoli delle labbra si alzano solo leggermente e senza convinzione.
« Va bene, non ti affaticare troppo »
Quella sera JongIn aspetterà Kyungsoo fino a tardi, ma non
lo vedrà rientrare.
*
« Mm.. »
Il mugolio che lascia le labbra di Kyungsoo fa sorridere JongIn,
quest’ultimo continua a baciargli il collo e le labbra rosse.
« Kyungsoo »
Mormora, questo apre le labbra e sospira di beatitudine, il
più piccolo scende a mordergli il collo e infila le mani
sotto alla maglietta leggera dell’altro, gli accarezza piano
il ventre piatto e si perde negli occhi scuri dell’altro,
cerca di togliergli la maglia ma Kyungsoo si oppone, quando JongIn gli
bacia le labbra sussurrandogli che lo ama, il maggiore si gira dal lato
opposto e gli comunica che non ha più voglia, JongIn lo
guarda sorpreso, poi sospira e si sdraia accanto a lui, lo tira in un
abbraccio lasciandogli un ultimo bacio sul collo e sussurrandogli la
buona notte; tuttavia non chiuderà occhio neanche un
secondo, un macigno gli opprime il petto e deve ingoiare le lacrime
mentre si chiede cosa stia succedendo ultimamente.
*
«
Hyung
»
Kyungsoo si gira di scatto e gli occhi spalancati somigliano a palline
da golf, non si sarebbe mai aspettato che JongIn sarebbe arrivato fino
alla sua facoltà.
« Dimmi JongIn »
Si sbriga a rispondere, JongIn sorride e il sorriso che gli increspa le
belle labbra raggiunge gli occhi facendoli diventare due mezze lune.
« Oggi non lavori vero? »
Kyungsoo annuisce a quella che, poi, è una domanda puramente
retorica.
« Che ne dici se oggi andiamo a farci un giro? È
da un po’ che non andiamo da qualche parte solo io e te
»
« Non hai letteratura inglese fino alle sei oggi? »
« Oh.. Ma va bene anche se la salto, tanto l’Amleto
l’ho quasi finito »
« Non hai l’esame la prossima settimana? »
« Dai
Hyung
»
« Pensa a studiare JongIn, io posso aspettare »
La prima ed unica volta che JongIn li vede non ci vuole
credere, eppure i suoi occhi sono buoni. JongIn è andato ad
un appuntamento con Sehun e Luhan o, per meglio dire, è
andato a fare il terzo incomodo perché Kyugsoo ha detto che
partecipa ad alcune lezioni di economia domestica, perciò il
loro appuntamento a quattro è saltato, ma la sua voglia di
restare ancora solo dentro la loro casa è pari a zero,
quindi sta per entrare nel nuovo negozio di Bubble Tea che hanno aperto
in città e, tutto si sarebbe aspettato, tranne di vedere
Kyungsoo, il suo Kyungsoo, attaccato alle labbra di Junmyeon. Sehun e
Luhan impallidiscono, per quanto comunque la loro pelle di porcellana
glielo permetta, spalancano la bocca e sgranano gli occhi, spostano lo
sguardo su JongIn, poi su Kyungsoo e ancora su JongIn, questo per
quanto lo riguarda è rimasto totalmente spiazzato da non
provare niente di niente; ci pensa Sehun, l’unico che a
quanto pare ha riacquistato un poco di contegno, gli afferra un braccio
e lo trascina fuori, Luhan li segue a loro volta e, appena sono
abbastanza lontani, abbraccia JongIn e piange sulla sua spalla.
« JongIn, mi dispiace così tanto »
JongIn non si muove e la sua espressione è indecifrabile,
uno strano stato di apatia lo ha colpito e le lacrime che gli pizzicano
gli occhi e che scendono per le gote non le sente proprio, solo Sehun
se ne accorge e gliele asciuga, poi afferra il suo polso e la mano di
Luhan e lo riporta a casa.
Quella sera quando Kyungsoo entra in casa e si massaggia le spalle
doloranti, JongIn neanche lo saluta, sta girato davanti ai fornelli e
sta girando qualcosa in un pentolino, qualcosa che somiglia vagamente
al del preparato per budino, ma che potrebbe benissimo essere
cioccolata calda*.
« Ciao JongIn »
« Ciao »
JongIn gli sorride e se lo avesse guardato con gli stessi occhi con cui
lo guardava prima si sarebbe anche accorto che il sorriso non gli
increspa le labbra come al solito, non gli piega gli occhi arrossati,
che i denti non si scoprono come sempre e che gli angoli delle labbra
spingono verso il basso.
« Ho preparato la cena »
« Wow JongIn, che hai preparato di buono? »
«
Bibimbap**
e
Kimchi
»
L’argomento cade lì mentre Kyungsoo si dirige al
bagno per farsi una doccia.
« Kyungsoo.. »
L’interpellato alza il viso dal suo piatto e lascia le
bacchette che stringono il cavolo a mezz’aria.
« Non mi ami più? »
Il maggiore impallidisce e deglutisce a vuoto.
« P-perché dici questo? »
« Sai oggi ti ho visto con Junmyeon »
Kyungsoo si strozza con la sua stessa saliva, impallidisce ancora e le
bacchette gli cadono di mano infrangendosi, insieme al cavolo, sulle
mattonelle chiare della cucina.
« N-no, ti posso spiegare, io.. »
« Va bene, non importa, non
c’è bisogno di spiegazioni
»
JongIn alza il viso dal piatto per la prima volta e gli sorride con gli
occhi chiusi, Kyungsoo sente un tuffo al cuore quando vede le lacrime
che scendono sulle gote scure di JongIn e il sorriso tirato.
« Scusa se non ti ho amato abbastanza »
Sono le ultime parole che Kyungsoo sente uscire dalle belle labbra che
ha baciato un tempo, prima che JongIn si alzi e afferri due borsoni
poggiati vicino alla porta.
Kyugsoo non rivede mai più JongIn, gli piace pensare che
abbia trovato qualcuno che lo amasse veramente; la cosa che non sa e
che nessuno ha avuto il coraggio di dirgli è che JongIn
è morto quella stessa sera, dentro a causa di un amore
finito, fuori a causa di un automobilista ubriaco e, nonostante tutto,
l’ultimo suo pensiero, l’ultima sua parola fu il
nome di Kyungsoo.